La caccia alle streghe in Europa agli inizi dell'Età moderna
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La caccia alle streghe in Europa agli inizi dell'Età moderna

  1. 416 pagine
  2. Italian
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La caccia alle streghe in Europa agli inizi dell'Età moderna

Informazioni su questo libro

«Il Diavolo, essendo venuto a prenderla per condurla al sabba, le dette un unguento nerastro col quale si strofinò la schiena, il ventre e lo stomaco. Poi, rivestitasi, uscì dalla porta e fu immediatamente sollevata in aria a grande velocità…»: è la confessione rilasciata da una vedova condannata a morte per stregoneria e satanismo nel 1617. D'altronde chi non confesserebbe tutto ciò che la commissione giudicante vuole sentire, pur di porre fine all'agonia della tortura?Psicosi, disagio sociale, superstizione: nell'Europa di età moderna divampa il terrore delle streghe. Accusate di praticare malefici e di adorare il diavolo, bruciano sul rogo almeno in 45 mila donne. Ma molte di più sono quelle processate e torturate da tribunali religiosi e civili.Perché questa mattanza? Chi erano le accusate? Chi gli accusatori?

Domande frequenti

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Informazioni

Argomento
Storia

1. Introduzione

Durante il primo periodo della storia dell’Europa moderna, tra il 1450 e il 1750 circa, migliaia di persone, in gran parte donne, furono processate per il reato di stregoneria. Quasi la metà di queste persone fu condannata a morte, solitamente al rogo. Alcuni di questi processi si tennero nelle varie corti ecclesiastiche d’Europa, istituzioni che svolsero un ruolo importante nel disciplinare la vita morale e religiosa durante il Medioevo e all’inizio dell’Età moderna. Ma più comunemente, e in particolare dopo il 1550, i processi per stregoneria si svolgevano nelle corti di giustizia secolari, cioè i tribunali dei vari regni, Stati, principati, ducati, contee e municipi. La distribuzione geografica dei processi fu estremamente irregolare: in certe giurisdizioni ve ne furono pochissimi o addirittura nessuno, mentre in altre nel corso di tre secoli furono giudicate centinaia e a volte migliaia di persone. Fu irregolare anche la distribuzione cronologica dei processi: a un graduale incremento durante il Quattrocento seguì una lieve riduzione all’inizio del Cinquecento, un aumento impressionante intorno alla fine dello stesso secolo e all’inizio del successivo, infine un graduale declino tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento. All’interno di ciascuna giurisdizione si ebbero fluttuazioni ancora più marcate. Il flusso dei procedimenti giudiziari non fu costante, ma vi furono spesso periodi in cui vennero processate moltissime streghe, e altri in cui il reato di stregoneria non sembra essere stato un problema rilevante.
Anche se il numero delle streghe e degli stregoni processati varia da luogo a luogo e da periodo a periodo, tutti i processi per stregoneria si possono far rientrare in un’operazione giudiziaria di vastissima portata che fu posta in atto solo in Europa e solo all’inizio dell’Età moderna. Questo fenomeno storico, generale ma comunque chiaramente definito, viene solitamente denominato «ossessione» europea per le streghe o «caccia alle streghe» in Europa. La prima definizione, quella usata più frequentemente, va utilizzata con cautela: è appropriata solo nel senso che le autorità e le comunità europee di quel periodo nutrirono una paura così profonda nei confronti delle streghe da dare spesso vita, nell’intento di perseguirle, a forme di comportamento frenetiche, irrazionali o maniacali. In certi casi il numero delle streghe sospette fu così elevato, e la paura così forte, da gettare nel panico intere comunità. Il termine «ossessione» sembra implicare che il complesso di credenze su cui si fondava l’accanimento contro le streghe fosse il prodotto di una qualche sorta di disordine mentale, ma non era certamente così.
L’altra espressione, «caccia alle streghe», è da preferire alla prima perché tutti i processi per stregoneria, anche quelli che non mettevano in evidenza alcun segno di psicosi collettiva, comportavano in certa misura la ricerca dei colpevoli. Di solito la caccia alle streghe non implicava la ricerca materiale di un determinato individuo, come nel caso della classica caccia all’uomo nei confronti di un detenuto evaso dalla prigione o di chi ha violato la legge. Accadeva a volte che si desse la caccia in questo modo a persone che si erano nascoste o date alla fuga, ma il meccanismo della repressione della stregoneria consisteva essenzialmente nel tentare di scoprire chi fossero le streghe, più che dove si trovassero. La caccia alle streghe comportava l’identificazione di individui cui l’opinione pubblica attribuiva la pratica di attività segrete od occulte. Quindi alle streghe e agli stregoni si dava la caccia così come oggi la si darebbe ai membri di un movimento clandestino o di un’organizzazione segreta. Tale compito veniva svolto da vari soggetti, di solito dalle autorità giudiziarie ma a volte anche da cacciatori di streghe di professione. Sulla base delle accuse, delle denunce o anche di semplici voci, essi procedevano all’arresto delle persone i cui nominativi erano stati loro segnalati, le interrogavano, e facevano quanto era in loro potere per indurle a confessare. Talvolta continuavano la loro indagine fino a costringere chi aveva confessato a fare il nome dei complici: ed è proprio questo il tipo di accanimento giudiziario a cui oggi ci si riferisce con l’espressione «caccia alle streghe»1. L’ultima fase della caccia si concludeva, nella maggior parte dei casi, con la condanna formale degli accusati, cui faceva seguito l’esecuzione capitale, l’esilio o la reclusione.
L’intento principale di questo libro è spiegare perché in Europa si verificò la grande caccia alle streghe. Su questo problema non vi è concordanza di opinioni; anzi, si può affermare che non esiste un’altra questione storica su cui vi sia più disaccordo e confusione. Nel secolo scorso la responsabilità della caccia alle streghe è stata attribuita totalmente o in gran parte alla Riforma, alla Controriforma, all’Inquisizione, all’uso della tortura nel processo, alle guerre di religione, allo zelo religioso del clero, a una serie di crisi dell’agricoltura e carestie, alla nascita dello Stato moderno, allo sviluppo del capitalismo, alla diffusione dell’uso di droghe, a mutamenti nel pensiero medico, a conflitti sociali e culturali, a un tentativo di spazzare via gli ultimi residui di paganesimo, alla necessità della classe dominante di distrarre le masse, all’opposizione al controllo delle nascite, alla diffusione della sifilide, all’odio per le donne. Questo libro non appoggia nessuna delle suddette spiegazioni onnicomprensive. Al contrario, adotta un approccio multicausale che individua come condizioni indispensabili per la nascita di tale fenomeno l’emergere di nuove idee sulla stregoneria e una serie di cambiamenti fondamentali nel diritto penale, accanto a cause più immediate, quali il mutare del contesto religioso e situazioni di tensione sociale. Solamente attraverso lo studio di tutti questi fattori, che costituirà l’oggetto dei quattro capitoli che seguono, e l’analisi delle loro influenze reciproche, si potrà cominciare a comprendere perché si verificò la caccia alle streghe. Anche qui, tuttavia, sarà necessario andare al di là delle cause generali e studiare le circostanze e gli avvenimenti specifici che scatenarono le singole cacce, perché il fenomeno non fu altro che una serie di episodi distinti, ciascuno dei quali ebbe una sua propria causa scatenante. E dal momento che ogni episodio ebbe anche una dinamica propria, occorre anche spiegare perché una caccia, una volta iniziata, si sviluppasse in modi diversi.
La complessità della grande caccia alle streghe in Europa risulta evidente non solo dall’analisi delle sue cause ma anche dallo studio del suo sviluppo cronologico e geografico, e dal momento che fu più intensa in certe zone piuttosto che in altre e in certi periodi piuttosto che in altri, è necessario spiegare i motivi di tali variazioni. Solo così potremo valutare l’importanza relativa di alcune delle cause più generali dell’intero fenomeno. Cercheremo di spiegare queste diversità di volta in volta nel corso del libro; nel Capitolo 7 adotteremo un approccio più sistematico al problema nel suo insieme.
Il Capitolo 8 tratta in particolare del declino e della scomparsa dei processi per stregoneria verso la fine del XVII e nel corso del XVIII secolo. Anche se è vero che dall’antichità fino ai tempi moderni molte società differenti hanno identificato e identificano determinati individui come streghe e stregoni, in Europa la grande ondata di processi alle streghe si è verificata solo verso l’inizio dell’Età moderna. Per tale motivo è importante capire in che modo questa operazione giudiziaria su larga scala sia andata esaurendosi, e perché a un certo punto la stregoneria non sia stata più considerata un reato. Tuttavia, anche dopo la fine dei processi, di tanto in tanto certe comunità hanno linciato persone sospettate di stregoneria, e nel secolo scorso i membri di vari gruppi sono stati perseguitati in maniera spietata dalle autorità proprio come si faceva con le streghe. L’ultimo capitolo studia queste diverse forme di caccia alle streghe; la parte finale si occupa del fenomeno in Africa nella seconda metà del secolo scorso, dopo la decolonizzazione. Queste cacce alle streghe in terra d’Africa, in gran parte condotte senza che i governi locali intervenissero ufficialmente con sanzioni, hanno rivelato conflitti profondi tra gruppi di persone determinate ad agire nei confronti delle streghe e i tribunali postcoloniali che si rifiutano di riconoscere l’esistenza di tale reato.

Il significato di «stregoneria»

Nell’affrontare un argomento complesso come la stregoneria è importante precisare il significato del termine. Non si tratta di un compito facile, dal momento che nei vari periodi storici gli sono stati attribuiti diversi significati, e che sono state usate molte altre espressioni equivalenti a «strega, stregone» (witch) e a «stregoneria» (witchcraft). Quando gli europei dell’inizio dell’Età moderna usavano la parola «stregoneria» si riferivano quasi sempre, alternativamente o complessivamente, a due tipi di attività. La prima era la pratica della magia nera, o maligna, o malefica, cioè la «fattura» di malefici mediante il ricorso a poteri straordinari, misteriosi, occulti, preternaturali o sovrannaturali. A questo tipo di magia si attribuivano poteri diversi: uccidere una persona trafiggendo un pupazzo fatto a sua immagine, infliggere una malattia a un bimbo recitando la formula di un incantesimo, far cadere la grandine sui raccolti bruciando certe sostanze magiche, provocare un incendio collocando una spada stregata in una stanza, provocare l’impotenza di un marito ponendogli vicino una striscia di cuoio annodata più volte. Tali atti venivano solitamente definiti in latino maleficia e a volte, in inglese, witchcrafts2. In genere, gli autori venivano chiamati malefici o maleficae, i termini latini comunemente usati per indicare gli stregoni e le streghe nel tardo Medioevo e all’inizio dell’Età moderna.
È nell’esecuzione dei maleficia che la stregoneria europea richiama molto da vicino quella praticata oggi in alcune società africane o di nativi americani. In tutte le società che credono nella stregoneria, le streghe e gli stregoni vengono considerati individui in possesso del potere misterioso e straordinario di compiere malefici. Essenzialmente, la caratteristica di questi atti è di essere più magici che religiosi, e dannosi più che benefici. Queste distinzioni, tuttavia, non sono sempre chiare e richiedono qualche spiegazione ulteriore.
In senso stretto, la magia è un potere che viene attivato e controllato dall’uomo stesso. La forza della magia è soprattutto il potere del mago, ed egli lo usa per produrre effetti pratici, subito riconoscibili nella realtà, quasi sempre in situazioni critiche, e di solito in segreto e individualmente. Il mago presuppone che se pratica la sua arte in maniera corretta gli effetti ...

Indice dei contenuti

  1. Prefazione alla presente edizione
  2. Prefazione alla seconda edizione
  3. Prefazione alla prima edizione
  4. 1. Introduzione
  5. 2. Le basi intellettuali
  6. 3. Le basi giuridiche
  7. 4. L’influenza della Riforma
  8. 5. Il contesto sociale
  9. 6. La dinamica della caccia alle streghe
  10. 7. Cronologia e geografia della caccia alle streghe
  11. 8. Il declino e la fine della caccia alle streghe
  12. 9. La caccia alle streghe dopo la fine dei processi
  13. Note
  14. Bibliografia