I rusteghi
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I rusteghi

  1. 112 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro

Nella critica del costume borghese Goldoni scrive negli anni '60 le sue commedie più mature e audaci. I rusteghi aprono la serie: Goldoni entra in netta polemica con il conservatorismo ormai rozzo della classe cui appartiene e in cui ha per molto tempo ciecamente creduto. Il mercante lucido e avveduto, che per lunghi anni, nei panni di Pantalone, aveva impersonato il prototipo di un individuo socialmente responsabile, consapevole dell'interesse proprio e altrui, aperto e illuminato, si è ormai svilito a una caricatura di se stesso. Chiuso nella propria casa, gelosamente attaccato al proprio meschino tornaconto, si rifiuta di concedere a chi gli è sottomesso (le donne e i figli) qualunque autonomia di comportamento. Canciano, Lunardo, Simon e Maurizio, il quartetto dei reazionari-misantropi, accaniti lodatori del tempo trascorso (che agli occhi del Goldoni non ha più nessuna ragion d'essere rivissuto) cedono, in fine di commedia, sotto le pressioni delle mogli e dei giovani, a un nuovo modo di concepire la vita: ma è chiaro che il loro consenso è un puro esito teatrale, non convince neppure Goldoni.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2015
Print ISBN
9788806290092
eBook ISBN
9788858420041
Argomento
Letteratura
Categoria
Teatro

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA Camera in casa di Lunardo
Margarita vestita con proprietà, e Lucietta.
LUCIETTA Brava, siora madre. Mo co pulito che la s’ha vestío.
MARGARITA Cossa voleu, cara fia? Se vien sta zente ancuo, voleu che staga, figurarse, co fa una massèra?
LUCIETTA E mi che figura vorla che fazza?
MARGARITA Vu da puta stè ben.
LUCIETTA Eh sí, sí, stago ben! Co no son amalada, stago ben.
MARGARITA Mi no so cossa dir, cara fia. Se podesse, me piaserave anca a mi che gh’avessi el vostro bisogno; ma savè chi xè vostro pare. Con élo no se pol parlar. Se ghe digo de farve qualcossa, el me salta a i occhi. El dise che le pute le ha da andar desmesse1; el me sa dir, che ve meto su2; e mi, per no sentir a criar, no me n’impazzo; lasso che el fazza élo. Finalmente no sè mia fia, no me posso tòr certe boniman3.
LUCIETTA Eh lo so, lo so, che no son so fia (mortificata).
MARGARITA Cossa voressi dir? No ve voggio ben fursi4?
LUCIETTA Siora sí, la me ne vol; ma no la se scalda gnente per mi. Se fusse so fia, co5 vien zente de suggizion, no la lasserave miga che stasse co la traversa6 davanti.
MARGARITA Via, cavèvela la traversa.
LUCIETTA E po, co me l’averò cavada?
MARGARITA Co ve l’averè cavada, figurarse, no la gh’averè piú.
LUCIETTA Eh za! crédela che no sapia, che la me burla?
MARGARITA Me fè da rider. Cossa voressi?
LUCIETTA Vorave anca mi comparir cofà7 le altre.
MARGARITA Disèghelo a vostro padre. Voleu che manda a chiamar un sartor in scondon8, e che ve fazza un abito? E po? xèlo orbo sior Lunardo? Credeu, figurarse, che nol ve l’abia da véder?
LUCIETTA Mi no digo un abito; ma qualcossa almanco. La varda; no gh’ho gnanca una fià de cascate9. Gh’ho sto strazzo de goliè da colo, che me vergogno. El xè antico cofà mia nona. Per casa co sto abito no stago mal; ma ghe voria, cusí, qualcossa che paresse bon. Son zovene, e no son mo gnanca una pitocca; me par che qualche bagatela no la me desdiga10.
MARGARITA Aspetè. Se volè un pèr de cascate, ve le darò mi de le mie. Voleu una colana de perle?
LUCIETTA Magari.
MARGARITA Adesso ve la vago a tòr. (Poverazza! la compatisso. Nu altre donne, figurarse, semo tute cusí) (parte).
SCENA SECONDA
Lucietta e detta.
LUCIETTA Vardè! la dise che mio sior padre no vol. Credo che la sia éla mi, che no voggia. Xè vero che sior padre xè un omo rustego, e che in casa nol vol certe bele cosse, ma éla però la s’ha savesto vestir, e co la vol un abito, la se lo fa, e la lassa che el diga. Ma per mi, poverazza, no se ghe pensa. Maregna11, basta cussí. E po la cognosso, la gh’ha rabbia con mi, perché son piú zovene e piú bela de éla. In casa ghe fazzo fastidio. La me dise fia co la boca streta; co ghe digo siora madre, la gh’ha paura che ghe fazza crescer i ani.
MARGARITA Via, cavève quela traversa.
LUCIETTA Siora sí, subito (si cava il grembiale).
MARGARITA Vegní qua, che ve meterò le cascate.
LUCIETTA Cara éla, la lassa véder.
MARGARITA Vardè; le xè squasi nòve.
LUCIETTA Cossa vorla che fazza de sti scovol...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. I rusteghi
  3. A SUA ECCELLENZA IL SIGNOR CONTE DE’ BASCHI CAVALIERE DELL’INSIGNE ORDINE DELLO SPIRITO SANTO, O DEL CORDON BLEU, DEL CONSIGLIO DI GUERRA DI SUA MAESTÀ CRISTIANISSIMA, E SUO AMBASCIATORE PRESSO LA SERENISSIMA REPUBBLICA DI VENEZIA ECC.
  4. L’autore a chi legge
  5. Personaggi
  6. Atto primo
  7. Atto secondo
  8. Atto terzo
  9. Nota
  10. Il libro
  11. L’autore
  12. Dello stesso autore
  13. Copyright