Quando è arte?
eBook - ePub

Quando è arte?

  1. 20 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Quando è arte?

Informazioni su questo libro

Le opere d'arte sono identificabili a partire da alcune proprietà specifiche che devono possedere? Sono tali perché così stabilisce il nostro giudizio o il giudizio degli esperti, o il loro essere opere d'arte ne è completamente indipendente? Sono tali in ogni tempo, o il loro essere opere d'arte è legato a particolari condizioni storiche? Sono replicabili a piacimento o devono essere uniche e originali?

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Quando è arte? di Stefano Velotti in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Filosofia e Saggi di filosofia. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Quando è arte?

La domanda

Tutti gli oggetti, prodotti o eventi con cui abbiamo a che fare ogni giorno possono piacerci o meno. Alcuni li notiamo per la loro bellezza, altri per la loro bruttezza, altri ancora non li notiamo affatto e ci restano per lo più indifferenti. Solo di alcuni, però – che ci appaiano belli, brutti o indifferenti – diciamo solitamente che sono ‘opere d’arte’.
Questa espressione, tipicamente, porta con sé un giudizio di valore: non a tutti i quadri, per esempio, riconosciamo nello stesso modo o con la stessa sicurezza lo statuto di opere d’arte (quelli appesi sui muri di una pizzeria non li osserviamo con le stesse aspettative con cui osserviamo quelli esposti in un museo), e ciò vale per tutti gli altri singoli prodotti di attività ‘artistiche’, come scolpire o dirigere un film, narrare o danzare, costruire, comporre o eseguire musica. Si potrebbe usare l’espressione anche in senso non valutativo, ma semplicemente descrittivo, così che ‘opera d’arte’ sarebbe qualsiasi cosa prodotta dalle ‘arti’ tradizionali: ma questa accezione è altrettanto problematica di quella valutativa, e meno interessante.
Comunque sia, appena ci si pensa un po’, quelle che chiamiamo ‘opere d’arte’ risultano essere cose davvero molto strane. Innanzitutto, benché le chiamiamo tutte allo stesso modo, sono molto diverse tra loro. Una piccola parte di esse – per lo più quella che riguarda le arti figurative – è raccolta nei musei. Ma anche i musei contengono cose piuttosto eterogenee.
Proviamo a entrare, per esempio, nel Museum of Art di Philadelphia.
È un edificio importante, in cui lavorano molte persone, e che viene visitato da molti turisti, studiosi, curiosi. È dotato di sofisticati sistemi di allarme, perché le opere che contiene sono considerate estremamente preziose. Dopo qualche passo, al piano terra, ci imbattiamo in una tela che rappresenta un cane che ha appena azzannato un cervo. Restiamo colpiti dagli occhi del cervo, che sembrano lanciarci un ultimo sguardo di terrore. Una targhetta ci dice che lo ha dipinto, alcune generazioni fa, un pittore inglese. Ma la vera attrazione – così ci hanno detto – è al piano superiore, dove alcune sale sono dedicate a uno dei più singolari artisti del Novecento, Marcel Duchamp: lì troviamo due grandi pannelli di vetro, parzialmente incrinati (si sono rotti casualmente durante un trasporto), dove sono stati inseriti segni misteriosi e strani ingranaggi; poi ci sono i famosi readymades o objets trouvés (oggetti d’uso comune: Duchamp portò nei musei un orinatoio di ceramica bianca, una ruota di bicicletta, una vanga, una gabbietta, un pettine...). Che c’entra questa roba con la scena di caccia del piano inferiore? Eppure, ci troviamo pur sempre nello stesso museo d’arte!
Ma le sorprese non finiscono qui: in una stanzetta male illuminata, posta alla fine dell’ala del museo, una targa bianca sul muro offre il titolo (Etant-donnés) di un’opera che sembra essere stata rimossa, e una vecchia porta di legno farebbe pensare che si è arrivati di fronte allo sgabuzzino delle scope. Sulla porta, però, ci sono due buchi all’altezza degli occhi: il visitatore curioso che ci guarda dentro vede una scena dove il tempo è sospeso, un paesaggio reale dotato di una intensità che il reale non conosce. La scena è questa: attraverso la breccia di un muro di mattoni appare il corpo nudo di una donna, di cui non vediamo il volto. Quel corpo, disteso su dei rami a gambe aperte, con il braccio sinistro sorregge una lampada a gas. Lo sfondo è quello di un paesaggio convenzionale: il cielo azzurro, gli alberi, una cascata d’acqua. È l’ultima opera di Duchamp, segretamente allestita in decenni di lavoro, e su cui si sono versati fiumi d’inchiostro.
Che cosa è successo? Possibile che tutto questo (tele bidimensionali verniciate che ci fanno percepire strazianti scene di caccia tridimensionali, oggetti d’uso isolati dal loro contesto abituale e promossi a opere d’arte, porte con spioncini che dischiudono scene reali enigmatiche e inquietanti) sia, allo stesso titolo, ‘arte’, solo perché è racchiuso in un museo d’arte?
Se poi consideriamo che le opere d’arte non sono certo tutte confinate nei musei, le cose appaiono ancora più complicate. Un’opera d’arte può essere fatta di suoni, di colori, di parole, di pietra, di immagini di ogni genere, di gesti, e – lo abbiamo appena visto – persino di oggetti o prodotti che non si differenziano in alcun modo osservabile da oggetti d’uso comunissimi.
Mentre siamo disposti a chiamare ‘sedie’ solo certi oggetti dotati di determinate caratteristiche e funzioni, le opere d’arte sembrano proprio non avere caratteristiche osservabili che le accomunino, né una chiara funzione. A un rapido sguardo, appare subito evidente la loro eterogeneità:
alcune ‘opere d’arte’ richiedono evidentemente una grande abilità tecnica, ma non tutto ciò che richiede abilità tecnica viene solitamente considerato un’opera d’arte, né tutte le opere d’arte sono di difficile produzione («l’avrei saputa fare anch’io!», si sente dire talvolta di fronte a un’opera esposta in un museo);
alcune sembrano riprodurre la realtà, altre sembrano non riprodurre alcunché di noto;
alcune conservano tutto il valore che viene loro riconosciuto, anche se vengono riprodotte in un gran numero di copie (romanzi, poesie, opere musicali, film, video), altre invece perdono tutto il loro valore ‘artistico’ quando non costituiscono l’originale stesso (solitamente, pitture o sculture, se non sono originali o autentiche, risultano ‘falsi’ o semplici riproduzioni senza valore);
alcune ci lasciano subito esterrefatti e pieni di ammirazione, altre risultano del tutto incomprensibili, al punto che sospettiamo l’artista (e gli eventuali critici che lo sostengono) di essere in malafede;
alcune ci appaiono chiaramente ‘belle’, ‘armoniose’, ‘ben fatte’ e magari molto godibili, ma può accadere che le dimentichiamo subito, mentre altre ci sembrano ‘brutte’, ‘dissonanti’, poco curate e magari inquietanti, ma può accadere che restino per noi memorabili.
Nell’ultimo secolo, poi, sono entrate nella storia dell’arte le cose più dive...

Indice dei contenuti

  1. Quando è arte?
  2. L’autore