Yogasutra
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Yogasutra

  1. 328 pagine
  2. Italian
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Informazioni su questo libro

Il testo degli Yogasutra risale al periodo compreso tra il II e il IV secolo d.C. e viene tradizionalmente attribuito a Patañjali, filosofo indiano di cui si conosce pochissimo. Gli scritti, le massime e i frammenti che compongono gli Yogasutra sono l'esito della scrupolosa disamina svolta dal loro autore, il quale rivisita e incrementa un ampio novero di materiali e saperi che lo precedono. Gli Yogasutra sono il principale pilastro teorico e spirituale di una lunga tradizione di pratiche filosofiche e visioni del mondo sintetizzate dalla parola yoga. Costituito da circa duecento aforismi, il libro tratta di ascesi, meditazione e del percorso da intraprendere per giungere a un'autentica conoscenza e padronanza dell'esperienza di sé. Finora spesso travisati o banalizzati, gli Yogasutra vengono qui presentati in un'accuratissima edizione tradotta dal sanscrito sulla base della recente edizione critica, con un commento storico-filologico e filosofico che cambia profondamente la struttura e il senso del testo. *** Questo dio sarebbe un essere particolare, non toccato dalle afflizioni, dalle azioni, dai frutti conseguenti a esse, cosí come dai loro residui. In esso è detto si trovi il seme insuperato dell'onniscenza. Per il suo essere non limitato nel tempo, questi è descritto come il guru anche degli antichi maestri. Il suo appellativo è il pranava. *** Le peculiarità dello yoga di cui parla Patañjali hanno a che fare, in buona sostanza, con l'urgenza di disporre un sapiente intreccio fra teoria e prassi, fra modello e metodo. Un intreccio che deve puntare, per il tramite di una progressione sistematica di pratiche saldamente ancorate a una peculiare assiologia antropologica, all'arresto definitivo delle proliferazioni rappresentative, foriere di identificazione e di disagio. In tal senso, l'autore degli Yogasutra, attingendo alle tante e diverse tradizioni che lo precedono, pone sotto scrutinio, con impressionante acume, l'iperattività della mente, le ragioni dei turbamenti che vengono dalle rappresentazioni di sé, l'avvicendarsi incessante dei flussi dei pensieri, la condizione ondivaga della cognizione. La sua prospettiva, che si allontana da certi tratti etici e moralistici dell'ascetica, è interamente rivolta alla cognizione, per far sí che l'individuo proceda verso un rischiaramento dell'effettiva natura delle cose. Dall'introduzione di Federico Squarcini

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2015
Print ISBN
9788806225407
eBook ISBN
9788858419328
Categoria
Religione

1.
Samādhi pāda

[Il quarto sui samādhi] 1

SINOSSI
Capi pericope: 1.1-5, 1.12, 1.17-18, 1.46, 1.51.
1. Ecco ora l’insegnamento del metodo (yoga)2.
2. Il metodo che volge all’arresto definitivo del vorticoso plesso delle cognizioni (cittavtti)3.
3. Una volta raggiunto il quale si ha l’irreversibile stazionamento (avasthāna)4 del ‘vedente’ (dra) nella forma che gli è propria (svarūpa)5.
4. Sennò (itaratra), non resta altro che la conformità (sārūpya) [del vedente] alle [condizioni poste dalle] vorticosità (vtti)6.
5. Le vorticosità sono di cinque tipi, [ognuno dei quali] può essere afflittivo e non afflittivo7.
[digr. ad 1.5]
6. [Queste cinque vorticosità sono:] i mezzi di conoscenza (pramāa), l’errare percettivo (viparyaya), la concettualizzazione (vikalpa), il sonno (nidrā) e il sovvenimento dei ricordi (smti)8:
[digr. ad 1.6]
7. I mezzi di conoscenza sono la percezione diretta, l’inferenza e la testimonianza verbale.
8. L’errare percettivo (viparyaya)9 è quella falsa conoscenza che si fonda sul travisamento dell’effettiva forma dell’oggetto.
9. La concettualizzazione è ciò che deriva (anupātin) dalla mera conoscenza verbale priva di referente (vastuśūnya)10.
10. Il sonno è la vorticosità poggiante (ālambana) sulla condizione di assenza (abhāvapratyaya)11.
11. Il sovvenimento dei ricordi è il non venir meno (asapramoa) di contenuti precedentemente esperiti12.
12. L’arresto [degli effetti] di queste [vorticosità] si ha tramite la continua reiterazione (abhyāsa)13 e lo stingimento (vairāgya)14.
[digr. ad 1.12]
13. Tra queste due, però, è la continua reiterazione lo sforzo che stabilizza [l’arresto]15.
14. Tuttavia16, questa [continua reiterazione] diviene terreno saldo (dhabhūmi) [solo] se debitamente osservata (āsevita) per un lungo periodo (dīrghakāla), senza interruzioni (nairantarya) e col dovuto ossequio (satkāra)17.
15. Stingimento18, infatti, altro non è che la designazione convenzionale (sajñā) [di quella peculiare forma] di padronanza (vaśīkāra) in cui non vi è piú brama né per gli oggetti (viaya) di cui si ha diretta esperienza visiva né per quelli di cui si è udito [dalla śruti]19.
16. E la piú elevata forma di siffatto [stingimento] è l’assenza di bramosia per gli [effetti] dei costituenti (guavaitya)20, [derivata] dal discernimento [dell’effettivo statuto] di purua (puruakhyāti)21.
17. [All’arresto (nirodha), propedeutico al samādhi22, puntano vari metodi (yoga), a partire dai] ‘samādhi col percetto’ (saprajñātasamādhi)23, cosiddetti poiché [ancora] accompagnati24 da forme di pensiero ipotetico-congetturale (vitarka)25, dalla deliberazione assertiva (vicāra)26, dal gaudio27, e dal perdurare del ‘senso di io-sono’ (asmitā)28.
18. Ma ve n’è un altro [di metodo, ossia quello del ‘samādhi senza percetto’ (asaprajñātasamādhi)], che privilegia la reiterazione dell’intento eliminativo (virāmapratyaya)29 [proprio dei suddetti (vitarkavicārānandāsmitā)], lasciando [come ambito d’esercizio] solo la pulsione inerziale (saskāra)30.
[digr. ad 1.17]
19. [Nel novero dei saprajñātasamādhi rientrano sia] quello causato dalla spinta a ri-divenire in essere (bhavapratyaya) degli [yogin] che hanno perduto il corpo31, o che si sono dissolti nella matrice (prakti)32,
20. [sia quello] di altri [yogin], causato [dalle spinte date dai mezzi (upāyapratyaya) impiegati], quali l’affidamento (śraddhā), il vigore (vīrya), il governo del rammemoramento (smti), la vocazione al samādhi, la percezione non mediata (prajñā)33.
[digr. ad 1.20]
21. In questi [ultimi], quando l’impeto (savega) [verso il mezzo (upāya)] è intenso (tīvra), è prossimo [l’arresto (nirodha)]34.
[digr. ad 1.21]
22. [Anche per...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Yogasutra
  3. Introduzione di Federico Squarcini
  4. Yogasūtra
  5. 1. Samādhi pāda
  6. 2. Sādhana pāda
  7. 3. Vibhūti pāda
  8. 4. Kaivalya pāda
  9. Note
  10. Testo sanscrito
  11. Apparato di «loci», concordanze e paralleli intertestuali
  12. Indice analitico
  13. Il libro
  14. Copyright