EstraneitÃ
di Muin Masri
Muin Masri è nato nel 1962 a Nablus, in Palestina. Da ragazzo sognava di fuggire dalla sua terra martoriata e raggiungere gli Stati Uniti. Nel 1985, alla vigilia della prima Intifada, l’Italia gli ha concesso il visto ed è diventata la sua nuova patria. Prima Roma, poi Perugia, infine Ivrea. Dove per quattordici anni ha lavorato come informatico nel santuario dell’industria italiana: l’Olivetti. Durante la pausa pranzo preferiva la biblioteca aziendale agli spaghetti al pomodoro della mensa. Ha scoperto La luna e i falò di Cesare Pavese, Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse, ha cominciato a scrivere in italiano, prima racconti brevi poi romanzi. Oggi lavora per un’azienda informatica, sempre a Ivrea, ed è iscritto alla facoltà di Scienze politiche a Torino. Dalla prima moglie, italiana – ora ha una nuova compagna, sempre italiana – ha avuto due figli: Filippo Yahia e Bianca Noor, che in arabo significa luce. Due giovanissimi piemontesi doc che adorano sciare e fare trekking in bici sulle Alpi insieme al papà . E pensare che fino a ventidue anni Muin le montagne non le aveva mai viste, oggi confessa di amarle più del mare. Solitario, sornione, adora mangiare. Proprio come il gatto che gironzola per casa. Secondo l’insegnamento di Abu Hir, sodale del profeta Maometto, che teneva sempre un felino dentro la manica del mantello. Quanto al conflitto in Medio Oriente, secondo lui ebrei e palestinesi si combattono perché in fondo si assomigliano. Ha esordito nel 1994 con Racconti?, una raccolta bilingue (italiano-francese) edita da Scriptorium. Poi ha pubblicato i romanzi Il sole d’inverno (Lupetti & Fabiani, 1999), Pronto ci sei ancora? (Portofranco, 2001 - Lochness libri, seconda edizione 2006) e Io sono di là (Michele di Salvo - Traccediverse, 2005). Nel 2002 ha realizzato Viaggio di sola andata, cinque episodi trasmessi da Radiotre.
Roberta si sente al settimo cielo: ha trovato il suo principe azzurro, l’uomo della sua vita! Nonostante la giovane età non credeva più alle favole e non perché sia cinica o pessimista, ma per colpa dei suoi ex fidanzati che le hanno fatto cambiare idea sugli uomini. Ma questa volta è diverso, finalmente il suo cuore ha cambiato battito, ora le sembra di sentirlo danzare al ritmo di una dolce musica e, come tutte le ragazze alla prima esperienza, non vede l’ora di raccontarlo a qualcuno. E chi c’è di meglio delle amiche? Prende il telefonino e fa il primo nome in rubrica: Anna.
«Pronto?... Ciao... come mai sei così di fretta? Che palle questo derby! Va bene, ci sentiamo domani». Dice a se stessa: «Le amiche non ci sono mai quando servono, uffa! Provo con Chiara, sfigata e mezza suora, ma almeno le piace ascoltare».
«Pronto?... Ciao Cipollina, sei sola? Anch’io al momento sono sola e ho una voglia matta di parlare con qualcuno: ho paura di impazzire dalla gioia... È bellissimo! Ti ricordi la prima volta che l’abbiamo visto insieme, in quel negozio di abbigliamento? Stava provando una camicia di jeans, anzi, l’avevi notato tu per prima e quasi quasi mi spaccavi una costola per farmelo vedere! Sai, non te l’ho mai detto, ma quella volta avevo pensato tra me e me: ‘sarà mio’, giuro! Incredibile, non ti sembra?... Era più sogno che desiderio questo mio pensiero, e, ti dico di più, è la prima volta che un sogno si realizza, anzi, lo sto vivendo e non ho la minima voglia di svegliarmi... pensi che stia esagerando? Cioè, voglio dire, pensi che stia correndo troppo? No, dimmelo tanto tu mi conosci meglio di chiunque altro e io sicuramente non mi offendo... scema!... Non lo so, con lui è tutto così veloce, strano, fantastico direi, forse ho preso una cotta per lui e sinceramente sono felice così. È diverso dagli altri, non è come Luca, Maurizio o Gianni, loro mi facevano soffrire troppo, troppe seghe mentali, troppi dubbi e perplessità ... sì, con Gianni pensavo di aver trovato il mio principe azzurro, ma in realtà era un mammone, non gli piaceva questo o quello dei miei amici, aveva sempre qualcosa da ridire ed era fissato con lo sci! Tutti i fine settimana dovevamo andare in montagna... ti pare? Io mi facevo bella e lui mi parlava di Tomba oppure non so, come si chiama quel norvegese... mi ha fatto venire due palle così! Dà i, ti sembra normale?! Comunque ti stavo dicendo che lui è colto, tenero, educato, e soprattutto autonomo: niente mamma, niente papà , o chissà chi. È preciso e nota tutto di me... pensa che l’altro giorno si è accorto perfino del mio nuovo profumo, pazzesco!... ascolta, mica ti sto stufando? No? Dimmelo, possiamo cambiar discorso... comunque lui mi tratta come se fossi una principessa. Ecco, se veramente dovessi trovare un difetto in lui direi proprio questo: mi tratta come se fossi una cosa che gli appartiene... come dire... non come un oggetto, no, ma come una bambina preziosa, ecco... non so se ho reso l’idea. A ogni modo mi piace, sì, mi piace sentirmi bambina quando sono con lui, mi coccola, mi riempie di baci, mi racconta tante cose interessanti, al contrario di Luca che pensava solo a portarmi a letto e basta, roba da film porno...».
«No... no, non ancora, gli mancano solo due esami e la tesi e poi sarà il mio medico personale!... Lo so che non è tanto giovane... è fuori corso da qualche anno... che vuol dire? Guarda che Medicina è tosta, mica come prendere il diploma da ragioniere... scusami, scusami non volevo offenderti...». «...Ehi, mi stavo dimenticando, non ti ho ancora detto... sai cosa abbiamo deciso? Che scema che sono, certo che non lo sai ancora! Dunque, abbiamo deciso di andare a vivere assieme! Non sempre, solo il fine settimana, per conoscerci meglio, così abbiamo anche tutto il sabato sera per noi, niente fretta di tornare a casa dai miei, che, detto tra noi, mi stanno rompendo. Specialmente la mamma. Sai che cosa mi ha detto? Che secondo lei sto crescendo troppo in fretta e che dovrei riflettere a fondo prima di fare certe scelte, ma ti sembra giusto? No, dà i, non sa cosa dirmi allora spara solo cazzate. Non la sopporto più! Secondo me è anche un po’ gelosa, non sto scherzando... comunque, sai la cosa più bella? È bravo anche a cucinare, cucina bene, ma proprio bene, due tre piatti ma sono la fine del mondo! L’altra sera mi ha preparato un piatto tradizionale di casa sua: carne, patate e pomodoro, è squisito! Era un po’ piccante però da leccarsi le dita... no, non gli importa che io non sappia ancora cucinare, ha detto che dovrei comprare qualche libro di cucina e fare qualche prova... eh, mi sa proprio che lo amo. Forse ‘amore’ è una parola troppo grossa, ma mi sa che sono innamorata... cosa? Nooo! Non cambi mai, eh? Certo che c’è l’ha diverso, è circonciso... ma dà i, cosa vuoi sapere di più? No, non è più lungo, direi forse più grosso... no, adesso non posso parlare, c’è la mamma che sta girando come una mosca facendo finta di lavorare, te l’ho detto che mi sta rompendo... sì, anche secondo me non hanno digerito bene che sto con un extracomunitario. Cosa vuoi, non sono mai usciti dal paese e vedono e leggono certe cose sugli stranieri... si sono fatti un’idea tutta loro... senti questa che è bella: quando ho detto alla mamma che esco con un palestinese, sai quale è stata la sua reazione? Tutta perplessa mi ha chiesto: ma non è mica un negro? Ma pensa te... roba da ridere o da piangersi addosso... cosa vuoi, non sanno neanche quel che c’è sull’altra sponda del Po... comunque è la mia vita e io voglio viverla come mi pare, ti sembra?... ascolta Cipollina, secondo te dovrei mettermi a dieta? Mi sento un po’ grassa sui fianchi e non mi va di fare sport, ne ho la nausea da quando stavo con Gianni, su e giù con gli sci... che dici, magari vado in qualche centro. Mia cugina Serena mi ha parlato bene di Eliana Ponti, magari ci vado... no, lui è contento di come sono fatta però io vorrei sentirmi più bella, più soddisfatta del mio aspetto, capisci? Non posso permettere che la passione si allenti! Sai, parlando a letto l’altra volta mi ha detto che probabilmente tornerà al suo paese dopo gli studi e io non voglio che mi scappi... no, è troppo complicato seguirlo fin laggiù, non ci vivrei mai, mi sembrano così diversi da noi! E poi io sono innamorata di lui, mica del suo paese! Ma cosa vuol dire, dà i... domani ci sarà il grande evento, viene a mangiare per la prima volta dai miei, via il dente, via il dolore come si dice. Non vedo l’ora di farglielo conoscere così mi sento più libera... speriamo bene». «Certo che no cara Cipollina, ti conosco bene e io sono gelosa del mio cappuccino! Magari un’altra volta possiamo combinare una pizza tutti assieme, ma mi raccomando, eh! Adesso vado che mi aspetta, andiamo a fare un giro in bici attorno al lago. Te l’avevo detto, no? È romantico e mi fa impazzire con quel suo italiano alla Falcao... Bacioni!».
Caterina, la mamma di Roberta, dopo un po’ di incertezza, ha optato per il miglior servizio di piatti, quello del regalo di nozze, le sue nozze, e in venticinque anni questa è la terza volta che lo tira fuori. Sempre con il panico che si rompa! Infatti, con la solita scusa della scuola, non ha voluto che sua figlia le desse una mano. Ogni tanto le parla, ma Roberta, per evitare di litigare anche oggi, fa orecchie da mercante e non risponde mai.
«Sei sicura che mangia la carne di maiale? No, non voglio essere maleducata con lui, magari pensa che l’ho fatta apposta a preparare l’arrosto di maiale al latte... non so, non mi dici mai niente di lui, aspetti sempre che io ti chieda le cose! Mi fai sembrare una ficcanaso, la classica rompipalle! Comunque ho preparato anche il pollo ai funghi, non si sa mai. E il vino? Metto anche il vino in tavola o solo acqua e Coca Cola?... Certo, sei troppo cambiata da quando esci con lui, hai sempre la testa altrove, chissà a cosa pensi o è solo un modo per non dirmi niente? Contenta tu... tua sorella mi ha detto che domani andrà dal ginecologo, vuole cambiare pillola, dice che quel tipo la fa ingrassare, forse metterà la spirale, dicono che è sicura, meglio della pillola, almeno così una non corre il rischio di dimenticarsi di prenderla... e tu? Prendi qualcosa o non ti serve ancora?».
«Certo, ai miei tempi tutto era diverso, l’amore si faceva solo quando si voleva fare i figli, cioè da sposati, non come voi adesso! In giro è pieno di bambini senza padri... mica è colpa dei ragazzi, no, no, bella mia, è tutta colpa delle ragazze di oggi che sono leggere! E poi con questa storia dell’aborto pensano che si risolva tutto... comunque... hai sentito cos’è successo a Monica, la figlia di Rosetta la panettiera, quella che esce con il peruviano che suona e vende cassette in piazza?... povera Rosetta! Fa finta di niente, ma secondo me è distrutta e non ha più il coraggio di andare neanche a messa la domenica. Si vergogna, forse, anche se non è colpa sua. Certo, si sente responsabile lo stesso, lei che era così brava coi figli! Tutta casa, lavoro e chiesa. Ogni tanto si faceva vedere alla festa del pesce, ma mai, mai un giorno lontana dai figli. E quante volte ha rifiutato di risposarsi! Diceva: ‘prima devo far crescere i figli, e bene...’ poi cosa succede? Un bel giorno la figlia più grande le arriva a casa incinta, come niente, come ritornare da fare la spesa, ma al posto della spesa porta un pancione di quattro mesi... ma dimmi te, povera Rosetta, è distrutta... la cosa più tragica sai qual è? Quel peruviano se n’è andato via, così, come se niente fosse, tanto cosa gliene frega a lui? Ha rovinato un’intera famiglia per sempre, ma mica per colpa sua, no, no, è tutta colpa di Monica che è una ragazza facile... ha aperto le gambe a uno sconosciuto, senza casa né famiglia... vabbè, meglio star zitti, è troppo facile parlar male di Rosetta...».
«Tu, piuttosto, dimmi, perché non vai più a messa? Me l’ha chiesto anche Don Tonino! Certo, io non potevo dirgli la verità , gli ho detto che sei impegnata con gli studi... qualcosa dovevo pure dire... Comunque tu sei grande per ragionare da sola... A che ora gli hai detto di venire? Ho l’acqua della pasta che bolle... ma prende il pullman o ha la macchina? Già , che scema che sono, mi avevi detto che non ha la patente italiana... Ho visto la mamma di Gianni al supermercato l’altro giorno. È molto preoccupata per suo figlio, lo vede diverso, mangia poco, è taciturno e sempre nervoso. Non sa se per colpa del militare o di qualcos’altro, non gli piace più neanc...