Il giorno seguente, alla scuola di Moon Town, venne comunicato ufficialmente a Glitter, Daisy e Marine di essere state scelte, insieme ad altri studenti, per frequentare un mese di lezioni in una prestigiosa accademia di arti e teatro di Parigi. La stessa splendida notizia fu data anche ad alcuni alunni della scuola di Sun Town, fra i quali c’era Candy.
«Signorina Candy, non mi sembra affatto sorpresa da questa comunicazione!» osservò severa la professoressa Lucrezia, facendo scivolare i suoi occhiali a mezzaluna sulla punta del naso.
La ragazza rispose con un sorrisetto e ammise che “qualcosina” le era già stato anticipato dal professor Mene Strello. In realtà, appena appresa la notizia, l’insegnante le aveva spifferato tutto, compresi i nomi degli altri studenti selezionati.
La professoressa Lucrezia le gettò uno sguardo sospettoso, ma decise di non indagare oltre e si rimise a spiegare. Durante quell’ultima ora di lezione Candy continuava a guardare impaziente l’orologio: aspettava la campanella come se fosse quella dell’ultimo giorno di scuola. Appena suonò, salutò in fretta i compagni e si precipitò in piazza, dove sapeva che avrebbe incrociato le sue migliori amiche.
«Allora? Che cosa vi avevo detto?» esordì, indossando i suoi occhiali da detective.
«Non ci posso credere, andremo tutte a Parigi!» esclamò Marine, con gli occhi che le brillavano come due diamanti.
«Guarda che ci andiamo per seguire dei corsi, quindi per studiare, non per fare le turiste!» la canzonò Daisy.
«Certo, come no...» replicò l’altra, con l’aria di chi stava già pianificando una vacanza.
«L’accademia dove studierete è molto prestigiosa» intervenne Melanie. «Ci sono ragazzi e ragazze che farebbero di tutto per essere ammessi, quindi dovrete impegnarvi e lavorare sodo!»
«Certo, daremo tutte il massimo!» garantì Glitter. Poi, facendo volteggiare la gonna della divisa, aggiunse: «Ma ci pensate?! Io e Marine seguiremo un corso di moda e design: saremo circondate da stoffe sbrilluccicose e bellissime, e impareremo a confezionare abiti alla moda… Non sarà una vacanza, sarà… un sogno!».
«Esatto!!!» esclamò Candy, felice di vedere che Glitter era entusiasta quanto lei. «E quando io e Daisy finiremo le lezioni del corso di scrittura, potremo trovarci e andare in giro per la città a mangiare tante, tantissime cose buone!» Aveva già l’acquolina in bocca, ormai non faceva altro che pensare a tutti i dolcetti e i pasticcini che avrebbe assaggiato a Parigi.
Purtroppo però quell’entusiasmo venne smorzato da un commento di Melanie, che obiettò: «Secondo me studieremo tutto il giorno e ci ritroveremo a sera troppo sfinite per fare qualsiasi cosa».
A quelle parole le altre ammutolirono, guardando Melanie sconfortate.
«Che c’è? È così che andrà» ribadì rassegnata la ragazza.
Glitter rivolse a Melanie uno sguardo malinconico. Era preoccupata per l’amica: non era più la stessa. Aveva l’aria triste, sembrava come… svuotata. Era da tempo che si riprometteva di parlarle, ma anche questa volta, come tutte le precedenti, si trattenne. Sentiva che non era il momento giusto.
A ridestarla da quei pensieri arrivò la voce squillante di Candy: «Suvvia, ragazze, un po’ di ottimismo! Non fasciamoci il corno di unicorno prima di averlo spezzato!».
Le altre la guardarono con aria interrogativa.
«Si dice così, no? Be’, poco importa! Pensate positivo! Studieremo tanto? Sì! Impareremo tantissimo? Sì! Ci divertiremo tantissimissimo? Assolutamente sì! Dicono che Parigi sia la città più bella del mondo, e noi la renderemo ancora più bella con i colori della Unicorn Squad!»
Candy era raggiante e sicura come un unicorno che percorre l’arcobaleno per raggiungere le sue amiche fate e aiutarle con i suoi poteri a sconfiggere i troll. E proprio come un unicorno scintillante risollevò il morale a tutte le sue amiche, tutte tranne una…
Nell’udire quelle parole a Melanie scappò un sospiro. “I nostri colori…” pensò, rigirandosi il quaderno degli appunti fra le mani. Era un quaderno dalla copertina completamente nera, senza disegni, senza colori. Quel nero, in quel momento, le sembrò ancora più nero.
«Io… devo andare. Ci si vede dopodomani all’aeroporto, ragazze. Marine, mi raccomando, non portarti dietro troppe sciocchezze» si raccomandò, prima di allontanarsi.
«Io non posseggo sciocchezze, solo cose la cui utilità non è ancora chiara ad altre persone…» si apprestò a ribattere l’altra.
«Ma come, Mel, domani non vieni alla merenda di saluto in pasticceria?» chiese spiazzata Glitter. «Candy ha mandato un invito: ci saranno tutti i nostri amici e i nostri fidanzati… Vuoi partire senza salutare nessuno?!»
«Non posso venire, ho molto da studiare... Salutate gli altri da parte mia.»
E così se ne andò.
A rompere il silenzio che seguì quel triste congedo fu Daisy: «Okay, devo dirlo. Sono preoccupata per Melanie, ragazze. Nemmeno io studio così tanto!».
«Oh, tu non conosci bene suo padre…» commentò Marine. Quindi raccontò alle altre come mai Melanie era sempre così competitiva e passava le giornate a studiare.
Suo padre e suo nonno erano persone di successo, che avevano riposto in Melanie molte speranze. Pretendevano da lei i voti più alti in tutte le materie e un impegno totale nelle discipline che loro ritenevano “essenziali”. Ovviamente queste non comprendevano niente che avesse a che fare con l’arte e sicuramente disapprovavano ogni momento di divertimento che Melanie osava concedersi con le amiche, ritenendolo “poco utile per la sua crescita professionale”. Avevano persino deciso di farla accompagnare a Parigi dall’assistente del padre, in modo da assicurarsi che non si facesse distrarre!
«Non possiamo permettere che Melanie perda la gioia di vivere, dobbiamo agire!» esclamò a quel punto Candy. Poi sfoderò uno dei suoi sorrisi a trentadue denti e propose: «E lo faremo a Parigi! Sì, a Parigi inizierà la nostra missione, a cui non ho ancora dato un nome. Ci devo pensare. Dobbiamo ricordare a Melanie che nella vita non esiste solo lo studio: per esempio, una volta le piaceva disegnare… Quale posto migliore di Parigi per risvegliare in lei questa passione?».
Tutte furono d’accordo e iniziarono subito a formulare insieme un nuovo, importantissimo piano.
* * *
L’indomani le amiche si incontrarono alla pasticceria. C’erano tutti i loro amici più cari e naturalmente i ragazzi di Candy e Glitter: il tenero Jimmy e il tenebroso Mike. Per l’occa...