Queenie
  1. 352 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Informazioni su questo libro

Travolgente, tenera e un pizzico amara, Queenie è la commedia inglese piú cool del momento.

Libro dell'anno e debutto dell'anno ai British Book Awards, fenomeno editoriale nel Regno Unito e finalista al Women's Prize For Fiction e al Costa First Novel Award.

Queenie è l'unica ragazza di colore in un giornale londinese zeppo di gente con la puzza sotto il naso. Cosí, quando il fidanzato bianco la scarica in malo modo, la sua autostima già precaria tracolla del tutto. Per capire che senso dare alla propria vita, dovrà infilarsi in una sfilza di guai e in una relazione piú sballata dell'altra. Ma alla fine, tra gruppi WhatsApp di sole donne, liste di irrealizzabili buoni propositi e illuminanti sedute di psicanalisi, persino lei, incasinatissima, esuberante e irresistibile, riuscirà a farcela.

«Freschissimo, autentico, Queenie è davvero speciale».
Jojo Moyes

«Un libro che farà appassionare schiere di lettori».
The Guardian

«Un romanzo importante e atteso da tempo. Non vedevo l'ora di leggerlo».
Bernardine Evaristo

«Perfetto per gli amanti di Fleabag».
Sunday Mail

«Un romanzo pieno di vita e divertentissimo».
The Times

Domande frequenti

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2021
Print ISBN
9788806247584

Capitolo sei

Scrollai Tumblr alla ricerca di articoli sulle recenti proteste in America, leggendo le testimonianze di chi aveva partecipato alle manifestazioni, le parole accompagnate dalle fotografie di uomini e donne neri circondati dalla polizia in tenuta antisommossa o mentre si sciacquavano la faccia con il latte per alleviare l’effetto dei gas lacrimogeni. C’era un articolo che mostrava il video di un giovane nero di nome Rashan Charles, soffocato in un negozio di Londra Est da un agente di polizia in incognito. Scelsi due articoli da allegare all’e-mail che avevo preparato per Gina con oggetto Tensioni razziali: negli Stati Uniti o da noi? Con la coda dell’occhio vidi qualcuno avvicinarsi e rimpicciolii la finestra sul computer. Alzai lo sguardo dallo schermo e vidi Darcy fissarmi con un sorriso talmente largo da tagliarle la faccia in due.
– Cosa potrà mai farti sorridere cosí di lunedí mattina? – le domandai. Per quanto mi riguardava faticavo a tenere gli occhi aperti.
– Aspetta di vedere il nuovo stagista, – sussurrò Darcy. – È americano.
– E la cosa dovrebbe intrigarmi? Lo dici come se fosse un merito. Hai scoperto se ha votato per Trump? Mi sembrano tutti fuori di testa, – dissi mentre il nuovo stagista ci passava accanto con la sua falcata decisa, piuttosto americana. Era molto alto e aveva i capelli castani. Per il resto, non aveva nulla di speciale.
– Ma lo hai visto? Non ti sembra il classico bell’uomo? – chiese Darcy sorridendo di nuovo.
– Hmm, forse sí, – dissi tornando a fissare lo schermo.
– Si chiama Chuck. L’ho scelto perché pensavo potesse essere una piacevole distrazione. Troppo giovane per piacerti, ma abbastanza adulto per guardare, – bisbigliò Darcy. – Soltanto guardare. Ricordati quello che ti ho detto su Ted: tenere lontano il piacere dal dovere.
Girai la sedia per guardarla in faccia.
– Ma non è illegale? – domandai. Di sicuro era contro qualche norma a tutela dei lavoratori.
– No, e poi non lo abbiamo scelto per una posizione vera e propria. In piú ha ventidue anni. Legale.
Stavamo veramente discutendo dell’età dello stagista?
– Tè? – Darcy sollevò la tazza vuota.
– Ci vediamo in cucina. Devo finire di mandare un’email a Gina, – risposi.
– Ah, finalmente di nuovo presa dal lavoro? Buono a sapersi, – commentò Darcy voltandosi per andare via.
– Oggi in America è morto un altro nero, – dissi a Darcy entrando in cucina, con gli occhi che sbattevano per adattarsi a quella luce accecante. – Ucciso dalla polizia.
– Oh no, e che stava facendo? – domandò lei distratta.
– Che vuol dire «che stava facendo»? Non stava facendo niente, stava soltanto guidando –. Sbottai. – E anche se stava facendo qualcosa, non mi pare una buona motivazione per essere uccisi.
– Ok, ok, calmati, – disse Darcy alzando le mani. – Scusa, stavo pensando ad altro. Guarda che sono dalla tua parte. Era solo una domanda!
– Una domanda stupida, – dissi aspra. – È proprio questo atteggiamento il problema.
– Wow, Queenie. Stai parlando con me –. Darcy mi guardò accigliata. – Ti ricordi? Darcy? Migliore amica? Fastidiosamente di sinistra?
– Non ti sto dando della razzista, sto dicendo che il pensiero di poter uccidere qualcuno perché ha fatto qualcosa di male è pericoloso, – affermai.
Me la stavo veramente prendendo con lei?
– Vado a fumarmi una sigaretta –. Uscii dalla cucina prima di dire qualcosa di cui mi sarei pentita. Darcy non lo aveva fatto apposta, ed era la prima volta che succedeva, ma avrei voluto comunque che i bianchi benpensanti di sinistra riflettessero due volte prima di dire cose che ritenevano innocenti.
Scesi fino al piano terra e mi infilai una sigaretta in bocca, cercando l’accendino nelle tasche. Mi guardai attorno nell’area fumatori per vedere se ci fosse qualcuno a cui chiederlo e incrociai lo sguardo di Ted. Sentii una scarica di eccitazione e senso di colpa. L’unico modo per resistere alle sue tentazioni era pensare ai ricordi belli con Tom.
Gettò a terra la sigaretta e venne verso di me.
– L’altro giorno sei scappata.
Accese un’altra sigaretta con un accendino e me lo passò con la fiamma ancora viva.
– Faccio da sola, – replicai, pensando a quanto sarebbe stato stupido farsi risucchiare in una nuova relazione quando avevo un rapporto da salvare.
Presi l’accendino, accesi la sigaretta e inspirai con troppa foga, soffocando per il fumo che mi riempí improvvisamente la gola.
– Tutto bene, Ted? – Un uomo robusto che indossava vestiti troppo attillati salutò Ted passando.
– Benone, grazie Gordon! – Ted agitò la mano, voltandosi per mettersi accanto a me. Aspettò che l’uomo se ne fosse andato per poi avvicinarsi fino a toccarmi con il braccio.
– Scusa, è il mio compagno di scrivania, – disse Ted passandosi l’altra mano tra i folti capelli. – Com’erano i fuochi d’artificio?
– Credo di aver perso la sciarpa, per il resto molto belli, grazie, – risposi, evitando di guardarlo negli occhi. Mi fregavano sempre cosí, con lo sguardo.
– Quella scozzese? – domandò.
– Niente di grave, non c’ero affezionata.
– Sai, l’altra sera, invece di andare a cena con i miei amici sarei voluto rimanere con te, – disse guardandosi intorno e spostandosi in modo da ritrovarsi davanti a me.
– Ah, sei gentile. Scommetto comunque che hai passato una bella serata.
Si avvicinò.
– Non bella quanto sarebbe stata con te.
– Devo andare! – esclamai allontanandomi.
Non farti risucchiare, Queenie. Non farti risucchiare.
Lunedí, 5 novembre, Noman, Ted <[email protected]> ha scritto alle 11.04:
Un po’ brusco come finale… Tra parentesi, mi piace quella maglietta.
Arrossii provando a convincermi che non era per l’eccitazione, ma il mio corpo la pensava diversamente e il senso di colpa non tardò ad arrivare. Mandai un messaggio a Tom.
QUEENIE
Come stai?
Lunedí, 5 novembre, Jenkins, Queenie <[email protected]> ha scritto alle 11.26:
Probabilmente faccio la figura dell’idiota a dirtelo, perché probabilmente sei solo un collega gentile… ma se non dovesse essere cosí probabilmente è una cattiva idea iniziare qualcosa con un collega, non credi? Ci siamo bevuti un bicchiere e probabilmente dovremmo chiuderla lí.
Andai a farmi un tè alla menta per calmarmi e quando tornai:
Lunedí, 5 novembre, Noman, Ted <[email protected]> ha scritto alle 11.30:
Ma io non voglio chiuderla lí. Tra l’altro, non sono uno di quei tipi irrispettosi che non si comportano bene se la cosa non funziona.
Decisi che avrei aspettato la risposta di Tom. Se non fosse arrivata entro quella sera, allora forse, dico forse, sarei potuta andare di nuovo a bere qualcosa con Ted.
Lunedí, 5 novembre, Noman, Ted <[email protected]> ha scritto alle 11.31:
Ci sono se mi vuoi.
Lunedí, 5 novembre, Noman, Ted <[email protected]> ha scritto alle 11.35:
Quando mi vuoi.
Lunedí, 5 novembre, Jenkins, Queenie <[email protected]> ha scritto alle 18.03:
Darcy, devo sostituire la promessa numero quattro con una nuova promessa: invece di «dimenticare gli uomini per un po’ e sfruttare questa pausa da Tom come una pausa dagli uomini», è meglio «dimenticare gli uomini con i quali vorresti costruire qualcosa di duraturo, ma gli incontri occasionali s...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Queenie
  4. Capitolo uno
  5. Capitolo due
  6. Capitolo tre
  7. Capitolo quattro
  8. Capitolo cinque
  9. Capitolo sei
  10. Capitolo sette
  11. Capitolo otto
  12. Capitolo nove
  13. Capitolo dieci
  14. Capitolo undici
  15. Capitolo dodici
  16. Capitolo tredici
  17. Capitolo quattordici
  18. Capitolo quindici
  19. Capitolo sedici
  20. Capitolo diciassette
  21. Capitolo diciotto
  22. Capitolo diciannove
  23. Capitolo venti
  24. Capitolo ventuno
  25. Capitolo ventidue
  26. Capitolo ventitre
  27. Capitolo ventiquattro
  28. Capitolo venticinque
  29. Capitolo ventisei
  30. Capitolo ventisette
  31. Capitolo ventotto
  32. Capitolo ventinove
  33. Capitolo trenta
  34. Il libro
  35. L’autrice
  36. Copyright