Baltica 9
eBook - ePub

Baltica 9

Guida ai misteri d'oriente

  1. 180 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Baltica 9

Guida ai misteri d'oriente

Informazioni su questo libro

«Se chiedeste a degli occidentali che hanno vissuto per un po di tempo in un paese dellex blocco sovietico in cosa sono diversi gli ex sovietici dagli occidentali, forse loro vi direbbero che diversa è limportanza che qui e là si attribuisce allidea che gli altri hanno di noi. E se chiedeste loro come mai anche dopo la fine dellex impero sovietico continuano a tornare in quei famosi paesi ex sovietici, che cosa cè di tanto bello, in quei famosi paesi, forse loro vi direbbero che la cosa bella, di quei famosi paesi, è che fanno paura.»«Vi piomberà addosso un cupore e una cupitudine e una cupetaggine simile a una disperatezza danimo che non vi aveva mai colto prima. Non sappiamo dirvi perché. Ma sarà così e non bisogna voltargli le spalle nel modo più assoluto a questa disastrosa rovina del vostro umore perché la vita è fatta anche di questi momenti, e soprattutto quella del turista al quale invece paradossalmente si rivolgono le guide per abbindolarlo in un sogno di piacere. Niente affatto».Questa è una guida diversa da qualunque altra anche se, come tutte le guide, racconta di un viaggio. Ma anche di due scrittori, di San Pietroburgo, di allegrie, di cene alcoliche, di risvegli difficili e vagabondaggi malinconici.

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Informazioni

Categoria
Viaggi

Parte seconda.
I misteri di San Pietroburgo

Attenzione però che c’è un canale della Neva che funge da limite meridionale della città che una volta oltrepassato il quale bisogna girare a sinistra e costeggiarlo fino alla prospettiva di Ismaele altrimenti vi andate a impegolare in un groviglio di vie centrali che vi faranno perdere solo un gran mucchio di tempo.
E dopo aver girato a sinistra seguite il traffico e non fatevi confondere dal panorama della città che se fila tutto liscio di lì a poco sbucherete di fianco al famoso monumento del Cavaliere di bronzo.
***
Saranno circa le undici di sera e ci sarà una luce irreale ad accogliervi, molti giovani che attraversano il Lungoneva e corriere di turisti e altri turisti che a frotte entrano o escono dai ristoranti sui battelli ormeggiati lungo le rive del fiume. Ma quello che conta è la luce irreale e argentea che fa apparire tutta la città come sotto l’effetto luminoso dell’aurora boreale.
Voi qui volterete a sinistra diretti al ponte del sottotenente Sˇmit che rappresenta il primo momentaneo obiettivo del vostro ingresso in centro dal momento che è il punto che dovrete attraversare per giungere sull’isola di Basilio in fondo alla quale ci abita il vostro amico Al’bin che vi ha trovato lui l’appartamento in cui abiterete durante il vostro soggiorno che sarà di un suo conoscente un bambino prodigio che sarà sempre in giro a suonare il violino in tutti i teatri del mondo anche a Reggio Emilia.
***
Al’bin, il vostro amico, abita in una cosiddetta krusciova e non c’è bisogno di descriverlo perché tanto lo conoscete anche voi, ma se per caso non ve lo ricordate, è quello che assomiglia a Hemingway nella foto con la barba bianca, solo in dimensione leggermente ridotta per via della statura inferiore anche se dallo sguardo dà l’idea di essere un tipo più coriaceo, Al’bin. Più coriaceo di Hemingway? Più coriaceo di Hemingway.
***
Come vodka vi consigliamo la Diplomat che costa diciamo un euro a bottiglia, mentre con la birra potete andare sul sicuro comprando la Baltica 3 e la Baltica 9. La Baltica 3 è leggera ed è quella che si beve nei chioschi in riva al Baltico. La Baltica 9 invece è un po’ più difficile da trovare e naturalmente il suo contenuto alcolico, come suggerisce il numero, è più elevato. Ma non fate l’errore di berla assieme alla vodka tirando a sorsi alterni da un bicchiere e dall’altro perché poi si fa presto a partire. E se per caso non partite e pensate di avere una resistenza che vi permette di tenere sia la vodka che la Baltica 9, abbiate almeno il garbo di non dirlo al vostro amico Al’bin, non andategli a raccontare il giorno dopo che voi appena arrivati a casa avete organizzato una cena con gli altri vostri amici russi che avete bevuto la Baltica 9 con la vodka perché lui poi s’incupisce, comincia a girare intorno al tavolo con la sua sigaretta fra le dita, comincia a guardarvi di traverso senza dir niente, comincia a lanciarvi il suo sguardo severo di disapprovo e se per caso gli state parlando al telefono si sente il suo respiro cupo che si altera.
Quindi mangiate, bevete, mescolate quello che volete, birra e vodka, ma che rimanga fra voi.
***
Poi la cena continua da sola e a fumare si va fuori nel terrazzino di servizio della cucina. Vi consigliamo di andarci anche voi perché questi sono dei momenti che rimangono impressi nella mente. Anni dopo infatti vi ricorderete di quando eravate in Russia, sul balconcino di un caseggiato, che fumavate una Belomorkanal davanti agli altri caseggiati popolari che riflettono la luce del sole attraverso le loro finestre e voi subito non avreste detto che quel paesaggio vi sarebbe poi rimasto in mente tanto a lungo. Invece sarà così. Perché ci sono dei momenti nella vita in cui uno è soddisfatto di essere dov’è e non vorrebbe trovarsi in nessun altro posto. Davanti a sé non vede altro che quattro o cinque enormi caseggiati popolari eppure non vorrebbe trovarsi in nessun altro posto. Anche il fatto di dover uscire per fumare una sigaretta alla lunga non lo sentirà più come una scocciatura ma come un sopralluogo turistico che lo spingerà addirittura a desiderare di essere nato lì e di aver vissuto lì con tutte le tribolazioni della gente che lì c’è nata per davvero oppure con le loro gioie. Non si può spiegare questo fatto a meno di non mettere sul piatto un gran mucchio di retorica. Ma vedrete che rimarrete lì sul terrazzino con la vostra Belomorkanal a guardare i caseggiati nella luce della sera che non cala mai e col sole che continua a riflettersi sui vetri mandando lampi di un bagliore accecante.
Nel condominio di fronte c’è una gigantesca scritta che è stata fatta dipingendo una lettera a ogni pianerottolo sul muro dell’ascensore esterno e che dice: ja ljublju tebja, ti amo.
***
Poi tornerete in camera da letto dove si sta svolgendo la cena che adesso ha preso l’andazzo della lingua russa preminente e non si può capire un’acca tranne che si stappano le Baltica 9 assieme alla vodka Diplomat. Da qualche parola randagia fra l’italiano e il russo capirete che si sta ancora parlando della bontà della pizza e che una pizza più buona di così era dai tempi di nostro zio Codga che non si mangiava in Russia. Una pizza buona così non l’aveva mai mangiata nessuno, dice uno dei vostri amici russi. Neanche lo zar, dice un altro. Neanch’io avevo mai mangiato una pizza così buona, dice un altro vostro amico, Ma tu cosa fai, bevi la birra, cosa stai facendo? dice a un tratto uno dei vostri invitati che ha visto la Baltica 9 fra le vostre mani con la vodka Diplomat. Non lo sai che non si può? Lo so, direte voi, ma cosa c’è di male? Non c’è niente di male, dirà lui, ma non si può.
***
E Al’bin? Chi glielo dirà domani? Chi gli dirà cosa? Che hai mischiato la Baltica 9 con la vodka. Be’, non diteglielo nessuno, direte voi che il discorso vi sembrerà chiuso. Ma loro, invece, in russo, andranno avanti ancora per non so quanto a dire Lui non doveva bere la Baltica insieme alla vodka. E un altro a dire Non c’è problema. E un altro invece Il problema c’è. Chi glielo dirà a Al’bin. Non glielo dirà nessuno. Perché bisogna dirglielo?
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E così si andrà avanti per qualche ora ancora che non c’è problema. Ma è logico, non si può negare, voi avrete alzato un po’ troppo il gomito quella sera.
Anche prima, quando eravate andati a fumare sul terrazzino, non si poteva pensare che ci fosse tutta quell’estasi senza un po’ d’alterazione mentale e lo diciamo senza spirito critico. Non lo diciamo per controbattere l’idea di nessuno ma solo perché ci viene spontaneo e poi perché non ci ricordiamo più niente di quello che è successo.
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Come vedete, noi le cene in casa siamo capaci di consigliarle come un’alternativa ai suggerimenti che vi danno le altre guide ma non siamo neanche in grado di descriverne una per intero o fare i puntigliosi con un sacco di notizie ignote ai più come fanno gli estensori delle cosiddette guide alternative le quali sono solo imbottite di balle o di cose che gli estensori di quelle guide hanno visto accadere una volta sola e dunque che guida può essere una guida che parla di cose che possono accadere una volta sola e quella volta è già successa? Dunque stiamo coi piedi per terra che la vita è comprensibile solo attraverso il dato statistico dei suoi accadimenti e poche balle.
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Lo vedrete, sul Nevskij, il famoso caffè da cui Lenin era partito per andare a fare il famoso duello con Stalin che gli voleva fregare la moglie. Che pur di stare vicino alla moglie di Lenin aveva sposato la sorella della moglie di Lenin, Stalin. E Lenin gli erano girati i maroni.
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L’avete mai trovata voi una guida che vi dice di andare a visitare l’Ermitage che poi il giorno dopo non vi ricorderete di niente? Neanche un quadro fra quelli che avete visto e neanche uno stucco alle pareti? No. Perché le guide non affrontano i misteri delle terre straniere e la schivano questa eventualità. Mentre invece il giorno dopo sarà proprio così, che voi vi svegliate di soprassalto e c’è uno in cucina che fa il caffè, voi tornate nella vostra camera impauriti. Sono a San Pietroburgo, vi dite, benissimo. E poi vi tornate a dire Benissimo, vi dite. Chi era poi quello là? pensando al tipo che avete visto in cucina. Ha due bragoni. Guardate fuori dalla vostra camera e vedete una ragazza mora C’è anche una ragazza, vi dite, buone notizie. Sono a San Pietroburgo, vi tornate a dire. C’è la via Rossi, ventidue metri d’altezza di ogni edificio per duecentoventidue metri di lunghezza della via, una perfezione assoluta, chi sarà poi quello là che si faceva il caffè? Dopo tornate fuori e lui dice Ciao, e anche la ragazza dentro la sua stanza dice Ciao. Dopo, quando tornate fuori dal vostro ripostiglio, È molto che vivi qui? chiedete a quello dai bragoni Cosa intendi per molto? dice lui. E poi, senza lasciarvi il tempo di rispondere, dice Non ci siamo già visti ieri sera, noi due? Ieri sera? può darsi. Ma questa, che sarebbe una piccola distanza nel tempo, ieri sera, tutt’a un tratto diventa come un tunnel che porta al buio della notte a cui si può reagire solo con un sussulto d’ipocrisia. Ah certo, e tu sei quello là che ha mischiato la birra con la vodka. Ma dimmi un po’, gli dite ancora, ho visto una ragazza di là, poco fa. E lui Una ragazza? Dove? Di là, ma non vorrei essermi sbagliato. Un goccio di caffè? Oh sì, grazie. E poi, per fare i gentili, È molto che vivi in Russia? scusa se ti do del tu, eh. Perbacco, dice lui, ci mancherebbe altro. Però lo parli bene l’italiano. Certo che lo parlo bene, sono italiano. Lo dicevo, mi sembrava strano, un italiano così perfetto. Anche tu sei italiano allora. Anch’io certo. E di dove? Di Reggio, ci sei stato? Be’, io sono di Parma, cioè di Basilicanova, in provincia di Parma. Be’, se è per questo neanch’io sono proprio di Reggio ma di Masone, un paese sulla via Emilia. Che coincidenza! Una bella coincidenza davvero. E la ragazza di dov’è? Quale ragazza? Quella di là. C’è una ragazza? Mi sembra di averne vista una ma non ne sono sicuro. Vedo che fumi le Belomorkanal. Eh sì. Le fumavo anch’io una volta, solo che l’anno scorso ne ho fumate così tante che dopo invece di respirare fischiavo. Eh sì, fanno questo effetto. Bello però qui. Bellissimo. Basta guardare fuori della finestra e si vede l’azione epocale del costruttivismo. Ti interessi di architettura? Per modo di dire, cioè no. E poi, mentre la conversazione continua, vi ritrovate a ripetervi mentalmente Sono a San Pietroburgo, Sankt Peterburg, Saint Petersburg, Petrograd, Leningrad, sono qui.
***
A questo punto quello coi bragoni, che poi non eran mica bragoni ma braghe della tuta blu marca Herod con una righina bianca di fianco molto eleganti comprati al mercato a Viareggio che come si sa è un posto molto elegante per l’abbigliamento che anche nei mercati ci si trovano delle cose che al mercato di Reggio Emilia per dire se le scordano, quello lì coi bragoni Aspettate un attimo, dirà, che io forse avevo un computer. E comincerete allora a cercare un computer per tutto l’appartamento, anche in bagno, e in bagno troverete effettivamente un computer, solo che sarà attaccato all’asse del bagno con tre pulsanti e verrà dal Giappone ma questo lo scoprirete poi dopo, per il momento sarà solo un computer attaccato all’asse del bagno non quello che cercavate che vi sembrava di averlo che poi dopo troverete anche quello, lo troverete sopra la scrivania di una stanza con delle foto di un bambino prodigio che fin da piccolissimo intorno ai sei mesi suona il violino in prima fila dentro un’orchestra.
***
Comunque voi per il momento questo bambino prodigio non ci farete caso aprirete il computer lo farete partire andrete a cercare i file più recenti ne troverete uno che si chiama Misteri.
***
Una delle tante case in cui ha vissuto Jurij Gagarin si trova al numero 13 di via dei Decabristi, giusto all’angolo con una via senza nome, dato che lui traslocava solo in case che erano all’angolo fra due strade, essendo, come poi abbiamo scoperto, quelle che costavano di meno. E se per caso nei vostri viaggi sarete stati anche a Mosca e avrete visitato il museo dedicato a Majakovskij, che occupa i cinque piani dell’edificio in cui il cosiddetto poeta georgiano ha vissuto e concluso i suoi giorni come sappiamo, e fate tanto di confrontare i due luoghi, vi accorgerete che di Jurij Gagarin forse i russi non sono mai stati tanto fieri, nonostante che la sua fama oggi stia salendo vorticosamente in alto come un razzo prodigio offuscando la notorietà dei suoi contemporanei che non lo avevano mai visto di buon occhio e certamente sottovalutato così come Franz Werfel ai suoi tempi aveva sottovalutato il suo contemporaneo Franz Kafka dicendo che gli scritti di quest’ultimo non avrebbero mai oltrepassato la barriera di Bodenbach, che allora segnava il confine fra Boemia e Germania, mentre invece gli scritti di Kafka la barriera di Bodenbach l’hanno poi rasa al suolo e polverizzata mentre quelli di Werfel sono piombati nel buio dell’oblio e quando un editore li ripubblica vuol dire che sta raschiando il barile.
Werfel che s’era fatto così tanta strada a forza di leccare il culo col suo faccione arrivando perfino a sposare la vedova di Mahler nella sua ansia di farsi strada nel bel mondo che conta, adesso le sue opere sono sepolte più in fondo di dove è lui, a meno che non ci sia un qualche editore che si mette a raschiare il barile, che allora tornano fuori anche loro.
Ma dicevamo della casa di Jurij Gagarin, in via dei Decabristi. Quella cioè, come dichiara un cartello all’entrata, in cui scrisse solo opere che non gli vennero pubblicate. Non si sa il motivo. Pare non fossero buone. Jurij Gagarin ha avuto una vita difficile e non sempre, nell’arco di una vita che si tribola a portare avanti...

Indice dei contenuti

  1. Prologo. Precauzioni di cose da fare prima di partire
  2. Parte prima. I misteri del viaggio di andata
  3. Parte seconda.I misteri di San Pietroburgo