Il cielo spezzato dalle querce e dagli olmi spogli di New Prospect era pieno di una promessa umida, un paio di sistemi frontali che colludevano grigi per offrire un bianco Natale, mentre Russ Hildebrandt faceva il consueto giro di visite mattutine ai parrocchiani anziani e infermi con la sua Plymouth Fury station wagon. Una certa persona, la signora Frances Cottrell, appartenente alla chiesa, si era offerta di aiutarlo a portare giocattoli e scatolame alla Community of God nel pomeriggio, e benché sapesse che solo in qualità di suo pastore aveva il diritto di gioire di quell’atto di libero arbitrio, Russ non avrebbe potuto chiedere un dono natalizio piú bello di quattro ore da solo con lei.
Dopo l’umiliazione di Russ tre anni prima, il ministro anziano della chiesa, Dwight Haefle, aveva aumentato la quota di visite pastorali del ministro associato. A Russ non era chiaro come Dwight impiegasse il tempo che lui gli faceva risparmiare, a parte prendersi vacanze piú frequenti e lavorare al suo tanto atteso volume di poesia lirica. Ma Russ apprezzava l’accoglienza civettuola riservatagli dalla signora O’Dwyer, un’amputata che un grave edema confinava in un letto d’ospedale nella sua ex sala da pranzo. E apprezzava la consuetudine di prestare servizio, soprattutto a persone che, al contrario di lui, non ricordavano nulla di quanto accaduto tre anni prima. Nella casa di riposo di Hinsdale, dove l’odore di ghirlande di pino natalizie mescolato a quello di feci geriatriche gli ricordava le latrine degli altipiani dell’Arizona, Russ porse al vecchio Jim Devereaux il nuovo annuario dei membri della chiesa che usavano per stimolare la conversazione e gli chiese se ricordasse la famiglia Pattison. Per un pastore reso incauto dallo spirito dell’Avvento, Jim era il confidente ideale, un pozzo dei desideri in cui una monetina non avrebbe mai toccato il fondo tintinnando.
– Pattison, – disse Jim.
– Avevano una figlia, Frances –. Russ si chinò sulla sedia a rotelle del parrocchiano e sfogliò l’annuario fino alla C. – Ora usa il cognome da sposata: Frances Cottrell.
A casa non pronunciava mai quel nome, anche quando sarebbe stato naturale farlo, per paura di ciò che sua moglie avrebbe potuto sentirgli nella voce. Jim guardò da vicino la foto di Frances con i due figli. – Oh… Frannie? Me la ricordo, Frannie Pattison. Che fine ha fatto?
– È tornata a New Prospect. Ha perso il marito un anno e mezzo fa… una cosa terribile. Era un pilota collaudatore della General Dynamics.
– Dov’è adesso?
– È tornata a New Prospect.
– Oh, ah. Frannie Pattison. Dov’è adesso?
– È tornata a casa. Adesso è la signora Frances Cottrell –. Russ indicò la foto e lo ripeté. – Frances Cottrell.
Aveva appuntamento con lei nel parcheggio della First Reformed alle due e mezza. Come un bambino che aspetta con impazienza il Natale, Russ arrivò alle 12,45 e consumò il pranzo al sacco in macchina. Nelle brutte giornate, che negli ultimi tre anni erano state parecchie, faceva un giro largo piuttosto complicato – entrava in chiesa dal salone delle feste, saliva una scala e percorreva un corridoio con scaffali carichi di Inni del pellegrino ormai banditi, attraversava una stanza che conteneva leggii traballanti e un presepe esposto l’ultima volta undici Avventi prima, un’accozzaglia di pecore di legno con un bue mansueto, grigio di polvere, per il quale provava un triste senso di fratellanza, poi scendeva una scala stretta dove solo Dio poteva vederlo e giudicarlo, entrava nel tempio attraverso la porta «segreta» nel rivestimento a pannelli dietro l’altare, e infine usciva dall’ingresso laterale – per evitare di passare davanti all’ufficio di Rick Ambrose, il responsabile della pastorale giovanile. Gli adolescenti che si ammassavano nel corridoio davanti all’ufficio erano troppo giovani per avere assistito personalmente all’umiliazione di Russ, ma ne conoscevano senz’altro la storia, e lui non riusciva a guardare Ambrose senza tradire la propria incapacità di seguire l’esempio del Salvatore e perdonarlo.
Quella, però, era una bellissima giornata, e i corridoi della First Reformed erano ancora vuoti. Russ andò dritto nel suo ufficio, infilò un foglio nella macchina per scrivere e meditò sul sermone che doveva scrivere per la domenica dopo Natale, quando Dwight Haefle sarebbe stato di nuovo in vacanza. Si stravaccò sulla sedia, si pettinò le sopracciglia con le unghie e si pizzicò la radice del naso, toccandosi la faccia dai contorni spigolosi che, come aveva scoperto troppo tardi, piaceva a molte donne e non solo a sua moglie, e immaginò un sermone sulla sua missione natalizia nel South Side. Predicava troppo spesso sul Vietnam, troppo spesso sui navajo. Dire audacemente dal pulpito le parole Io e Frances Cottrell abbiamo avuto il privilegio – pronunciare il suo nome mentre lei lo ascoltava dalla quarta fila e gli occhi della congregazione, forse colmi d’invidia, la collegavano a lui – era un piacere che, purtroppo, gli veniva precluso da sua moglie, che leggeva i suoi sermoni in anticipo e che pure sarebbe stata seduta in chiesa, e che non sapeva che quel giorno Frances lo avrebbe accompagnato.
Sulle pareti dell’ufficio di Russ c’erano poster di Charlie Parker con il sax, di Dylan Thomas con la sigaretta; una fotografia piú piccola di Paul Robeson, incorniciata, accanto al volantino di quando aveva parlato alla Judson Church nel 1952; il suo diploma del Biblical Seminary di New York; e una sua foto ingrandita insieme a due amici navajo in Arizona nel 1946. Dieci anni prima, quando aveva assunto l’incarico di ministro associato a New Prospect, quelle rivendicazioni d’identità selezionate ad hoc avevano incontrato il favore degli adolescenti la cui crescita in Cristo rientrava nelle sue mansioni. Ma per i ragazzi in pantaloni a zampa, salopette e bandana che ora affollavano i corridoi della chiesa significavano solo obsolescenza. L’ufficio di Rick Ambrose, la star dai neri capelli lisci come spaghetti e dai neri baffi luccicanti alla Fu Manchu, aveva un’atmosfera da scuola materna, pareti e scaffali decorati con le dimostrazioni d’affetto rozzamente dipinte dei suoi giovani discepoli, con le pietre, le ossa sbiancate e le collane di fiori dal significato speciale che gli avevano regalato, con i poster serigrafati di concerti per raccolte fondi senza alcun legame apparente con una qualsiasi religione nota a Russ. Dopo l’umiliazione, Russ si era rintanato nel suo ufficio, a soffrire fra i totem scoloriti di una giovinezza che nessuno, a parte sua moglie, trovava piú interessante. E Marion non contava, perché era stata Marion a spingerlo verso New York, Marion a farlo interessare a Parker, Thomas e Robeson, Marion a entusiasmarsi per le sue storie sui navajo e a esortarlo a seguire la vocazione pastorale. Marion era inseparabile da un’identità che si era rivelata umiliante. Per riscattarla c’era voluta Frances Cottrell.
– Oddio, ma quello è lei? – aveva detto la prima volta che era entrata nel suo ufficio, l’estate precedente, mentre osservava la foto scattata nella riserva navajo. – Sembra Charlton Heston da giovane.
Era andata da lui per una sessione di terapia del lutto, un’altra delle mansioni di Russ e non la sua preferita, poiché fino a quel momento la perdita piú dolorosa che aveva subÃto era quella di Skipper, il cane della sua infanzia. Aveva scoperto con sollievo che, un anno dopo la morte tra le fiamme del marito in Texas, la cosa peggiore di cui Frances aveva da lamentarsi era un senso di vuoto. Quando le suggerà di entrare in uno dei circoli femminili della First Reformed, lei scartò l’idea con un gesto della mano. – Non voglio prendere il caffè con le signore, – disse. – È vero che mio figlio va in prima superiore, ma ho solo trentasei anni –. In effetti era priva di cedimenti, di gonfiori, di ciccia e di rughe, un’apparizione di vitalità in un vestitino attillato senza maniche a motivi cachemire, i capelli biondi naturali corti come quelli di un ragazzino, le mani piccole e squadrate da ragazzino. Per Russ era ovvio che si sarebbe risposata presto – che probabilmente il suo senso di vuoto era poco piú della mancanza di un marito –, ma ricordò la propria rabbia quando la madre gli aveva chiesto, troppo presto dopo la morte di Skipper, se voleva un altro cane.
C’era un particolare circolo femminile, le aveva spiegato, diverso dagli altri, guidato da lui stesso, che lavorava con i membri della Community of God, la chiesa dei quartieri poveri consociata alla First Reformed. – Là le signore non prendono il caffè, – disse. – Imbianchiamo le case, estirpiamo le erbacce, portiamo via la spazzatura. Accompagniamo gli anziani dal medico, aiutiamo i bambini con i compiti. Lo facciamo un martedà sà e uno no, per tutto il giorno. E lasci che glielo dica, io non vedo l’ora che arrivino quei martedÃ. È uno dei paradossi della nostra fede: piú doniamo ai meno fortunati, piú ci sentiamo ricchi in Cristo.
– Lei pronuncia quel nome con tanta facilità , – disse Frances. – Io sono tre mesi che vado alla funzione della domenica, e sto ancora aspettando di provare qualcosa.
– Non l’hanno toccata neppure i miei sermoni.
Arrossà un pochino, graziosamente. – Non volevo dire questo. Lei ha una bellissima voce. Solo che…
– Francamente, è piú probabile che lei provi qualcosa il martedà che la domenica. Io stesso preferisco andare nel South Side che recitare sermoni.
– È una chiesa di gente di colore?
– Una chiesa nera, sÃ. La presidente del gruppo è Kitty Reynolds.
– Mi è simpatica, Kitty. Era la mia insegnante di letteratura alle superiori.
Anche Russ la trovava simpatica, malgrado la sentisse scettica nei confronti di un maschio della specie come lui; Marion lo aveva invitato a considerare che Kitty, che non si era mai sposata, era probabilmente lesbica. Per le loro trasferte quindicinali nel South Side si vestiva come una boscaiola, e aveva rivendicato subito il possesso di Frances, insistendo perché viaggiasse con lei sia all’andata che al ritorno, anziché sulla station wagon di Russ. E lui, consapevole del suo scetticismo, le aveva ceduto il campo, in attesa del giorno in cui fosse stata indisposta.
Il martedà dopo il giorno del Ringraziamento, quando girava un raffreddore simil-influenzale, solo tre signore, tutte vedove, si presentarono al parcheggio della First Reformed. Frances, con un berretto da cacciatore di lana a quadri come quello che Russ portava da bambino, saltò sul sedile anteriore della Fury e non si tolse il berretto, forse per via del riscaldamento difettoso che appannava il parabrezza se non si teneva un finestrino abbassato. O forse perché sapeva che con quel berretto Russ la trovava androginamente adorabile, cosà adorabile da mozzargli il fiato e mettere alla prova la sua fede? Le due vedove piú anziane dovevano saperlo, perché per tutto il tragitto fino in città , oltre il Midway Airport e lungo Fifty-fifth Street, assillarono Russ dal sedile posteriore con domande verosimilmente mirate su sua moglie e i suoi quattro figli.
La Community of God era una piccola chiesa di mattoni gialli senza campanile, costruita originariamente da immigrati tedeschi, con annesso un centro comunitario dal tetto incatramato. La congregazione, formata perlopiú da donne, era guidata da un pastore di mezza età , Theo Crenshaw, che faceva al circolo il favore di accettare senza ringraziamenti la sua carità suburbana. Ogni due martedà si limitava a consegnare a Russ e Kitty una lista di cose da fare in ordine di priorità ; non venivano per officiare, ma per servire. Kitty aveva marciato insieme a Russ per i diritti civili, ma Russ aveva dovuto istruire le altre donne del circolo, spiegando che, se avevano difficoltà a comprendere l’inglese «urbano», non per questo dovevano parlare lentamente e a voce alta per farsi intendere dagli altri. Per quelle che avevano capito, e avevano superato la paura di camminare lungo l’isolato 6700 di South Morgan Street, il circolo era stato un’esperienza importante. A quelle che non avevano capito – alcune di loro erano entrate nel circolo per ragioni competitive, perché non volevano sentirsi escluse – Russ era stato costretto a infliggere la stessa umiliazione da lui subita per mano di Rick Ambrose, chiedendo loro di non tornare piú.
Poiché Kitty l’aveva sempre tenuta incollata a sé, Frances non era stata ancora messa alla prova. All’arrivo in Morgan Street, scese riluttante dalla macchina e attese un’esplicita richiesta prima di aiutare Russ e le altre vedove a trasportare nel centro comunitario le cassette degli attrezzi e i sacchi di indumenti invernali usati. La sua esitazione scatenò un turbinio di dubbi in Russ – forse aveva confuso lo stile con la sostanza, un berretto con uno spirito avventuroso –, che però vennero dissolti da un fiotto di compassione quan...