Le banche per la ricostruzione
eBook - ePub

Le banche per la ricostruzione

Le relazioni alle Assemblee dell'Associazione Bancaria Italiana

  1. 224 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Le banche per la ricostruzione

Le relazioni alle Assemblee dell'Associazione Bancaria Italiana

Informazioni su questo libro

Per la prima volta sono raccolti i testi integrali delle quattordici relazioni pronunciate da Stefano Siglienti alle Assemblee dell'Associazione Bancaria Italiana da lui presiedute negli anni del suo mandato (1945-1971).

Si tratta di un'occasione importante per conoscerne il pensiero, dal momento che, come è stato autorevolmente rilevato, Siglienti era incline a privilegiare l'approccio pragmatico ai problemi, evidenziando nelle scelte operative quotidiane, anziché nelle esternazioni pubbliche, il disegno strategico alla base del suo operare. Le relazioni abbracciano un venticinquennio cruciale che va dalla fase dura ed esaltante della ricostruzione agli anni '50, che consegnano al Paese un'economia forte e in via di ulteriore sviluppo, per proseguire poi con il rallentamento della prima metà del decennio successivo e con i prodromi della crisi provocata dagli accadimenti del Sessantotto. Siglienti attraversa questi anni da banchiere protagonista, sempre coerente con i suoi convincimenti di fondo relativi alla necessità di una pratica programmatoria incentrata sulla stabilità monetaria e sulla formazione del risparmio inteso come fondamentale atto di socialità, nonché sulla conseguente centralità del ruolo assegnato al settore bancario.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Le banche per la ricostruzione di Stefano Siglienti in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Economia e Finanza. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

eBook ISBN
9788858144305
Argomento
Economia
Categoria
Finanza

Relazione all’Assemblea
dell’Associazione Bancaria Italiana
del 29 febbraio 1968

1. Eccellenze, Signori, consentite anzitutto che io rivolga, a nome dell’intero settore creditizio e finanziario, dell’Associazione Bancaria Italiana, nonché a nome mio personale, il benvenuto ed il riconoscente saluto ai Ministri e Sottosegretari di Stato, al Presidente della Corte Costituzionale, del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, della Corte dei Conti, al Governatore della Banca d’Italia, ai Parlamentari, a tutte le altre Autorità intervenute, nonché a quelle che, impedite di partecipare alla nostra riunione, hanno espresso la loro adesione, ai rappresentanti di Organizzazioni di altri settori, a tutti coloro infine che con la consueta, squisita cortesia hanno voluto onorare con la loro partecipazione il periodico incontro delle Aziende di credito e finanziarie1.
Il settore e l’Associazione che unitariamente lo rappresenta sentono che gli Organi di governo, la Pubblica Amministrazione, gli operatori economici seguono con vivo interesse i problemi creditizi e finanziari e ne hanno voluto dare graditissima conferma con la loro presenza oggi nella nostra sede.
Passeremo dunque in rassegna, come sempre, la nostra problematica; da parte mia mi propongo di tracciare a grandi linee l’evoluzione più recente, ed invitarvi a considerare fatti e problemi che ci attendono, mentre la dettagliata relazione2 che la Direzione dell’Associazione ha predisposto con la collaborazione di tutti i Servizi ed Uffici associativi fornirà documentazione dell’attività svolta.
Avremo poi il privilegio di ascoltare insieme la parola del Governatore della Banca d’Italia3 e quella del Ministro del Tesoro4, che come sempre ci daranno modo di riflettere sulle prospettive creditizie e finanziarie del nostro Paese nel quadro più vasto della politica economica generale.
2. Avevo in animo di concentrare la mia esposizione esclusivamente sui problemi specifici del nostro settore, ma l’intreccio fra fatti internazionali e fatti interni è divenuto, nella fase a noi più vicina, così stretto e così operante da non potersi formulare una valutazione realistica di ciò che si compie e debba compiersi in casa nostra senza fermare l’attenzione preliminarmente sul significato delle vicende che sono venute a dominare la scena dei rapporti monetari internazionali.
Benché già da tempo si siano manifestate difficoltà e siano state espresse preoccupazioni per quanto concerne la posizione delle due monete più importanti per il commercio e la finanza mondiali, è nel corso dell’ultimo anno che i motivi di tali difficoltà e preoccupazioni si sono venuti accentuando, fino a sboccare nei recenti provvedimenti che non poco turbamento potenziale recano ai rapporti economici internazionali e alle prospettive delle economie nazionali5.
Sappiamo bene quali cause immediate e quali cause di fondo siano all’origine delle recenti decisioni inglesi e statunitensi, numerose essendo le analisi che ne sono state date, alcune delle quali autorevolissime. Non possiamo, tuttavia, esimerci dal sottolineare, anche in questa occasione, la rilevanza che esse assumono per il nostro Paese nel loro significato di monito ad una corretta gestione dei conti economici della Nazione, di convalida della necessità della cooperazione internazionale, di sollecitazione all’urgente apprestamento di una linea di azione che valga a tutelare gli interessi della nostra economia, nel momento in cui questa è impegnata in un vasto sforzo di ripresa produttiva e di perseguimento di importanti obiettivi di politica interna.
Non possiamo, così, non rilevare l’insegnamento che scaturisce particolarmente dalle esperienze inglesi: è vera illusione che attraverso manovre di politica economica o di tecnica monetaria si possano eludere le leggi dell’economia. Quando si viva al di là dei propri mezzi, quando vi siano troppo forti squilibri nella scelta fra l’oggi e il domani, cioè nella scelta fra consumi e investimenti e quando il risparmio non sia sufficientemente tutelato, quando si intendano realizzare massicci programmi di espansione di spesa oltre i limiti posti dalle risorse disponibili, in tal caso l’equilibrio è irreparabilmente compromesso. E il rimedio non può ricercarsi che nella rimozione delle cause che hanno generato il male, attraverso un’opera di riequilibrio, la quale si rivela tanto più onerosa e irta di sacrifici quanto più tardivamente essa viene intrapresa.
I fatti recenti hanno pure dimostrato che se la crisi di una moneta-chiave, almeno nella sua fase acuta, ha potuto essere superata senza contraccolpi, ciò si deve in gran parte all’esistenza di un piccolo gruppo di monete di riconosciuto prestigio e responsabilità internazionale che, consapevolmente governate, hanno fatto argine e hanno retto allo sforzo. A questo riguardo ritengo doveroso dare atto alle nostre Autorità monetarie del successo da esse conseguito nell’assicurare alla lira una posizione di saldezza intrinseca presidiata anche da un cospicuo volume di riserve. Alla sagacia con cui esse – pur in situazioni obiettivamente non facili – hanno operato a questo fine, va tutto il nostro apprezzamento.
L’avanzato grado di integrazione internazionale oggi raggiunto tende a rendere ciascun Paese sempre più esposto alle influenze delle tensioni che si producono altrove. Le implicazioni in termini di politica economica si traducono in un ampliamento della responsabilità della condotta di ogni membro della comunità internazionale: a ciascuno spetta, pur nel perseguimento dei propri obiettivi interni, di coordinare la propria azione con quella degli altri Paesi sia in funzione preventiva, sia in funzione correttiva degli squilibri. È un campo, questo, in cui la cooperazione internazionale, anche se non facile da attuare, ha davanti a sé ampio spazio per intervenire efficacemente ai fini di un ordinato svolgimento dei rapporti economici fra i Paesi.
Merito del nostro Paese è certamente quello di aver recato allo sforzo di cooperazione un apporto validissimo che, in occasione delle trattative e delle vicende a noi vicine, ha suscitato larghi riconoscimenti.
Altro elemento di responsabilità della politica economica è quello che attiene alla necessità di difendere l’economia nazionale dall’impatto deflazionistico delle misure restrittive adottate altrove.
È con senso di conforto che il nostro settore – e con esso certamente tutti gli operatori economici – ha accolto le dichiarazioni del Ministro del Tesoro con le quali è stato espresso il fermo intendimento di contrastare gli effetti che dalla svalutazione della sterlina e più ancora dagli annunciati provvedimenti americani potranno derivare per la nostra economia.
Non vi è dubbio, infatti, che l’adozione di tali misure all’estero è in qualche modo suscettibile di incidere sfavorevolmente sulle condizioni nelle quali si va consolidando la ripresa della nostra attività produttiva. Risulterà accresciuta la competitività di talune produzioni estere sui mercati mondiali, mentre all’interno potremo registrare una contrazione di impulsi a seguito dell’effetto combinato di una minore domanda estera e di un diminuito afflusso di capitali. Siamo convinti che il secondo dei due fattori di turbativa, e sopratutto la possibilità di pressione al rialzo dei tassi di interesse possano essere contenuti da un’avveduta azione compensativa delle Autorità, anche se al riguardo non va dissimulato il pericolo che il perseguimento di tale obiettivo possa attribuire al volume della spesa una sfumatura di colore inflazionistico.
Resta, tuttavia, il problema della competitività. Su questo terreno la soluzione è naturalmente meno immediata e più complessa. Essa postula una serie di imperativi che consistono certamente in appropriati sforzi ed iniziative a livello imprenditoriale, ma che sopratutto richiedono, sul piano fiscale e su quello della stabilità monetaria, un clima di sviluppo del risparmio e di stimolo agli investimenti.
3. Passiamo dunque ai problemi dell’Italia e in particolare ai problemi del nostro settore, quali sono venuti presentandosi dal nostro ultimo incontro ad oggi.
Valutazioni ufficiali e non ufficiali sull’andamento dell’economia italiana ci hanno offerto un quadro sufficientemente approfondito dell’attuale congiuntura. Abbiamo superato la fase acuta della crisi, riconducibile ad una eccessiva valutazione della possibilità di mantenere un alto tasso di sviluppo economico, pur sottraendo consistenti mezzi agli investimenti produttivi per dedicarli a fini di consumo.
Da un lato i segni certamente numerosi attraverso i quali la ripresa della nostra economia si manifesta come fenomeno in corso di consolidamento e di diffusione, dall’altro i benefici riflessi che in misura crescentemente incisiva promanano dall’avanzata fase del processo di integrazione economica europea, inducono a prospettarci in termini sostanzialmente promettenti il futuro immediato e quello più lontano.
La ripresa dell’economia italiana, d’altra parte, non avviene senza residui e riflessi della passata congiuntura sfavorevole, che incidono in particolare, col naturale sfasamento temporale, sul sistema creditizio.
I fatti rammentano così, dopo un periodo di relativa facilità che aveva forse potuto sbiadirne la nozione, come la funzione creditizia consista nell’assunzione di rischi, il cui costo deve essere convenientemente coperto, e sopratutto come la concessione del credito comporti valutazioni e scelte che è interesse generale siano compiute con avvedutezza e competenza.
Vi è sicuramente un solido fondamento nelle odierne ottimistiche aspettative. Ma è altrettanto certo che il loro avverarsi, lungi dall’essere automatico, postula una serie di condizioni che in tanto potranno portarci ai risultati voluti in quanto sapremo soddisfarle nella misura e con la tempestività necessarie.
Il complesso di queste condizioni trova organica espressione nel «Programma economico» nazionale6, che costituisce ormai la piattaforma sulla quale si impostano i nostri orientamenti per il prossimo futuro.
Senza indugiare ad evocare qui una per una tali condizioni, mi limiterò a rilevare – per quanto ovvio – che esse si riconducono in definitiva ad un solo imperativo, quello di assicurare un adeguato flusso di investimenti ad elevata produttività.
Non si può dimenticare infatti che il nostro Paese opera a questo riguardo da posizioni di partenza ancora notevolmente più arretrate di quelle di altri Paesi europei, e che malgra...

Indice dei contenuti

  1. Prefazione
  2. Nota del curatore
  3. Fonti dei testi
  4. Nota biografica
  5. Stefano Siglienti, banchiere per la ricostruzione e per lo sviluppo di Giandomenico Piluso
  6. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 12 settembre 1945
  7. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 18 gennaio 1947
  8. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 4 dicembre 1947
  9. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 14 luglio 1949
  10. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 28 novembre 1950
  11. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 18 dicembre 1951
  12. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 19 dicembre 1952
  13. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 23 giugno 1955
  14. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 16 aprile 1957
  15. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 2 aprile 1959
  16. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 27 aprile 1961
  17. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 14 dicembre 1962
  18. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana dell’8 luglio 1965
  19. Relazione all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 29 febbraio 1968
  20. Profilo di Stefano Siglienti di Gian Franco Calabresi
  21. profilo di Stefano Siglienti di Silvio Golzio
  22. Appendice Presenze alle Assemblee dell’Associazione Bancaria Italiana 1945-1971