
- 384 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Fuoco (Nero Rizzoli)
Informazioni su questo libro
NERO RIZZOLI è LA BUSSOLA DEL NOIR FIRMATA RIZZOLI.
Non lo direste mai, incontrandoli per strada in un giorno d'estate a Torino. Non indovinereste che sono quattro ex detenuti fuggiti dalla Francia. Dal momento in cui il furgone che li stava portando al carcere di Lione è stato coinvolto in un disastroso tamponamento, sono scappati oltreconfine e si sono rifatti una vita. A unirli, da allora, è quell'enorme segreto. Marsigliese, ex rapinatore di banche, Max Ventura ha messo in piedi un ristorante. Grazie alla buona cucina e all'amore della sua compagna, i clienti non mancano mai. Algerino con profondi occhi azzurri e il viso segnato da un passato dissoluto: lui è Abdel. Ex ladro di professione, ha aperto un'officina di auto d'epoca. Una criniera di ricci disordinati, lo sguardo ombroso, Sanda, origini malgasce, non passa inosservata. È socia di una palestra di arti marziali e di certo il fisico non le manca, dopo aver ballato per anni al Crazy Horse di Parigi. Non si può non notarla per la sua malinconia piena di fascino: lei è Victoria, alsaziana. È stata coinvolta in una truffa dal compagno e ora ha ricominciato con il cuore spezzato e una figlia. Ma un giorno tutto cambia, di nuovo. Uno strano individuo si presenta al ristorante di Max. Si fa chiamare Numero Uno. Irromperà nelle loro esistenze per sconvolgerli, trascinandoli in una storia pericolosissima che riporterà a galla il loro passato. Tra vite spezzate e voglia di ricominciare, entra in scena una irresistibile banda di investigatori di cui non potrete più fare a meno.
Non lo direste mai, incontrandoli per strada in un giorno d'estate a Torino. Non indovinereste che sono quattro ex detenuti fuggiti dalla Francia. Dal momento in cui il furgone che li stava portando al carcere di Lione è stato coinvolto in un disastroso tamponamento, sono scappati oltreconfine e si sono rifatti una vita. A unirli, da allora, è quell'enorme segreto. Marsigliese, ex rapinatore di banche, Max Ventura ha messo in piedi un ristorante. Grazie alla buona cucina e all'amore della sua compagna, i clienti non mancano mai. Algerino con profondi occhi azzurri e il viso segnato da un passato dissoluto: lui è Abdel. Ex ladro di professione, ha aperto un'officina di auto d'epoca. Una criniera di ricci disordinati, lo sguardo ombroso, Sanda, origini malgasce, non passa inosservata. È socia di una palestra di arti marziali e di certo il fisico non le manca, dopo aver ballato per anni al Crazy Horse di Parigi. Non si può non notarla per la sua malinconia piena di fascino: lei è Victoria, alsaziana. È stata coinvolta in una truffa dal compagno e ora ha ricominciato con il cuore spezzato e una figlia. Ma un giorno tutto cambia, di nuovo. Uno strano individuo si presenta al ristorante di Max. Si fa chiamare Numero Uno. Irromperà nelle loro esistenze per sconvolgerli, trascinandoli in una storia pericolosissima che riporterà a galla il loro passato. Tra vite spezzate e voglia di ricominciare, entra in scena una irresistibile banda di investigatori di cui non potrete più fare a meno.
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Fuoco (Nero Rizzoli) di Enrico Pandiani in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Letteratura e Letteratura poliziesca e gialli. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
TRENTATRÉ
Per aver pensato a proteggerla
Sanda si accucciò ai piedi di una roccia, protetta da alcuni grossi abeti che con i loro rami facevano da schermo. Tolse la mano dal braccio e vide che le dita erano sporche di sangue. Un proiettile doveva averla presa di striscio. Trovò un fazzoletto di carta nella tasca e lo premette sulla ferita.
La trappola era scoppiata, c’era quindi la possibilità che il tizio con il mitra fosse stato colpito. Attese ancora qualche momento, poi, visto che non si udivano rumori si alzò con cautela e tornò sui suoi passi. Scorse l’arma abbandonata nell’erba e la raccolse.
Trovò l’uomo poco più avanti, riverso sulla schiena, una gamba a cavallo di una roccia che doveva essere in procinto di scavalcare quando era stato investito dallo sparo. Indossava un vestito grigio sporco e strappato. Una falda della camicia era uscita dai pantaloni scoprendo l’addome. Sul petto, il tessuto era insanguinato. Uno dei pallettoni lo aveva colpito poco sopra il pomo d’Adamo lasciando un foro nero dal quale colava un rivolo scuro.
Si avvicinò tenendolo sotto tiro e gli posò due dita sul collo. Non c’era battito. Max aveva ragione: se ben piazzate, quelle trappole potevano far fuori anche un maiale.
Raggiunse la parete che chiudeva la gola e si arrampicò sulle rocce per avere la visuale libera sull’altra parte della scarpata. Scorse Ventura accucciato assieme a Vittoria dietro una grossa pietra che pareva in bilico sul precipizio. Entrambi avevano in mano dei sassi. Mise quattro dita tra le labbra ed emise un fischio simile al grido di un uccello. Era una nera, che diavolo, la giungla l’aveva ancora nel sangue.
Max si voltò, la scorse e le fece un segno con il braccio. Sanda mostrò il mitra sventolandolo nell’aria come un trofeo. A forza di segni Ventura le fece capire che loro sarebbero scesi lungo il versante che affacciava sulla valle, per cercare Nawal che forse era ferito. Li seguì con lo sguardo mentre si muovevano al riparo delle rocce, poi rientrò nel bosco.
Nel frattempo, lasciata la cresta, Max e Vittoria erano giunti al fondo di una breve pietraia e si stavano addentrando tra arbusti in mezzo ai quali crescevano conifere di ogni dimensione. Si arrestarono accanto al fusto di un larice morto i cui rami secchi svettavano sopra la boscaglia. Dalla valle provenivano suoni indistinti, ovattati, per il resto era silenzio.
«Pensi che Nawal sia finito quaggiù?» chiese.
Max si guardò attorno. «Quando l’ho visto cadere, ho notato questa pianta spoglia. Non può essere lontano.»
«Potrebbero averlo ucciso.»
«Se così fosse sarebbe rimasto lassù, invece si è buttato di sotto per evitare la raffica.»
In quel momento udirono una bestemmia soffocata. Avanzarono per una cinquantina di metri e trovarono il gigante nero rannicchiato contro un vecchio tronco.
Era ferito a una gamba e il ruzzolone gli aveva lasciato graffi ed escoriazioni. La cintura dei pantaloni era stretta attorno alla coscia come un laccio emostatico. Gli si accucciarono accanto e Max gli diede una bottiglietta d’acqua che l’altro bevve con avidità .
«Dove ti hanno beccato?» domandò.
Il nero mostrò il lato della coscia. Il pantalone era forato in due punti, segno che la pallottola era uscita dopo aver attraversato il muscolo. Non si vedeva molto sangue.
«Ismail e sua donna?» chiese.
«Sono al sicuro, stai tranquillo, ancora nascosti in cima al colle con Abdel. Quella gente non li avrebbe comunque trovati.»
«C’è ancora qualcuno di loro?»
«Non lo sappiamo. Sanda si è impossessata del mitra, il proprietario è fuori combattimento. Non so quanti degli altri ci stiano ancora cercando.»
«Io visto un cadavere e ho sistemato un altro. Quattro trappole hanno funzionato.»
«Così pare» ammise Max.
«Dobbiamo riportarlo su» disse Vittoria, che in quanto donna era più pragmatica.
«Puoi camminare?» chiese Max al colosso.
Lui tentennò. «Penso non senza aiuto» disse.
«Dammi una mano, proviamo a tirarlo su.»
Cercarono di rimetterlo in piedi, ma pesava una tonnellata e con quella gamba andava sorretto, cosa che la donna non era in grado di fare. Lo adagiarono di nuovo nell’erba.
«Vado a cercare Abdel» disse Vittoria. «Con lui e Ismail, portarlo su dovrebbe essere più semplice.»
Max la fissò indeciso per qualche istante. «D’accordo» acconsentì, «ma cerca di stare attenta, ci sono ancora due trappole inesplose.»
Nawal frugò nella tasca del giubbotto e prese un corto coltello da caccia che porse a Vittoria.
Lei ammiccò, poi lo prese. Fece un cenno a Max, infine li lasciò e si diresse svelta verso il limitare della vegetazione. La luce del primo pomeriggio si era fatta più morbida. Vittoria si muoveva facendo attenzione a riconoscere i segnali che avevano messo in corrispondenza delle trappole, piccoli frammenti di stoffa gialla che indicavano l’albero a cui erano fissate.
Mentre saliva per un pelo non inciampò in un paio di gambe stese per traverso. Si fermò e guardò il cadavere sdraiato a faccia in giù ai suoi piedi. La scarica doveva averlo preso in pieno. Attorno alla faccia e alla bocca aveva già un nugolo di mosche di cui si sentiva l’incessante ronzio.
Stava per muoversi quando venne afferrata per la collottola e strattonata. Indietreggiò cercando di non inciampare e cadde di schiena andando a sbattere contro il corpo di un uomo. Non ebbe nemmeno il tempo di spaventarsi. Si divincolò ruotando il busto, ma lo sconosciuto la colpì con un pugno alla base della nuca e la spinse a terra. Intontita, Vittoria cercò di allontanarsi strisciando, ma un calcio nella schiena le strappò un gemito costringendola a raggomitolarsi per proteggersi dai colpi che lo sconosciuto continuava a menare alla cieca.
Cadendo aveva perso il coltello. Sopra di lei, l’uomo si reggeva a una pianta. La parte alta dei pantaloni e la polo che indossava erano lorde di sangue. Appendendosi a un ramo le si avvicinò trascinando la gamba destra. Era evidente che faticava a rimanere in piedi.
«Puttana…» ansimò. «Adesso la paghi…»
Vittoria si girò di lato cercando il coltello tra gli aghi di pino, ma l’aggressore lasciò la presa e le cadde addosso. Scalciò tentando di divincolarsi ma lui le stava aggrappato per impedirle di scappare e intanto la colpiva. Riuscì a mettersi a cavalcioni sopra di lei e cercò di afferrarle i polsi per impedirle di difendersi. Siccome faticava comunque a trattenerla, alla fine fu costretto a lasciarla andare.
Vittoria sputò un grumo di terra e aghi di pino che le erano finiti in bocca, poi girò lo sguardo verso l’alto e vide il pezzetto di tessuto giallo attaccato al tronco che svettava sopra di lei. L’uomo raccolse un sasso e alzò il braccio per colpirla.
Sgomenta, annaspò con la mano nell’erba alla base del tronco e le sue dita incontrarono il filo da pesca teso a una decina di centimetri da terra. Con la forza della disperazione lo afferrò e diede uno strattone. Lo scoppio della cartuccia l’assordò e subito dopo il corpo inerte dell’uomo si afflosciò sul suo.
Trafelata, bloccata a terra dal peso che le stava addosso, rimase immobile per diverso tempo cercando di placare l’agitazione e recuperare le forze. Sentiva il sangue umido e caldo dell’uomo che le scorreva sul viso e sul collo e il ribrezzo l’aiutò a raccogliere l’energia per scrollarsi di dosso il cadavere, che rotolò lì accanto. Sollevò il busto pulendosi con il dorso della mano.
Nelle orecchie le giungeva a ondate un fischio incessante e fastidioso. Nonostante la nausea riuscì a mettersi in ginocchio e si piegò in avanti scossa dai conati.
Un fruscio alla sua destra la costrinse a sollevare il capo. Max comparve tra gli alberi con un bastone in mano. La vide e si precipitò ad aiutarla.
«Sei ferita?» chiese spostando le ciocche di capelli che le coprivano il viso.
Vittoria scosse il capo e indicò il corpo che giaceva lì accanto. Max lo rivoltò con la punta di un piede. L’uomo era morto, la rosa di pallettoni aveva investito la parte superiore del torace e la sua testa si trovava troppo vicino alla trappola per lasciargli qualche possibilità di sopravvivenza.
Aiutò l’amica a rimettersi in piedi e controllò che stesse bene.
«Dobbiamo andarcene da questo posto» disse. «Bisogna recuperare Ismail e Blessing, con il casino che abbiamo fatto non possiamo permetterci di incontrare dei poliziotti.»
«Nawal?» domandò Vittoria.
«Quando ho sentito lo sparo l’ho lasciato là sotto. Più tardi recuperiamo anche lui.»
Udirono dei passi che scendevano di corsa fra gli alberi e poco dopo Sanda li raggiunse sbucando dal fitto della boscaglia. Impugnava il corto mitra che portava a tracolla.
«Più su ne ho trovati altri due» disse prima che gli altri potessero aprire bocca. «Sono feriti, non si possono muovere.»
«Quindi li abbiamo tolti di mezzo tutti e cinque.»
La nera annuì. «Hanno avuto sfiga» scherzò. «Forza, torniamo al rifugio. Il tempo passa e bisogna che qualcuno salga dove si nascondono Abdel e Ismail per dirgli che è tutto a posto.»
«Ci vado io» disse Vittoria, che nel frattempo si era ripresa.
Si avviarono su per la scarpata e salendo recuperarono le cinque trappole scariche e la sesta inesplosa. Max e Sanda portarono i due feriti sotto la tettoia e li immobilizzarono con del cordame che trovarono in una cassa. Non erano stati colpiti in modo grave, ma nessuno dei due era in grado di muoversi. Avrebbero fatto una telefonata e prima di notte li avrebbe raccattati la polizia, di una parte o dell’altra. Scesero ancora nel bosco per cercare il resto delle armi, ma trovarono solo tre pistole.
Sanda le scaricò, le smontò e ne gettò i vari pezzi giù da un dirupo disperdendoli dove nessuno avrebbe mai potuto recuperarli.
Mezz’ora più tardi Vittoria e Abdel rientrarono al rifugio con Ismail e Blessing. Andarono a prendere Nawal e gli rimisero in sesto la gamba, steccandola in modo che potesse camminare con l’aiuto di un bastone. Infine fecero un tè su un fornelletto da campeggio. Si sedettero attorno al bricco fumante e cominciarono a interrogare Ismail, ben felice di vuotare il sacco su ciò che sapeva delle varie attività della Instant Farma e della Millenium Phœnix. Per oltre un’ora, Max registrò ogni parola con il cellulare.
Erano le quattro del pomeriggio quando si prepararono per rientrare in città .
«Ho deciso che scendo in Francia» disse Ismail. «E...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Fuoco
- UNO. Un lavoro da fare
- DUE. Estremamente precario
- TRE. Una dentro l’altra
- QUATTRO. Cosa ci aspetta
- CINQUE. Numero Uno
- SEI. Cenno d’assenso
- SETTE. E adesso?
- OTTO. La parte più difficile
- NOVE. Aveva contaminato ogni cosa
- DIECI. Toccare con mano
- UNDICI. Il verso giusto
- DODICI. Una risposta
- TREDICI. Portava alla scala
- QUATTORDICI. La vecchia Peugeot di Abdel
- QUINDICI. Abbiamo un problema
- SEDICI. Come prima
- GIOVEDÌ 30 – ORE 17.15.22
- DICIASSETTE. Una pietra sopra
- DICIOTTO. A gambe all’aria
- DICIANNOVE. I cani con le salsicce
- GIOVEDÌ 30 – ORE 18.07.35
- VENTI. Verso nord
- VENTUNO. La porta alle spalle
- VENTIDUE. Il filo conduttore
- VENTITRÉ. Arriviamo anche noi
- VENTIQUATTRO. La scomodità della posizione
- VENTICINQUE. Della sua vita
- GIOVEDÌ 30 – ORE 19.12.07
- VENTISEI. Vi consiglio di fare attenzione
- VENTISETTE. Stringendo su di lui
- VENTOTTO. Il loro stesso percorso
- VENTINOVE. Tutto questo tempo
- TRENTA. Il tavolino della dea
- TRENTUNO. Ottocento euro
- TRENTADUE. Quella situazione spaventosa
- TRENTATRÉ. Per aver pensato a proteggerla
- GIOVEDÌ 30 – ORE 19.52.18
- TRENTAQUATTRO. Un ultimo sussulto
- TRENTACINQUE. Era lui
- TRENTASEI. Anche gli altri
- TRENTASETTE. Mio figlio
- TRENTOTTO. Casi eccezionali
- TRENTANOVE. Anelli di fumo
- Copyright