Silenzi d'autore
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Silenzi d'autore

  1. 152 pagine
  2. Italian
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Silenzi d'autore

Informazioni su questo libro

Il silenzio personificato come nell'Orlando furioso di Ariosto; il silenzio meravigliato del montanaro che – in una similitudine della Divina Commedia – 'ammuta' quando vede per la prima volta la città; il religioso silenzio di Chiara d'Assisi e quello 'sfavillante' che Elsa Morante coglie nello stupore infantile; il silenzio 'di chiostro e di caserma' di Gozzano e il silenzio 'che tutto nega e tutto comprende' di Lalla Romano. Il silenzio come reazione all'indicibile crudeltà in Primo Levi. Quante parole può nascondere un silenzio? Moltissime, soprattutto quando è d'autore, carico di significati che vanno oltre quelli veicolati dalla lingua. Bice Mortara Garavelli attraversa le pagine letterarie più note sul silenzio, dalla classicità greco-latina fino alla letteratura dei nostri giorni, lungo un percorso che rivela ciò che l'assenza di parole può dire.

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Informazioni

Argomento
Letteratura
Categoria
Linguistica

I. Fisionomie del silenzio

Il silenzio è il linguaggio di tutte le forti passioni, dell’amore (anche nei momenti dolci),
dell’ira, della maraviglia, del timore ec.
Curae leves loquuntur, ingentes stupent sta per epigrafe del n° 95
dello Spectator inglese, senza nome d’autore.
Giacomo Leopardi3
Es ist in aller Trauer der tiefste Hang zur Sprachlosigkeit,
und das ist unendlich viel mehr als Unfähigkeit oder Unlust zur Mitteilung.
(Vive, in ogni tristezza, la più profonda tendenza al silenzio,
e questo è infinitamente di più che incapacità o malavoglia di comunicare.)
Walter Benjamin4
Di fatto, ogni silenzio consiste nella rete di rumori minuti che l’avvolge:
il silenzio dell’isola si staccava da quello del calmo mare circostante
perché era percorso da fruscii vegetali, da versi d’uccelli o da un improvviso frullo d’ali.
Italo Calvino5
Solamente il silenzio / oltre il gelo dei mondi / oltre il solitario passo dei vecchi
/ oltre il sonno dimenticato dei morti / solo il silenzio vive.
Lalla Romano6
Le proposizioni citate qui in epigrafe – suggestive «agnizioni di lettura» di nencioniana memoria7 – danno un saggio preliminare di possibili caratterizzazioni del silenzio, di cui un’autorevole definizione in negativo come “assenza del suono”, termine di paragone rispetto alle tenebre come “assenza della luce”, si legge nelle Confessioni di sant’Agostino:
Et nimirum haec terra erat invisibilis et incomposita et nescio qua profunditas abyssi, super quam non erat lux, quia nulla species erat illi [...]. Ubi ergo lux nondum erat, quid erat adesse tenebras nisi abesse lucem? super itaque erant tenebrae, quia super lux aberat, sicut sonus ubi non est, silentium est. Et quid est esse ibi silentium nisi sonum ibi non esse?8
(E invero la nostra terra era invisibile e informe, una specie di profondissimo abisso, su cui non vi era luce, poiché non aveva nessun aspetto [...]. Dove dunque non c’era ancora la luce, che cosa vorrebbe dire che dominavano le tenebre, se non che la luce non c’era? E perciò sovrastavano le tenebre, poiché sopra non c’era la luce, come dove non c’è il suono c’è il silenzio. E che cosa vuol dire che là c’è il silenzio, se non che là non c’è il suono?)
È evidente il rimando ai primi tre versetti nel libro primo del Genesi:
1In principio creavit Deus caelum et terram. 2Terra autem erat inanis et vacua, et tenebrae erant super faciem abyssi [...]. 3Dixitque Deus: Fiat lux, et facta est lux.
(1In principio Dio creò il cielo e la terra. 2La terra era informe e vuota e le tenebre erano sulla superficie dell’abisso [...]. 3E Dio disse: Sia fatta la luce, e la luce fu.)
Nella letteratura europea la fase originaria del silenzio è stata collegata all’idea di un assoluto atemporale; come nei seguenti versi di Pope:
Silence! coeval with Eternity;
Thou wert, ere Nature’s self began to be,
’Twas one vast Nothing, all, and all slept fast in thee9.
(Silenzio! Coevo con l’Eternità; / Tu c’eri, quando la Natura stessa cominciò a esistere, / Tutto era un Nulla sconfinato, e tutto dormiva immobile in te.)
Il carme di Pope delinea caratteri del silenzio dallo stato primordiale dell’universo alla meta ultima del succedersi convulso di ogni occupazione umana. Il cerchio esistenziale si chiude nella terzina finale – la XIV – opposta specularmente alla prima:
[...] all end in thee,
All rest in peace at last, and sleep eternally.
([...] tutto finisce in te, / tutto rimane in pace alla fine, e dorme eternamente.)
Non rientra nel progetto di questo mio lavoro esaminare le ipotesi che sono state fatte sull’esistenza primigenia del ‘comunicare senza parole’ divenuto nel tempo «una delle grandi arti della conversazione» (William Hazlitt). Procedo perciò alla scelta di testi dai quali isolare e mettere in evidenza evocazioni del silenzio in forme svariate.

1. Dai tragici greci

Fra i capolavori della letteratura greca antica si privilegiano qui alcune delle tragedie più note. Per esigenze editoriali ho rinunciato a trascrivere i testi originali ricorrendo unicamente a traduzioni italiane, come del resto si fa nelle rappresentazioni teatrali che riescono a trasmettere il fascino dei capolavori trasponendoli i...

Indice dei contenuti

  1. Premessa
  2. I. Fisionomie del silenzio
  3. II. Variazioni sul tema
  4. III. Di fronte all’indicibile
  5. IV. In religioso silenzio
  6. Epilogo
  7. Supplemento bibliografico