
- 536 pagine
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Venticinque anni di vita, ventiquattro ristampe, il manuale storico che ha formato generazioni di psicologi in una nuova edizione rivista e aggiornata alle più recenti ricerche in ambito scientifico.
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Informazioni
Schede
Wilhelm Wundt
Wundt è divenuto per la storia della psicologia «il padre fondatore» (Blumenthal, 1979), «il primo uomo che si chiami propriamente senza riserva uno psicologo» (Boring, 19502, p. 316) e come notava ancora Blumenthal, usando una raffinata terminologia psicologica, «Wundt è divenuto lo ‘sfondo’ contro cui si sarebbero staccate le ‘figure’ dei movimenti [psicologici] successivi» (p. 548). La ricerca storica recente sulle origini della psicologia ne ha ridisegnato la figura mettendo in evidenza la complessità della sua opera senza appiattirla nel luogo comune di Wundt fondatore del primo laboratorio di psicologia sperimentale.
Wilhelm Wundt nacque a Neckarau, vicino a Mannheim, il 16 agosto 1832. La sua infanzia non fu facile, soprattutto dopo la morte prematura del padre, un pastore luterano. Si ritiene che la scelta di fare il medico (si laureò a Heidelberg nel 1856) sia stata condizionata anche dall’esigenza di svolgere una professione che permettesse di superare rapidamente le ristrettezze economiche della famiglia. Boring (19502, p. 317) ha descritto così gli anni prima dell’università: Wundt «non imparò mai a giocare. Non ebbe amici durante l’infanzia e solo dei compagni di studio durante l’adolescenza. Non riuscì ad avere l’amore e l’affetto dei genitori, trovando una sostituzione nel profondo attaccamento per il vicario che gli era precettore. Si può vedere il futuro uomo in formazione: il Wundt privo d’umorismo, infaticabile e aggressivo».
Negli anni dell’università a Heidelberg Wundt fu assistente del fisiologo Hermann L. F. von Helmholtz (1821-94) e durante una permanenza nel 1856 a Berlino studiò con «il padre della fisiologia sperimentale», Johannes Müller (1801-58), e con il fisiologo Emil Du Bois-Reymond (1818-96). Dopo gli anni di insegnamento e ricerca a Heidelberg (fino al 1874) nel campo della fisiologia, Wundt divenne professore di filosofia prima a Zurigo (1874-75) e poi a Lipsia, dove rimase dal 1875 fino alla morte il 31 agosto 1920. A Lipsia Wundt fondò quello che è considerato il primo autonomo e organico laboratorio di psicologia sperimentale, dove si formarono decine di psicologi che a loro volta fondarono nuovi laboratori di psicologia in Germania e all’estero.
La produzione di Wundt fu vastissima, quasi maniacale (è stato calcolato che per produrre le oltre cinquantamila pagine dei suoi libri e articoli, abbia dovuto scrivere o rivedere in media 2,2 pagine al giorno tra il 1853 e il 1920); può essere vista lungo un percorso che va dalla fisiologia (Beiträge zur Theorie der Sinneswahrnehmung [Contributi alla teoria della percezione sensoriale], 1858-62) alla «psicologia fisiologica» o psicologia sperimentale (Fondamenti di psicologia fisiologica, 1873-74; l’ultima ed. fu la VI in 3 voll., 1908-11), alla filosofia (Logik [Logica], 1880-83; Ethik [Etica], 1886; System der Philosophie [Sistema di filosofia], 1889) e infine alla «psicologia dei popoli» o psicologia socio-culturale (Völkerpsychologie [Psicologia dei popoli], 10 voll. tra il 1900 e il 1920). Carattere introduttivo e grandissima diffusione ebbe il Grundriss der Psychologie [Compendio di psicologia] (1896; con la IX ed. rivista nel 1911; trad. in inglese nel 1896 e in italiano nel 1900). Una sorta di autobiografia psicologica fu scritta da Wundt con il titolo Erlebtes und Erkanntes [Vissuto e conosciuto] (1920).
Lo psicologo statunitense William James, a proposito della prolificità di Wundt scrittore, notava come ad essa si associava una sorta di superficialità nei contenuti, soggetti a continue revisioni da un libro all’altro, dalla prima edizione alle successive ristampe. In una lettera del 1887 a Carl Stumpf, James scriveva: Wundt «vuole essere un Napoleone del mondo intellettuale. Sfortunatamente non avrà mai una Waterloo, perché è un Napoleone senza genio e senza un’idea centrale che, se battuta, porti alla rovina tutta la costruzione» (Perry, 1935, II, p. 68). Inoltre James notava: «Mentre [i critici di Wundt] fanno a polpette con le loro critiche alcune delle sue idee, nel frattempo egli sta scrivendo un libro su un argomento completamente differente. Tagliatelo come un verme, e ciascun frammento striscia via; non c’è un noeud vital nel suo midollo mentale, cosicché non lo potete ammazzare tutto in una volta» (ibid.).
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I primi laboratori di psicologia
Il primo laboratorio di psicologia sperimentale fu fondato a Lipsia nel 1879 da Wilhelm Wundt. Il laboratorio di Lipsia rimase per decenni il modello adottato negli altri paesi, spesso da studiosi che avevano studiato e lavorato con Wundt.
- Stati Uniti: 1883, Johns Hopkins University di Baltimora (ad opera di G. Stanley Hall)
- Russia: 1886, università di Kazan (V.M. Bechterev)
- Francia: 1889, università La Sorbona di Parigi (H. Beaunis)
- Italia: 1889, università di Roma (G. Sergi)
- Inghilterra: 1897, università di Cambridge (W.H.R. Rivers)
- Giappone: 1903, università di Tokyo (M. Matsumoto)
In Italia, dopo il laboratorio fondato da Giuseppe Sergi (1841-1936) a Roma, fu istituito nel 1903 a Firenze ad opera di Francesco De Sarlo (1864-1937) un laboratorio di psicologia che è considerato il primo centro autonomo italiano di ricerche psicologiche. Altri centri universitari importanti furono a Torino e Padova. Nel 1921 fu fondato all’Università Cattolica di Milano un laboratorio di psicologia ad opera di Agostino Gemelli (1878-1959). Nel 1940 fu istituito il Centro sperimentale di psicologia applicata presso il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), da cui derivò nel 1950 l’Istituto di psicologia del CNR.
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Le prime riviste di psicologia
Organo del laboratorio di Lipsia fu «Philosophischen Studien» [Studi filosofici] (1881-1903), considerato il primo periodico di psicologia sperimentale. Altre riviste tedesche di rilievo furono «Zeitschrift für Psychologie und Physiologie der Sinnesorgane» [Giornale di psicologia e fisiologia degli organi di senso], fondato nel 1890 da H. Ebbinghaus e A. König, e «Archiv für die gesamte Psychologie» [Archivio di psicologia generale], fondato nel 1903 da E. Meumann.
In Inghilterra nacque nel 1876 la rivista «Mind» (diretta da A. Bain) e in Francia nel 1895 «L’Année Psychologique» (A. Binet).
Negli Stati Uniti la prima rivista fu l’«American Journal of Psychology», fondata da S. Hall nel 1887. Hall fondò altre riviste, tra cui nel 1891 «Pedagogical Seminary» (rititolato «Journal of Genetic Psychology» nel 1927). Nel 1894 cominciò la pubblicazione di «Psychological Review», «Psychological Index» e «Psychological Monographs»; e nel 1904 di «Psychological Bulletin» (dirette da J. McKeen Cattell e J.M. Baldwin). Nel 1906 M. Prince fondò il «Journal of Abnormal Psychology». Nel 1910 iniziò la pubblicazione del «Journal of Educational Psychology», seguito nel 1916 dal «Journal of Experimental Psychology» e nel 1917 dal «Journal of Applied Psychology».
La psicologia nord-americana aveva dato vita nel giro di trent’anni a una serie di riviste specializzate per le singole aree della psicologia. Come risulta da uno spoglio delle riviste «American Journal of Psychology», «Psychological Review», «Psychological Bulletin» e «Journal of Experimental Psychology», compiuto da Josef Brožek e Francisco Tortosa (1989), fino al 1910 circa i riferimenti ai lavori in lingua non inglese furono numerosi, ma successivamente prevalsero nettamente i lavori in lingua inglese.
In Italia il primo periodico dedicato specificamente alla psicologia fu la «Rivista di psicologia», fondata nel 1905 da Giulio Cesare Ferrari (1868-1932). Seguirono «Archivio italiano di psicologia», fondato nel 1919 da Federico Kiesow e Agostino Gemelli e pubblicato fino al 1942, e «Archivio di psicologia, neurologia, psichiatria e psicoterapia», fondato nel 1938 da Gemelli.
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Franz Brentano
Discendente da un’antica e nobile famiglia di origine italiana, Franz Brentano nacque a Marienberg sul Reno il 16 gennaio 1838. Studiò filosofia a Berlino, dove entrò in stretto contatto con Friedrich Adolf Trendelenburg (1802-72), profondo studioso di Aristotele, e poi a Monaco e a Tubinga, laureandovisi nel 1862. Nel 1864 fu ordinato prete cattolico e nel 1866 divenne libero docente all’università di Würzburg. Quando, nel 1869, fu preannunciato il dogma dell’infallibilità del papa, Brentano assieme ad altri esponenti del cattolicesimo tedesco si oppose strenuamente al nuovo dogma, fino a lasciare la veste talare nel 1872 e nel 1873 anche la posizione universitaria di professore straordinario che aveva ottenuto come ecclesiastico a Würzburg. Nel 1874 divenne professore a Vienna, ma nel 1880 dovette dimettersi per motivi personali e continuare a tenere lezioni solo come libero docente. Infatti, nel 1880, avendo deciso di sposarsi con una donna cattolica ed essendo proibito in Austria il matrimonio con un ex prete, Brentano decise di prendere la cittadinanza sassone e di sposarsi a Lipsia, con la conseguenza di perdere la carica di professore ordinario a Vienna. Morta la moglie nel 1894, Brentano lasciò Vienna e, dopo aver vissuto in varie città, si stabilì a Firenze nel 1896. Nel 1897, a quasi sessant’anni, si sposò una seconda volta con una donna viennese, suscitando i commenti pungenti di alcuni suoi colleghi. Nel 1915, a causa dello scoppio della guerra, si trasferì a Zurigo dove morì il 17 marzo 1917. Come ha scritto Henri F. Ellenberger (1970): «Brentano era un oratore brillante, e le signore distinte di Vienna affollavano le sue lezioni; tra i suoi uditori vi erano uomini di interessi diversi, quali Edmund Husserl, Thomas Masaryk, Franz Kafka, Rudolf Steiner e Sigmund Freud. Brentano fu una figura eminente nella vita sociale viennese. Dora Stockert Meynert lo descrisse come somigliante a un Cristo bizantino, dalla voce dolce, che costellava la sua eloquenza con gesti di grazia inimitabile, ‘figura di un profeta con lo spirito di un uomo di mondo’. Brentano era dotato di un prodigioso talento linguistico, e oltre alla fama di erudito e di filosofo originale, egli era noto per la sua improvvisazione di elaborati giochi di parole. Egli creò un nuovo genere di indovinello chiamato dal-dal-dal che divenne popolarissimo nei salotti viennesi e fu imitato; egli ne pubblicò molti anonimamente. Freud li citò in una nota nel Motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio» (p. 623).
Tra gli allievi di Brentano vi furono Carl Stumpf, Edmund Husserl, Christian von Ehrenfels, Alexius Meinong e Anton Marty. Freud ebbe l’incarico da Brentano, di cui seguì le lezioni nel 1874, di tradurre alcuni scritti del filosofo John Stuart Mill.
Importante è stata la permanenza di Brentano a Firenze per lo sviluppo della filosofia e della psicologia italiana agli inizi del secolo. Brentano fu in stretto contatto con Francesco De Sarlo ed ebbe una fitta corrispondenza con il filosofo pragmatista Giovanni Vailati (1863-1909), che aveva tenuto anche un’importante relazione sulla ‘classificazione degli stati di coscienza proposta dal prof. Brentano’ al IV congresso internazionale di psicologia a Parigi nel 1900. Nel 1913 fu tradotta da Mario Puglisi la seconda parte della Psicologia dal punto di vista empirico (l’opera principale di Brentano pubblicata nel 1874) con il titolo La classificazione delle attività psichiche. Oltre a numerose opere di filosofia, Brentano scrisse varie monografie su Aristotele, in parti...
Indice dei contenuti
- Prefazione
- I. Due stili di psicologia all’inizio del secolo: Wundt e Brentano
- II. La prospettiva fenomenologica e la teoria della forma
- III. La prospettiva psicodinamica e la psicoanalisi
- IV. La prospettiva comportamentista
- V. La prospettiva cognitivista
- VI. La prospettiva storico-culturale
- VII. La prospettiva biologica e neuroscientifica
- VIII. Il dibattito contemporaneo
- Bibliografia delle opere citate
- Appendice. Per approfondire la storia della psicologia
- Schede