Amore matrimonio
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Amore matrimonio

  1. 528 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Amore matrimonio

Informazioni su questo libro

Studentessa di medicina a Londra, Yasmin Ghorami ha diversi motivi per non lamentarsi: una famiglia che la ama, una promettente carriera come medico e soprattutto un bel fidanzato, Joe Sangster, compagno di università e futuro sposo.

Eppure, quando le nozze ormai si avvicinano, l'incontro tra la sua famiglia e quella di Joe si rivela per lei fonte di grande ansia e imbarazzo: mentre i genitori di Yasmin, arrivati a Londra dal Bengala molti anni prima, sono una coppia tradizionale, unita da un matrimonio di convenienza, la madre di Joe, Harriet - convinta femminista, ricca, colta e snob - è una donna single che ha cresciuto il figlio da sola. Quando i Ghorami - Shaokat, un po' impacciato nel suo completo troppo largo, e Anisah, avvolta in un coloratissimo abito e carica di pietanze fritte - fanno il loro ingresso nell'elegante casa di Primrose Hill, due mondi entrano in collisione e da quel momento nulla sarà più come prima. Mentre le loro famiglie si avvicinano, l'idillio della giovane coppia si spezza. Yasmin e Joe si trovano ad affrontare una crisi che li mette davanti al passato dei propri cari e a una lunga lista di segreti, tradimenti e bugie. Entrambi saranno costretti a chiedersi cosa significhi il matrimonio: una scelta d'amore libera e revocabile, come per Harriet, o una contrattazione quotidiana e duratura come quella dei Ghorami?

In una Londra cosmopolita che a distanza di vent'anni richiama da vicino il suo indimenticabile esordio letterario Brick Lane, Monica Ali ritrae magistralmente la bellezza e la brutalità della famiglia contemporanea e racconta con ironia e profondità le contraddizioni che ruotano attorno al matrimonio, al desiderio, all'amore.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
Print ISBN
9788804749608
eBook ISBN
9788835717522
Argomento
Literature

Il capanno estivo

La porta del capanno estivo era chiusa con il lucchetto. Dalla veranda lei guardò la casa principale attraverso la pioggia sottile che bagnava il giardino. L’edificio sembrava inconsistente, uno schizzo abbozzato dietro le macchie pastello dei lillà e dell’amamelide, i boschetti bronzei dei meli cotogni in fiore. Quaggiù il sentiero di pietra era coperto dai rovi e dall’ortica. Sopra di lei frusciavano le foglie di un acero. Le campanule si accalcavano esauste intorno alla veranda. Un’ora prima avevano subito una grandinata.
Rosalita doveva avere la chiave. Ma forse avrebbe voluto sapere perché Yasmin la chiedeva. Nessuno andava nel capanno estivo. Era fatto di mattoni gialli, e le tegole di cedro cominciavano a scheggiarsi e imbarcarsi. Dalla finestra Yasmin vide due sedie reclinabili in legno, una panca imbottita, un cucinotto con le tende dal motivo a rami fioriti scostate. E un tavolo apparecchiato con teiere e tazze e piattini, come se un tea party fosse stato abbandonato all’improvviso durante un’emergenza passata. L’idea era stata di incontrarsi al parco. Il treno da Berwick-upon-Tweed arrivava a King’s Cross intorno a mezzogiorno, e da lì lui sarebbe venuto direttamente. Ieri le previsioni del tempo avevano promesso sole, con al massimo un paio di rovesci.
Doveva rientrare in casa a chiedere la chiave a Rosalita perché voleva sistemarsi prima dell’arrivo di Joe. L’altra non le avrebbe fatto domande: era tutta concentrata su Harriet.
Che cosa succede a tua madre? aveva chiesto Yasmin al telefono. “Non può trattarsi soltanto di quello che lui le aveva raccontato della psicoterapia. Certamente, pensò fra sé, a quel punto avrebbe dovuto superarlo. Le critiche alle sue capacità materne non potevano essere così devastanti e inoltre lei stessa lo aveva detto subito: la colpa è sempre delle madri.”
Non le succede niente, disse Joe.
Era sbronza alle due del pomeriggio.
Rimane in vestaglia tutto il giorno.
Si chiude in camera sua e piange.
Non preoccuparti, disse lui. Sta bene.
Non mangia.
Non si spazzola più i capelli.
Non ha detto nemmeno una frase più lunga di cinque parole.
Joe disse: Non posso parlarne al telefono.
Quindi c’è qualcos’altro. Dimmi la verità, è ammalata?
No, niente del genere.
Lo capirai quando... ascolta... incontriamoci al parco. Voglio dirti tutto ma al telefono è difficile. Incontriamoci dove vuoi, ma non in casa.
Joe, è perché sei andato da tuo padre?
Se piove, disse lui, troveremo un altro posto. Un posto riparato.
Domani c’è il sole, disse lei. Così dicono le previsioni.
Ma se piove.
D’accordo.
Domani ti devo dire una cosa.
Anch’io. “Non c’era motivo per rimandare ancora. Non ci sarebbe mai stato un motivo abbastanza valido. Ed era contenta, anzi contentissima che Pepperdine l’avesse respinta, perché non aveva niente a che vedere con lui. Le aveva fatto un favore. Lo aveva sorpreso in compagnia di una donna, il che andava bene, perché almeno chiariva la sua posizione. Questo riguardava soltanto loro due: Yasmin e Joe.”
È importante.
Anche quello che ti devo dire io.
Se piove...
Un posto riparato. Ho capito. Vediamoci nel capanno.
Lasciò la porta aperta per far entrare un po’ d’aria. Armeggiando con la chiave e il lucchetto si era sporcata le dita di olio e ruggine, e nel respingere il catenaccio si era fatta un taglio sul pollice. Il pavimento era coperto di polvere ed escrementi di topo. Le travi erano coperte di ragnatele. Guardando dalla finestra non si era resa conto che fosse così sporco. La pioggia che cadeva dalla sua giacca trasformò in fanghiglia la polvere sul pavimento.
Non poteva finire qui.
Eppure era necessario. “Ci vediamo tra quindici minuti” diceva il suo messaggio.
Questo dieci minuti prima.
Si sfilò la giacca, la gettò su una delle sedie reclinabili e sedette ad aspettare al tavolo apparecchiato con le belle porcellane coperte da un velo di sporcizia. Succhiò il sangue dal taglio nel pollice.
Lui appoggiò lo zaino sopra la giacca di Yasmin e si chinò per darle un bacio sulla fronte. «Come sta Coco?»
«Ha ripreso a mangiare. Cresce. È una gioia per tutti, come avevi previsto.»
«Grazie al cielo.» Bagnati dalla pioggia, i capelli di Joe sembravano scuri. Indossava una felpa blu sopra una T-shirt bianca. La parte inferiore della maglietta era asciutta. Occhiaie profonde. Aveva l’aria di non dormire da giorni.
«Sei sfinito. È stato faticoso?»
«Sai qual era la cosa più strana? Neil aveva la barba. Non me l’aspettavo. Non so perché ma mi ha fatto girare le scatole.» Rise. «Alla fine l’ho capito. È per via della fossetta che ho anch’io sul mento.» Vi premette il pollice. «Ho sempre detto che era l’unica cosa che mi aveva dato, e immagino che la volessi vedere. È così stupido come funzionano certe cose! Però quando le capisci...» Lasciò la frase in sospeso.
«Di che cosa avete parlato? Dev’essere stato difficile scegliere da dove cominciare.» Adesso che ce l’aveva seduto davanti, Yasmin non sapeva se ce l’avrebbe fatta. Era la cosa più difficile della sua vita.
«Alleva api» disse lui. «E polli. Si fa il pane in casa, belle pagnotte a treccia e a spirale, con semi e cose così. Sua moglie coltiva l’orto. Ha le mani ruvide e le guance rosse. Non si tinge neanche i capelli.»
«E ti è piaciuta.» Così le aveva detto al telefono. «Anche lui ti è piaciuto?»
«Non saprei. Forse. In un certo senso mi sono sentito un po’ ingannato. Come se avessi fatto tutta quella strada per andare a trovarlo, e mio padre non ci fosse... L’uomo che pensavo essere mio padre non c’era. Ti suona sensato?»
«Credo di sì.»
«Pensavo che l’avrei affrontato e che poi o avremmo fatto pace, oppure che me ne sarei andato sbattendo la porta. Invece abbiamo finito per parlare dei suoi nipoti. Due nipoti della moglie, Lily ed Ethan. Mi ha fatto vedere come si raccoglie il miele dall’arnia. Abbiamo portato il cane a fare una passeggiata.» Joe aveva gli occhi spalancati, come se raccontasse riti misteriosi.
«Hai provato a chiarirti con lui?»
Lui scosse il capo. «Mi ha detto di essersi comportato male, quando Harriet era rimasta incinta. Da bastardo egoista. Dei rimpianti che ha sempre avuto... nei miei riguardi.» A Joe si arrossarono le guance e sorrise tra sé per questa piccola vanteria. «Tiene una scatola di mie foto in camera, e ne ha una incorniciata vicino al letto.»
«Joe» disse lei «sono felice per te.»
«Be’, non è certo un padre perfetto.»
«No. Neanche il mio.»
«Ma è l’unico che ho.»
«Esattamente» disse lei.
Il sole spuntò stampando sul muro di fronte l’ombra delle foglie degli aceri. La stanza brillava dorata, polvere e terriccio in una miscela alchemica. Doveva dirglielo adesso. Lo guardò negli occhi e sentì un pugno allo stomaco. Quando lui faceva nascere un bambino con il cesareo e infilava le mani nel ventre per tirarlo fuori, nonostante l’epidurale la madre lo sentiva. “Come se qualcuno le facesse il bucato nella pancia.” Così lui le aveva riferito che dicevano le partorienti, poco dopo che si erano incontrati. Ed è così che Yasmin si sentiva quando lui la guardava. Come se l’avesse aperta per infilarle dentro le mani. Una sensazione di paura. E amore.
«Da piccolo dormivo qui, a volte» disse Joe. «Mi portavo una coperta e un cuscino e mi mettevo su quella panca. Venivo con una torcia e leggevo i fumetti.»
«Sembra divertente.»
«Non proprio. I ragni mi facevano paura e anche tutti i rumori strani, e finivo sempre per cadere sul pavimento. Una volta ricordo di avere gridato a lungo, ma nessuno mi ha sentito.»
«Perché continuavi a venire allora? Avendo la tua grande casa tutta per te?» “Domani ti devo dire una cosa. È importante.” Doveva riguardare Harriet. Dato che le aveva chiesto di incontrarla fuori, lontani da lei.
«Harry dava delle feste.»
«Giusto. Venivi a cercare un po’ di pace e tranquillità. Joe, devo...»
«Non è questo» la interruppe lui. «No. Venivo perché l’avevo vista con qualcuno. A volte la spiavo. Ovviamente rimanevo sconvolto. Allora correvo qui con la mia coperta, sperando che lei impazzisse di dolore, quando si rendeva conto che non c’ero più. Invece non succedeva mai.»
«Non è mai impazzita di dolore?»
«...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Amore matrimonio
  4. Castità
  5. Baba
  6. Ma
  7. Arif
  8. Attacco ischemico transitorio
  9. Primrose Hill
  10. La Shahādah
  11. La fase di calo
  12. Il St Barnabas
  13. Il rasoio di Occam
  14. Il sesso non esiste
  15. Sandor
  16. Chaiwala
  17. Zemzem
  18. Lista nera
  19. Ciò che non può essere detto
  20. Harriet
  21. Livello di devozione
  22. Matrimonio d’amore
  23. Sandor
  24. Harriet
  25. Bruco
  26. Antropologia
  27. La signora Antonova
  28. Una casuale fitta di felicità
  29. Amor vincit omnia
  30. Harut e Marut
  31. Le clave
  32. Confusione e disordine
  33. Cuccioletto
  34. Il parco giochi
  35. La Legge
  36. Patologia
  37. Sandor
  38. Harriet
  39. Come una prigioniera
  40. Idem
  41. Per la cronaca
  42. Haram
  43. Eccola
  44. Un sopralluogo
  45. Visite
  46. Consulto
  47. Perfetta innocenza
  48. Perduto
  49. Harriet
  50. Diversità
  51. Libertà
  52. Sandor
  53. Irrequieta
  54. Conserve
  55. Il servizio relazioni con pazienti e familiari
  56. Reparto notte
  57. Gioco di squadra
  58. Il quadro generale
  59. Vie di fuga
  60. Sandor
  61. Intersezionalità
  62. Un cane si trascinava intorno a un pozzo
  63. Dettagli scabrosi
  64. Harriet
  65. Dīn
  66. Autentica
  67. Natale
  68. Piccola fuggiasca
  69. Santo Stefano
  70. Harriet
  71. La festa di Harriet
  72. Confini
  73. Visite a domicilio
  74. Sandor
  75. Tè con biscotti
  76. Segregazione
  77. Pesce fuor d’acqua
  78. Coco
  79. L’antica paura
  80. Una bravata
  81. Harrison
  82. Il Centro di eccellenza
  83. Virale
  84. L’ospedale di Mottingham
  85. Un caso clinico
  86. Fardelli
  87. Sandor
  88. Il sesto giorno
  89. Il settimo giorno
  90. Pronta ad andarsene
  91. Harriet
  92. Il capanno estivo
  93. Ti manca?
  94. Matrimonio d’amore
  95. Salvata
  96. SEI MESI DOPO
  97. Ringraziamenti
  98. Copyright