Mentre Daisy sorseggiava il suo tè e leggeva con attenzione il libro Guida pratica ai metodi di divinazione, la porta della pasticceria si aprì e sulla soglia comparve Melanie.
«E quello da dove sbuca? Da Hogwarts?» domandò la nuova arrivata, prendendo posto accanto all’amica. Quindi aggiunse: «Temevo di essere in ritardo, dove sono le altre?».
«Ad aiutare Marine con l’outfit di questa sera, immaginavo avrebbero tardato. Tu, piuttosto: bello l’abito che indossi. Da quando frequenti la scuola d’arte hai uno stile molto originale. Certo, il nero non lo batte nessuno, ma ammetto che il colore ti dona…» rispose Daisy, senza staccare gli occhi dal libro.
E aveva ragione. Melanie, dopo il suo viaggio a Parigi, aveva ritrovato l’amore per l’arte e ora, invece di passare intere giornate a sgobbare su materie che non le interessavano, studiava all’Accademia e disegnava quasi tutto il giorno. Non vestiva più solo di bianco e nero, ora i suoi look erano stravaganti e, soprattutto, colorati.
La ragazza ringraziò Daisy con un sorriso, poi esclamò: «Eccole!». Tre amiche stavano attraversando la strada. Era impossibile non notarle, erano allegre, pimpanti e… luccicanti!
La Unicorn Squad ora era al completo, riunita al solito tavolo della Pasticceria da Alice, il loro posto preferito. Alice e Ari, le due pasticciere, sfornavano dolci deliziosi e preparavano frullati in alte coppe di vetro che decoravano con caramelle e zuccherini. Quella sera però Candy non ordinò il solito frappè Unicorno, voleva lasciare il posto alle frittelle stellate, allo zucchero filatoso fluffoso e alle altre leccornie offerte dal Luna Park delle Stelle Cadenti. Così Daisy finì il suo tè, tutte si complimentarono con Glitter per il bellissimo abito di Marine e insieme si avviarono.
Il luna park era più magico di quanto si aspettassero… C’erano attrazioni per tutte le età: montagne russe, una casa infestata, il tunnel degli innamorati e bancarelle traboccanti di dolciumi. L’aria era carica del profumo di zucchero filato.
«Mi ricorda la mia festa di Halloween dell’anno scorso… Certo, la mia era più bella» commentò Marine, orgogliosa. Oltre ai festeggiamenti però ripensò anche al modo in cui lei e Melanie avevano trattato Candy, umiliandola e prendendola in giro. A quel tempo la Unicorn Squad era andata in frantumi e Candy subiva le angherie delle ex amiche. Per fortuna, questa sarebbe stata una serata ben diversa.
«Mio piccolo unicorno!» esclamò un ragazzo mingherlino dai capelli rossi, avvicinandosi alle amiche. Portava in braccio un sacchetto pieno di dolci come fosse un neonato infagottato.
«Oh, eccoti, Jimmy-puccio! Vedo che hai già pensato alle cose importanti! Ecco perché sei il mio fidanzato!» Candy gli diede un bacio, si appropriò del sacchetto e iniziò a gustare qualche caramella.
Anche Jimmy era lì con il suo gruppo di amici: gli R-Boys, di cui facevano parte Claudio, Gennarino e Mike. Quest’ultimo era taciturno e decisamente il meno entusiasta di tutti, quella sera. Non amava i luoghi affollati, a meno che non fossero dei concerti rock.
Lui e Glitter si scambiarono uno sguardo imbarazzato, non stavano più insieme da un po’ di tempo e non si erano ancora abituati alla cosa. Nemmeno i loro amici si erano abituati, anzi speravano che tornassero insieme, e infatti Candy e Jimmy pensarono bene di trascinarli sulla giostra degli innamorati, con la banale scusa di voler stare in loro compagnia.
«Ehi, Unicorn Squad! Siete pronte per le sfide che vi attendono?» domandò invece Gennarino alle altre ragazze, scostandosi i ricci ribelli dagli occhi.
«Già, R-Boys contro Unicorn Squad, iniziamo dal tiro al bersaglio?» aggiunse Claudio, con la sua solita aria beffarda.
«Dimmi un po’» lo apostrofò Daisy a braccia conserte, «esattamente per cosa sta la “R”? Per “Rincitrulliti”?»
Claudio era il ragazzo più bello di tutta Rainbow City, ma Daisy non lo sopportava perché non leggeva libri e odiava studiare. Per qualche tempo, era stato insieme a Melanie, ma il loro amore era come le stelle filanti che i bambini si stavano lanciando sulle giostre: magnifico per qualche minuto, poi trascurato e calpestato dal primo che passa.
Claudio ricambiò con una smorfia e non mancò di specificare che “R” stava per “Rainbow”, ma questo Daisy lo sapeva benissimo.
Melanie accettò subito la sfida perché il mondo dell’arte non aveva certo placato il suo spirito di competitività: se si poteva gareggiare per qualcosa doveva farlo, e vincere!
Furono dure prove, che entrambi i team superarono con grande impegno e serietà. Melanie fu la più brava ad acchiappare i cigni di plastica nel laghetto, aveva la mano ferma e riuscì a portare a casa la vittoria. Al tiro a segno nessuno riuscì a battere Daisy, con grande sconcerto da parte di Claudio che continuava a chiedersi come facesse ad avere quella mira. Poi venne il turno delle montagne russe, dove la sfida consisteva nel resistere il più a lungo possibile senza urlare. Marine urlò e perse quando la giostra non era nemmeno in movimento: si erano solo abbassate le cinture di sicurezza.
«Se gridi di nuovo come un’anatra spennata, giuro che…» Ma Daisy non fece in tempo a concludere la sua minaccia, perché in quel momento la giostra si mosse e Marine non urlò come un’anatra spennata, ma come cento anatre spennate.
Quando scesero dall’attrazione, Daisy aveva i timpani fuori uso. Giurò a se stessa di non salire mai più sulle montagne russe insieme a Marine e di vendicarsi alla prima occasione utile. La vittoria, questa volta, fu di Gennarino.
Glitter, Candy, Jimmy e Mike li raggiunsero poco dopo.
«Il tunnel degli innamorati è stato un incubo, altro che romanticismo: metteva i brividi!» borbottò Glitter, guardando Mike di sbieco. «E questa… cos’è?» domandò poi, alzando gli occhi su quella che sembrava un’abitazione portata lì da un uragano.
«Questa, cari amici, è una casa infestata» rispose Daisy, con il suo sorriso più sinistro.
Visto che a Marine piaceva tanto strillare, ora le avrebbe dato un buon motivo per farlo.
«Io… io non ci vado là dentro» balbettò infatti l’amica. «È… è per il vestito, qualche mostro potrebbe sgualcirlo, tutto qui.»
Nessuno fece caso alle sue proteste, ed entrarono tutti insieme nell’edificio. Daisy però rimase delusa, non aveva calcolato che Gennarino, con le sue battute, avrebbe reso la casa stregata un vero spasso. Candy si sbellicò dalle risate quando il ragazzo disse al Conte Dracula che ormai le zanzare avevano superato di gran lunga i vampiri nella classifica dei mostri.
«Quando senti quel ronzio nella stanza… Oh, sì… Quella è la vera paura… Voi vampiri a confronto date dei bacetti sul collo! E che dire del sordo rumore dei tacchetti della professoressa Lucrezia? Anche quello mette i brivi...