Il mio piano per salvare il mondo
eBook - ePub

Il mio piano per salvare il mondo

  1. 240 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Il mio piano per salvare il mondo

Informazioni su questo libro

Mya Parsons ha dodici anni e grandi sogni. Vuole lavorare all'ONU, anzi diventare ambasciatrice dell'ONU, e vincere il premio Nobel. Ha a cuore i diritti civili e per questo, insieme all'amica Cleo, ha fondato il gruppo dei Giovani per la Giustizia Sociale. Ma ha anche un desiderio molto più spiccio: vorrebbe tanto un cellulare. Per convincere i genitori, Mya mette a punto una strategia. Lavora come babysitter, si mostra responsabile nel badare alla sorellina mentre la mamma è dalla nonna in Myanmar e il papà annaspa tra il lavoro e i broccoli "caramellati" (o forse bruciati). Non è facile fare tante cose insieme, ma Mya non molla quando vuole qualcosa, soprattutto adesso che l'amica Cleo sembra precipitata in un altro mondo: ha un telefono suo, fa mille foto, chatta con le compagne di scuola e… esce con un ragazzo!
Chissà se Mya riuscirà a realizzare il suo sogno: ottenere u̶n̶ ̶c̶e̶l̶l̶u̶l̶a̶r̶e̶ la pace nel mondo?

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Il mio piano per salvare il mondo di Tanya Lloyd Kyi in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
RIZZOLI
Anno
2019
Print ISBN
9788817143592
eBook ISBN
9788858698969
PARTE 1

UNA SETTIMANA SENZA LA MAMMA

Ci sono due tipi di persone al mondo: quelle che vivono con un pacchetto di fazzoletti sul comodino e quelle che si mettono le dita nel naso prima di dormire e si asciugano il moccolo sulle lenzuola. Io appartengo al primo tipo. Mia sorella Nanda al secondo.
Lo so perché: (a) condividiamo la camera, e (b) mia mamma una volta ha letto che i bambini che dormono di più sono più intelligenti. Il che significa che devo andare a letto alle otto e mezza, proprio come Nanda (che però ha QUATTRO ANNI meno di me). Fuori a quell’ora è praticamente ancora giorno, quindi la vedo quando si pulisce il naso sulle lenzuola.
E mamma e papà si chiedono come mai mi rifiuto di dividere il letto con Nanda quando andiamo in vacanza. Chi vorrebbe dividere le proprie lenzuola con una che le usa per asciugarsi il naso?
Il sabato sera dopo la nostra seconda settimana di scuola sono rimasta sveglia per un bel po’ di tempo a osservare Nanda che gestiva il suo moccolo, e anche molto dopo. La mamma era via e papà doveva andare a una festa di lavoro, perciò mi avevano lasciato a fare la babysitter. Era da un mucchio di tempo che li pregavo di non chiamare più Joanna, che vive in fondo alla strada, perché ho dodici anni e tre mesi, sono ormai una teenager anch’io, ed è ultra umiliante avere una babysitter visto che non ho proprio niente di baby e non devo mica essere imboccata. Ero del tutto pronta per il lavoro.
Non è stato facile badare alla mia sorellina di otto anni, però. All’inizio avevo pensato che Nanda avrebbe guardato la TV e io chiamato la mia migliore amica Cleo, così avremmo parlato di Drew che aveva pianto negli spogliatoi all’ora di pranzo dopo che la sua squadra di calcio aveva perso. Ma avevamo a malapena iniziato a chiederci se Drew fosse tremendamente sensibile (l’opinione di Cleo) o competitivo in modo assurdo e poco sportivo (la mia opinione), quando con la coda dell’occhio ho visto gli zombie. Nanda stava guardando un programma con delle creature morte che avevano pezzi di carne penzolanti. Giravano barcollando per una città come se fosse la cosa più divertente che i morti possano inventarsi per passare il tempo.
Nanda rovina sempre tutto.
Dopo che le ho fatto spegnere la TV e mettere il pigiama, ha iniziato a fare i capricci.
«Mya, non me lo sto inventando» ha detto. «C’è qualcosa fuori dalla finestra!»
Non c’era niente, ovviamente, ma ho dovuto aprire la finestra della nostra camera e urlare: «Venite a prenderci, mangia-carne inventati da Nanda» per convincerla. Poi mi è toccato rimanere in camera mentre si raggomitolava, si infilava le dita nel naso e si metteva a dormire.
Ho tirato fuori la torcia e ho letto un libro fino alle nove e mezza, per una questione di principio. Dopodiché sono rimasta sdraiata nel letto accanto a quello di Nanda con gli occhi aperti, credendo che ogni rumore che sentivo fosse lo scricchiolio di ossa marce. C’erano un sacco di rumori, fuori. Continuavo a tirarmi su per controllare. Una volta era uno che passava con lo skateboard. Un’altra il nostro vicino che parcheggiava. Ma c’erano anche suoni che non sono riuscita a identificare. Squittii e fruscii. Mi è sembrato perfino che qualcosa sbattesse contro il tetto.
Alla fine sono scesa di sotto, ho preso il mattarello dal cassetto della cucina e l’ho infilato sotto il letto, per poter difendere la casa in caso di necessità.
Circa sei miliardi di ore più tardi ho sentito le chiavi di papà sferragliare nella toppa. Ho chiuso gli occhi e sono rimasta ad ascoltarlo salire le scale in punta di piedi, anche se non era affatto silenzioso perché le sue ginocchia facevano crick crack crick crack a ogni passo. (Però così ho avuto la certezza che non fosse uno zombie.)
Papà si è fermato nel corridoio e ha sbirciato in camera nostra. Io ho fatto finta di dormire, ovviamente, perché ero determinata a essere una babysitter matura, di quelle che hanno tutto sotto controllo.
Oggetto: Perfezione a colazione
Cara mamma,
ho fatto da babysitter a Nanda ieri sera, mentre papà era a un evento di lavoro. È andato tutto super bene. Ora sono la vostra fidata babysitter, disponibile giorno e notte. E se questa prima volta l’ho fatto gratis, penso che da ora in poi dovreste prendere in considerazione la misera tariffa di cinque dollari l’ora. Chi può competere?
Inoltre, perché non ci hai mai comprato i Toaster Strudel? Sono la cosa più buona DI SEMPRE, e papà dice che possiamo mangiarli ogni mattina finché tu non torni dal Myanmar. So che dovrai rimanere finché la nonna non sta meglio, ma quanto credi che ci vorrà? Può darsi che papà debba comprare un paio di confezioni in più e stando alla figura sul retro della scatola ci sono anche quelli al cioccolato e ai mirtilli.
Da’ un bacio alla nonna, per favore, e dille che è una bella sfiga che si sia presa la polmonite (anche se so che non possiamo dire sfiga alla nonna, quindi ti prego di riformulare la frase al posto mio). Spero che guarisca in fretta e tu possa tornare presto. Ma non troppo presto perché, sai, dobbiamo ancora provare le versioni al cioccolato e ai mirtilli.
Mi manchi tanto, tanto, TANTO!
Baci,
Mya
Un giorno avrò un lavoro FANTastico all’ONU. Mi manderanno in giro per il mondo. Andrò in Paesi dove ci saranno guerre o carestie. Troverò soluzioni geniali. Quando tutti saranno d’accordo con le mie proposte diventerò famosa.
Ho già un sacco di esperienza in questo genere di cose.
Nell’ora di inglese della professoressa Martinson io e Cleo siamo sedute vicine, nel punto migliore sotto le finestre. Sarebbe perfetto, SENONCHÉ i banchi nell’aula sono disposti a gruppi di quattro. Gli altri due del nostro quartetto sono occupati da Drew e dal suo migliore amico Ian, e anche se siamo in seconda media, non in seconda elementare, quei due passano una quantità assurda di tempo a fare peti con le ascelle e le ginocchia.
Lunedì, mentre in teoria avremmo dovuto scrivere una lettera, Ian ha passato un bigliettino a Cleo che diceva: “Cleo vuole baciare Drew.” Poi ha iniziato a ridere come un pazzo. Cleo stava già diventando viola, quando Drew ha preso il bigliettino e ci ha aggiunto un pezzo. Ora diceva: “Cleo vuole baciare Drew sulle chiappe.” Io mi sono allungata, ma prima che potessi afferrarlo Ian se l’è ripreso. (Sono situazioni del genere che i negoziatori dell’ONU devono affrontare in continuazione.) Ora il bigliettino diceva: “Cleo vuole baciare Drew sulle chiappe – DI BRUTTO!”, che non era neanche corretto dal punto di vista grammaticale.
Drew ha aggiunto altri punti esclamativi ed è stato allora che Cleo gli ha lanciato la sua borraccia in testa.
Lui si è stretto la fronte tra le mani e ha piagnucolato: «Cosa ho fatto? Non l’ho neanche scritto io!»
Io ovviamente ero dalla parte di Cleo, ma chi è che lancia le borracce DI METALLO? E poi chi berrebbe mai da una borraccia una volta che ha toccato la testa di Drew? Ora Cleo non potrà più usarla, ed è uno spreco oltre che un danno ambientale.
A quel punto la professoressa Martinson incombeva su di noi e indicava la porta. Ha spedito Cleo dalla preside, la signora Richards, e Drew in infermeria. Ian ha incrociato le dita, facendo un sorrisetto da re del mondo. Perciò io gli ho dato un calcio negli stinchi – forte – non appena la professoressa Martinson si è voltata. Lui ha emesso un gemito, ma non come Drew e non abbastanza forte da attirare l’attenzione della professoressa.
Almeno ha dato segno di intelligenza.
Drew e Cleo non sono più tornati in classe, così a ricreazione ho messo alla prova le mie abilità di risolutrice di conflitti. Innanzitutto ho detto alla professoressa Martinson che la sua lezione sul simbolismo era stata molto interessante.
«L’esempio dei fiumi che rappresentano lo scorrere del tempo mi ha fatto riflettere molto» ho detto.
Mia mamma è un’editor freelance. Dice sempre che ogni volta che si deve dire una cosa difficile bisognerebbe fare un “panino di cacca” e mettere la cosa brutta tra due cose belle. Perciò dopo aver detto alla professoressa Martinson che era un’insegnante favolosa e che approvavo pienamente la sua decisione di spedire Cleo dalla preside, le ho anche fatto presente che Cleo aveva delle circostanze allettanti.
«Attenuanti?»
«Esatto. Voglio dire che c’era un bigliettino di mezzo. Era inappropriato e Cleo aveva una buona ragione per comportarsi così.»
È esattamente il modo in cui parlerei, se fossi alle Nazioni Unite.
«Grazie, Mya» ha detto la professoressa Martinson. «Lo terrò presente.»
«Sono sicura che se è lei a occuparsene, prevarrà la giustizia» ho detto, aggiungendo la seconda fetta di pane saporito al mio panino ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. PARTE 1. UNA SETTIMANA SENZA LA MAMMA
  4. PARTE 2. TRE SETTIMANE SENZA LA MAMMA
  5. PARTE 3. CINQUE SETTIMANE SENZA LA MAMMA
  6. PARTE 4. SETTE SETTIMANE SENZA LA MAMMA
  7. PARTE 5. NOVE SETTIMANE SENZA LA MAMMA
  8. Ringraziamenti
  9. Nota dell’autrice
  10. Copyright