Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata
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Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata

  1. 192 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata

Informazioni su questo libro

«Le persone si dividono in due tipi: quelle che non vuoi toccare perché hai paura che si spezzino e quelle che non vuoi toccare perché hai paura che ti spezzino». Un uomo e una donna che saltano tutte le fermate della metropolitana della loro vita in attesa dell'occasione giusta. Due sposi costretti dai parenti a sacrificare caproni per assicurarsi la felicità futura. Uno scienziato che fa avanti e indietro da un universo parallelo in cui ha fatto solo le scelte giuste. E altri quindici racconti dal creatore di BoJack Horseman pieni di umorismo e sincerità sul sentimento piú bello e su quello piú terribile: l'amore. Questo libro contiene: 1. Un uomo e una donna che saltano tutte le fermate della metropolitana della loro vita in attesa dell'occasione giusta. Due sposi costretti dai parenti a sacrificare caproni per assicurarsi la felicità futura. Uno scienziato che fa avanti e indietro da un universo parallelo in cui ha fatto solo le scelte giuste.

2. E altri quindici racconti pieni di umorismo, romanticismo, stravagante surrealismo e sincerità.

3. Una scatenata comicità che nasconde una verità sgradevole che fingiamo di non vedere che a sua volta cela un'amara ironia che svela il dolore di cui siamo composti che prepara il sorriso dell'accettazione bagnato dalle lacrime per l'essere vivi.

4. Elenchi puntati.

5. Chiunque abbia visto qualche puntata di BoJack Horseman sa che il talento di Raphael Bob-Waksberg si sviluppa in una cifra unica, personalissima: quella in cui l'ironia piú amara diventa un bisturi affilatissimo che taglia i nodi delle relazioni umane. Le nostre fragilità, il desiderio di essere amati, di essere riconosciuti dall'altro, la nostra ricerca di qualcosa che illumini le ombre che ci portiamo dentro.

6. Leggendo questi racconti preparatevi a essere devastati e ricostruiti pezzo a pezzo.

Domande frequenti

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2021
Print ISBN
9788806236908
eBook ISBN
9788858436233

Piú te stesso

del te stesso che già sei
Di base essere un presidente degli Stati Uniti è la cosa piú semplice del mondo. La cosa piú importante è arrivare puntuali. Lo so perché una volta arrivo tipo tre minuti in ritardo, quindi tecnicamente ancora in orario, e Mr. Gupta mi stacca quasi la testa a morsi.
Sei e un quarto vuol dire sei e un quarto, fa tipo.
E io tipo: Scusa, colpa del traffico, che non è nemmeno la vera ragione del ritardo, ma adesso uso solo questa come scusa, perché una volta quando ero in ritardo a Quiznos, dove lavoravo, ho detto al capo che era colpa di Ramona, e all’inizio è stato molto gentile, ma poi mi sono reso conto che era infastidito, e una settimana dopo sono stato licenziato perché secondo lui la mia «situazione famigliare» interferiva con il mio «rendimento sul lavoro», che tra l’altro non era per niente vero, perché riuscivo a sgobbare da paura, comunque adesso quando sono in ritardo dico sempre che è colpa del traffico.
Quindi Mr. Gupta fa tipo: Se non riesci a rendere prioritario essere qui puntuale, sono sicuro che troverò qualcun altro capace di farlo.
E io vorrei dire tipo: Eddai bello, ho solo tre minuti di ritardo, ma poi so che lui farebbe tipo: E pensa a tutto il tempo in piú che stiamo sprecando a discuterne. E, chiaro, allora potrei dire tipo: Sí, ma nessuno ti costringe a discutere con me, potresti anche lasciar correre – ma la cosa principale che dovreste sapere di Mr. Gupta è che Mr. Gupta non lascerà mai correre niente, quindi meglio limitare le perdite, che forse è un’altra cosa che è bene accettare se vuoi fare il presidente.
Quindi invece dico tipo: Mi dispiace molto, signore. Non capiterà piú.
Quindi dopo vai a trovate Emika al Guardaroba per prendere il costume. Dovresti mostrare a Emika la tesserina con la foto e il numero presidenziale, cosí lei sa quale vestito prendere, ma se ci sei stato piú di tipo un giorno, Emika sa chi sei e ti procura il costume prima ancora che hai tirato fuori il portafogli.
Entri nella stanza ed Emika s’illumina e fa tipo: Ehilà, chi si vede, il Presidente Arthur! Tecnicamente non dovrebbe dirlo, perché stando alle regole del parco non sei davvero il Presidente Arthur finché non indossi il costume. Le regole al riguardo sono molto dettagliate – forse perché una volta Thomas Jefferson si è aggirato in paese tipo dicendo a tutti: Ehi, sono Thomas Jefferson, e cercava di scroccare robe gratis, tipo frullati o altro, e rimorchiava le tipe e, quando la voce è arrivata in direzione, Mr. Gupta gli ha fatto fare il culo dai dirigenti, e poi Mr. Gupta ha fatto il culo a tutti noi.
Ad ogni modo Emika è un tesoro ed è una miniera di aneddoti divertenti anche se non vanno mai da nessuna parte. È piú il modo in cui li racconta, mi sa. Tipo che l’aneddoto potrebbe essere: Teddy Roosevelt ha perso un bottone ed Emika ha dovuto attaccargliene uno nuovo, ma dal modo in cui lei la racconta ti sembra l’aneddoto piú interessante del mondo, pieno di colpi di scena e di eroi e di cattivi. Una volta Valerie ha fatto il doppio turno, forse perché Emika doveva andare a un matrimonio, e quando alla mattina sono entrato nel Guardaroba e ho visto Valerie, quello è stato forse il giorno piú brutto della mia vita. In piú è stato il giorno in cui il dottore ci ha detto che la malattia di Ramona si era diffusa fino alle ossa, quindi era proprio una bruttissima giornata. Non sto dicendo che le due cose sono per forza legate, Valerie che sostituisce Emika e la malattia di mia sorella che si diffonde fino alle ossa: tutto quello che so è che ogni mattina, quando trovo Emika lí, io mi sento molto meglio. Non ho niente contro Valerie: è solo che preferisco Emika.
Ad ogni modo, dopo che hai preso il costume da Emika, vai nello spogliatoio e t’infili la testolona, e poi – voilà! – sei il presidente. Essere Chester A. Arthur è tipo il piú facile dei presidenti da fare, perché di base devi solo aggirarti davanti all’entrata del Labirinto delle Siepi intitolato a Rutherford B. Hayes vicino al Ponte per un Domani Migliore sul Fiume dell’Intolleranza Razziale, e certe volte Lincoln passa di là e la gente ti chiede di scattargli una foto con Lincoln, e tu fai tipo: Ma certo, sono Chester A. Arthur, non ho niente da fare.
E ok, certi giorni ti senti tipo: che senso ha essere un presidente se sei solo Chester A. Arthur? Tipo, c’è quest’altro tizio che ha cominciato il mio stesso giorno e gli hanno dato Franklin Roosevelt, che è una doppia figata, primo perché tutti lo adorano, e secondo perché te ne stai lí bello seduto tutto il giorno, tranne forse durante la 1600 Pennsylvania Avenue Revue, quando, alla fine della canzone sul New Deal, ti devi alzare in piedi tipo per cinque secondi, ed è una cazzo di faticaccia. Ti becchi gli applausi solo perché ti sei alzato in piedi e non devi nemmeno fare qualche passo di danza come tocca fare a Calvin Coolidge. Però è vero anche che se sei Franklin Roosevelt ti tocca memorizzare un mucchio di nozioni su di lui, che è stato presidente tipo per un centinaio d’anni e la gente viene di continuo a farti domande tipo «Qual è l’unica cosa di cui dobbiamo avere paura?» e «Ma poi che c’hai contro i giapponesi?» e se non azzecchi perfettamente la risposta, facile che il parente idiota di qualche ragazzino andrà a lamentarsi con l’amministrazione del parco, e allora sai già che Mr. Gupta ti farà il culo, quindi tutto sommato sinceramente preferisco essere Chester A. Arthur.
In certi giorni il Presidente Benjamin Harrison gironzola per un paio d’ore, che non è cosí male, perché almeno c’è qualcuno con cui fare due chiacchiere. Benjamin Harrison è un tipo a posto, almeno finché non tocchi l’argomento dell’enorme bambola scopabile che ha comprato in rete. Uno dice: sarà un argomento facile da evitare, perché quando mai le enormi bambole scopabili saltano fuori nelle chiacchiere di tutti i giorni? Invece Harrison ha speso tipo ottocento dollari per quell’affare, e forse piú soldi spendi per qualcosa e piú ne vuoi parlare, anche se quel qualcosa è una grande donna di silicone con cui fai sesso.
Fa tipo: Di norma robe del genere costano migliaia di dollari, ma l’ho trovata a buon mercato perché era usata.
E io faccio tipo: Che culo.
E lui tipo: Certa gente pensa che è strano. Ma secondo me non è strano. Tipo le pippe: se le fanno tutti.
E io faccio solo tipo: Già.
E lui tipo: Se ti dicessi che puoi avere il migliore orgasmo della tua vita per ottocento dollari, accetteresti l’offerta?
Questa domanda mi sembra completamente assurda, perché non riesco nemmeno a immaginare di avere ottocento dollari tutti insieme, lí fermi, in attesa che io ci faccia qualcosa. Tipo, ve l’immaginate essere tipo: Mm, che dovrei farci con questi Quasi Mille Dollari? Forse potrei usarli per pagare una mezza mensilità d’affitto sull’appartamento merdoso che condivido con mia mamma e mia sorella, o forse potrei trovare una bella tipa e portarla fuori a cena, tipo in un posto con i tovaglioli di stoffa eccetera. Oppure potrei scegliere il pacchetto piú salato della tv via cavo, dove ci sono i film piú belli, cosí Ramona non deve sciropparsi la tv trash per tutto il santo giorno. Ah no, aspetta! Ci sono! Perché non vado in rete e vedo se riesco a trovare una donna di plastica per farmici le pippe?
Non so nemmeno dove la terrei una roba del genere. Tipo, devi comprare anche un armadio speciale? Non ho spazio per quella merda. Harrison la tiene nel retro del furgoncino, ma io come potrei fare, metterla in salotto?
Sono sicuro che Ramona la troverebbe spassosa. Le darebbe un nome, tipo Noreen o una stronzata del genere, e quando ritorno a casa dal lavoro, direbbe: Io e la tua nuova fidanzata Noreen oggi abbiamo passato una giornata bellissima. Lo sapevi che Noreen da piccola, prima che quell’ictus la costringesse all’immobilità, era una promessa del tennis? Che donna affascinante. Che signora elegante.
E poi mamma mi prenderebbe da parte e mi direbbe: Devi liberarti di quella roba. Ramona passa tutta la giornata a parlarci. Mi ha chiesto perfino di farle un tè.
E poi me la riporterei in camera da letto e proverei a farci sesso, ma invece continuerei a pensare a quant’è triste che sia stata una promessa del tennis a cui è venuto un colpo. Quindi, tutto sommato, è meglio se non mi compro un’enorme bambola scopabile.
Ma Benjamin Harrison per il novanta per cento del tempo non straccia i coglioni. E certe volte parla di cose interessanti, tipo una volta ha visto il nuovo film degli X-Men, e poi lunedí mi ha raccontato tutta la trama, cosí non dovevo pagare per vederlo. È stato molto carino e non era costretto a farlo. Mi ha persino recitato alcuni combattimenti. Conosce anche un mucchio di pettegolezzi su quello che succede nel parco, visto che a lui è concesso di gironzolare, quindi a volte ti dice stronzate del tipo: un bambino ha pisciato addosso a James Monroe. È esilarante, perché in primo luogo, se conoscessi anche solo un po’ James Monroe, diresti: Gli sta bene a quello stronzo. Ma in secondo luogo perché la Piazza dei Padri Fondatori è il piú lontano possibile dal Guardaroba, quindi t’immagini Monroe costretto ad attraversare tutto il parco coperto di piscio, e anche solo quell’immagine forse è il momento migliore di tutta la tua settimana.
Quindi ogni volta che Harrison vuole parlare dell’enorme bambola scopabile che tiene nel retro del furgoncino, vorrei tanto dire tipo...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata
  4. Noccioline salate del circo, lo giuro su Dio
  5. Racconti
  6. L’occasione piú lieta e propizia
  7. Coincidenza persa – Uomo cerca donna
  8. La Guida della monogama seriale alle attrazioni di New York
  9. Noi uomini di scienza
  10. Le bugie che ci raccontiamo (elenco incompleto)
  11. Il diario dei fatti
  12. Catalogo dei pranzi con la persona che ti ha scaricato
  13. Rufus
  14. Regole per Taboo
  15. Gli Emergenti
  16. Viaggia per il paese
  17. Volete sapere cos’è il teatro?
  18. La poesia
  19. La banalità fatta persona
  20. Piú te stesso del te stesso che già sei
  21. Venerdí 18 luglio resteremo chiusi. Scusate il disaggio
  22. Ringraziamenti
  23. Il libro
  24. L’autore
  25. Copyright