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Eretici e libertini nel Cinquecento italiano
Informazioni su questo libro
Dubitavano della divinità di Cristo e della verginità della Madonna, dell'autenticità dei vangeli e della trinità, dell'immortalità dell'anima e della creazione: erano i più radicali seguaci di Juan de Valdés ed erano in tanti, dal Sud al Nord della penisola. Fra mondi misteriosi ed esoterici, studi sulla natura, religione e libertinaggio, il movimento valdesiano fu un'eresia capace di attrarre potenti cardinali, gentildonne d'alto rango, raffinati umanisti, ma anche semplici preti e umili popolani. Luca Addante racconta la storia affascinante di un movimento non ortodosso, specchio del bisogno di nuove libertà.
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Informazioni
Argomento
Teología y religiónCategoria
Historia del cristianismoNote
Abbreviazioni
ACDF Archivio della Congregazione per la dottrina della fede
ASV Archivio di Stato di Venezia
Capece, Opere Il poema «De principiis rerum» di Scipione Capece patrizio napolitano illustre scrittore del secolo XVI. Colla traduzione in verso italiano sciolto, e le annotazioni di Francesco Maria Ricci romano abate benedettino cassinese. Dello stesso Capece il poema «De vate maximo», l’«Elegie», gli «Epigrammi», e due prose latine. Con le notizie storiche e critiche ecc. del conte Mazzuchelli, oltra le molte altrui testimonianze, Venezia 1754
Processo Basalù ASV, Sant’Uffizio, Processi, bb. 13 e 159
Processi Carnesecchi M. Firpo, D. Marcatto, I processi inquisitoriali di Pietro Carnesecchi (1555-1567), 2 voll., Città del Vaticano 1998-2000
Processo Morone M. Firpo, D. Marcatto, Il processo inquisitoriale del cardinal Giovanni Morone, 6 voll., Roma 1981-95
Introduzione
1 C. Ginzburg, A. Prosperi, Giochi di pazienza. Un seminario sul «Beneficio di Cristo», Torino 1975, p. 51.
2 Cfr. almeno M. Firpo, Tra «alumbrados» e «spirituali». Studi su Juan de Valdés e il valdesianesimo nella crisi religiosa del ’500 italiano, Firenze 1990; Id., Riforma protestante ed eresie nell’Italia del Cinquecento (1993), Roma-Bari 2004; Id.; Gli affreschi di Pontormo a San Lorenzo. Eresia, politica e cultura nella Firenze di Cosimo I, Torino 1997; Id., Dal sacco di Roma all’Inquisizione. Studi su Juan de Valdés e la Riforma italiana, Alessandria 1998; Id., Vittore Soranzo vescovo ed eretico. Riforma della Chiesa e Inquisizione nell’Italia del Cinquecento, Roma-Bari 2006; Id., La Riforma italiana, in É. Boillet (a cura di), Antonio Brucioli. Humanisme et évangélisme entre Réforme et Contre-Réforme, Paris 2008, pp. 7-20; cfr. anche Id., Introduzione, in J. de Valdés, Alfabeto cristiano. Domande e risposte. Della predestinazione. Catechismo, Torino 1994; i monumentali Processo Morone; Processi Carnesecchi; M. Firpo, S. Pagano, I processi inquisitoriali di Vittore Soranzo (1550-1558), 2 voll., Città del Vaticano 2004.
3 A parte gli studi citati nella nota precedente cfr. J.C. Nieto, Juan de Valdés y los orígenes de la Reforma en España e Italia (1970), México-Madrid-Buenos Aires 1979; Los Valdés. Pensamiento y Literatura, Cuenca 1997; S. Pastore, Un’eresia spagnola. Spiritualità conversa, alumbradismo e Inquisizione (1449-1559), Firenze 2004.
4 Cfr. D.A. Crews, Twilight of Renaissance. The Life of Juan de Valdés, Toronto-Buffalo-London 2008.
5 I. Bonfadio, Le lettere e una scrittura burlesca, a cura di A. Greco, Roma 1978, pp. 91-92.
6 Presentando la prima edizione di J. de Valdés, Le cento e dieci divine considerazioni, a cura di T. Fanlo y Cortés, Genova-Milano 2004, pp. 155 e 158.
7 Cfr. P. Lopez, Il movimento valdesiano a Napoli. Mario Galeota e le sue vicende col Sant’Uffizio, Napoli 1976, p. 152.
8 Firpo, Introduzione, cit., p. cxlix.
9 Ivi, pp. cxxxiii-cxxxiv.
10 R. Pintard, Le libertinage érudit dans la première moitié du XVIIe siècle (1943), Genève 2000.
11 L. Febvre, Le problème de l’incroyance au XVIe siècle. La religion de Rabelais (1942), avant-propos de H. Berr, postface de D. Crouzet, Paris 2003. Ha negato ogni nesso tra eresia e libertinage A. Tenenti, Libertinismo ed eresia fra la metà del Cinquecento e l’inizio del Seicento (1963), in Id., Credenze, ideologie, libertinismi tra Medioevo ed Età moderna, Bologna 1978, pp. 261-85. Su questa linea sembra porsi anche D. Foucault, Histoire du libertinage des goliards au marquis de Sade, Paris 2007, p. 9: «Libertinage et hérésie sont [...] des dissidences de nature radicalement différente». Nel dipanarsi della sintesi, però, Foucault accenna a vari nessi tra personalità o movimenti della Riforma radicale e lo sviluppo della miscredenza libertina.
12 Cfr. Aspects du libertinisme au XVIe siècle, Paris 1974 (nel quale trovò spazio il saggio di M. Bataillon su Juan de Valdés nicodémite?) e soprattutto H. Busson, Le rationalisme dans la littérature française de la Renaissance (1957), Paris 1971, p. 9 e passim, dove si fa riferimento a «une tradition libertine qui traverse tout le moyen âge», alimentatasi proprio nel corso del Cinquecento a contatto col Rinascimento ma anche con le propaggini radicali della Riforma. G. Schneider, Il libertino. Per una storia sociale della cultura borghese nel XVI e XVII secolo (1970), Bologna 1974, pp. 51 sgg., ha poi dimostrato come un uso moderno del termine «libertino» diverso da quello latino originario (libertinus = schiavo affrancato) fosse diffuso già nel XVI secolo, a far data dagli scritti antilibertini di Calvino (1544-45). E in alcuni canti goliardici del Duecento J. Wirth, «Libertins» et «épicuriens»: aspects de l’irréligion en France au XVIe siècle (1977), in Id., Sainte Anne est une sorcière et autres essais, Genève 2003, ne ha mostrato una variazione semantica ancor più antica, col vocabolo a evocare la sfrenatezza nel comportamento. Infine, J. Barthas, Machiavelli e i «libertini» fiorentini (1522-1531). Una pagina dimenticata nella storia del libertinismo, in «Rivista storica italiana», CXX, 2008, pp. 569-603, ha evidenziato come nella prima metà del Cinquecento per libertini s’intendessero i partigiani radicali del repubblicanesimo democratico a Firenze e a Siena.
13 Calvino usò la definizione nella Brieve instruction pour armer tous bons fideles contre les erreurs de la secte commune des anabaptistes (1544), in I. Calvini Opera omnia denuo recognita et adnotatione critica instructa notisque illustrata, series IV, vol. II, a cura di M. van Veen, Genève 2007, pp. 33-142; ma soprattutto in Id., Contre la secte phantastique et furieuse des libertins qui se nomment spirituelz (1545), ivi, vol. I, a cura di M. van Veen, Genève 2005, pp. 45-171. Il riformatore tornò sul tema in testi contro personaggi sconosciuti o personalità come Dirck Volckertszoon Coornhert. Sui cosiddetti libertini spirituali, oltre a Busson, Schneider, Wirth, van Veen, cfr. O. Millet, Calvin et les «libertins»: le libertin comme clandestin, ou de la sphère clandestino-libertine, in «La Lettre clandestine», V, 1996, pp. 225-40; D. Foucault, L’amoralisme hédoniste et libertaire des Libertins spirituels combattus par Calvin, in M. Daumas (a cura di), Le plaisir et la transgression en France et en Espagne aux XVIe et XVIIe siècles, Pau 2006, pp. 271-305.
14 Schneider, Il libertino, cit., pp. 53 sgg.
15 M. van Veen, Introduction, in Calvino, Contre la secte [...] des libertins, cit., pp. 11, 26 e passim Significativa una citazione riportata in Schneider (Il libertino, cit., p. 104) da G. Farel (Le Glaive de la parolle veritable, tiré contre le bouclier de defense: duquel un cordelier libertin s’est voulu servir pour approuver ses fausses et damnables opinions, Genève 1550, p. 222): «Et c’est la façon des heretiques, d’ainsi temerairement jaser et inventer, comme on voit de Servetus en l’affaire de la trinité, qui a tasché contre l’Escriture et tous les anciens en escrire. Et les anabaptistes, libertins, epicuriens et tous telz errans, ensuivent ce trac»; cfr. anche ivi, p. 223, dove il riformatore si riferiva a «quelque italien», affermando che dalle idee che circolavano tra di essi «sont sortiz les libertins». Wirth ha pure proposto un legame fra libertinage e antitrinitarismo, e lega eterodossia e libertinismo altresì F. Berriot, Spiritualités, hétérodoxies et imaginaires: études sur le Moyen âge et la Renaissance, Saint-Étienne 1994.
16 J.-P. Cavaillé, Libertinage, irréligion, incroyance, athéisme dans l’Europe de la première modernité (XVIe-XVIIe siècles). Une approche critique des tendances actuelles de la recherche (1998-2002), in «Les dossiers du Grihl», http://dossiersgrihl.revues.org/.
17 Id., Libertino, libertinage, libertinismo: una categoria storiografica alle prese con le sue fonti, in «Rivista storica italiana», CXX, 2008, pp. 604-55, in particolare p. 636.
18 Ivi, p. 637. Cavaillé ha inoltre visto (con Schneider) nel libertinismo una forma di «antinomianesimo», secondo cui il libertino si pone al di là del bene e del male e come «il cristiano in stato di grazia è svincolato dalle leggi morali prescritte dal decalogo» (p. 613 e nota). Anche questa posizione la si vedrà emergere tra alcuni valdesiani radicali.
19 Calvino, Contre la secte [...] des libertins, cit., pp. 119 e 121-22.
20 M. Firpo, Calvino e la Riforma radicale: le opere contro nicodemiti, anabattisti e libertini (1544-1545), in «Studi storici», XLVIII, 2007, pp. 100-101.
21 Cfr. ad esempio Valdés, Alfabeto cristiano, cit., pp. 107-108.
22 M. Firpo, Il problema della tolleranza religiosa nell’età moderna. Dalla Riforma protestante a Locke (1978), Torino 1983.
23 Processo Basalù, b. 13, f. II, c. 5r (deposizione di Antonio d’Alessio, 19 dicembre 1552). Identiche le parole di Matteo d’Aversa (3 luglio 1553), i cui costituti sono in D. Berti, Di Giovanni Valdes e di taluni suoi discepoli secondo nuovi documenti tolti dall’Archivio Veneto, in «Atti della R. Accademia dei Lincei, Memorie della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche», 1877-78, pp. 61-81, in particolare p. 79.
24 Su Valentino Gentile è in corso uno studio da parte di chi scrive.
25 Cfr. M. Firpo, «Disputar di cose pertinente alla fede». Studi sulla vita religiosa del Cinquecento italiano, Milano 2003, pp. 286-87 e nota.
26 Cit. ivi, pp. 316-17.
Capitolo I
1 J. H. Elliott, A Europe of Composite Monarchies, in «Past and Present», 137, 1992, pp. 48-71.
2 Cfr. R. Villari, La rivolta antispagnola a Napoli. Le origini 1585-1647 (1967), Roma-Bari 1994; Id., Inquietudini, mutamento e prudenza nella politica barocca, in corso di stampa; G. D’Agostino, Parlamento e società nel Regno di Napoli. Secoli XV-XVII, Napoli 1979; A. Cernigliaro, Sovranità e feudo nel Regno di Napoli: 1505-1557, 2 voll., Napoli 1984; G. Galasso, Alla periferia dell’impero. Il Regno di Napoli nel periodo spagnolo (secoli XVI-XVII), Torino 1994; Id., Storia del Regno di Napoli, vol. II, Torino 2006; P.L. Rovito, Il viceregno spagnolo di Napoli. Ordinamento, istituzioni, culture di governo, Napoli 2003.
3 Cfr. S. Miccio, Vita di don Pietro di Toledo (1600), in «Archivio storico italiano», IX, 1846, pp. 3-89; G. Coniglio, Il viceregno di don Pietro di Toledo (1532-53), 2 voll., Napoli 1984; C.J. Hernando Sánchez, Castilla y Nápoles en el siglo XVI. El virrey Pedro de Toledo. Linaje, estado y cultura (1532-1553), Salamanca 1994.
4 Coniglio, Il viceregno, cit., vol. I, p. 148. B. Croce, Storie e leggende napoletane (1919), Milano 1990, p. 235, ricorda anche un più o meno contemporaneo editto di Carlo V «che vietava, sotto pena di morte e di confisca, ogni conversazione e pratica con eretici e sospetti eretici luterani».
5 G. Rosso, Istoria delle cose di Napoli sotto l’impero di Carlo V, citato in L. Amabile, Il Santo Officio della Inquisizione in Napoli. Narrazione con molti documenti inediti, Città di Castello 1892, vol. I, p. 130 e nota. Sembra che gli arresti fossero effettuati il 7 agosto 1536.
6 Cfr. D. Cantimori, Umanesimo e religione nel Rin...
Indice dei contenuti
- Introduzione. Eresia radicale, valdesianesimo, «libertinage»
- Capitolo I. «Di consequentia in consequentia». Approdi radicali del valdesianesimo
- Capitolo II. Protagonisti, livelli e intrecci di un movimento ereticale
- Capitolo III. Anabattismo e antitrinitarismo
- Conclusioni. Eretici e libertini
- Note