(Im)perfetto sostenibile
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(Im)perfetto sostenibile

Gesti quotidiani per una sostenibilità alla portata di tutti

  1. 216 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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(Im)perfetto sostenibile

Gesti quotidiani per una sostenibilità alla portata di tutti

Informazioni su questo libro

"Vorrei che queste pagine diventassero uno strumento utile per comprendere che l'impegno verso la sostenibilità è fatto di aggiustamenti graduali, di tentativi, di scelte personali, di tante piccole azioni che ripetute ogni giorno - e condivise - fanno la differenza." Camilla Mendini è la voce italiana della sostenibilità; con il nome d'arte Carotilla è un punto di riferimento per migliaia di persone che, come lei, hanno a cuore l'ambiente e il futuro del nostro pianeta. Oggi tutti sappiamo che i nostri comportamenti quotidiani hanno un impatto sul mondo che ci ospita. Quando scegliamo cosa mangiare, come vestirci, come occuparci della casa e come muoverci stiamo lasciando un'impronta: Camilla ci aiuta a fare in modo che sia un'impronta leggera e in armonia con la natura.
In questo volume, tutto illustrato e ricchissimo di consigli pratici, troviamo i comportamenti virtuosi, gli stratagemmi quotidiani e le informazioni essenziali per prendere le decisioni giuste e scegliere un'esistenza a impatto zero.
Scopriamo che rendere più sostenibile il nostro abbigliamento non è soltanto facile ma anche stimolante, che esiste tutto un mondo di cosmetici green di grandissima qualità, che quando si tratta di alimentazione e spesa a volte basta un po' di creatività (e con le 15 ricette antispreco possiamo iniziare a metterci in gioco!), che per pulire casa non servono mille prodotti diversi ma pochissimi e non inquinanti, e infine che quello dei piccoli è un universo a sé pieno di possibilità per vivere in armonia con la natura e divertirsi. La cosa più importante, però, è fare un passo per volta, senza fretta, senza sensi di colpa e seguendo le proprie inclinazioni personali, perché, ci ricorda l'autrice, "diventare perfettamente sostenibili, per quanto in teoria sia l'ideale, non è ciò a cui dobbiamo puntare: un esercito di imperfetti sostenibili è più forte di un gruppo ristretto di persone che sono sostenibili in tutto e per tutto".

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Informazioni

Print ISBN
9788891585363
eBook ISBN
9788865976937

ALIMENTAZIONE E SPESA

Il tema dell’alimentazione è particolarmente delicato perché tocca più di altri un ambito che va oltre le nostre decisioni personali: quando si discute di cosa si acquista e cosa si cucina bisogna tenere conto della dimensione culturale e simbolica del cibo; in Italia, in particolare, quello che mettiamo in tavola è sinonimo di tradizione, di famiglia e di socialità, quindi in questo campo più che mai è difficile farsi domande, intavolare discussioni, cambiare abitudini.
Eppure è fondamentale parlare di cibo quando si parla di sostenibilità: sia perché le nostre scelte in fatto di dieta hanno un impatto notevole sul cambiamento climatico (circa un terzo delle emissioni totali di gas serra provengono dal settore alimentare), sia perché i rifiuti alimentari che si producono ogni anno (centosettantatré chili a testa solo nell’Unione Europea) rappresentano uno spreco di risorse preziose e limitate.
Come ho raccontato nell’introduzione, credo che la sostenibilità tocchi tanti aspetti della vita e che ognuno di noi possa fare del suo meglio per dare il proprio contributo un passo dopo l’altro e al ritmo che più gli si confà; è anche vero che ciascuno di noi ha un ambito in cui è più portato a modificare le abitudini senza sforzo e altri che gli sono meno congeniali. Io per esempio da tanti anni ho eliminato dalla mia dieta la carne – ci ritornerò tra poco – ma non sono (ancora?) vegana, nonostante questo possa sembrare in contraddizione con il mio percorso. Ricordatevi però che giudicare le scelte altrui non porta a nulla di buono: ciascuno di noi si può impegnare ad adottare una dieta il meno impattante possibile e a fare dei gesti che riducano gli sprechi a tavola senza per questo stravolgere le proprie abitudini, l’importante è cominciare a fare la differenza con scelte consapevoli.

QUALE DIETA È LA PIÙ SOSTENIBILE?

Ecco la domanda alla quale negli anni molti ricercatori hanno cercato di rispondere mettendo a confronto diversi tipi di alimentazione.
Ma procediamo con ordine partendo dalla base, ovvero andando a vedere quali sono le diete (cioè i regimi alimentari) più comuni.
  • La dieta onnivora prevede il consumo di alimenti di origine vegetale e animale;
  • la dieta pescetariana rispetto alla dieta onnivora esclude il consumo di carne;
  • la dieta vegetariana (o meglio ovo-latto-vegetariana) prevede il consumo di alimenti di origine vegetale e di derivati animali come latte, uova e miele;
  • la dieta vegana prevede solo il consumo di alimenti di origine vegetale.
Potremmo dedicare pagine e pagine a ogni singolo studio sulla maggior sostenibilità di una dieta piuttosto che un’altra alla disperata ricerca di una risposta univoca, ma credo che sia più importante riflettere su alcuni punti comuni a tutte le ricerche:
  • il consumo di carne, soprattutto bovina, comporta un utilizzo di acqua, di suolo e di energia altissimo (si veda il paragrafo “Scegliere cosa mangiare”), quindi una dieta a base vegetale è indiscutibilmente vantaggiosa in termini di sostenibilità ambientale;
  • la differenza più evidente tra una dieta sostenibile e una non sostenibile dipende più dalle scelte individuali che dal tipo di regime alimentare seguito; è dunque il singolo consumatore, decidendo cosa acquistare, a determinare l’impatto ambientale di una dieta, anche se stiamo parlando di una dieta a base vegetale, sia vegana sia vegetariana.
Sul secondo punto, di sicuro in apparenza più controverso, ci tengo a fare una riflessione; non è detto che una dieta vegana garantisca necessariamente consumi sostenibili: se chi la segue compra tanti prodotti confezionati e lavorati di origine industriale (seitan, burger pronti e così via), nonché prodotti inquinanti seppur vegani come caffè e cacao (spesso ottenuti a caro prezzo, leggi: deforestazione), allora consuma più acqua ed energia elettrica di chi invece ha un’alimentazione vegetariana ma è più attento all’impronta ambientale del cibo che mette nel carrello.
Ecco cosa intendo quando parlo di scelte individuali e di un percorso verso la sostenibilità che non deve andare alla ricerca di una fantomatica perfezione, quanto piuttosto di un equilibrio che va bene per ogni singola persona. Scegliere cosa mangiare è un’operazione che molti di noi fanno quotidianamente almeno tre volte al giorno: riflettere sulle nostre abitudini alimentari è un gesto che dobbiamo compiere per il bene della Terra.

LA SPESA ATTENTA ALL’AMBIENTE

Ogni volta che compriamo un prodotto ci avviciniamo o ci allontaniamo da ciò che identifichiamo come alimentazione sostenibile, decidendo:
  • cosa mangiare;
  • dove acquistarlo;
  • che tipo di confezione prediligere;
  • il luogo di provenienza;
  • a quale produttore affidarci;
  • se seguire la stagionalità.
Questi sono i cardini intorno ai quali dovrebbe svilupparsi la nostra riflessione di consumatori.

Scegliere cosa mangiare

Il nostro corpo per funzionare in maniera adeguata ha bisogno dei cosiddetti macronutrienti, ovvero carboidrati, proteine e grassi. Attraverso quali alimenti assumerli è una decisione che spetta a noi. Chiaramente le luci sono subito puntate sulle proteine, perché sono l’elemento chiave di quel dibattito che riguarda il consumare o meno carne, pesce e latticini; non voglio addentrarmi nel discorso etico, del tutto personale, ma voglio concentrarmi sull’incredibile impatto che l’allevamento intensivo ha sull’ambiente e sul cambiamento climatico, come numerosi studi negli ultimi decenni hanno messo in evidenza.
La popolazione mondiale continua ad aumentare, e questo significa più cibo necessario a sfamare più persone: se i consumi cresceranno di conseguenza, e se le persone non cambieranno la propria alimentazione, la Terra non potrà sopportarlo. Se infatti le persone vorranno continuare a mangiare carne, e anzi ne vorranno mangiare di più (dato che dal 1965 il consumo pro capite è in aumento sia nei Paesi industrializzati sia nei Paesi in via di sviluppo), la quantità dei territori dedicati a coltivare i vegetali necessari alla sussistenza degli animali allevati dovrà aumentare, mettendo in pericolo la biodiversità per trasformare aree incontaminate in terreni a uso agricolo; e cresceranno anche il consumo di acqua, le emissioni di metano e di gas serra. Poche calorie in cambio di tante risorse, ecco un’equivalenza che non fa bene né a noi né all’ambiente in cui viviamo.
Ridurre il consumo di carne o eliminarla del tutto dalla propria dieta è quindi il primo, enorme e rilevante passo che tutti noi dovremmo fare per ridimensionare la nostra impronta sul pianeta. E invece di provare a stravolgere le proprie abitudini da un giorno all’altro diventando vegani da subito – e correndo il rischio di arrendersi alla prima difficoltà – si può provare semplicemente, di pasto in pasto, a sostituire la carne con altri alimenti proteici (privi tra l’altro delle controindicazioni tipiche della carne rossa e dei prodotti lavorati come i salumi).

I legumi

Io suggerisco innanzitutto di tornare ai cibi semplici, riscoprendo le tantissime varietà di legumi che offre l’Italia; non li chiamavano “carne dei poveri” a sproposito, dopotutto! E se pensate che ci si metta troppo tempo a cuocerli, vi svelo qualche “segreto”:
  • le ore di ammollo indicate aiutano a velocizzare la cottura;
  • la pentola a pressione è vostra amica;
  • restare a fissare la pentola sul fuoco non è un requisito necessario affinché i legumi cuociano: potete fare altro, nel frattempo, quindi il fatto che necessitino di una cottura prolungata non è una scusa;
  • i legumi già cotti, in vetro o lattina di metallo, vanno benissimo nutrizionalmente parlando! Ricordatevi soltanto di sciacquarli bene per eliminare il sale.

Il pesce

Per tanti anni, pur avendo escluso la carne dalla mia dieta, ho continuato a mangiare pesce: dato che cucino spesso per tutta la famiglia, questo era il compromesso adatto a noi; cercavo in ogni caso di acquistarlo di rado e di scegliere quello pescato localmente. Documentari come Seaspiracy (si veda #carotillaconsiglia) mi hanno aperto gli occhi sugli enormi danni che l’uomo provoca alle specie marine e sugli effetti devastanti che la pesca su larga scala ha sugli ecosistemi. Qualche esempio? La cattura accidentale (ovvero non intenzionale di specie che in quel momento non sarebbero bersaglio dell’attività di pesca) provoca la morte di una quantità ingente di pesci (il quaranta percento del pescato mondiale è inutilizzato), l’inquinamento derivante da reti e attrezzature da pesca è ingestibile, l’itticoltura ha dei retroscena inimmaginabili. Come ogni prodotto animale, se non vogliamo o non possiamo eliminarlo del tutto dalla nostra dieta, cerchiamo di consumarlo con consapevolezza: l’ambiente ce ne sarà grato.

I latticini

Secondo uno studio dell’Università di Oxford, per produrre un bicchiere di latte vaccino si emette in atmosfera quasi il triplo di gas serra rispetto a una qualsiasi bevanda vegetale (che sia a base di soia, di avena, di mandorla e così via); anche per quanto riguarda l’utilizzo di terra e di acqua non c’è paragone: i consumi necessari per ottenere un litro di un latte non caseario sono in ogni caso decisamente inferiori.
Fino a qualche anno fa l’unica alternativa a latte e yogurt vaccini era… evitare latte e yogurt. Adesso siamo fortunatissimi! Nella maggior parte dei supermercati è presente almeno un’opzione vegetale (la più diffusa di solito è a base di soia), per non parlare del fatto che moltissime bevande si possono autoprodurre a casa con davvero poco sforzo (si veda il DIY “Bevanda vegetale a base di mandorle”) e poca spesa; magari all’inizio dovrete assaggiarne diversi per trovare il gusto che pre...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. (IM)PERFETTO SOSTENIBILE
  4. SOMMARIO
  5. Introduzione
  6. Dentro l’armadio
  7. Angolo beauty
  8. Alimentazione e spesa
  9. Casa e pulizia
  10. Il mondo dei piccoli
  11. Fonti
  12. Ringraziamenti
  13. Copyright