La liberazione di Roma
eBook - ePub

La liberazione di Roma

Alleati e Resistenza

  1. 680 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

La liberazione di Roma

Alleati e Resistenza

Informazioni su questo libro

Sebbene Alleati e Resistenza romana avessero gli stessi nemici, combatterono due guerre quasi parallele con scarsi punti di contatto. La loro distanza è ben rappresentata dai modi diversi con cui designarono il fine immediato che volevano conseguire: la 'caduta della prima capitale dell'Asse' per gli Alleati, la 'liberazione di Roma' per le forze resistenziali. La presa della città per gli angloamericani fu solo un momento saliente del loro sforzo per impedire, a prezzo di altissime perdite, che si avverasse l'orrendo disegno hitleriano di un'Europa nazista, ed è in questa cornice che si può valutare il tentativo della Resistenza romana di enfatizzare, attraverso la lotta armata in città, l'esistenza di un'Italia antifascista pronta a battersi per concorrere alla propria liberazione. Un tentativo quasi eroico a fronte di una popolazione che per la maggior parte odiava quasi in egual misura tedeschi e fascisti, Alleati e partigiani, come portatori di una guerra di cui non si sentiva responsabile. Questo libro, sulla base di un'ampia documentazione di fonti archivistiche, ripercorre in una visione d'insieme, con le vicende belliche, i fatti – e gli episodi controversi – relativi alla storia di Roma nei nove mesi dell'occupazione tedesca.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a La liberazione di Roma di Gabriele Ranzato in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Storia e Storia del XXI secolo. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

eBook ISBN
9788858136287
Argomento
Storia

V.
L’attività degli agenti alleati dentro la città

Durante i primi mesi della Resistenza nessuno dei partiti antifascisti aveva messo al primo posto tra i suoi obiettivi quello di sostenere il più possibile lo sforzo di guerra degli Alleati. Non solo perché le loro bande partigiane erano ancora in formazione e quindi non erano in grado di compiere, se non sporadicamente, azioni rilevanti di offesa e sabotaggio contro i tedeschi. Ma anche perché i vertici politico-militari angloamericani non riuscirono a predisporre tempestivamente una solida trama di collegamenti oltre le linee del fronte con le forze resistenziali, senza la quale esse, prive di rifornimenti e sostegno logistico, non avrebbero potuto dare un efficace contributo alle operazioni delle truppe alleate. Questo vuoto organizzativo può sembrare sorprendente soprattutto da parte britannica, se si considera che già nell’estate del 1940 il governo inglese aveva creato il SOE (Special Operations Executive), un corpo speciale di intelligence e sabotaggio a cui era stato affidato soprattutto il compito di favorire, attraverso il sostegno ai movimenti di resistenza, la sollevazione delle popolazioni dell’Europa invasa dai nazisti. E questo obiettivo aveva costituito a lungo un elemento essenziale nel quadro di un più ambizioso piano strategico che Churchill ancora alla Conferenza di Washington del dicembre 1941 aveva esposto in questi termini:
Noi dobbiamo prepararci a liberare i paesi prigionieri dell’Europa Occidentale e Meridionale mediante lo sbarco simultaneo o in successione, nei punti più adatti, di eserciti britannici e americani così forti da poter indurre le popolazioni alla rivolta [...]. Se l’incursione delle forze armate avrà successo, l’insurrezione della popolazione locale, che dovremo rifornire di armi, costituirà il grosso dell’offensiva liberatrice1.
Questa strategia, che peraltro i comandi americani non avrebbero affatto condiviso, si basava sulla convinzione che vi fosse una generalizzata disponibilità all’insurrezione delle popolazioni soggette all’occupazione tedesca. Ma si trattava di un presupposto alquanto illusorio, perché se questa disponibilità era maggiormente diffusa nell’Europa orientale, dove la dominazione germanica era così intollerabile da spingere più facilmente alla rivolta, non altrettanto avveniva nei paesi dell’area occidentale, dove il regime imposto dagli occupanti era stato, soprattutto nei primi anni di guerra, più sopportabile. D’altra parte anche in Grecia, nei Balcani, e in particolare in Jugoslavia, dove il SOE giunse ad avere una più consistente presenza e una qualche influenza, esso fu ben lontano dal potere orientare le diverse componenti della Resistenza locale, non riuscendo neppure a evitare che esse si combattessero tra loro e a ottenere che mantenessero un impegno unitario nella lotta contro i tedeschi. Così anche in quell’ambiente più favorevole sotto il profilo della combattività della popolazione, gli uomini dei servizi britannici riuscirono ad agevolare un flusso più o meno continuo di armamenti per le forze partigiane e a realizzare con esse importanti azioni di sabotaggio, ma non a fare della Resistenza una forza prevalentemente funzionale ai disegni strategici degli Alleati2. Del resto, come aveva detto Churchill a Washington, la lotta partigiana e l’eventuale insurrezione popolare avrebbero potuto avere un peso strategico solo in sinergia con degli sbarchi alleati; ma invano egli cercò, tra il 1943 e il 1944, di indurre gli americani a effettuarli sulla costa jugoslava, distogliendoli dal loro fermo proposito di fare dello sbarco nella Manica l’asse fondamentale della loro offensiva contro la Germania.
Sotto un certo profilo la Campagna d’Italia avrebbe potuto essere una verifica della tesi del Primo ministro britannico, vista la sequenza degli sbarchi alleati nella penisola. Perché, anche se né quelli né i successivi realizzati in Francia avrebbero potuto suscitare una vera e propria sollevazione popolare che costituisse «il grosso dell’offensiva liberatrice» – quel “grosso” era ormai costituito dall’esercito americano –, essi avrebbero però potuto accrescere nella popolazione l’attrattiva delle forze della Resistenza, contribuire ad aumentare il numero di coloro che fossero disposti a battersi nelle retrovie del nemico, ad attuare grandi e piccoli sabotaggi ai suoi danni, a fornire agli Alleati informazioni sui movimenti delle sue truppe, fino a creare una sorta di “quinta colonna” che operasse ai suoi fianchi e alle sue spalle. E così, in qualche misura, sarebbe stato in futuro. Ma più tardivamente di quanto avrebbe potuto avvenire, poiché anche dopo la caduta di Mussolini, e per parecchi mesi ancora, il SOE non riuscì a stabilire con le forze antifasciste italiane la rete organizzativa necessaria per trarne il maggior vantaggio per le operazioni delle truppe alleate.
Naturalmente quel ritardo dipese soprattutto dal fatto che, a differenza degli altri paesi europei in cui il corpo speciale britannico operò, l’Italia era stata un paese nemico, nel quale sarebbe stato senza dubbio molto più difficile creare nuclei di lotta clandestina tra una popolazione che, anche nei suoi strati più delusi dalla guerra o persino di sentimenti antifascisti, avrebbe provato una forte riluttanza, prima del 25 luglio e dell’8 settembre, a collaborare, sulla base di una scelta personale etico-ideologica, con i “nemici della patria”3. E anche se questo non era vero – o era meno vero – per i militanti dei partiti antifascisti, essi, nei primi anni di guerra, e anche nei quarantacinque giorni del dopo-Mussolini, erano poco numerosi, privi di un solido tessuto organizzativo a cui i servizi alleati potessero raccordarsi. D’altro canto la prima esperienza diretta con l’ambiente dell’Italia meridionale non offrì agli Alleati la sensazione che gli italiani fossero disposti in gran numero a battersi nella guerra contro i tedeschi e a impegnarsi in attività così rischiose come la guerriglia, lo spionaggio e il sabotaggio. E peraltro la convinzione, diffusa soprattutto tra i comandi britannici, che gli eserciti alleati sarebbero arrivati entro la fine del 1943 fino a Roma ed oltre senza incontrare grande resistenza fece loro sottovalutare l’importanza e l’urgenza di favorire la guerra partigiana e lo sviluppo di attività di informazione e sabotaggio.
Questo però non significa che gli Alleati non cercassero fin dai loro primi passi nella penisola di stabilire contatti con la Resistenza. Già l’8 settembre, durante lo sbarco di Salerno, un piccolo manipolo di agenti del SO...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. Sigle e abbreviazioni
  3. I. Nella guerra mondiale
  4. II. Sotto la Germania nazista
  5. III. La fase iniziale della Resistenza armata
  6. IV. L’offensiva d’inverno dei GAP comunisti e la risposta tedesca
  7. V. L’attività degli agenti alleati dentro la città
  8. VI. Rilancio e culmine della Resistenza armata
  9. VII. La parabola discendente del gappismo
  10. VIII. I liberatori
  11. IX. I liberati