Il cinema italiano degli anni Sessanta
eBook - ePub

Il cinema italiano degli anni Sessanta

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Il cinema italiano degli anni Sessanta

Informazioni su questo libro

"Gli anni Sessanta sono stati il decennio più ricco per il nostro cinema. Un decennio in cui hanno convissuto la sperimentazione più ardita e i piccoli espedienti commerciali. Un decennio caratterizzato prima dal boom economico e, sul finire, dalla contestazione, in cui il cinema ha raccontato a modo suo tutti i cambiamenti della società italiana".

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Il cinema italiano degli anni Sessanta di Steve Della Casa in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Media & Performing Arts e Film History & Criticism. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Il cinema italiano
degli anni Sessanta

Il cinema italiano si presenta negli anni Sessanta come una realtà viva, decisamente prevalente sul mercato interno e capace anche di buone performance per quanto riguarda l’esportazione (non solo relativamente ai film di genere, perché molti autori – quelli già citati e in più Federico Fellini, che ha già vinto un Oscar con Il bidone del 1955 – riescono a vendere i propri film un po’ in tutto il mondo). Ma intanto in Francia si è affermata la Nouvelle Vague anche grazie all’enorme successo internazionale di Fino all’ultimo respiro (1960), diretto da Jean-Luc Godard e scritto da François Truffaut. Entrambi venivano dalla critica militante sui «Cahiers du Cinéma» e altre riviste, e l’affermazione va intesa come una vera e propria cesura nei confronti del precedente cinema francese, che in un famoso articolo apparso nell’ottobre 1952 sui «Cahiers» a firma Michel Dordsay era stato definito «cinema di papà» per la sua correttezza formale diventata un valore in sé e non un modo pungente e coinvolgente di raccontare.
Il successo dei «giovani leoni» influenza molto la critica italiana, anche quella dei rotocalchi: ad esempio, un dibattito proposto dalla Titanus e coordinato da Fernaldo Di Giammatteo approfondisce l’argomento, concludendo che l’esperienza è da considerarsi passeggera. Non è così, e in tutto il mondo si manifesteranno per gemmazione spontanea movimenti generazionali che per un certo periodo restano uniti tra loro, contestando apertamente sul piano politico e formale il cinema prodotto fino a quel momento: in Gran Bretagna esisteva già il Free Cinema, poi sarà il turno del nuovo cinema tedesco di Herzog, Fassbinder, Wenders e Kluge, nato dal Manifesto di Oberhausen, del New American Cinema che deve la sua definizione al critico e regista Jonas Mekas, del cinema dei paesi dell’Est (Russia, Polonia – questo guidato da due talenti quali Roman Polański e Jerzy Skolimowski –, Cecoslovacchia, Ungheria), il Cinema Novo brasiliano, il nuovo cinema giapponese. Paradossalmente, in Italia un vero e proprio movimento rinnovatore generazionale non esiste.

1. I giovani leoni

Intendiamoci. Negli anni Sessanta esordiscono in Italia molti autori importanti, primo fra tutti Pier Paolo Pasolini, che a partire da Accattone (1961) rinnova il linguaggio e percorre una strada che, insieme alla sua produzione letteraria, saggistica e giornalistica, lo consacra come la coscienza critica più significativa del decennio. Di che stoffa siano fatti i suoi oppositori è evidente fin dall’inizio, quando l’oscuro parlamentare lucano Salvatore Pagliuca gli intenta causa perché un personaggio di Accattone si chiama proprio come lui. Accanto a Pasolini si forma anche Bernardo Bertolucci, che esordisce giovanissimo l’anno dopo con un film che tutti definiscono «pasoliniano» (La commare secca), anche se da subito il regista parmense cambia traiettoria e inizia a lavorare per un cinema al tempo stesso di forma e di spettacolo, di eleganza e di trasgressione, di contemporaneità e di passione cinefila: un percorso che lo porterà a grandi riconoscimenti internazionali incluso il premio Oscar.
Qualche anno più tardi esordisce un giovane allievo del Centro Sperimentale, Marco Bellocchio, con un film autobiografico nei luoghi e graffiante nella forma, I pugni in tasca (1965), uno dei grandi titoli del decennio. Bellocchio racconta una violenta saga familiare in un luogo a lui molto caro, Bobbio (che farà spesso ritorno nei suoi film e nella sua carriera). Lo pensa come un film dirompente ma anche come un vero e proprio sovvertimento dei codici comunicativi: tale scelta è resa ancora più evidente dal fatto che per il ruolo del protagonista Bellocchio aveva pensato a Gianni Morandi, il giovane cantante popolarissimo presso gli adolescenti per i suoi dischi e anche per i film musicali da lui interpretati, commedie sentimentali di grande successo. Solo in un secondo tempo, avendo Morandi rifiutato, il ruolo sarà affidato a Lou Castel, che diventerà il volto del cinema sessantottino italiano.
Sempre dal Centro Sperimentale arriva Liliana Cavani, che a sua volta chiede a Lou Castel di essere un Francesco d’Assisi (1966) decisamente in contrasto con la tradizione ecclesiale.
L’attività di questi registi prosegue a tutt’oggi (salvo quella tragicamente interrotta di Pasolini) con rilievo internazionale, ma si tratta di percorsi individuali. Il primo incontro pubblico che ha vi...

Indice dei contenuti

  1. Il cinema italiano degli anni Sessanta
  2. L’autore