Amare male
eBook - ePub

Amare male

  1. 368 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Amare male

Informazioni su questo libro

A due terzi del cammin della sua vita, Guido Catalano crede di aver raggiunto una sorta di pace. Si è fortunosamente incontrato e scontrato con Fidanzata in una notte estiva, con lei si è trasferito in una casa nuova, dove vive anche Starnutino Farandola, gatto dall'età imprecisata, e trascorre le serate con l'amico Grasso, appassionato di poesie e aperitivi. Affronta, come ognuno di noi, le complicazioni quotidiane, le perdite, la mancanza di gentilezza della gente, le dipendenze e le truffe in rete. Che altro deve accadere?
Ebbene, un losco figuro di nome Mr Red esige la sua presenza a Milano per un podcast. Faccenda delicata. Ma non è finita: in un giorno come tanti inizia a ricevere strani messaggi da sconosciuti con richieste d'aiuto per i più impensabili quesiti d'amore (e pure di sesso!). Chi sono queste persone? Perché lo chiamano "dottoressa Guido"? E perché scrivono proprio a lui? Forse è il caso di dare una chance alla nuova identità non voluta di medico del cuore, per dire la sua, in questo folle presente, su ogni sorta di problema amoroso.
Tra memoir e critica sociale, diaristica estrema e surrealismo spinto, Guido Catalano con una scrittura leggera e al contempo dissacrante commuove e diverte, mostrando ai lettori come l'ironia aiuti a superare anche i momenti più tempestosi.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Amare male di Guido Catalano in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
RIZZOLI
Anno
2022
Print ISBN
9788817161671
eBook ISBN
9788831807609

TERZA PARTE

Una dieta varia ed equilibrata e l’esercizio fisico aiutano a mantenerci in forma.
Anonimo

Yoga

Un libro interessante che ho letto negli ultimi tempi è Yoga di Emmanuel Carrère.
Le lettrici più attente si staranno accorgendo che in questo mio memoir mi ispiro parecchio allo stile del celeberrimo scrittore francese. Non so che ne pensino i critici letterari, ma secondo me Yoga è un memoir, infatti Emmanuel fondamentalmente in quest’opera parla di sé e delle cose che gli sono successe in una determinata fase della sua vita. Quello che mi piace di Carrère è che, a prescindere dal tema che tratta, riesce sempre a parlare di sé. Anche quando parla di altri. Quando nell’Avversario racconta della terribile storia del tizio che per una vita finge di essere un medico ma in verità passa le sue giornate in auto e poi finalmente sbrocca e massacra tutta la sua famiglia, cane compreso, Carrère riesce a parlare di sé. Quando racconta di Limonov, di nuovo, riesce a ficcarcisi dentro alla grande. E così pure in Io sono vivo, voi siete morti, che racconta vita e opere del grande scrittore Philip Dick.
Rispetto ai libri appena citati Yoga è, a mio avviso, un memoir in purezza. Però la sua ex moglie, che deve essere parecchio incazzata con lui, pare abbia rilasciato un’intervista in cui afferma che sono tutte palle. Ora, non so se avete letto Yoga, ma se sono tutte palle, Emmanuel è davvero bravo a raccontarle senza che il lettore abbia dubbi sulla veridicità di ciò che racconta. E comunque mi dispiace per la ex signora Carrère, ma secondo me non sono palle.
Fidanzata sta leggendo concentratissima le istruzioni del Phallomax Plus e a un certo punto la interrompo.
«Senti, sai che sto scrivendo una cosa?»
«Certo, il nuovo romanzo.»
«Non è un romanzo, è un memoir.»
«Un memoir?»
«Sì, cioè tutta farina del mio sacco, nel senso della mia vita vera vissuta, come Carrère.»
«Ci sono anche io dentro?»
«Certo.»
«E cosa dici di me?»
«Non posso dirtelo, lo sai.»
Io non faccio mai leggere nulla a nessuno prima della pubblicazione. È più forte di me. Conosco scrittori e scrittrici che hanno bisogno di confrontarsi, durante il duro lavoro creativo, con persone di fiducia, pur non essendo queste degli “addetti ai lavori”. Per esempio con amici, fidanzate, cugini. Una ragazza con cui mi sono frequentato per qualche anno aveva l’abitudine di sottoporre i capitoli a cui stava lavorando al suo elettrauto di fiducia. La cosa è particolarmente curiosa considerato che la ragazza non aveva né l’auto né la patente. Io invece, se si esclude la mia fedele e capace editor Arianna, non faccio leggere nulla a nessuno. Come mai? Innanzitutto perché lo trovo un atto di una violenza inaudita: il 79% delle volte la gente accetta per non offenderti ma ne farebbe volentieri a meno. O almeno io la penso così. E poi mi spaventa proprio l’idea di fare leggere ciò che sto scrivendo, perché temo che non piaccia e che le critiche mi facciano cadere la catena.
Per farvi capire quanto la cosa mi terrorizzi, se Fidanzata con passo ninja mi sgattaiola dietro le spalle e cerca di leggere qualcosa di quello che sto scrivendo, io zac! chiudo il computer e la redarguisco.
«Dài, dimmi qualcosa!» mi supplica lei.
«Non posso, lo sai… Però riguardo al memoir… mi è venuta una preoccupazione.»
«Cioè?»
«Metti che io e te litighiamo e poi tu mi odi e io inizio a fare yoga… mi giuri che tu non rilasci un’intervista nella quale dici che il mio memoir è tutto falso, che racconto palle?»
«E come faccio a saperlo? Non mi dici cosa stai scrivendo!»
«Tu fidati che è tutto vero!»
«Ma di me cosa dici?»
«A tempo debito leggerai, Fidanzata!»
Nel dialogo, realmente avvenuto, io chiaramente non chiamo la fidanzata “Fidanzata”, ma con il suo reale nome di battesimo che, in questa sede per motivi di sicurezza nazionale, come ho spiegato pagine fa, non posso rivelare.
«E poi perché dovrei odiarti?» domanda lei perplessa.
«Magari t’incazzi per quello che scrivo di te.»
«Però così non vale, Guido! Così mi acuisci la curiosità! Cosa dici di me?»
«Tutte cose bellissime.»
«E allora perché dovrei arrabbiarmi?»
«Non so, può accadere.»
«Cosa c’entra lo yoga?»
«Sai quanti anni ha Carrère?»
«No.»
«Sessantacinque anni, ed è in formissima grazie allo yoga, da cui il suo ultimo memoir, cioè è in formissima nel corpo ma la faccia è vecchia.»
«E cosa c’entra?»
«Che dovrei fare qualcosa per il mio decadimento scheletro-muscolare.»
«Da quanto te lo dico?»
«Da molto e comunque ho smesso di fumare.»
«Non basta, ti iscrivi in palestra?»
«No, a yoga.»
«Davvero?»
«No.»

Salone del Libro

Io non so come ragionino gli ingegneri telefonici quando progettano i padelloni che comunemente chiamiamo smartphone. Cioè, ’sti affari sono così grossi che mi stanno in mano a stento. Io ho le mani estremamente piccole, va detto, e gli ingegneri telefonici, a quanto pare, non pensano alle persone con le mani piccole. Uno smartphone è scomodo anche da avvicinare all’orecchio – sì, lo so che ormai nessuno lo fa e che si usano gli auricolari oppure lo si tiene in posizione parallela al suolo avvicinando il piccolo altoparlante al padiglione auricolare. A ogni modo, le volte che sono stato costretto a utilizzare un telefono intelligente, l’ho trovato assai poco intelligente quantomeno dal punto di vista dell’ergonomia. Questo è uno dei motivi per cui mi tengo stretto il mio adorato Nokietto azzurro cielo finché morte non ci separi. Ma bando alle futili polemiche di stampo neoluddista, care amiche lettrici, perché questi sono giorni di gioia e di rinnovata speranza. Finalmente a Torino è tornato il Salone Internazionale del Libro dopo un anno di stop causa Covid. Un Salone a ottobre non si era mai visto, d’altra parte mai si era vista – quantomeno da che sono nato – una pandemia di questa entità, in grado di fermare Olimpiadi, Europei di calcio e la vita di alcuni miliardi di persone, checché ne dicano quegli sciocchini che la ritengono un’influenza un po’ più aggressiva del normale.
Per me quando c’è il Salone è una festa. Torino una volta all’anno diventa capitale di qualcosa di bello. Da tutt’Italia si riversano in città editrici, scrittrici, lettrici, amanti dei libri, personaggi del mondo dell’arte e dello spettacolo. Insomma, questa manifestazione rappresenta un momento importantissimo per Torino, per l’Italia, per l’Europa, e l’anno scorso è mancato a manetta.
Quest’anno partecipo al Salone non in veste di scrittore ma di podcaster. Presento Amare male, nonostante il podcast sia uscito ad agosto, ma va benissimo lo stesso. Sono emozionato.
È domenica e la presentazione si tiene all’aperto su un gran bel palco tra il Pala Oval e i padiglioni classici. Un palco con tante sedie davanti e c’è pure il sole. Per essere ottobre fa caldo e io sono felice.
Siccome arrivo al Lingotto con un paio d’ore d’anticipo, mi faccio un giro. Vado a salutare qualche amico editore, curioso tra le centinaia di stand colorati, mi perdo tra i corridoi affollati. A un certo punto mi ritrovo per caso davanti al grande stand di Rizzoli. Entro nello spazio e mi cerco. Quando dico: «Mi cerco», non intendo nel senso filosofico del termine, tipo: da dove vengo? Dove vado? Perché vengo? E se vengo perché vado? E chi sono? E perché sono? Ma siamo certi che io sia? E se non fossi? E se fossi ciò che non sono? E se fossi venuto senza essere partito? Ma un viaggio ha davvero senso solo senza ritorno se non in volo? E siamo sicuri che io sia partito? E con quali soldi ho fatto il biglietto? E soprattutto nel caso in cui io non sia, cioè a dire, non essendo nulla o meglio essendo nulla, perché mai quest’anno dovrei compilare l’F24?
No. Quando dico: «Mi cerco», parlo di una ricerca ben più prosaica. Una ricerca che prima o poi tutte le scrittrici si trovano a fare quando entrano in una libreria. E cioè quella dei propri libri e del loro posizionamento all’interno della libreria o, nel caso specifico, dello spazioso stand di Rizzoli.
E
non
trovo
un
cazzo.
Mi dico: «Figurati, da qualche parte un paio dei miei libri di poesie al Salone del Libro di Torino ci saranno, dài, cioè: tra vecchi e nuovi, in catalogo Rizzoli ho qualcosa come dieci fottutissimi libri, figurati se non mi hanno portato». Solo che cerco e ricerco e cerco ancora e trovo di tutto ma non me stesso. E lì mi viene uno spaesamento, mi viene una crisi di identità, mi viene anche un demonio dentro ed esco dallo stand senza salutare, che comunque non c’era nessuno da salutare. Camminando tra gli stand in questo stato di prostrazione psicologica, mi metto in cerca di un posto dove bermi un caffè, ma quando lo trovo c’è una coda assurda e desisto. Mi fermo e guardo nel vuoto, verso l’infinito, solo che l’infinito non è molto profondo dato che davanti a me, a un paio di metri, c’è lo stand di Sonzogno.
Se ci fosse ancora Angelo Rizzoli, col piffero che una cosa del genere poteva accadere. E quand’anche fosse successa, care amiche, io sfoderavo il mio amato ed ergonomico Nokia celeste cielo e chiamavo il Commendatore…

In un mondo parallelo giusto

In un mondo giusto il senatore Pillon non sarebbe senatore ma venderebbe caldarroste su un marciapiede della periferia romana, con tutto il rispetto per i venditori di castagne romani, è un lavoro importante e utile socialmente non meno che fare il senatore. Ma soprattutto in un mondo parallelo e giusto avverrebbe questa telefonata:
«Pronto?».
«Pronto, chi parla?»
«È lei, Commendatore?»
«Sì, chi parla?»
«Sono Catalano, Guido Catalano.»
«…»
«Ci siamo visti qualche tempo fa… Sono un autore Rizzoli… quello delle poesie.»
«Ah.»
«Scusi se la disturbo, ma lei è al Salone?»
«Salone?»
«Dico il Salone del Libro di Torino.»
«No, sono in ufficio e non so di che salone lei parli.»
«Mi scusi ancora se la disturbo mentre è al lavoro, tra l’altro è domenica, Commendatore! Mi complimento con lei che lavora anche la domenica! E ci credo che poi la fanno Gran Maresciallo del Lavoro! Sa, oggigiorno non ci son mica più i professionisti come lei, Commendatore, gli stacanovisti… Lei non ha idea del disfattismo, del pressappochismo, la stimo molto e a tal proposito…»
«Cosa vuole, Catalano?»
«Si ricorda il mio nome!»
«Me lo ha appena detto.»
«Giusto… Niente, volevo denunciare un sopruso che purtroppo ha a che fare con la sua, la nostra – se posso permettermi – gloriosa casa editrice.»
«Catalano, lei ha bevuto?»
«Ma, Cavaliere, son le undici del mattino!»
«Non mi sembra molto in sé e comunque avrei da fare, si sbrighi.»
«Lo immagino, Sua Eccellenza, sarò breve. Praticamente allo stand di Rizzoli al Salone del Libro di Torino, anche se lei non sa cosa sia, non importa, immagini una fiera enorme del libro con tutte le case editrici, piccole, grandi e medie e un sacco di gente che gira felice e guarda i libri e li compra e poi gli autori che fanno presentazioni e incontri con i lettori e, insomma, un gran bel circo, dicevo, nel vostro stand non mi sono trovato… non ci sono, capisce? Tra l’altro io sono di Torino, Eminenza, e per quanto giustamente lei trovi incredibile che la sua prestigiosa casa editrice abbia negli anni pubblicato uno come me, mi sembra assurdo che...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Amare male
  4. PRIMA PARTE
  5. SECONDA PARTE
  6. TERZA PARTE
  7. Copyright