Nome FORZA NUOVA.
Simbolo Aquilotto in campo nero, sovrastante l’acronimo Fn.
Simbolo piú corretto Escremento marrone in campo tricolore.
Animale di riferimento Mus simplex.
Anno di fondazione 1997.
Fondatori Roberto Fiore, Massimo Morsello.
Figure chiave Achille Starace, Ettore Muti, Junio Valerio Borghese (X Mas), Fabrizio Bracconeri (III C).
Influencer Pietro Pacciani, Nina Moric.
Organi d’informazione «La Verità », Vk, Autogrill (porte dei bagni, muri esterni).
Collocazione Neofascismo, ultranazionalismo, conservatorismo sociale, integralismo cattolico, nazionalismo rivoluzionario, terza posizione, identitarismo, corporativismo, euroscetticismo. Probabilmente sono a favore anche della peste bubbonica.
Descrizione Apparentemente, Forza Nuova esiste solo per confermare la teoria di Umberto Eco sul Fascismo eterno, per combattere la quale i Padri costituenti disseminarono la Carta di severi moniti rimasti del tutto inascoltati. Sunteggio (male): l’unica intolleranza accettabile è quella contro gli intolleranti. Traduco (peggio): a quei rifiuti della Storia andrebbe impedito di riorganizzarsi. Anche con le cattive. Invece…
Invece chi ne scrive viaggia sotto scorta, per dire. Trattato come appestato anche da figure contigue che ne additano l’attività come se fosse una fissazione anacronistica e fastidiosa, una caccia alle streghe in minore, mentre le streghe mutano d’accento, di pensiero, di partito, e si fanno maggioranza.
Elaborazione da foto © Pictorial Press Ltd / Alamy / Ipa Images.
Tra l’altro, al netto delle illuminanti parole di Ppp sulle Forze dell’ordine e sulla loro collocazione inevitabilmente proletaria, carabinieri, polizia, per tacere della Gdf o delle Guardie penitenziarie, quasi mai hanno intenzione di rilevare eventuali violazioni della legge Mancino. Il problema è sempre ben altro. Meglio se ha la pelle sbagliata. O se attiene al mondo che potremmo sintetizzare, con uno slancio accademico, delle «zecche rosse». I guanti bianchi con cui vengono trattate le parate in bomber, rispetto alla ferocia che respinge manifestazioni non allineate, la complicità emotiva col mondo ultrà , la proattività nel segnalare e intimidire chiunque azzardi un motteggio men che favorevole verso un qualunque comizio del Caporale, persino qualora questi non governi, raccontano di un’evoluzione definitiva. Pericolosa. Oso? Antidemocratica.
Paghe da fame, reclutamento nelle aree di confine governate dalle mafie, selezione ridicola, il clientelismo che tutto ottunde e tutto sporca, fanno della loro frustrazione – comune ad altre zone poco avvertite del Paese – un pericolo reale: gli agenti, molti agenti, per fortuna non tutti gli agenti, ad esempio quelli della Digos che mi consegnano le querele sono mediamente gentilissimi, somigliano tanto ai peggiori leoni da tastiera. Solo che hanno una pistola. O un manganello. O entrambi. Come dimostrano le decine di morti inspiegabili, al netto di qualcuna (Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi) per cui almeno si è arrivati a sentenza.
Durante il lockdown duro, il primo, nel carcere di Modena sono morti 16 detenuti. Silenzio. Tombale.
Ricapitolando: Forza Nuova è un po’ la sottomarca di Casa Pound. I suoi fondatori arruolano psicopatici tra preti usciti di testa e altre figure anche prive di divisa. L’obiettivo è ricostituire il Partito Fascista e il regime a esso collegato, di cui con ogni evidenza devono detenere ancora i diritti Siae.
I precedenti penali dei suoi fondatori le assegnerebbero un ruolo piú vicino al fiancheggiamento di un golpe, idealmente. Ma pure in quello risulta anacronistica, sorpassata, inutile. Sono trascorsi, e da mo’, i tempi in cui l’Msi di Almirante e la Destra Nazionale di Rauti rappresentavano una specie di Sinn Féin dei fascio-bombaroli. Non c’è piú bisogno della manovalanza eversiva per un progetto che è penetrato nelle difese immunitarie repubblicane senza dover sparare neanche un colpo. Oggi, le Mambro e i Fioravanti trovano difensori inspiegabili anche nelle forze cosiddette democratiche. E la xenofobia, il rancore ideologico, la violenza contro i miti risultano moralmente accettabili a due terzi del Paese.
Per questo Forza Nuova è irrilevante. Raro esempio di movimento populista seguito da quattro gatti. Per quanto, trattandosi di roditori metropolitani domiciliati nelle acque reflue, sia giocoforza rilevare una certa conseguenzialità almeno sotto il profilo della catena alimentare.
Nota.
Nel dicembre 2020 Forza Nuova si è ufficialmente sciolta ed è confluita nel movimento Italia Libera di cui fanno parte gli aderenti al movimento no-mask, che dovrebbero comunque estinguersi a breve causa Covid, e i cosiddetti gilet arancioni del generale Pappalardo, che hanno iscritto d’ufficio tutti coloro i quali in caso di guasto all’autovettura abbiano indossato il giubbotto catarifrangente previsto dal codice della strada. Ciononostante Italia Libera risulta al momento accreditata di percentuali vicine alla temperatura di Novosibirsk in gennaio e dunque l’autore ha deciso di fare riferimento all’antica dicitura per non ingenerare confusioni nel lettore e perché, soprattutto, se ne batte i coglioni di Casa Pound, dei gilet arancioni, dei no-mask e di tre quarti della palazzina loro.
Nome CASA POUND.
Simbolo Tartaruga frecciata.
Simbolo piú corretto Tartaruga frecciata. Anch’essa, ribaltata, defunge.
Animale di riferimento Tartaruga frecciata (in fase di attacco), oryctolagus cuniculus (in fase difensiva).
Anno di fondazione 2003
Fondatori Latitanti.
Figure chiave Gianluca Iannone, Simone Di Stefano, Paolo Bargiggia, Cattivik.
Influencer Ezra Pound, Selling England by the Pound.
Organi d’informazione «Il Primato Nazionale», Altaforte Edizioni, «La Verità ».
Collocazione Paraculismo di estrema Destra, Destra Social, sede occupata in centro a Roma.
Descrizione Casa Pound è la prosecuzione delle curve italiche senza neanche dover pagare il biglietto. Chi lo pagava. Perché, com’è noto, i gruppi di estrema Destra che tengono in ostaggio il calcio italiano sono quasi sempre pappa e ciccia con le società , che li usano come valvola di controllo degli altri tifosi e dei giornalisti che non suonano la grancassa. Talvolta, si veda il caso dei bagarini ’ndranghetisti che rivendevano i biglietti della Juve, saldano a loro insaputa mondi cosà lontani, e cosà vicini.
Il Casa poundista, come l’ultrà , da cui viene e verso il quale va, si esprime attraverso rime men che elementari, possibilmente su un lenzuolo passivo-aggressivo scritto in fascio-font, quello delle curve, piazzato ora sulla ringhiera di uno stadio, ora sui cavalcavia, piú recentemente davanti agli ospedali, per ringraziare rumorosamente gli stessi medici e infermieri che in tempi appena successivi diventeranno manovali della «dittatura sanitaria». Ritrovandosi, certo per pura coincidenza, gomme bucate e specchietti sfondati.
Casa Pound sta a Fratelli d’Italia come la birra non filtrata industriale sta alla birra industriale normale. Puoi berle in alternanza senza accorgerti della differenza, ma il cambio d’etichetta ti fa sentire diverso, adulto, speciale. Insomma: se hai voglia di farti prendere per il culo, ti prende per il culo. E paghi tu.
Degli ultrà , che iniziarono la colonizzazione degli spalti una trentina d’anni fa, da Maurizio Boccacci in poi, il Casa poundista assume il vittimismo attivo («Ci hanno attaccato gli altri!»), la retorica vuota basata su fedi intangibili («La squadra! I colori! La maglia!») e la vocazione al marketing estremo che, alla fin fine, serve a raccogliere qualche monetina, piú spesso molte monetine, dalla dabbenaggine altrui.
Dei biglietti si è detto. Della ristorazione si sa. Tempo fa avevo come vicino di casa un pub gestito da tizi contigui alla curva dell’Inter: Lux, scritto in pieno stile littorio. A Milano ci sono piú birrerie nostalgiche che pizzerie a uso lavanderia di banconote. Ed è un bel derby. Quando non coincidono. Adesso abito a due passi da un negozio della Pivert, la marca d’abbigliamento neofascista che ha usato come testimonial (a carico) Matteo Salvini: è il pullover Kinnaur (anzi: il farsetto da 76 euro) che traccia il solco, è il piumino donna (Yangra, 190 euro) che lo difende.
Piú recentemente, i protettori degli stadi hanno trovato una variante «buonista» – qui l’aggettivo è corretto: la bontà si simula – dell’occupazionismo peloso col quale i fascio-fighetti avevano cominciato la carriera, giustapponendo la propria illegalità a quella, dicevano, dei centri sociali rossi. Avere sede in un palazzo storico al centro di Roma, dirottato abusivamente a residenza di amici, parenti, protetti, non era piú sufficiente. Ora a quelle latitudini va forte la beneficenza: basta ricalcare associazioni apartitiche già esistenti, stiparsi davanti ai supermercati per cibare «prima gli italiani» o addirittura nelle corsie d’ospedale per lucrare consensi sul dolore altrui.
Prima del Natale scorso, un’associazione apolitica che aiuta da anni la pediatria oncologica di una media cittadina del Centro-Nord Italia aveva chiesto di poter piazzare alcuni peluche sugli spalti vuoti di uno stadio della Serie A, da vendere per raccogliere fondi, sulla falsariga di analoga iniziativa svoltasi nei giorni precedenti in Olanda. La società aveva risposto che no, quel giorno non si poteva, ma forse in futuro… Poi, il miracolo: quello stesso giorno gli orsetti c’erano, eccome. Piazzati però da una Onlus antagonista, riconducibile alla Destra estrema, proprio come il dirigente della società che aveva deciso lo scippo dell’idea. A chi i bambini malati di tumore? A noi!
Questa storia non è mai uscita, del resto neanch’io faccio nomi e colori. Ho già dato, in termini di intimidazione subita. E, anzi, ci tengo a precisare che i fascio-benefattori non sono in alcun modo riconducibili al partito di cui sto tracciando un’amichevole descrizione.
Ma è rappresentativa di come le quote di mercato, qualunque mercato, siano la specialità della Casa. Pound. C’è la casa editrice Altaforte, che stampa la biografia di Salvini al solo scopo di farsi cacciare dal Salone del Libro di Torino. E ci riesce, ma vende lo stesso quattro copie. Perché stampare è facile, leggere meno. E naturalmente c’è «Il Primato Nazionale», quotidiano online che consta pure di una sua versione cartacea e si pasce di firme che manco al bar di Guerre Stellari: Bargiggia, appunto, specialista in calciomercato di fascia Destra, cosà Destra che normalmente evoluisce direttamente nel parcheggio, Vittorio Sgarbi (ovvio), il pope Alessandro Meluzzi, lo psico-filosofo Fusaro, ovviamente Francesca Totolo, la «giornalista» «investigativa» che si fingeva studentessa per estorcere informazioni alle Ong, quella che ha pompato sui social la storia della migrante con le unghie laccate di rosso e minaccia di querelare chiunque ricordi la vicenda. Minaccia ma non lo fa. Tipo con il sottoscritto.
Un po’ come Salvini, che fondò un proprio portale («Il populista», prima di scoprire che bastavano Giletti e Rete4, o Rpl, emittente messa su con le frequenze avute dal tizio che gli aveva rilevato Radio Padania: è calabrese), i Casapoundisti hanno cercato di ribaltare la parabola Cinque Stelle: prima il partito, poi il piccolo impero online che inquina il dibattito fa da sponda con altri account persino piú schierati – raccomando ai forti di stomaco Radio Savana – e sostenta un’economia del livore che ubbidisce a ragioni di fatturato e, anche, a un altro cardine del populismo: appagare l’ego del numero 1.
In futuro, direbbe Warhol oggi, tutti potranno fondare un partito per quindici minuti. Grillo, Renzi, Salvini, Berlusconi: è tutta gente che in fondo cercava e cerca soprattutto un pubblico. La politica è il mezzo per la popolarità , poco altro. Il leader di Casa Pound è un cantante. Scarso. Ma scarso forte. Ai suoi concerti, giuro che non scherzo, la gente si prendeva a cinghiate reciproche per ragioni ideologiche.
Ne agevolo alcuni versi.
«Buonasera!»
«Eh, buonasera un cazzo!»
«Come ha detto, scusi?»
«Hai capito bbène, lassa perde er...