Quello che alle donne non dicono
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Quello che alle donne non dicono

La salute al femminile

  1. 176 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Quello che alle donne non dicono

La salute al femminile

Informazioni su questo libro

È utile assumere integratori per stare meglio? Gli ormoni in menopausa sono l'elisir di giovinezza? Con quale periodicità bisogna sottoporsi ai controlli per ottenere il massimo dalla prevenzione? È vero che ci si può disintossicare con una tisana? L'infarto è un rischio solo per gli uomini? E la cellulite è una malattia? Salvo Di Grazia, ginecologo di solidissima esperienza, ci aiuta a fare chiarezza per affrontare serenamente i piccoli e i grandi problemi delle ragazze e delle donne. Perché la medicina ci salva la vita, ma bisogna saperla usare!

Dall'ideatore del seguitissimo blog "MedBunker", che svela quotidianamente fake news e false verità in campo medico, un libro che tutte le donne dovrebbero leggere.

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Informazioni

1.
Le malattie che non esistono

Partiamo da un dato di fatto che vi sembrerà ovvio: se nell’ambito della medicina esiste una specializzazione precisa, quella in ginecologia, è perché la donna, fisicamente, fisiologicamente, è profondamente diversa dall’uomo. Nonostante l’essere umano sia, in generale, identico per costituzione e fisiologia, le differenze biologiche tra i due sessi sono precise, spesso sottili ma fondamentali.
Per questo, come anticipato nell’Introduzione, da qualche anno esiste anche la cosiddetta “medicina di genere”, ovvero una medicina specializzata nella cura di un sesso o dell’altro senza perdere di vista la conoscenza dell’essere umano nel suo insieme. Perché fino a pochi anni fa, anche in medicina, regnava il maschilismo: le ricerche, i farmaci, gli strumenti venivano studiati per l’uomo (tranne ciò che riguardava la gravidanza) e poi adattati alla donna, con le evidenti e prevedibili ripercussioni.
La donna non è uguale all’uomo (come il bambino non è uguale all’adulto) e questo concetto – per quanto, ripeto, possa sembrare ovvio – è stato per troppo tempo ignorato dalla medicina. Ecco perché le donne devono avere una loro esclusiva cura della salute, come gli uomini.
Una differenza fondamentale che giustifica la medicina di genere è quella ormonale. Mentre nell’uomo la produzione e la quantità di ormoni maschili sono più o meno costanti nel tempo (con le dovute eccezioni, per esempio legate all’età, alla salute, allo stile di vita), quelle delle donne sono fluttuanti e cambiano non solo secondo l’età (tra una donna in età fertile e una in menopausa, per esempio, ci sono profonde differenze ormonali) e le fasi della vita ma anche da un giorno all’altro. Non per niente la donna ha un “ciclo”: come in un ciclo, appunto, i suoi ormoni cambiano di quantità e funzione. Questo ovviamente non si ripercuote soltanto sul piano fisico ma anche sulla qualità della vita, condizionando spesso il comportamento e i rapporti sociali.
E poi, naturalmente, ci sono le fasi della gravidanza e del parto. In alcuni paesi il medico che si occupa della gravidanza, lo specialista in ostetricia, è diverso dal ginecologo, che invece si occupa delle malattie della donna, escluse quelle legate alla gravidanza.
Fatta questa premessa, ricordiamo anche che “prendersi cura” non significa solo curare le malattie. Il medico, e quindi anche il ginecologo, si deve preoccupare del benessere generale, della salute appunto. Il bravo medico, oggi più che mai, dovrà essere anche di supporto nell’insegnare le buone pratiche e nel riconoscere le speculazioni. Esiste infatti il rischio che ci si approfitti dei soggetti fragili, trasformandoli in potenziali malati, quindi in clienti dei produttori di farmaci.
Molti dimenticano che nella maggior parte dei casi le malattie passano da sole, e quelle che non passano riusciamo spesso a curarle o a tenerle sotto controllo: certamente un grande vantaggio per la popolazione, ma un limite per chi produce farmaci o strumenti medici. Per garantire un guadagno continuo, quando le malattie da curare (o che si possono curare) finiscono, ecco un trucco perfetto per continuare a vendere: inventarle.
Gli americani lo chiamano disease mongering, “mercificazione delle malattie”, ovvero la salute come fonte di guadagno e ricchezza (e quando c’è guadagno il rischio di giocare sporco è sempre dietro l’angolo). D’altronde, vendere prodotti è uno degli obiettivi principali di chi i prodotti li produce (le aziende farmaceutiche, come tutte le aziende, hanno scopo di lucro e devono guadagnare), e per raggiungerlo usa ogni mezzo disponibile. In questo caso, è sufficiente convincere i medici della bontà di una cura o di un farmaco, facendo leva sulla fiducia che generalmente nutrono nei confronti dei produttori e sul rapporto che si instaura con chi li rappresenta (gli “informatori scientifici del farmaco”). Inoltre, i mezzi per suscitare apprezzamento e simpatia non sono così complicati o costosi da ideare e realizzare.
Una ricerca ha dimostrato come i medici che non ricevono regali dalle aziende farmaceutiche – di qualsiasi tipo: gadget, rimborsi, spese pagate, denaro e altro – fanno prescrizioni più corrette ed economicamente contenute di chi invece questi regali li riceve1. Lo studio sottolinea che non è dimostrabile un collegamento diretto tra regali e prescrizioni mediche ma, con un po’ di buon senso, nessuno si stupirà se un medico che riceve da un’azienda un regalo (anche banale) tenda ad avere, nei confronti di quella stessa azienda, la tendenza a ricambiare. Ottenere la simpatia dei medici non è un reato o qualcosa di proibito: si tratta, in fondo, di ciò che tutti coloro che vendono qualcosa aspirano a suscitare nei propri clienti. Qui, però, c’è in gioco la salute.
Ma procediamo con ordine.

Il mito della salute perfetta (e la sua declinazione al femminile)

Cominciamo con una buona notizia per le lettrici: la donna, per sua costituzione e fisiologia, è molto più forte e longeva dell’uomo. Per molti anni i suoi ormoni la proteggono dalle malattie cardiovascolari, uno dei disturbi più frequenti e tra le principali cause di morte. La gravidanza tende a diminuire il rischio di tumore mammario (il più frequente nella donna), la sua abitudine culturale (ma anche pratica, in gravidanza quasi tutte le donne consultano un ginecologo) a sottoporsi a esami diagnostici e visite mediche è un modo molto efficace per tenere la salute sotto controllo.
La donna, dunque, vive già molto a lungo, molto più a lungo dell’uomo, come confermano tutti i dati statistici nazionali e internazionali. Con un particolare curioso, a mio avviso molto interessante. Probabilmente per motivi biologici ed evolutivi la donna è favorita rispetto all’uomo già alla nascita: nel caso di gravidanze difficili, parti fortemente prematuri o difficoltosi, sono le bambine ad avere gli esiti migliori. Essere di sesso maschile rappresenta un fattore di rischio già in questa fase, e i piccoli maschi, in caso di difficoltà di sopravvivenza o di rischio di alterazioni dello sviluppo neuropsicologico per problemi legati al parto, hanno meno possibilità di salvarsi o di crescere sani.
Era una cosa che mi dicevano le vecchie ostetriche e alla quale stentavo a credere, mi sembrava una delle tante leggende metropolitane legate al parto e alla maternità. Così sono andato a controllare e mi sono reso conto che è tutto vero. Diversi studi scientifici, infatti, confermano che, per meccanismi ormonali e per altri meccanismi sconosciuti, a parità di fattori, il sesso femminile è più resistente di quello maschile, e questa resistenza si protrae per tutta la vita2. Tuttavia, nonostante la donna sia in generale più “sana” dell’uomo, la salute è comunque al centro delle sue preoccupazioni, a volte a ragione, a volte in maniera eccessiva e non giustificata.
Va fatta una distinzione, però, tra i problemi di salute veri e propri (le malattie) e i disturbi generici, inevitabili, non gravi, che possono verificarsi nel corso della vita. La nostra salute è condizionata (non voglio esagerare scrivendo “è decisa”, ma non direi una cosa del tutto campata in aria) dalla genetica. Siamo quello che è scritto dentro le nostre cellule. Eliminando tutti gli interventi esterni (lo studio del condizionamento dell’ambiente sui nostri geni, una delle più interessanti nuove frontiere della medicina, è la cosiddetta “epigenetica”), la nostra salute è già scritta alla nascita, in parte ereditata dai nostri genitori.
Possiamo però mantenerla in ottimo stato o migliorarla. Possiamo diminuire il rischio di avere qualche malattia (persino quelle gravi, come i tumori), e possiamo mantenere le nostre cellule in buono stato anche in età avanzata. Come farlo? Lo sappiamo benissimo. Lo sapete tutti voi che mi state leggendo. I medici, i libri, i media ce lo ripetono continuamente. Ve lo ripeterò anche io, così capirete perché, alla fine, pillole e pilloline vinceranno sempre. Vinceranno perché l’alternativa ci sembra tanto, troppo impegnativa. Per mantenersi in buona salute, compatibilmente con la genetica che ci predispone a certe malattie, bisognerebbe infatti vivere in maniera sana, cioè non condurre una vita sedentaria, quando possibile stare all’aria aperta, alimentarsi in maniera varia soprattutto a base vegetale, non eccedere con i capricci alimentari (grassi, zuccheri, alcol). Questo stile di vita – come vedete noto e semplice – richiede applicazione, programmazione, organizzazione, tutti aspetti che mal si conciliano con la nostra vita frenetica, sempre piena di impegni. Soprattutto, uno stile di vita sano sembra costringerci a evitare molte cose che ci regalano piacere. E non c’è bisogno di essere filosofi epicurei per sapere che rinunciare ai piaceri è difficilissimo.
Eppure sarebbe così semplice: vivere secondo le regole di buon senso appena ricordate ci permetterebbe di stare meglio nel presente e probabilmente ci risparmierebbe (fin quando possibile, è chiaro) dalle malattie più gravi. Non dirò mai che bisognerebbe vivere per forza e rigidamente così ma bisognerebbe avvicinarvisi il più possibile, essere consapevoli che questo è l’obiettivo. Se poi per un giorno o per un periodo non ci riusciamo, pazienza. Allo stesso tempo però dobbiamo sapere che se vivremo in maniera opposta (tra abbondanza di cibo spazzatura, comportamenti poco salutari, vita sedentaria, fumo e alcol) rischiamo davvero di ammalarci. E dobbiamo renderci anche conto che, in tal caso, non sarà una pillola, una vitamina o un integratore ad aiutarci o a ridurre il rischio di patologie. La stragrande maggioranza delle pillole che continuamente ci propinano come integratori, “ricostituenti”, energetici e contro ogni disturbo e situazione sono, nella migliore delle ipotesi, inutili.
I rimedi veri sono altri. Se si ha la pressione arteriosa alta (ipertensione, in termini medici) possiamo prima di tutto provare a intervenire sullo stile di vita. Sappiamo – è scientificamente provato – che un controllo del peso e una vita non sedentaria riescono a riportare a valori accettabili la pressione arteriosa. Ovviamente, se ciò non fosse sufficiente, è giusto ricorrere ai farmaci, che sono utili ed efficaci. Certo, è molto più comodo assumere una pillola invece di seguire una dieta e impegnarsi a vivere in modo meno sedentario, ma è questo il punto ed è questa la chiave che sfruttano le case farmaceutiche per trasformarci in clienti anziché trattarci da persone consapevoli.
Le aziende farmaceutiche hanno tutto l’interesse (legittimo, vivono di guadagni) a vendere farmaci, pillole, vitamine e integratori: il problema è che spesso usano dei trucchi, delle tattiche, che hanno come scopo proprio quello di farci percepire i piccoli disturbi come malattie gravi, di farci vivere le normali fasi dell’esistenza come problemi da curare. I produttori sanno (perché conoscono le proprietà dei rimedi che mettono in commercio) se un loro prodotto ha la capacità di far perdere peso e sanno anche che non esiste la pillola miracolosa per dimagrire. Ecco che entrano in gioco i trucchi, le tattiche, le tecniche di marketing.
Nella maggioranza dei prodotti dimagranti vedrete in evidenza scritte come “perdi fino a 10 chili in tre mesi!” e poi un asterisco (a volte nemmeno quello) che richiama una scritta piccolissima, in fondo alla scatola “*se il prodotto è accompagnato da un’adeguata attività fisica e un regime alimentare controllato”. In pratica non ci stanno truffando, ma ci stanno dicendo quello che già sappiamo: “perderai peso se mangi meglio e ti muovi di più”, l’unica vera regola per dimagrire che abbia una valenza scientifica reale. Che assumiamo o meno il loro prodotto ha poca importanza, quello che ci attrae è proprio l’idea che se all’attività fisica e alla dieta (sicuramente impegnative e spesso faticose) aggiungiamo una pillola dalle proprietà quasi sempre misteriose (i meccanismi di molti prodotti dimagranti non hanno nessuna prova di funzionamento o logica medica), che, chissà come, ci aiuterà a dimagrire “di più”, avremo risultati inaspettati e, ovviamente, a nostro vantaggio. Tattiche commerciali.
In un suo studio del 2006, Leonore Tiefer elencava alcuni dei trucchi usati dai produttori di medicinali per trasformare in “malattia” ciò che malattia non è3. Il primo è quello di definire “sofferenza” un disturbo che non lo è. Un esempio? La sessualità è sicuramente un aspetto importante e decisivo per l’essere umano. In menopausa una donna può avere problemi legati a questa sfera della sua vita. Già i cambiamenti ormonali possono causare una diminuzione del desiderio, ma anche alcuni mutamenti fisici possono creare dei disagi. Questo è necessariamente un problema per tutte? Il fatto che una donna (ma anche un uomo) non abbia desiderio sessuale è una malattia o semplicemente una fase della vita che ognuna/o vive come meglio crede? Se una donna ne soffre esistono dei rimedi, se invece per lei non rappresenta un problema non c’è alcun bisogno...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione. Il medico delle donne
  2. 1. Le malattie che non esistono
  3. 2. Prevenire è bene... ma senza esagerare
  4. 3. Se il farmaco è “rosa”
  5. 4. Gravidanze sempre più ansiose
  6. 5. Quello che alle neomamme non dicono
  7. 6. Corpo delle mie brame
  8. 7. La salute nel carrello
  9. Conclusioni. Le bufale più diffuse sulla salute della donna