Su questa pietra
eBook - ePub

Su questa pietra

Gesù, Pietro e la nascita della Chiesa

  1. 240 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Su questa pietra

Gesù, Pietro e la nascita della Chiesa

Informazioni su questo libro

Gesù rinominò il pescatore Simone "Kepha", nome aramaico equivalente al greco "petra", pietra, da cui "Petros", Pietro. Il nuovo nome prefigurava un destino speciale.Il mistero di Pietro, pescatore, primo apostolo, pietra angolare della Chiesa: un uomo mite, illetterato, di umana debolezza, eppure, alla morte di Gesù, capace di guidare la comunità cristiana. Da apostolo fragile a innovatore dell'orizzonte di predicazione voluto da Gesù, che estenderà fino ai 'confini della terra', dall'Oriente pagano greco all'Occidente incentrato su Roma. Un uomo la cui vita è costellata di momenti oscuri. Chi era realmente Pietro? È veramente arrivato fino a Roma? L'archeologia ci aiuta a scoprire la storia del primo apostolo, dalla sua casa a Cafarnao, in Galilea, dove ospitava Gesù, fino alla sua tomba (150 d.C. circa), rinvenuta sotto l'altare maggiore della basilica di San Pietro, finora mai adeguatamente spiegata.In questo libro il più celebre archeologo italiano, combinando l'analisi delle scritture all'indagine archeologica, ricostruisce la figura storica e umana dell'uomo cui Gesù affidò la fondazione della sua comunità.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Su questa pietra di Andrea Carandini in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Scienze sociali e Storia del cristianesimo. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

1. Le idee teologiche di Gesù

Babilonia cedette al dominio dei Persiani nel 539 a.C. L’editto di Ciro dell’anno dopo lasciò liberi gli ebrei, trascinati in esilio da Nabucodonosor, di rientrare in patria. Cominciò così il ritorno, in varie ondate, in Giudea. Verso il 520, gli ebrei rientrati, guidati da Serubabel – nipote dell’ultimo re – cominciarono i lavori di costruzione del nuovo tempio a Gerusalemme, consacrato nel 516 (fig. 1).
Intanto tra sacerdoti e scribi tornati in patria si erano sviluppate idee e pratiche religiose innovative, poi consolidate in una tradizione orale, la «tradizione degli antichi», fatta di precetti degli uomini, grande parte della quale fu adottata dai Farisei. Essi volevano imporre quei precetti anche a coloro che erano rimasti in Palestina, che seguivano idee e pratiche derivate esclusivamente dalle Scritture e che non volevano saperne di superfetazioni connesse all’esilio babilonese.
Gesù si era proposto di liberare l’essenza morale della legge dalla precettistica minuziosa della tradizione degli uomini, che sembrava completare quell’essenza e che in realtà la contraddiceva: «Avete annullato la parola di Dio per la vostra tradizione»1. A Mosé e ai profeti Gesù rimaneva, invece, fedele: «Non crediate ch’io sia venuto ad abolire la legge e i profeti; sono venuto non ad abolire ma a compiere»2. Egli era giunto per purificare e perfezionare la legge antica: «un abisso... separava la sua dottrina da quella del legalismo farisaico, che in lui vedeva il prototipo dei riformatori contro la degenerazione ecclesiastica»3.
Al tempo di Gesù, c’erano giudei che credevano in un solo Dio. Altri credevano che accanto a Dio esistesse un delegato, forse un suo figlio, la cui funzione era mediare tra Dio e il mondo, redimendolo. Altri ancora credevano che la redenzione sarebbe venuta da un uomo speciale, un rampollo della casa di Davide – re di Giudea e di Israele del X secolo a.C. –, che avrebbe riportato la Palestina alla gloria che aveva preceduto i domini stranieri babilonese, greco (seleucide) e romano. Altri, infine, credevano che la seconda e la terza figura costituissero un essere unico, divino e umano al tempo stesso.
Dopo Gesù, esistevano giudei che ritenevano di poter essere tali e al tempo stesso cristiani, facendo in tal modo del cristianesimo una variante del giudaismo. Ma tra gli inizi del II secolo d.C. – quando i perseguitati a Roma furono chiamati cristiani e non più giudei – e il IV secolo d.C., soprattutto a partire dal concilio di Nicea (325 d.C.), il cristianesimo si andò sempre più separando dal giudaismo. San Girolamo (347-420 d.C.) scriveva a sant’Agostino: «Ancora oggi in tutte le sinagoghe dell’Oriente perdura fra i giudei l’eresia condannata ancora dai Farisei e detta... dei Nazareni: essi credono in Cristo..., come crediamo anche noi»4.
Per l’evangelista cui è stato attribuito il nome Marco, Gesù riteneva di essere lui il messia. Il termine ebraico «messia» (unto) – christos in greco – rimandava a un re di Giudea e Israele, che nel momento dell’insediamento sul trono veniva unto sul capo, come Saul, Davide e Salomone. Era un essere sacralizzato, adottato da Dio, e in tal senso era considerato come un «figlio di Dio» – il Cristo di Dio5 –, anche se propriamente un Dio non era. Dopo l’esilio in Babilonia, seguito al secondo assedio e alla conquista babilonese di Gerusalemme nel 587 a.C., si manifestò l’attesa nel ritorno di un novello Davide – un figlio (della casa) di Davide, come sarà Gesù e già suo padre Giuseppe, almeno secondo una versione – capace di restaurare la gloria della sua casa e del regno che Nabucodonosor aveva distrutto. Doveva essere un re di questo mondo oppure, nella forma più attenuata, un capo-pastore del popolo d’Israele6, una figura alla fine negata anch’essa da Gesù: «La mia regalità non è di questo mondo»7.
Sempre secondo il vangelo di Marco, Gesù era anche «figlio dell’uomo», definizione criptica, che ne indica, al contrario, la natura divina. Infatti, nel Libro di Daniele (165 ca. a.C.) il profeta ha la visione di due figure divine: un vegliardo e un’altra figura (giovane?): «Ecco apparire sulle nubi del cielo uno simile a un figlio di uomo; giunse sino al vegliardo (seduto in trono) e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è eterno...»8. Queste due figure divine rimandavano ad analoghe entità celesti della religione primordiale d’Israele, cioè agli antichi dèi ’El, il giudice, e Ba‘al, il guerriero. Più tardi si trasformeranno nel Dio padre e nel divino suo figlio. YHWH ha rappresentato, pertanto, la fusione – avvenuta nel VI secolo a.C. – delle due divinità originarie: una fusione non perfettamente e definitivamente riuscita, tanto che il Dio giovane ha conservato la capacità di scindersi dal Dio vecchio, come appunto in Daniele. La teologia dei vangeli sembra, dunque, più che una invenzione recente, un ritorno all’antichissima tradizione teologica duale, mai completamente superata in Palestina. Se Daniele fu la profezia, i vangeli ne sono stati il compimento9.
Secondo i vangeli, il «figlio dell’uomo» sarebbe giunto nella gloria del Padre suo, insieme agli angeli e ai santi, apparendo fra le nubi del cielo, seduto alla destra della potenza di Dio – il cui regno sarebbe stato preparato fin dalla fondazione del mondo – e allora i dodici apostoli, seduti su altrettanti troni, avrebbero giudicato le dodici tribù di Israele. Quando esattamente il «figlio dell’uomo» sarebbe sceso tra gli uomini solo Dio lo sapeva, ma il momento era considerato vicino: entro una generazione, si credeva.
Le Similitudini di Henoch gettano notevole luce sul contesto culturale dei vangeli. Nel Quarto libro di Ezra, coevo del vangelo di Marco, troviamo un «figlio dell’uomo», basato su Daniele (7), ancora più simile a quello dei vangeli, perché è una combinazione del divino «figlio dell’uomo» e dell’umano messia redentore «figlio di Dio». Con Gesù le idee del messia e del Dio giovane si erano fuse definitivamente in un essere unico ed era nata così l’idea del messia redentore divino: un uomo divinizzato, oppure un dio antropizzato. L’aver Gesù riconosciuto d’essere il messia divino fu ritenuto blasfemo dal sommo sacerdote, che giudicandolo gli chiese «Sei tu il Cristo [= messia], il figlio di Dio?». – Gesù rispose «Io lo sono»10. «Io sono» è quanto Dio aveva detto di sé nell’Esodo11.
Alcuni ebrei aspettavano un messia di natura umana e divina. Questa attesa rientrava nella tradizione ebraica ed era stata ravvivata dalla diretta dominazione romana: infatti nel 6 d.C. la Giudea era diventata una provincia dell’Impero. Gesù si riconobbe sia come l’umano messia (christos), cioè come novello re Davide, sia come il divino «figlio dell’uomo», al quale Dio aveva delegato l’autorità «sulla terra» o «sotto il cielo», come si legge in Daniele12. Nel considerarsi messia (quindi un uomo adottato da Dio) e al tempo stesso «figlio dell’uomo» (quindi essere divino fin da principio) Gesù aveva posto sé stesso al di sopra della Legg...

Indice dei contenuti

  1. Tavole
  2. Premessa
  3. 1. Le idee teologiche di Gesù
  4. 2. Gesù e Pietro
  5. 3. Pietro dopo Gesù
  6. 4. Pietro e Roma
  7. Conclusione
  8. Appendici di Francesco De Stefano
  9. 1. Pietro e Gesù a Cafarnao in Palestina
  10. 2. Pietro a Roma
  11. 3. Il sepolcro e la basilica di Paolo sulla via Ostiense
  12. 4. La basilica Apostolorum sulla via Appia
  13. 5. Elena, Anastasia e Costantina a Roma
  14. 6. La riscoperta dei luoghi santi in Palestina
  15. 7. Hierapolis (Frigia), la tomba di Filippo
  16. Figure
  17. Referenze delle illustrazioni
  18. Bibliografia