Chi fa la storia?
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La provvidenza divina, lo Spirito universale, l'individuo, le classi sociali: quali agenti contribuiscono a 'fare la storia'? Per cominciare a capire, alcune riflessioni Kant, Hegel e Marx.

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Informazioni

Chi fa la storia?

La domanda

Gli ultimi decenni del XX secolo e i primi anni del nuovo XXI secolo hanno visto con sempre più frequenza i titoli di prima pagina dei giornali o le notizie di apertura dei telegiornali segnate da frasi come:
– «Oggi abbiamo visto con i nostri occhi una pagina di storia: dopo cinquant’anni cade il Muro di Berlino. Una nuova epoca storica si apre per il mondo».
– «Giornata storica per gli europei: da questa notte i dodici paesi dell’Unione sono più uniti, perché hanno una moneta unica: l’euro. L’euro segna un momento di novità assoluta nella storia millenaria dell’Europa».
– «Chiunque si ricorderà a distanza di anni dov’era l’11 settembre del 2001 e che cosa ha provato davanti al crollo delle Twin Towers. L’11 settembre resterà come una data fondamentale nella storia dell’Occidente e del mondo. Da quel momento nessuno di noi è più quello che era; la storia è cambiata»
La sensazione è che i giornalisti ci stiano parlando della Storia con la S maiuscola, quella che si studia sui libri di scuola: le guerre persiane, la caduta dell’impero di Roma, Carlo Magno, la scoperta dell’America, la Rivoluzione francese, le guerre mondiali, l’11 settembre. Tutti avvenimenti grandi, che richiedono la lettera maiuscola, a cui spesso ci si accosta con un misto di ammirazione e di incredulità: ma davvero possono capitare cose simili? E saranno realmente successe?
Ma se continuiamo a sfogliare il giornale o proseguiamo nell’ascolto del telegiornale ci verranno raccontati anche altri fatti:
– «Approvato decreto legge dal consiglio dei ministri sul gioco del lotto».
– «Il consiglio comunale di *** bloccato per ore sulla discussione per le piste ciclabili».
– «Sciopero dei metalmeccanici dello stabilimento di *** per il rinnovo del contratto».
Queste notizie ci colpiscono in maniera meno emozionante; tutto sommato ci sembrano normali, quasi banali, e sicuramente non ci sembrano scene di un film. Potremmo dire che sono la storia di tutti i giorni: anche queste notizie raccontano la storia, ma una storia con la s minuscola.
Poi, chiudiamo il giornale o spegniamo la televisione e ci mettiamo a chiacchierare con nostro fratello o nostra sorella o riceviamo una telefonata; per lo più la chiacchierata avverrà raccontando i nostri fatti personali, le nostre storie:
– «Che noia, la prof. di matematica ci ha riempito di compiti per domani».
– «Ieri ho visto un film fantastico, devi assolutamente andare a vederlo».
– «Sono davvero sottoterra, ho avuto una litigata furibonda con Marco e ora non so proprio che cosa accadrà alla nostra storia».
Di nuovo la storia, ma questa è la nostra storia personale.
Ci siamo mai domandati se c’è un rapporto fra quella che ci sembra la Storia con la S maiuscola, la storia con la s minuscola e la nostra storia?
Parliamo sempre di storia: ma con il termine storia indichiamo cose diverse fra di loro o invece c’è un rapporto fra i grandi eventi storici (l’11 settembre), i piccoli fatti di tutti i giorni (la discussione sulle piste ciclabili) e i miei fatti personali (la litigata con Marco)?
Certo, la mia litigata con Marco è chiaramente qualcosa di distinto dall’attacco terroristico alle Twin Towers, eppure qualcosa che mette i due avvenimenti in relazione esiste: innanzitutto il fatto che tanto l’11 settembre quanto la litigata con Marco colpisce sempre me, sono sempre io che reagisco di fronte a questi due avvenimenti.
La storia della mia vita, la mia storia personale si intreccia dunque con quella che abbiamo definito la Storia con la S maiuscola. E allo stesso modo le storie personali di tutti si intrecciano con la Storia con la S maiuscola.
Perché e di chi narriamo la storia? Che cos’è la storia? Il termine storia può essere usato in due sensi. Il primo è la storia come racconto o, come si diceva in latino, historia rerum gestarum, «storia delle cose che si sono fatte». Riconsideriamo i tre livelli di cui abbiamo detto. Della mia storia personale io posso tenere un diario, in cui registro i fatti che mi hanno colpito, o che comunque voglio richiamare alla memoria in futuro. La storia con la s minuscola è oggi generalmente raccontata dai giornali e dai mass media: ai tempi di Roma veniva registrata negli Annali e prima ancora, ai tempi degli Egizi, veniva fissata nella pietra o nella pergamena con i caratteri geroglifici. In tutti questi casi l’attività con la quale si registravano le informazioni è indicata da un termine che usiamo quotidianamente: cronaca. La storia con la S maiuscola, infine, è stata oggetto delle ricostruzioni degli storici di tutti i tempi, da Erodoto e Tucidide ai grandi e piccoli storiografi contemporanei. Si tratta della storia in senso proprio.
Perché gli uomini fanno questo? Perché scrivono diari, cronache, storie? In primo luogo per ricordare a sé e agli altri ciò che è avvenuto. Perché le ricorrenze della mia vita personale, i fatti della quotidianità sociale in cui viviamo o i grandi eventi che cambiano la storia dell’umanità non cadano nell’oblio, ma siano consegnati alla memoria. In secondo luogo per spiegare i fatti, descrivendoli nel dettaglio, ricercandone le cause, mostrandone gli effetti. Ricordare e spiegare sono le due molle che stanno alla base di ogni attività storica intesa come racconto, come narrazione, come historia rerum gestarum.
Ma c’è un altro bisogno in fatto di storia, che non riguarda più la narrazione dei fatti e neppure la loro spiegazione individuale. Qui interviene il secondo significato della storia: non più historia rerum gestarum, ma res gestae, cioè l’insieme dei fatti, delle «cose fatte». Il problema è allora: questo insieme, nella sua globalità, ha un significato generale? Tornando alla mia storia personale, i miei litigi con Marco, le riappacificazioni, le nuove litigate, nel loro insieme costituiscono una storia che ha un senso, uno sviluppo, una direzione? Sono il mezzo con cui due persone riescono a intendersi meglio e a costruire un rapporto, oppure sono eventi accidentali – oggi litighiamo, domani ci abbracciamo di nuovo – che non hanno senso e che preludono al fatto che prima o poi Marco e io ci lasceremo senza una ragione? Così, passando dalla storia personale a quella con la S maiuscola, i grandi avvenimenti indicano una ...

Indice dei contenuti

  1. Chi fa la storia?
  2. L’autrice