Torino è casa nostra
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Torino è casa nostra

  1. 212 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Torino è casa nostra

Informazioni su questo libro

La nuova guida d'autore alla città più sorprendente d'Italia

Torino è una città diversa a seconda di chi la vive e la osserva, di modo che oltre alla mia c'è anche la vostra. O meglio: ci sono le nostre. Siamo poco meno di un milione da queste parti, perciò ci sono poco meno di un milione di città differenti.

«Torino, nel corso degli ultimi anni, ha davvero cambiato pelle e ha cominciato a scrollarsi di dosso gli stereotipi che un tempo saltavano fuori solo a nominarla: la'grigia città industriale', il 'laboratorio', la 'culla dell'Azionismo' capace di coniugare la 'cultura operaia' con il 'catalogo Einaudi'. Più di ogni altra città italiana, Torino ha saputo rinnovarsi facendo un triplo salto mortale carpiato, e tra un'Olimpiade e una cementificaz… pardon, una riqualificazione urbana, si è magicamente trasformata nella 'Città della Movida'. E allora Torino è casa miache ho scritto qualche anno fa aveva bisogno di qualcosa di più di una rinfrescata. Così mi sono detto: vale la pena riscriverlo daccapo.»Ritratto di un luogo fuori del comune, Torino è casa nostra racconta, tra momenti di comicità e spunti di riflessione, una città viva e piena di sorprese. Perché Torino è Torino, non è una città come un'altra.

Domande frequenti

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Informazioni

Categoria
Viaggi

Cronologia

X sec. a.C.
Una foglia accenna a muoversi, poi però cambia idea e non se ne fa niente.
IX sec. a.C.
Avanza una colonna di formiche francesi.
VIII sec. a.C.
Si ode un tuono.
VII sec. a.C.
La colonna di formiche, spaventata, si ritira.
VI sec. a.C.
Bzzzzzzzzz.
V sec. a.C.
Era un’ape.
IV sec. a.C.
Che grigiore, che noia. Possibile che in questo posto non succeda mai niente?
III sec. a.C.
«Noios, vulevon savuar: per andar dove dobbiamo andar, dove dobbiamo andar?». È spuntata una tribù di Taurini, evidentemente convinta di trovarsi a Milano. Alla fine i nuovi arrivati decidono di fermarsi e approntano un pic-nic tra il Po e la Dora. Ma non fanno in tempo a preparare la carne cruda della Granda tagliata al coltello, che si trova già malgrado Eataly non abbia ancora aperto i battenti, che arriva Annibale, e buonanotte suonatori.
154 a.C.
«Anvedi ’sti Taurini! Aho, e l’accampamento? ’Ndo lo famo? Qua?».
101 a.C.
«A fraté, sur pratone qua davanti ce stanno de nuovo ’sti Cimbri!». «E vabbè, mo’ je menamo. Ma piuttosto dimme ’n po’: e quell’artri?». «Quell’artri chi?». «’Sti Padani. ’Ndo stanno?». «Boh. E chi l’ha visti a ’sti cojoni?».
49 a.C.
«Ave Cesare! Legionari te salutant!».
28 a.C.
«Io me chiamo Augusto, e ’sta città la battezzamo Julia Augusta Taurinorum. Dice che sta tutta quadrata. E tte credo che sta tutta quadrata, l’avemo fatta sula pianta der accampamento, no? Dice poi ’n domani i torinesi a Milano se perderanno, perché Milano sta rotonda. Embé? Ma non ce lo sapete che basta procurasse er tom-tom?».
398
«Ego, Protovescovo Massimo, nuncio Vobis inaugurationem cattedralem. Non habemus pallam di vetro, et non possumus prevedere edificacionem Pallazzaccium. Amen».
568
«Noi essere Lonkopardi, ja? Noi rekvisire tutto, ja? Foi però tire noi: dove sono kvelli ti Patania? Patani apitanti ti Patania? Noi perkorsa tutta Patania, ma Patani non trofati».
773
«Oh mamma mamma mamma, oh mamma mamma mamma, sai che c’è? Ho visto Carlo Magno! Ho visto Carlo Magno! Ho visto Carlo Magno! Eh, mammà, a Desiderio ha fatto un gol!».
888
Si comunica ai gentili lettori che la Contea di Torino passa a Berengario I. Chi fosse a conoscenza di notizie utili a rintracciare i cosiddetti Padani abitanti della Padania è pregato di mettersi in contatto con la redazione.
X-XII sec.
«Mi sai nen, ambele sì as capis pì gnenti. Prima aiera l’imperatur, poei alè rivà al vescou, poei al feudatari, poei al sindic. Ancoei mia fumna à m’a dit che da la pennoira aia sentu che ai rivan ’sti Savoia. Ma chi ca sun ’sti Savoia? As poeul saveisi? Orri ’ncaminu a preocupemi, neh?».
1248
«Je suis Thomas II de Savoie et cet allemand sicilien de Friedrich II Stupor Mundi m’a donné cette petite ville, Turin. Si vous plait c’est comme ça, sinon c’est comme ça quand meme».
1252
«Ommi Signur!». «Chi a jè?». «Al Savoia. E alé pin d’armigeri, ’stu disgrasià!».
1255-76
Si rende noto ai gentili lettori che i torinesi si sono sbarazzati di Tommaso II con l’aiuto degli astigiani. Solo che poi arrivano prima gli Angioini e quindi Guglielmo VII del Monferrato. Se qualcuno venisse in possesso di informazioni utili a rintracciare i cosiddetti Padani abitanti della Padania è pregato cortesemente di mettersi in contatto con la redazione.
1280
Si rende altresì noto ai gentili lettori che Tommaso III di Savoia si è sbarazzato di Guglielmo VII del Monferrato ed è entrato in armi a Torino pure lui.
1343-83
«Je suis Amedé VI, dit le Conte Verde. Turin a besoin de son éspace vital. Je regarde à l’Est, comme Hitler. On prend Biella, et puis on verrà».
1404
Fondazione dell’Università di Torino. Ma non c’è da stare allegri. Si tratta infatti del seme che nel giro di appena cinquecento e fischia anni porterà all’edificazione di Palazzo Nuovo.
1418
I gentili lettori sono pregati di abbassare la suoneria dei rispettivi cellulari. Si informa inoltre che Amedeo VIII, duca del Piemonte, convola a nozze con una duchessina milanese ricevendo in dote Vercelli e provincia. Tra i torinesi che d’estate visitano queste terre comincia a circolare una parola magica, ‘Autan’.
1536
Una colonna di francesi, ma stavolta non si tratta di formiche, occupa militarmente la città.
1563
Emanuele Filiberto fa ritorno a Torino dopo che la capitale era stata spostata a Chambéry e trova un gran disordine.
1575
Torino si annette Asti e Saluzzo e pregusta i prossimi concerti di Paolo Conte.
1578
Emanuele Filiberto, toujours lui, già soldato sotto Carlo V con il grado di generale, porta a Torino la cioccolata e lancia il nuovo prodotto durante l’apericena organizzato per il matrimonio tra il figlio Carlo Emanuele I e Caterina d’Asburgo, figlia di Filippo II di Spagna.
1620
Carlo Emanuele II estende il ducato da Nizza a Ginevra, senza sospettare che un suo discendente, dopo essersi collegato in diretta da lì a Quelli che il calcio, lascerà la ridente cittadina svizzera e otterrà di poter tornare in Italia previa modifica della Costituzione repubblicana così da poter partecipare a Ballando con le stelle.
1678
Messer Antonio Ari diventa il primo cioccolataio di Torino dopo aver ricevuto dai Savoia la prima autorizzazione per la vendita della cioccolata al pubblico. Da qui a tutto il Settecento Torino diventa l’epicentro europeo della produzione della cioccolata: durante il Secolo dei Lumi svizzeri, austriaci e francesi verranno in città per imparare il mestiere. Nasce il famoso slogan «Torino città laboratorio», dove per laboratorio si intende il locale dove si produce la cioccolata.
1706
Dato che i Savoia si sono schierati a fianco degli Asburgo, i francesi cingono d’assedio Torino. Pietro Micca impedisce loro di irrompere in città facendosi esplodere in uno dei cunicoli del sistema di fortificazioni. Grazie a lui, primo kamikaze della storia, inizia la passione tutta torinese per i record. Torino viene liberata grazie all’intervento delle truppe imperiali comandate dal principe Eugenio di Savoia, cui in seguito verrà intitolata la settima divisione alpina delle Waffen SS, la Prinz Eugen, e un centro sociale occupato, il Prinz Eugen. A tutt’oggi, il perdurante clima di ostilità tra ex nazisti e punkabbestia ha impedito un gemellaggio tra i reduci della Prinz Eugen e i reduci del Prinz Eugen.
1713
Grazie alla Pace di Utrecht, a Vittorio Amedeo II viene gentilmente elargita la Sicilia. Che però è un po’ scomoda. «Senta, scusi, non è che la posso scambiare con la Sardegna?». «Ce l’ha ancora lo scontrino?». «Eccolo». «Allora non c’è problema». È dunque in Sardegna che i Savoia arruoleranno i loro granatieri. In Sicilia, sollievo generale.
1763
Apre i battenti il Bicerin, aggiudicandosi così il record di caffè storico più antico della città. Oltre a Cavour, lo frequenteranno, tra gli altri, Mozart, Nietzsche, Culicchia.
1780
Apre i battenti Fiorio, aggiudicandosi così il record di secondo caffè storico più antico della città. Oltre a Cavour, lo frequenteranno, tra gli altri, Nietzsche, Tomasi di Lampedusa e Culicchia.
1798
A Torino entrano le truppe rivoluzionarie francesi. In piazza Carlina viene eretta la ghigliottina, che in certi casi, forse, pensandoci bene, potrebbe tornare utile anche oggi. All’Hotel Dogana Vecchia, dove ha g...

Indice dei contenuti

  1. Cronologia
  2. Intro
  3. L’ingresso
  4. Il corridoio
  5. La cucina
  6. La dispensa
  7. La sala da pranzo
  8. Il salotto
  9. Lo studio
  10. Il bagno
  11. La camera da letto
  12. Il ripostiglio
  13. La cantina
  14. Il solaio
  15. Il terrazzo
  16. Il giardino
  17. La cameretta
  18. La piscina
  19. La palestra
  20. Il garage
  21. Quello che manca
  22. Fine
  23. Sotto il tappeto
  24. Ringraziamenti