
- 464 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Come uccidono le brave ragazze
Informazioni su questo libro
Little Kilton, aprile 2012: Andie Bell, una delle ragazze più popolari della scuola, viene uccisa. O meglio, scompare, e il suo corpo non verrà mai ritrovato. L'assassino è Sal Singh, compagno di scuola e amico della vittima: la polizia e tutti in città ne sono convinti. Il suo suicidio a qualche giorno di distanza ha cancellato tutti i dubbi. Ma Pippa Fitz-Amobi, che al tempo dei fatti aveva dodici anni e che ora si prepara a fare domanda per il college, non ne è per niente sicura. Quando sceglie di studiare il caso come tesina di fine anno, comincia a scoprire segreti che qualcuno in città vuole disperatamente che rimangano tali. E se l'assassino fosse davvero ancora là fuori?
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Informazioni
eBook ISBN
9788831803137PARTE II
Dodici
Pip agitava nervosa le mani sotto al tavolo, sperando che Cara fosse troppo presa dalle sue chiacchiere per notarlo. Era la prima volta in assoluto che Pip doveva nasconderle qualcosa e il suo nervosismo giocava a fare il burattinaio con le mani che non si fermavano e con il nodo allo stomaco.
Pip era passata da lei dopo la scuola, il terzo giorno dopo il rientro, quando gli insegnanti avevano smesso di raccontare cosa avrebbero insegnato e avevano iniziato a insegnare sul serio. Erano sedute nella cucina degli Ward, fingendo di fare i compiti, ma in realtà Cara stava sbobinando una crisi esistenziale.
«E gli ho detto che ancora non so cosa voglio studiare all’università, figurarsi se so dove. E lui continua col suo “Il tempo scorre, Cara” e mi sta facendo impazzire. Tu hai già parlato coi tuoi?»
«Sì, un paio di giorni fa» disse Pip. «Ho scelto il King’s College, a Cambridge.»
«Inglese?»
Pip annuì.
«Sei la persona peggiore con cui sfogarsi sui propri progetti di vita» sbuffò Cara. «Scommetto che sai già cosa vuoi fare da grande.»
«Ovvio» disse lei. «Voglio essere Louis Theroux e Heather Brook e Michelle Obama tutti insieme.»
«La tua efficienza mi offende.»
Dal cellulare di Pip esplose un potente fischio di locomotiva.
«Chi è?» chiese Cara.
«È solo Ravi Singh» disse Pip, controllando il messaggio, «per sapere se ho qualche altro aggiornamento.»
«Oh, ci scambiamo messaggi ora, eh?» scherzò Cara. «Devo tenermi libera un giorno della prossima settimana per il matrimonio?»
Pip le tirò una biro. Cara la schivò da esperta.
«Be’, hai qualche aggiornamento su Andie Bell?» chiese.
«No» disse Pip. «Assolutamente niente di nuovo.»
A quella bugia il nodo che aveva nella pancia si strinse più forte.
Ant e Connor avevano continuato ancora a negare la paternità del biglietto che aveva trovato nel sacco a pelo quando li aveva affrontati a scuola. Avevano suggerito magari Zach o una delle ragazze. Ovviamente il loro diniego non era una prova inappellabile della loro innocenza. Ma Pip doveva considerare l’altra possibilità: e se? E se era davvero qualcuno coinvolto nel caso di Andie Bell che cercava di spaventarla perché rinunciasse al progetto? Qualcuno che aveva molto da perdere se lei avesse continuato a indagare.
Non disse a nessuno del biglietto: non alle ragazze, non ai ragazzi quando le chiesero cosa dicesse, non ai suoi, nemmeno a Ravi. Se si fossero preoccupati avrebbero potuto far naufragare il progetto. E lei doveva tenere sotto controllo ogni possibile fuga di informazioni. Aveva segreti da tenersi stretta e avrebbe imparato dalla migliore, la signorina Andrea Bell.
«Dov’è tuo papà?» chiese Pip.
«Scema, ma se è passato tipo un quarto d’ora fa a dire che usciva per il tutoraggio.»
«Ah già» fece Pip. Le bugie e i segreti distraevano. Elliot faceva da sempre tutoraggio tre volte a settimana; era parte della routine degli Ward e Pip la conosceva bene. Il nervosismo la rendeva disattenta. Cara presto se ne sarebbe accorta; la conosceva troppo bene. Pip doveva calmarsi; era lì per un motivo. E l’iperattività l’avrebbe smascherata.
Riusciva a sentire il ronzio e il rumore sordo della televisione nell’altra stanza; Naomi stava guardando qualche tragedia americana che prevedeva un sacco di pew-pew da parte di pistole silenziate e un sacco di improperi volgari.
Per Pip era il momento perfetto per agire.
«Ehi, mi presti due secondi il tuo computer?» chiese a Cara, rilassando il viso in modo che non la tradisse. «Voglio solo cercare un libro per inglese.»
«Sì, certo» disse Cara, passandoglielo dall’altra parte del tavolo. «Non chiudermi le finestre.»
«No, no» fece Pip, girando il computer così che Cara non potesse vedere lo schermo.
Il battito cardiaco di Pip le schizzò in cima alle orecchie. C’era talmente tanto sangue dietro al suo volto che era sicura di star diventando rossa. Chinandosi per nascondersi dietro lo schermo aprì il pannello di controllo.
Era stata sveglia fino alle tre la notte precedente, con quella domanda, e se?, che la tormentava, scacciando il sonno. Così aveva setacciato la rete, cercando domande mal formulate sui forum e manuali d’istruzione per stampanti wireless.
Chiunque l’avrebbe potuta seguire nel bosco. Questo era vero. Chiunque avrebbe potuto osservarla, attirare lei e i suoi amici fuori dal tendone per poterle lasciare quel messaggio. Vero. Ma c’era un solo nome nella sua lista di sospettati, una sola persona che sapeva esattamente dove lei e Cara avrebbero piantato la tenda. Naomi. Era stata stupida a scartarla dalla lista dei sospettati per via della Naomi che pensava di conoscere. Ci poteva benissimo essere un’altra Naomi. Una che magari mentiva, o magari no, riguardo al fatto che aveva lasciato casa di Max per un certo periodo di tempo la notte in cui Andie era morta. Una che magari, o magari no, era stata innamorata di Sal. Una che magari, o magari no, aveva odiato Andie abbastanza da ucciderla.
Dopo ore di testarda ricerca, Pip aveva imparato che non c’era modo di vedere i vecchi documenti che una stampante wireless aveva stampato. E nessuno sano di mente avrebbe salvato sul proprio computer un biglietto come quello, perciò tentare di frugare in quello di Naomi sarebbe stato inutile. Ma c’era un’altra cosa che poteva fare.
Selezionò Dispositivi e stampanti sul portatile di Cara e spostò la freccia sul nome della stampante degli Ward, che qualcuno aveva soprannominato Freddie Prints Junior. Cliccò col destro sulle Proprietà e sulla finestra delle avanzate.
Pip aveva memorizzato i passaggi descritti in un sito di spiegazioni corredato di fumetti illustrativi. Controllò la casella accanto a Mantieni documenti stampati, selezionò Applica e aveva fatto. Chiuse il pannello di controllò e tornò ai compiti di Cara.
«Grazie» le disse, ripassandole il computer, certa che il suo cuore battesse abbastanza forte da farsi sentire, uno stereo portatile cucitole sul petto, all’esterno.
«No problem.»
Il computer di Cara avrebbe ora tenuto traccia di tutto quello che passava per la loro stampante. Se Pip avesse ricevuto un altro messaggio del genere avrebbe potuto scoprire senz’ombra di dubbio se veniva da Naomi o no.
La porta della cucina si aprì con un’esplosione nella Casa Bianca e con gli agenti federali che urlavano: “Fuori di qui!” e “Mettetevi in salvo!”. Naomi era in piedi sulla porta.
«Dio, Nai» disse Cara, «stiamo facendo i compiti qui, abbassa un po’.»
«Scusa» sussurrò, come a compensare il volume della tivù. «Voglio solo bere qualcosa. Stai bene, Pip?» Naomi la guardava con espressione confusa e solo allora Pip si rese conto che la stava fissando da quando era apparsa.
«Ehm… sì. Mi hai spaventato, tutto qui» disse, col sorriso di un millimetro troppo ampio, che le scavava le guance in modo spiacevole.
Pippa Fitz-Amobi
CPE 08/08/2017
Diario di lavoro – Voce 13
Trascrizione della seconda intervista a Emma Hutton
Pip: Grazie di aver accettato di parlare di nuovo con me. Sarò brevissima, lo prometto.
Emma: Sì, no, non c’è problema.
Pip: Grazie. Ok, allora, per prima cosa, ho chiesto in giro riguardo a Andie e ho sentito delle voci che vorrei che mi confermassi. Che Andie forse stava frequentando un’altra persona mentre stava con Sal. Un ragazzo più grande, forse? Hai mai sentito di una cosa del genere?
Emma: Chi te lo ha detto?
Pip: Scusa, mi hanno chiesto di rimanere anonimi.
Emma: È stata Chloe Burch?
Pip: Di nuovo, scusa, mi è stato chiesto di non dirlo.
Emma: Deve essere stata lei, eravamo le sole a saperlo.
Pip: Quindi è vero? Andie stava frequentando un uomo più grande al tempo della sua relazione con Sal?
Emma: Be’, sì, questo è quello che diceva lei; non ci ha mai rivelato il nome o altro.
Pip: Hai idea da quanto andasse avanti?
Emma: Cioè, non da molto prima che sparisse. Mi sembra che ne avesse iniziato a parlare a marzo. È solo un’ipotesi, però.
Pip: E sapevi niente su chi fosse?
Emma: No, a lei piaceva stuzzicarci sul fatto che non lo sapevamo.
Pip: E non pensasti fosse una cosa importante da dire alla polizia?
Emma: No perché onestamente quelli erano gli unici dettagli che abbiamo mai saputo. E ho anche mezzo pensato che Andie se lo fosse inventato per aggiungere un po’ di melodramma.
Pip: E dopo quello che successe con Sal non hai mai pensato di dire alla polizia che questo poteva essere un possibile movente?
Emma: No, perché, di nuovo, ero convinta che non fosse reale. E Andie non era stupida; non ne avrebbe parlato con Sal.
Pip: E se Sal lo avesse scoperto comunque?
Emma: Mmmmh, non credo. Andie era brava a mantenere i segreti.
Pip: Ok, passando alla mia ultima domanda, mi stavo chiedendo se sapessi se Andie si fosse inimicata Naomi Ward. O se avessero un rapporto teso.
Emma: Naomi Ward, l’amica di Sal?
Pip: Esatto.
Emma: No, non che io sappia.
Pip: Andie non parlò mai di tensioni con Naomi o non disse mai cose brutte su di lei?
Emma: No. In effetti ora che lo dici, lei odiava senza mezzi termini uno degli Ward, ma non era Naomi.
Pip: Cosa vuoi dire?
Emma: Hai presente il signor Ward, l’insegnante di storia? Non so se sia ancora alla Kilton. Ma sì, a Andie non piaceva. Mi ricordo una volta che lo chiamò testa di cazzo, tra i vari termini anche più coloriti.
Pip: Perché? Quando fu?
Emma: Mmh, non saprei dire con esattezza ma mi pare verso Pasqua. Quindi non molto prima che succedesse tutto.
Pip: Ma Andie seguiva i corsi di storia?
Emma: No, ma deve essere stato per qualcosa che lui le aveva detto, tipo che la sua gonna era troppo corta per la scuola. Lei odiava sempre questo genere di cose.
Pip: Ok, è tutto quello che volevo chiederti. Grazie ancora per il tuo aiuto, Emma.
Emma: Figurati. Ciao.
NO. Santo cielo no.
Prima Naomi che non riesco neanche più a guardare negli occhi. E ora Elliot? Perché le domande su Andie Bell tornano indietro sotto forma di risposte sulle persone a me vicine?
Ok, Andie che insulta un insegnante con le sue amiche prima degli eventi che condurranno alla sua morte sembra una pura coincidenza. Sì. Potrebbe essere una cosa del tutto innocente.
Ma – ed è un ma bello grosso – Elliot mi ha detto che conosceva Andie a malapena e che...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- PARTE I
- PARTE II
- PARTE III
- TRE MESI DOPO
- Ringraziamenti
- Copyright