
eBook - ePub
Il libro dell'ignoranza
Che cosa è verità e che cosa è semplicemente una panzana? Il libro-gioco che svela le nostre false conoscenze
- 240 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
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Il libro dell'ignoranza
Che cosa è verità e che cosa è semplicemente una panzana? Il libro-gioco che svela le nostre false conoscenze
Informazioni su questo libro
o Qual è la costruzione umana che si vede dallo spazio?
La Grande Muraglia cinese? Sbagliato. o Che cosa contiene la gobba dei cammelli?
Acqua? Figuriamoci. o Chi infila la testa sotto la sabbia?
Gli struzzi? No di certo. o Di dove sono i cappelli detti «Panama»?
Sicuramente non di lí.
Domande frequenti
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Informazioni
Chi o cosa avrebbe piú probabilità di sopravvivere a una guerra nucleare?
Gli scarafaggi è la risposta sbagliata.
Di certo, la ragione per cui cosí tanti di noi persistono nella convinzione che gli scarafaggi siano indistruttibili è in sé un argomento interessante.
Esistono da molto piú tempo di noi (circa 280 milioni di anni) e sono quasi universalmente odiati in quanto forieri di malattie, tra l’altro difficili da controllare. Inoltre, possono vivere per una settimana senza testa. Ma non sono invincibili e, sin dalla pionieristica ricerca dei dottori Wharton e Wharton nel 1959, sappiamo che sarebbero fra i primi insetti a morire in una guerra nucleare.
I due scienziati esposero svariati insetti a dosi diverse di radiazioni (allora misurate in «rad»). Mentre un uomo morirebbe se esposto a 1000 rad, i Wharton conclusero che lo scarafaggio muore a una dose di 20 000 rad, una drosofila a una dose di 64 000 rad e una vespa parassitaria a una dose di 180 000 rad.
Il re della resistenza alle radiazioni è il batterio Deinococcus radiodurans, che può tollerare una scarica di 1,5 milioni di rad, eccetto quando è congelato: allora la sua tolleranza raddoppia.
Il batterio – chi lo studia lo chiama affettuosamente «Conan il batterio» – è rosa e ha l’odore di un cavolo marcio. Lo si scovò che cresceva felice e beato in un barattolo di carne in scatola sottoposta a radiazioni.
Da allora si è scoperto che, in natura, lo si trova nello sterco di elefante e lama, nel pesce e nella carne di anatra irradiati e perfino nel granito antartico.
La resistenza di Conan il batterio alle radiazioni e al freddo, e la sua capacità di conservare intatto il proprio Dna anche in condizioni tanto estreme, hanno portato gli scienziati della Nasa a credere che potrebbe racchiudere il segreto per trovare la vita su Marte.
Qual è la parte piú piccante del peperoncino?
Una generazione di chef televisivi ci ha fatto credere che la parte piú piccante del peperoncino siano i semi. Non è cosí.
È la membrana centrale cui i semi sono attaccati. La membrana contiene la concentrazione piú alta di capsaicina, un composto chimico incolore e inodore che dà al peperoncino la sua piccantezza caratteristica.
La piccantezza del peperoncino si misura con la scala di Scoville, ideata dal chimico americano Wilbur L. Scoville nel 1912. Nei suoi primi test, Scoville diluí svariate soluzioni di estratti di peperoncino e alcol in acqua e zucchero, poi chiese ad alcuni assaggiatori di provare le diverse concentrazioni di peperoncino finché non avessero smesso di essere piccanti. Fu quindi inventata una scala numerica a seconda della piccantezza del peperoncino.
Per esempio, si dice che un peperoncino jalapeño abbia 4500 unità di piccantezza Scoville (SU), perché va diluito 4500 volte prima di perdere la propria piccantezza.
Il peperoncino piú piccante del mondo viene dal Dorset, sulla costa sud-occidentale dell’Inghilterra. Il Dorset Naga – naga in sanscrito significa «serpente» – di Michael e Joy Michaud deriva da una specie del Bangladesh.
Nel 2005 due laboratori americani l’hanno sottoposto a dei test: ha totalizzato 923 000 SU. Da incendiare il palato. Anche solo la metà di un Naga renderebbe immangiabile il curry, e consumarne uno intero significherebbe farsi una bella gita in ospedale. Ciò nonostante, in quello stesso anno sono stati venduti 250 000 Naga.
Tanto per darvi un po’ di prospettiva: la polvere pura di capsaicina rilascia 15-16 milioni di SU. È cosí piccante che i chimici che la usano nei loro esperimenti devono lavorare in una «stanza tossica» purificata e indossare una tuta intera protettiva, con un cappuccio chiuso per non inalare.
Si stima ci siano 3510 varietà di peperoncino.
Da dove vengono i tulipani?
Che siano di Amsterdam o di Vattelapesca, i tulipani sono un simbolo dell’Olanda famoso quanto i mulini a vento e gli zoccoli, ma non sono originari dei Paesi Bassi.
L’habitat naturale del tulipano sono i terreni di montagna.
Fu soltanto nel 1554 che i tulipani vennero importati da Costantinopoli (l’attuale Istanbul) in Olanda. Si possono trovare i tulipani selvatici nell’Europa meridionale, in Nord Africa e in alcune regioni asiatiche, fino alla Cina nordorientale. Il tulipano è il fiore nazionale sia della Turchia sia dell’Iran.
Il nome del fiore deriva dalla parola tülbent, versione turca del termine persiano dulband, che significa «turbante». Questo a causa di quella che gli etimologi definiscono una «apparente somiglianza» tra la forma del fiore quando non è del tutto sbocciato e un turbante (o forse perché, tradizionalmente, i turchi portavano il fiore sui loro copricapi).
I tulipani divennero straordinariamente popolari nei Paesi Bassi (cosí li dovremmo chiamare: il termine «Olanda» definisce soltanto due delle dodici province del paese), ma le storie sulla grande montatura della «tulipanomania» di inizio Seicento sono ormai trite e ritrite.
Secondo il professor Peter Garber, stratega globale alla Deutsche Bank, le terribili storie sulle tante persone rovinate dal crollo del prezzo dei tulipani provenivano da uno e un solo libro – La pazzia delle folle, ovvero Le grandi illusioni collettive di Charles MacKay, pubblicato nel 1852 – e furono il risultato di una campagna moralistica promossa dal governo olandese: lo scopo era diffondere notizie allarmistiche per scoraggiare la speculazione sui tulipani.
È vero che il prezzo dei tulipani era aumentato (il bulbo delle piante di maggior valore poteva costare quanto una casa), ma ci sono molti esempi di prezzi anche piú alti raggiunti in altri paesi da altre piante, per esempio l’orchidea nell’Inghilterra del XIX secolo.
Garber culmina dicendo che la speculazione olandese «fu un fenomeno che durò un mese nell’uggioso inverno olandese del 1637 […] e non ebbe alcuna vera conseguenza economica».
Oggi l’Olanda produce circa 3 miliardi di bulbi di tulipano all’anno, dei quali 2 per l’esportazione.
Quanti crochi ci vogliono per fare un chilo di zafferano?
Tra gli 85 000 e i 140 000. Ed è questo il motivo per cui, anche oggi, lo zafferano spagnolo di prima qualità mancha costa al dettaglio 3750 sterline la libbra (circa 10 000 euro al chilo).
Alcuni affreschi della Creta minoica, risalenti al 1600 a.C., illustrano la raccolta dello zafferano. Alessandro Magno si lavava i capelli nello zafferano per mantenerne il meraviglioso color arancione lucido. Era uno shampoo iperesclusivo: all’epoca, lo zafferano era raro come i diamanti, e piú caro dell’oro.
Nella Norimberga quattrocentesca e sotto il regno di Enrivo VIII in Inghilterra, adulterare lo zafferano mischiandolo con qualcos’altro era un reato passibile della pena capitale. Gli accusati venivano bruciati sul rogo o sepolti vivi con i loro prodotti illegali.
La città di Saffron Walden nell’Essex prende il nome dalla spezia: era il centro del commercio inglese di zafferano. Secondo la leggenda, tutto ebbe inizio nel Trecento, quando dal Medioriente arrivò un pellegrino con un bulbo rubato di zafferano nascosto nel bastone. Fino ad allora, la città si era sempre chiamata semplicemente Walden.
Soltanto l’arrivo del tè, del caffè, della vaniglia e del cioccolato comportò il declino della sua coltivazione, anche se rimase una coltura importante in Italia, Spagna e Francia.
La parola zafferano deriva dall’arabo asfar, che significa «giallo».
Qual è stata la prima invenzione a rompere la barriera del suono?
La frusta.
Le fruste furono inventate in Cina settemila anni fa, ma soltanto con l’invenzione della fotografia ad alta velocità nel 1927 si comprese che lo schiocco della frusta era un mini bang sonico e non il rumore del cuoio che colpiva il manico.
Lo schiocco della frusta è causato dalla curva che si forma nella frusta quando la si fa, appunto, schioccare. La curva viaggia lungo tutta la frusta e, poiché il cuoio si assottiglia in una punta affusolata, mentre viaggia accelera fino a una velocità dieci volte superiore a quella iniziale. Lo schiocco si verifica quando la curva rompe la barriera del suono a circa 1194 chilometri all’ora.
Il primo velivolo a infrangere la barriera del suono è stato un Bell X-1 pilotato da Chuck Yeager nel 1947. Nel 1948 raggiunse i 1540 chilometri orari a 21 900 metri d’altezza, a tutt’oggi il numero 9 nella classifica dei voli con equipaggio umano piú veloci di tutti i tempi.
Il record per il volo con equipaggio umano piú veloce è ancora detenuto dall’X-15A, che raggiunse i 6389 chilometri orari a 31200 metri d’altezza nel 1967.
La maggiore velocità a cui abbia mai viaggiato un uomo è stata toccata al rientro dell’Apollo 10 nel 1969: 39 897 chilometri all’ora.
Visto che la luce viaggia piú veloce del suono, sarà per questo che molte persone appaiono brillanti finché non le senti parlare?
STEVEN WRIGHT
Quale musica incanta di piú i serpenti?
Non gliene importa niente, per loro è tutta uguale.
Nei numeri di incantamento dei serpenti, i cobra reagiscono alla vista del flauto, non al suono che produce.
I serpenti non «sentono» davvero la musica, anche se di sicuro non sono sordi. Non hanno né l’orecchio esterno né il timpano, ma percepiscono le vibrazioni trasmesse dal terreno alle loro fauci e ai muscoli del ventre. Pare inoltre che siano in grado di rilevare i suoni trasportati dall’aria con un orecchio interno.
Un tempo si pensava che i serpenti non sentissero affatto perché non reagiscono ai rumori forti; una ricerca presso l’Università di Princeton ha dimostrato che hanno un udito molto acuto.
La scoperta chiave è stata quella su come funziona l’orecchio interno di questi animali. Alcuni serpenti sono stati collegati con dei fili metallici a dei voltmetri, in modo da misurare l’effetto del suono trasportato dall’aria sui loro cervelli. Sembra che il loro udito sia «sintonizzato» sulla gamma di frequenze dei rumori e delle vibrazioni creati dal movimento di animali piú grossi. La musica sarebbe dunque priva di significato per loro.
I cobra «incantati» si sollevano se minacciati e ondeggiano in reazione al movimento dello strumento. Se attaccano il flauto si fanno male, quindi evitano.
A quasi tutti i cobra vengono tolti i denti ma, anche cosí, possono attaccare solo da una distanza pari al massimo alla lunghezza del loro corpo, un po’ come se appoggiaste un gomito sul tavolo e colpiste il piano con la mano.
Il cobra ha per natura un atteggiamento difensivo, non aggressivo.
Di cosa sono fatte le corde di violino?

Le corde di violino non sono di budella di gatto, non lo sono mai state.
Questa storia venne inventata dai liutai italiani nel Medioevo, quando scoprirono che le interiora di pecora erano delle ottime corde per i loro strumenti. Siccome uccidere un gatto portava una iella tremenda, protessero la loro invenzione dicendo a tutti che le loro corde si facevano con l’intestino del gatto.
La leggenda vuole che, un giorno, un sellaio di nome Erasmo, nel paesino di Salle tra i monti abruzzesi, sentí soffiare il vento tra le strisce di budella di pecora stese ad asciugare e pensò che probabilmente sarebbero state delle buone corde per il primo violino, conosciuto come violino rinascimentale.
Per seicento anni, Salle sarebbe rimasto il centro della produzione di corde da violino ed Erasmo fu canonizzato come santo patrono dei fabbricanti di corde.
Gli atroci terremoti del 1905 e del 1933 posero fine all’industria di Salle, ma due delle maggiori case di produzione mondiali di corde – D’A...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Il libro dell'ignoranza
- Qual è la piú grande cosa vivente?
- Chi o cosa avrebbe piú probabilità di sopravvivere a una guerra nucleare?
- Che cosa è Quite Interesting?
- Il libro
- L’autore
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