La famiglia dell'antiquario
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La famiglia dell'antiquario

  1. 120 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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La famiglia dell'antiquario

Informazioni su questo libro

La famiglia dell'antiquario (Venezia, teatro Sant'Angelo, Carnevale 1750) è la prima commedia di Goldoni a trasmetterci il senso di una crisi imminente: una crisi delle strutture sociali e dei relativi modi di comportamento. E' una commedia attraversata da una serie di contrasti che, invece di comporsi in lieto fine, restano aperti, irrisolti. Da un lato, una nobiltà che ha già abdicato, che riconosce alla borghesia il primato e il diritto al governo (della famiglia, e, presto, della società); dall'altro, una borghesia che esita a prendere saldamente in pugno la situazione, perché non ancora perfettamente consapevole di sé.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2015
Print ISBN
9788806558482
eBook ISBN
9788858420072
Argomento
Letteratura
Categoria
Teatro

ATTO TERZO

SCENA PRIMA Camera del conte Anselmo
con tavolini
Il conte Anselmo e Brighella.
BRIGHELLA Ecco qua. Per tremila scudi la varda quanta gran roba.
ANSELMO Caro Brighella, son fuor di me dall’allegrezza. Qual è la cassa dei crostacei?
BRIGHELLA El numero primo l’è la cassa dei crostacei, dove ghe sarà drento tremila capi de frutti marini, cioè ostreghe, cappe1 e cose simili, trovade su le cime dei monti.
ANSELMO Questi soli vagliono i tremila scudi.
BRIGHELLA El numero secondo l’è una cassa de pesci petrificadi de tutte le sorte.
ANSELMO Questo sarebbe per la galleria d’un monarca.
BRIGHELLA El numero terzo l’è una cassa con una raccolta de mummie d’Aleppo: tutte de animali uno differente dall’altro, fra i quali gh’è un basilisco2.
ANSELMO V’è anche il basilisco?
BRIGHELLA E come! L’è grando come un quaggiotto.
ANSELMO Si sa da dove l’abbiano portato?
BRIGHELLA Se sa tutto. L’è nato da un uovo de gallo.
ANSELMO Sí, sí, ho inteso dire che i galli dopo tanti anni fanno un uovo, da cui nasce poi il basilisco. L’ho sempre creduta una favola.
BRIGHELLA No l’è favola, e là drento gh’è la prova della verità.
ANSELMO Brighella, ti sono obbligato. M’hai fatto fare dei preziosi acquisti.
BRIGHELLA Son un omo fatto a posta per sti negozi; gnancora no la me cognosse intieramente; fra poco la me cognosserà meggio. (Ma el me cognosserà in tempo che m’averò messo in salvo mi e sti bezzi che gh’ho cuccào) (da sé, parte).
SCENA SECONDA
Il conte Anselmo, poi Pantalone.
ANSELMO Io ho qui da divertirmi per due o tre mesi. Fino che non ho posto in ordine tutta questa roba, non vado in campagna, non vado in conversazioni, non vado nemmeno fuori di casa. Mi farò portar qui da mangiare. Mi voglio far portar qui un lettino da campagna e dormir qui; cosí non avrò lo stordimento di quella fastidiosissima mia consorte. Non voglio nessuno, non voglio nessuno.
PANTALONE Sior conte, se pol vegnir? (di dentro).
ANSELMO Non voglio nessuno.
PANTALONE La senta, ghe xe sior Pancrazio, quel famoso antiquario (di dentro).
ANSELMO Oh! venga, venga, è padrone. Capperi! Ha saputo che ho fatta questa bella spesa e subito corre.
SCENA TERZA
Pantalone, Pancrazio e detto.
PANTALONE Caro sior conte, la sa che ghe son bon amigo.
ANSELMO Compatitemi, ero imbarazzato. Signor Pancrazio, che fortuna è la mia che siate venuto a favorirmi?
PANCRAZIO Ho saputo che vossignoria ha fatto una bella compra d’antichità, e sono venuto, se mi permette, a vedere le sue belle cose.
PANTALONE L’ho menà mi, sior conte, l’ho menà mi, per ché anca mi ho savesto che l’ha fatto una bella spesa. (Credo che l’abbia buttà i bezzi in canal, e pol esser che mi riessa d’illuminarlo) (da sé).
ANSELMO Sentite, signor Pancrazio, ora posso dire che in questa città niuno possa arrivare3 alla mia galleria. Ho delle cose preziose.
PANCRAZIO Le vedrò volentieri. Vossignoria sa ch’io ne ho cognizione.
ANSELMO È vero; voi siete il piú pratico e il piú intendente antiquario di Palermo. Date un’occhiata a quelle casse e vedete se son piene di piccoli tesoretti.
PANCRAZIO Con sua licenza (va a vedere nelle casse).
ANSELMO Caro signor Pantalone, compatite se vi ho piantato, quando eravamo in camera colle due pazze. Morivo di voglia di veder queste belle cose.
PANTALONE Sior conte, possibile che alla so casa no la ghe voggia pensar gnente?
ANSELMO Se ci penso? E come! Ditemi, come è andata la cosa? Come si è terminato il congresso?
PANTALONE Ghe dirò; dopo che la xe andada via ella...
ANSELMO Ebbene, signor Pancrazio, che dite? Sono cose stupende, cose rare, non piú vedute?
PANTALONE (Vardè come che el m’ascolta) (da sé).
PANCRAZIO Signor conte, mi permette ch’io parli con libertà?
ANSELMO Sí, dite liberamente il vostro parere.
PANCRAZIO Prima di tutto, crede ella ch’io sia un uomo d’onore?
ANSELMO Vi tengo per un uomo illibatissimo, come siete e...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. La famiglia dell'antiquario
  3. A SUA ECCELLENZA IL SIGNOR CONTE FEDERIGO BORROMEOCONTE D’AVONA, GRANDE DI SPAGNA DI PRIMA CLASSE, CAVALIERE DELL’INSIGNE ORDINE DELL’AQUILA BIANCA DI S. M. IL RE DI POLONIA ECC. ECC.
  4. L’autore a chi legge
  5. Personaggi
  6. Atto primo
  7. Atto secondo
  8. Atto terzo
  9. Il libro
  10. L’autore
  11. Dello stesso autore
  12. Copyright