Come scrivere un best seller in 57 giorni
eBook - ePub

Come scrivere un best seller in 57 giorni

  1. 128 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Come scrivere un best seller in 57 giorni

Informazioni su questo libro

Quattro scarafaggi a Parigi, un best seller da scrivere, 57 giorni per portare a termine limpresa. Ma le loro zampe sono troppo corte per tenere una penna. Dobbiamo scrivere un romanzo sentimentale, alla Via col vento, guerra di secessione e amori tormentati, soldati e corna. Ambientiamolo nel medioevo, alcuni alieni rapiscono un gruppo di monaci, un romanzo di fantascienza retroattiva. Io scriverei un western ambientato ai giorni nostri, dove i duelli con le pistole si svolgono a Wall Street, dopo un conflitto nucleare. Io avanzai lipotesi di un thriller con protagonista un anatomopatologo. Avevo sentito dire che gli anatomopatologi andavano per la maggiore nei best seller, anche se avrei avuto qualche problema a spiegare quale professione svolgessero di preciso...Luca Ricci alle Storie di Corrado Augias. Guarda il video

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Come scrivere un best seller in 57 giorni di Luca Ricci in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Morosità

– Io non ci vado.
– Neanch’io.
– Io neppure.
Qualcuno da basso chiamò l’ascensore e l’argano si mise in moto con un cigolio sinistro. Le funi di trazione vibrarono nell’oscurità del vano sottostante. Ci riunivamo spesso nel locale macchine. Era una stanzetta ammuffita nelle adiacenze del tetto, e se ci si affacciava si poteva vedere una distesa di palazzi fino all’aeroporto Charles de Gaulle. Tra l’altro uno dei primi ascensori venne installato nel 1889 proprio a Parigi, in occasione dell’inaugurazione della Tour Eiffel. Ma sto divagando...
Dovevo dire la mia. Guardai quei tre a uno a uno, con aria di sfida.
– Se pensate che ci andrò io vi sbagliate di grosso.
– Perché tu no?
– Perché sono il capo, non per niente mi chiamo John.
– John era il capo di quell’altra band.
Seguì un momento di pausa, nella quale s’intromise Paul per dire la sua.
– Per me il capo era Paul.
– Chi ha scritto la maggior parte delle canzoni? Chi ha fondato il movimento pacifista?
– John Lennon non ha fondato il movimento pacifista.
– Ma ne è stato l’ispiratore...
– John Lennon era soltanto una rock star.
– I suoi concerti da solista erano politici. Una cosa sublime, arringhe in note.
– Sì, ma Paul ha scritto Yesterday e Let it be.
– Paul è morto in un incidente stradale nel 1966. È stato sostituito da un sosia, un certo William Campbell. Un ex poliziotto senza arte né parte.
– È una fesseria da mitomani.
Io e Paul ci guardammo in cagnesco, mentre George e Ringo rimasero per un attimo fuori gioco: sapevano di non avere voce in capitolo in quel genere di questione.
– Vuoi essere il capo Paul?
– È un dato di fatto. Paul era il capo.
– Non sto parlando di loro, sto parlando di noi. Vuoi essere il capo sì o no?
Ringo, che era il più giovane, sembrò colto da un’illuminazione.
– Perché non stabiliamo le gerarchie per età?
– E quale ordine suggeriresti?
– Dal più giovane al più vecchio.
Gli assestai un’occhiataccia.
– Casomai dal più vecchio al più giovane. Nessuno ha mai affidato il comando a un lattante.
– Non sono così giovane, sono già alla terza muta.
– Sei comunque il più giovane.
Ringo ci pensò su un momento. Se ne avesse avuto uno, avrebbe inarcato il sopracciglio.
– Allora perché non mi chiamo George? È George Harrison il più giovane della cricca.
In effetti George Harrison era del 1945, mentre John Lennon e Ringo Starr erano del 1940, e Paul McCartney del 1942. Troncai quell’inutile disputa da puristi sul nascere.
– Tu ti chiami Ringo e sei il più giovane e non puoi ambire al comando.
Ringo sbuffò.
– È colpa di questa società gerontocratica se il mondo va allo sfascio.
– Occorre esperienza.
Ringo continuò sulla falsariga del comizio populista.
– Occorre energia, prima di tutto. E idee nuove. Se non c’è ricambio non c’è progresso. Basta col falso egualitarismo, se poi le poltrone sono sempre occupate dai soliti sederi.
Io e Paul ci fingemmo per scherzo militanti del suo partito e applaudimmo. A quel punto s’intromise George.
– Eleggiamo il capo per alzata di zampa.
Qualcuno da basso chiamò l’ascensore e di nuovo risuonò il tetro concertino d’argano e funi. Democrazia. Un concetto pericoloso ma dovevamo sbrigarci.
– Ok, ma non vale alzare più di una zampa ciascuno.
– Ci sto.
– Per me va bene.
Alla fine della tornata elettorale venne stabilito una volta per tutte che il capo era John, cioè il sottoscritto. Tra l’altro presi i voti di tutti (compreso quello di Paul e ovviamente il mio).
– Ok, ora che abbiamo deciso chi è il capo come procediamo?
– Che il capo decide chi deve andare.
Mi guardarono come se avessi detto una castroneria grande come una casa.
– Non sarebbe meglio che ad andare fosse il capo?
Seguì una pausa un po’ più lunga. Il fatto era che gli volevo bene a quei tre sciagurati. Il nostro nome scientifico è Blatta orientalis, della famiglia dei Blattidi, ma noi, l’avrete capito, ci chiamavamo John, Paul, George e Ringo. Sì, come i Beatles. Se loro si erano chiamati come noi, noi potevamo chiamarci come loro.
A chiunque, prima o poi, capita d’imbattersi in tipi come noi. Sapevamo che esistevano esemplari fuori dall’ordinario, come la blatta fischiante del Madagascar o lo scavatore gigante australiano, ma noi eravamo quattro comunissimi scarafaggi neri (in realtà, a vederci da molto vicino, il nostro colore era di un irresistibile bruno scuro). Una minuscola comunità di maschi scapoli. Le nostre ghiandole odorifere attrattive se ne stavano placidamente inutilizzate: niente femmine, niente responsabilità. E poi quella storia delle uova ci metteva ansia. Le ooteche, dalle quali eravamo fuoriusciti anche noi, potevano contenerne a decine. Un conto era volere un figlio, mettere su una nursery era tutt’altro affare... Ma sto ancora una volta divagando.
– Ok, dal Gran Saggio ci vado io.
– Da qualche anno non sopporto Parigi. Il quartiere latino fa troppo baccano, gli Champs Élysées sono un museo a cielo aperto, la Ile de la Cité pullula di arroganti di ogni tipo, i giardini – il Luxembourg su tutti –, avrebbero bisogno di un giardiniere e i cimiteri – Montparnasse in testa –, di morti più recenti. E che dire poi di Notre-Dame o della Tour Eiffel? Concepire una sortita da quelle parti è impossibile per chi non voglia rischiare di essere scambiato, che so, per un turista giapponese.
Non sopporto Parigi e più di ogni altra cosa non sopporto i suoi artisti. Ma chi non si sente un po’ artista a Parigi? Anche gli operatori di borsa, o i semplici venditori porta a porta a Parigi s’atteggiano, assumono un piglio artistico. Si mettono cravatte dai colori sgargianti, in perfetto contrasto con i completi e le camicie, che in nessun’altra città del mondo avrebbero l’ardire d’indossare. A Parigi la passano tutti liscia, si ammantano degli echi di qualche stupido eccentrico che scrisse un mazzo di poesiole in età puberale per poi, negli anni della maturità, mercanteggiare in armi, ma che venne preso terribilmente sul serio. Questo è il punto. A Parigi prendono tutto sul serio, a cominciare dalla stupidità.
Il Gran Saggio si zittì e mosse le antenne a destra e a sinistra. Io sperai che fosse una pausa interlocutoria, ma poi mi accorsi che mi stava dando il benservito, spingendomi gentilmente con lo sguardo fuori dal suo battiscopa. Il Gran Saggio era una vecchia blatta americana col dorso tutto rosso. I suoi avi, qualche secolo fa, avevano attraversato l’oceano in nave ed erano arrivati in Francia. Potevo capire che l’orgoglio da vecchio yankee non gli facesse amare Parigi, ma non era certo colpa mia se la sua specie si era ingozzata con le cibarie che gli uomini si portavano appresso per i lunghi viaggi da un continente all’altro.
Per guadagnare l’uscita dovevo passare attraverso le forche caudine dei coniugi Picard. L’amore tra esseri umani dopo qualche anno tende a diventare un’abitudine più che un sentimento, e spesso si riduce a un parlottio nevrastenico. Potei quindi schizzare rapido sul parquet, tagliando in obliquo la sala da pranzo, mentre loro blateravano cose senza senso.
Signora Picard: A cosa pensi?
Signor Picard: In questo preciso momento?
Signora Picard: Sì.
Signor Picard: Alle invenzioni di cui non si conosce l’inventore. In genere sono le più straordinarie. Chi ha inventato il calzascarpe? La carta igienica? Le pinze per i capelli?
Signora Picard: Già.
Signor Picard: E tu a cosa pensi?
Signora Picard: Che da piccola ho sempre voluto spogliare le Barbie. Di solito è un’attività maschile. Le femmine vestono e i maschi svestono. Invece tutte le mie Barbie io le volevo vedere nude. E spesso le mutilavo.
Fuori dall’abitazione del Gran Saggio mi accolse la tipica atmosfera ottobrina di Parigi. Una piacevole umidità nella quale si poteva già intuire il freddo dell’inverno. Mi muovevo con grande circospezione. Non c’è niente di più letale della suola di una scarpa, e per strada era tutto un andirivieni di persone.
La vita degli scarafaggi può essere molto difficile. Nonostante il nostro antico lignaggio (risaliamo all’epoca del Carbonifero, a più di trecento milioni di anni fa) non eravamo molto rispettati. Soprattutto l’uomo ci aveva preso in antipatia. Aveva cominciato a percepirci come insetti mostruosi che facevano ribrezzo. Qualcosa di cui disfarsi in fretta, da calpestare. Il colpo di grazia ce lo dette Franz Kafka, quell’assicuratore praghese che a tempo perso scriveva romanzi incompiuti. Ecco l’inizio della Metamorfosi: «Gregor Samsa, destatosi un mattino ...

Indice dei contenuti

  1. Morosità
  2. La giovinezza non è mai servita a nessuno
  3. Un best seller!
  4. Tentativi a vuoto
  5. Cyrano de Bergerac
  6. Infarinatura e qualche grattacapo
  7. I primi 25 giorni
  8. Una settimana di pausa
  9. I secondi 25 giorni
  10. Dopo il best seller scritto in 57 giorni
  11. Ringraziamenti