
- 144 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
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eBook - ePub
Cluedo. School of mystery. Un delitto di troppo
Informazioni su questo libro
Alla Cluedo School of Mystery una classe di aspiranti detective studia e si allena per diventare un infallibile team di investigazione. Ma quando la scuola si trasforma nella scena di un delitto, le lezioni teoriche lasciano il passo a un'indagine vera e propria: i ragazzi dovranno fare affidamento su tutto ciò che hanno imparato e scommettere sul proprio intuito per risolvere il crimine... e trovare il colpevole!
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Informazioni
Editore
FABBRI EDITORIAnno
2020Print ISBN
9788891583802eBook ISBN
9788831801126Capitolo 3
Croissant di sangue
Peacock, Mustard e Scarlett se ne stavano piantati come tre stoccafissi al centro della sala da pranzo.
«Non vi pare strano?» disse Peacock. «La tavola è apparecchiata alla perfezione...»
«Eppure Guiltee non è nemmeno qui» osservò Scarlett.
Mustard rispose: «E non è l’unica assenza evidente. In questa stanza manca qualcosa di importante!».
«Ma che vai dicendo, Capitan Vestaglia?» rise Scarlett, e intanto passò in rapida rassegna il grande tavolo di legno con le gambe a forma di zampa di leone, l’enorme tappeto persiano, la pendola, le mensole con i piatti di porcellana, l’elegante mobile a vetrinetta, i quattro quadri di vedute incorniciati in oro, un enorme lampadario a gocce di vetro di Murano... c’era abbastanza arredamento per far venire un infarto a qualsiasi architetto minimalista svedese!
«Questa sala da pranzo è così piena che sembra un mercatino dell’antiquariato!»
«Parlavo dei croissant!» spiegò Mustard. «Il profumo che abbiamo sentito tutti proveniva chiaramente da qui, eppure non si vedono da nessuna parte.»
«Sempre più strano» commentò Peacock, attorcigliandosi una treccina intorno al dito. «Niente colazione in cucina, niente colazione in sala da pranzo…»
In quel momento sopraggiunse Plum.
«Che ci fate tutti qui dentro?» domandò curioso.
«Cerchiamo di capire che fine abbiano fatto la colazione...» rispose Peacock «... e il maggiordomo!»
«GUILTEE!» strillò Scarlett con uno dei suoi caratteristici urli belluini.
«Signor Guiltee?» le fece eco più sommessamente Plum. «Avremmo superato le prove di inizio settimana e…»
«E STIAMO MORENDO DI FAME!» esclamò Mustard, attirandosi lo sguardo severo dei suoi compagni.
«Cosa c’è?!» ribatté lui, sulla difensiva. «Abbiamo fatto lavorare il cervello, dobbiamo rifornirci di energia prima dell’esame di fine trimestre!»
Percy passò silenzioso tra le gambe dei ragazzi, altezzoso come al solito, e Peacock si chinò per accarezzarlo.
«E tu, che dici? Dove è il tuo padrone?»
Lui schivò la carezza e si fermò un attimo a fissarli, enigmatico. Poi scivolò con un miagolio fuori dalla stanza.
Scarlett strillò: «Vuole che lo seguiamo!».
«Parli anche con i gatti, ora?» rise Mustard, ma la ragazzina si era già precipitata fuori dalla porta. E non era semplice non farsi trascinare da Scarlett: quando partiva non la fermava nessuno. Peacock e Plum le andarono subito dietro, così si unì anche lui alla compagnia.
I quattro seguirono Percy fino al grande salone di ingresso e da lì lo videro infilarsi nella biblioteca. Il gatto si voltò a guardarli per un attimo prima di scivolare attraverso la porta socchiusa.
Peacock si fermò: «Non so perché, ma questa storia non mi dice niente di buono».
Scarlett annuì: «Quel gatto è sempre stato strano». Plum ribatté: «Secondo me capisce tutto quello che diciamo».
«Quanto la fate lunga!» rise Mustard. «Volete fare i detective e vi fate suggestionare da un gatto? Ho capito, ci penso io!»
E con aria di sufficienza andò dietro a Percy.
«Mi ripetono tutti che sono un topo di biblioteca… Spero che questo non ti abbia fatto venire strane idee, gatto misterioso!» scherzò, sparendo oltre la porta.
Ma quando uscì dalla biblioteca, una manciata di secondi dopo, ogni traccia di allegria era scomparsa dal suo volto. Ora era pallido e con gli occhi vitrei.
«Mustard? Che ti è preso?» gli domandò Scarlett, sorpresa di vederlo ritornare in quello stato. «Qualcuno ti ha macchiato la vestaglia presidenziale?»
Il ragazzino fece un vago gesto in direzione della biblioteca.
«Cre-Credo…» balbettò. «Credo di aver capito perché Guiltee non ci ha ancora servito la colazione.»
«E allora, avanti, diccelo!» lo esortò Scarlett.
Ma tutto ciò che ottenne da Mustard fu un boccheggio senza voce.
«Uff! Vorrà dire che lo scoprirò da sola...» sospirò Scarlett, e si avviò anche lei verso la biblioteca.
Peacock si avvicinò a Mustard, preoccupata.
«Sicuro di sentirti bene?» gli domandò.
Per tutta risposta, il ragazzo in vestaglia crollò di faccia sul pavimento, duro come un baccalà. E se Plum e Peacock non fossero intervenuti all’ultimo secondo, ci avrebbe di certo rimesso il suo delicato nasino alla francese!
Ma le sorprese non erano finite: in quell’istante dalla biblioteca arrivarono le grida di Scarlett.
«GUILTEE? GUILTEE! NO! NON È POSSIBILE!»
Peacock scattò in piedi e corse in suo soccorso strillando: «Scarlett! Che succede?».
Plum, invece, schiaffeggiò le guance pallide di Mustard per farlo rinvenire.
«Ahia, ahia, basta!» supplicò l’amico, schiudendo finalmente gli occhi. In biblioteca, intanto, anche Peacock aveva cominciato a gridare.
Plum tremava da capo a piedi. Mentre aiutava Mustard a tirarsi su gli domandò: «Ma che è successo, là dentro?».
Mustard sospirò afflitto: «È successo che qualcuno ha conficcato un pugnale nel petto del buon vecchio Guiltee!».
Plum sbiancò. «Hanno ammazzato Guiltee? Ma chi?!»
«Mi pare ovvio» ribatté Mustard. «L’assassino!»
Plum fissò il compagno con aria sospettosa, con gli occhi ridotti a due fessure.
«E dimmi un po’» gli disse, «che tipo di assassino era? Descrivimelo. Forse portava la vestaglia?»
«Ma che accidenti vai dicendo, Plum?»
«Ieri Guiltee ha cucinato i broccoli e tu hai detto che non glielo avresti perdonato» ribatté Plum con aria di sfida. «Lo ricordo perfettamente!»
«Odio i broccoli, è vero» replicò Mustard. «Ma se credi che… oh, senti! Pensa un po’ quello che vuoi! Non sono stato io. Tutto ciò che so è che il povero Guiltee è steso in biblioteca, con un pugnale tra le costole e una chiazza di sangue sulla camicia grande come una padella… ti basta, come descrizione?»
La scena nella biblioteca, in effetti, era tremenda. Il povero Guiltee giaceva disteso sul tappeto con la sua bella livrea impeccabile, ma il cuore fermo, il respiro assente, un pugnale dal manico d’avorio conficcato nel petto e la linda camicia bianca inzuppata di sangue.
«Niente da fare» mormorò Peacock, due dita appoggiate sul polso del maggiordomo.
«Tutto questo è orribile!» singhiozzò Scarlett rivolta a Plum e Mustard, che li avevano appena raggiunti.
«Già» assentì Plum, scosso dallo spettacolo che gli si parava davanti.
Nel tentativo di distrarsi dal cadavere, il ragazzo lasciò vagare lo sguardo in giro per la biblioteca e vide il vassoio d’argento del maggiordomo ancora appoggiato su un tavolino lì accanto, ricolmo di profumati croissant. Non li avrebbe mai più preparati... non avrebbe mai più fatto niente, povero Guiltee!
«È orribile, sì» commentò Peacock, serissima. «E non solo perché è un crimine efferato... ma anche perché, visto che siamo soli in casa, l’ipotesi più probabile è che l’assassino... sia uno di noi!»
Sconvolta, fissò uno a uno i suoi compagni di corso. Chi di loro poteva aver avuto il coraggio di fare una cosa simile? E perché?
«Questo include anche te, Pea» ribatté Scarlett, tagliente. «Chi ci dice che non stai usando il vecchio trucco di Sticklerstein?»
«“Sollevare per primo un certo sospetto, inducendo chi ti ascolta a credere che tu non abbia nulla da nascondere”» disse Plum, citando a memoria il manuale di psicologia criminale.
«Infatti è così: non ho nulla da nascondere!» replicò Peacock. «E non ho neppure un possibile movente, a differenza di voi due.»
«COSA?!» urlarono i due ragazzi in coro.
«Proprio così» rispose Peacock. «Tu, Scarlett non hai mai perdonato Guiltee per avere rovinato il tuo golfino preferito. Gli è bastato sbagliare a programmare la lavatrice per diventare il tuo più acerrimo nemico. E tu, Plum? Pensi che non ci accorgessimo delle occhiatacce che gli lanciavi quando ti faceva qualche battutina sulla tua acconciatura bislacca?»
«La mia acconciatura non è bislacca!» protestò Plum.
«Occhiate al cianuro, come quella che hai lanciato proprio ora a Peacock» commentò Scarlett, rivolgendogli un sorrisetto affilato.
«Sono solo sciocchezze!» borbottò Plum, punto nel vivo. Adorava i suoi capelli perché poteva nascondercisi dietro, esattamente come si nascondeva dentro la sua felpa.
«Chissà, forse sì o forse no. Ma era appunto ciò che volevo dire: tutti siamo sospettati di questo delitto» disse Peacock.
Dopo quelle parole nella biblioteca scese un tetro silenzio. E in quel silenzio, di colpo, la villa dove avevano trascorso le ultime eccitanti settimane della loro vita si trasformò in un luogo sinistro e inquietante. Le grandi stanze zeppe di mobili antichi, l’ombroso garage, la sala da pranzo, le scale che salivano alle camere, persino la cucina in cui avevano condiviso tante allegre merende, all’improvviso apparvero inospitali. E il vento che sibilava fuori dalle finestre non aiutava certo a sentirsi al sicuro.
Il silenzio fu rotto dai versi di Mustard che ingoiava in un solo boccone una brioche, e poi un’altra ancora.
«Mustard, fermo!» lo riprese Plum, lanciandogli un’occhiata severa.
«Fcufate! È la famme nevvova!» bofonchiò lui, ingollando la terza. «E pfoi a Guiltee non difpiacerebbe!»
E in effetti, se Guiltee fosse stato ancora vivo, lo avrebbe rimproverato per l’ingordigia – oltre che per la mancanza di stile –, ma sotto sotto sarebbe stato fiero del successo dei suoi manicaretti. Povero, caro Guil...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- A CACCIA DI ORME
- SOMMINISTRAZIONE OCCULTA
- CROISSANT DI SANGUE
- CHI HA PRESO GUILTEE?
- DANCING LADY
- LA BIGLIA VINCENTE
- MACCHIE PARLANTI
- PIZZA!
- UN DELITTO DI TROPPO
- IPOTESI E SPECULAZIONI
- IL CASO È CHIUSO
- CRIMINI A COLAZIONE
- PRALINA CON SORPRESA
- UNA RICOSTRUZIONE QUASI PERFETTA
- URRÀ PER IL CLUEDO TEAM
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