Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri ordinato da Diderot e d'Alembert
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Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri ordinato da Diderot e d'Alembert

  1. 696 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri ordinato da Diderot e d'Alembert

Informazioni su questo libro

Una selezione dei testi indispensabili per comprendere l'Enciclopedia e i conflitti a cui essa dette luogo, ma anche i temi generali di argomento filosofico, morale, religioso, estetico, scientifico che conservano intatta la loro attualità. L'antologia, presentata, tradotta e annotata dallo storico della filosofia Paolo Casini, include gli articoli più significativi e gli autori più notevoli.

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Informazioni

eBook ISBN
9788858137093
Argomento
Filosofia

AVVERTENZA
[al volume ottavo]1

Quando cominciammo ad occuparci di quest’opera, la più vasta, forse, che sia stata mai concepita nella storia delle lettere, pensavamo soprattutto alle difficoltà che sarebbero nate a causa dell’estensione e varietà del suo soggetto; ma fu un’illusione temporanea, poiché ben presto ci accorgemmo che alla quantità degli ostacoli fisici, da noi previsti, si aggiungeva un’infinità di ostacoli morali, ai quali non eravamo affatto preparati. Il mondo ha un bell’invecchiare, non cambia mai; può darsi che l’individuo si perfezioni, ma l’insieme del genere umano non muta né in meglio né in peggio; la quantità delle passioni insane resta la stessa, i nemici di tutto ciò che è buono o utile sono innumerevoli oggi come un tempo.
Fra tutte le persecuzioni che hanno dovuto subire in ogni tempo e luogo, coloro che hanno preso parte alla gara seducente e pericolosa che consiste nell’iscrivere il proprio nome fra i benefattori del genere umano, non ve n’è quasi nessuna che non sia stata mossa contro di noi. Abbiamo provato tutte le bassezze dell’invidia, della menzogna, dell’ignoranza e del fanatismo che ci siano state tramandate dalla storia. Nello spazio di vent’anni consecutivi, possiamo appena contare alcune pause di riposo. Dopo giornate tutte dedicate ad un lavoro ingrato e senza sosta, quante notti passate in attesa di mali che la malvagità cercava di attrarre su di noi. Quante volte ci siamo alzati con l’idea di cedere al grido della calunnia, di distaccarci dai parenti, dagli amici, dai concittadini, per andare a cercare, sotto un cielo straniero, la pace che ci era necessaria, e la protezione che ci veniva offerta! Ma la nostra patria ci era cara, e abbiamo sempre atteso che l’ostilità cedesse il passo alla giustizia. Del resto è questo il carattere dell’uomo che ha scelto il bene e che se ne fa testimone: il suo coraggio è stimolato dagli ostacoli che gli si oppongono, mentre la sua innocenza l’induce a trascurare o disprezzare i pericoli che lo minacciano. L’uomo onesto può concepire un entusiasmo che il malvagio non conosce affatto.
Quel sentimento di onestà e generosità, che ci ha sostenuti, l’abbiamo riscontrato anche negli altri. Tutti i nostri colleghi si sono sforzati di aiutarci; e proprio quando i nostri nemici erano felici, credendo di averci sconfitti, si sono visti letterati e uomini della buona società, che fino allora si erano limitati ad incoraggiarci e a compiangerci, correre in nostro aiuto e associarsi al nostro lavoro. Purtroppo non possiamo additare alla pubblica gratitudine tutti questi validi e coraggiosi soccorritori! Ma poiché possiamo fare il nome di uno soltanto di loro, cerchiamo almeno di ringraziarlo degnamente. Si tratta del signor cavaliere de Jaucourt.
Se abbiamo gettato il grido di gioia del marinaio che avvista la terra2, dopo una notte oscura che l’ha tenuto in balìa del cielo e delle acque, lo dobbiamo al signor cavaliere de Jaucourt. Che cosa non ha fatto per noi, soprattutto in questi ultimi tempi? Con quanta costanza si è sottratto alle sollecitazioni dolci e potenti che miravano a portarcelo via! Mai il sacrificio del proprio riposo, dell’interesse e della salute personale, è stato più completo ed assoluto. Le ricerche più penose e ingrate non l’hanno mai scoraggiato. Vi si è dedicato senza tregua, contento di se stesso se poteva risparmiarne agli altri la noia. Ma spetta a ciascuna pagina di quest’opera supplire a ciò che manca al nostro elogio: non ve n’è alcuna che non attesti sia la varietà delle sue conoscenze, sia l’estensione dei suoi contributi.
Il pubblico ha già giudicato i primi sette volumi; anche per questi chiediamo uguale indulgenza. Se qualcuno non vorrà considerare questo dizionario un’opera bella e grande, saremo d’accordo con lui; purché non ci invidii il merito di averne raccolti i materiali. Dal punto donde siamo partiti fino a quello cui siamo arrivati v’era una distanza immensa; non v’era forse altro modo di raggiungere il fine che ci eravamo proposti con ardimento o temerità, che trovare l’opera nella condizione in cui ora la lasciamo, e doverla rifare ricominciando dal punto d’arrivo attuale. Grazie alle nostre fatiche, coloro che verranno dopo di noi potranno far di meglio. Senza volerci pronunziare su ciò che dovranno fare, almeno trasmetteremo loro la più bella raccolta di strumenti e di macchine che sia mai esistita, con le tavole relative alle arti meccaniche3, la descrizione più completa che ne sia mai stata data, e un’infinità di pagine preziose su tutte le scienze. Compatrioti e contemporanei: per quanto severo possa essere il giudizio che darete di quest’opera, rammentate almeno che è stata intrapresa, continuata, compiuta, da un piccolo gruppo di uomini, isolati, ostacolati nei loro progetti, presentati sotto gli aspetti più odiosi, calunniati, e offesi nel modo più atroce, i quali non hanno avuto altro incoraggiamento che l’amore per il bene, altro appoggio che qualche approvazione, altro soccorso che quello assicurato loro dalla fiducia di tre o quattro commercianti!
Nostro principale intento era raccogliere le scoperte dei secoli precedenti; pur senza che tale primo intento sia stato trascurato, non esageriamo se valutiamo in parecchi volumi in folio il contributo di ricchezze nuove che abbiamo recato all’archivio delle conoscenze antiche. Qualora una rivoluzione, che forse è già in germe in qualche angolo ignoto della terra, o che si cela in segreto proprio in seno ai paesi civili, giungesse a scoppiare col tempo, a distruggere le città, a disperdere di nuovo i popoli, a riportare l’ignoranza e le tenebre: se una sola copia di quest’opera si sarà conservata integra, non tutto sarà perduto.
Ma penso che almeno non si potrà accusare il nostro lavoro di non essere all’altezza del secolo presente, ed è già qualcosa. Anche l’uomo più illuminato vi troverà idee che non conosce e fatti che ignora. Possa la cultura generale progredire in modo così rapido che fra vent’anni, su mille delle nostre pagine, resti impopolare appena un rigo! I padroni del mondo devono affrettare questa felice rivoluzione. Felice il tempo in cui essi avranno compreso che la loro sicurezza consiste nel comandare uomini istruiti. I grandi attentati sono stati sempre commessi soltanto da ciechi fanatici. Oseremmo lamentarci delle nostre pene e rimpiangere i nostri anni di fatiche, se potessimo vantarci di aver appena corretto quello smarrimento dell’intelletto ch’è così contrario alla quiete delle società, e di aver spinto i nostri simili ad amarsi, a sopportarsi ed infine a riconoscere la superiorità della morale universale su tutte le morali particolari che ispirano l’odio e il disordine, e che infrangono o rilassano la solidarietà generale e comune?
Questo è stato sempre il nostro scopo. Quale grande e non comune onore avranno raccolto i nostri nemici con gli ostacoli che ci hanno opposto! L’impresa che hanno contrastato con tanto accanimento è compiuta. Se v’è in essa qualche cosa di buono, non se ne renderà certo lode a costoro, forse anzi si imputeranno loro i suoi difetti. Comunque, li invitiamo a sfogliare questi ultimi volumi. Sfoghino pure su di essi le loro critiche più severe e riversino su di noi tutto l’amaro del loro fiele: siamo pronti a perdonare cento ingiurie per una buona obiezione. Se ammettono di averci visti costantemente prosternati dinanzi alle due sole cose che rendano felici le società e che siano davvero degne d’omaggio – la Virtù e la Verità – ci vedranno indifferenti a tutte le loro accuse.
Quanto ai colleghi, li preghiamo di tener presente che i materiali di questi ultimi volumi sono stati raccolti in fretta e ordinati in un clima di discordia4; che sono stati stampati con una rapidità senza precedenti; che sarebbe stato impossibile a chiunque conservare durante una revisione così lunga tutta l’attenzione che un’infinità di materie diverse, la maggior parte assai astratte, esigevano; e che, se si è dato il caso che errori, anche grossolani, abbiano sfigurato i loro articoli, non debbono offendersene né meravigliarsene. Ma affinché la reputazione della quale godono e di cui debbono essere gelosi non risulti in alcun modo compromessa, ci addossiamo senza riserva alcuna la responsabilità di tutti i difetti di questa edizione. Dopo una dichiarazione così ampia e precisa, se alcuni dimenticassero che siamo stati costretti a lavorare lungi dai loro occhi e dai loro consigli, ciò potrebbe essere soltanto effetto di un’irritazione che noi non abbiamo certo inteso suscitare in loro, e alla quale non potevamo in alcun modo sottrarci. Potevamo far di meglio forse che chiamare in aiuto tutti coloro che ci avevano così ben servito con la loro amicizia e con i loro lumi? Non siamo stati avvertiti cento volte della nostra insufficienza? Ci siamo forse rifiutati di riconoscerla? V’è forse uno solo dei nostri colleghi cui, in tempi più felici, abbiamo lesinato tutti i possibili atti di deferenza?5 Saremo forse accusati di non aver riconosciuto quanto il loro aiuto era essenziale al buon compimento dell’opera? Se tali accuse ci vengono mosse, è un’ultima pena che ci attendeva e alla quale dobbiamo rassegnarci.
Se si aggiungono, agli anni della nostra vita ch’erano già trascorsi al tempo del primo progetto dell’opera6, gli anni che abbiamo dedicato alla sua esecuzione, ci si renderà facilmente conto che abbiamo vissuto più di quanto non ci resti da vivere. Ma avremo ottenuto la ricompensa che ci attendevamo dai nostri contemporanei e dai posteri, se un giorno faremo dire loro che non siamo vissuti del tutto invano.
1 Si è tradotto questo testo dall’edizione integrale, confrontata con il Ms del Fonds Vandeul, che ne ha data G. Roth in Diderot, Correspondance cit., t. V, pp. 80-86.
2 «La nostra opera sarebbe finita – scriveva Diderot a Sophie il 18 agosto 1765 – senza una nuova idiozia dello stampatore, che aveva dimenticato in un angolo una porzione del manoscritto. Ne avrò ancora, credo, per tutta la settimana; dopo di che griderò: Terra! Terra!». Corr. cit., t. V, p. 91.
3 Avvertiamo qui che si sono forniti particolari importanti, circa la maggior parte delle arti, mediante spiegazioni assai estese ed istruttive che si troveranno nel Reçueil des planches, innanzi alle illustrazioni che le riguardano; quanto ad altre arti, che la rapidità della stampa non ci ha consentito di collocare in ordine alfabetico, se n’è rinviata l’intera descrizione alla fine del XVII volume di testo e allo stesso Reçueil des planches; sicché i volumi di testo e i volumi di illustrazioni s’illuminano, si correggono e si completano a vicenda (Nota di Diderot).
4 Si allude alle correzioni e soppressioni che uno degli stampatori ha apportato a numerosi articoli dopo la revisione delle bozze, all’insaputa degli editori e per un pusillanime timore dei nemici dell’Enciclopedia. (Questa nota di Diderot, non pubblicata nel testo a stampa e ritrovata inedita nel manoscritto del Fonds Vandeul, riguarda l’opera di censura esercitata sugli ultimi volumi dal Le Breton. Cf. H. Dieckmann, Inventaire du Fonds Vandeul cit., p. 58; Corr. cit., t. V, p. 84, nota.)
5 Probabile allusione a d’Alembert.
6 Nel 1745, quando Diderot aveva 32 anni.

Indice dei contenuti

  1. Premessa
  2. Nota ai testi
  3. Riferimenti bibliografici essenziali
  4. Tavola cronologica
  5. Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri
  6. Discorso preliminare
  7. A
  8. B
  9. C
  10. Avvertenza degli editori [al volume terzo]
  11. D
  12. Elogio del Signor Presidente de Montesquieu
  13. E
  14. F
  15. G
  16. AVVERTENZA[al volume ottavo]1
  17. H
  18. L
  19. M
  20. N
  21. P
  22. R
  23. S
  24. T
  25. Immagini