E così vorresti fare lo scrittore
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E così vorresti fare lo scrittore

  1. 208 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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E così vorresti fare lo scrittore

Informazioni su questo libro

Un vademecum semiserio, anzi serissimo, sulla fenomenologia dello scrittore italiano: Brillante Promessa al primo libro, Solito Stronzo dal secondo libro in poi, Venerato Maestro nella fase senile. Culicchia dà utili consigli su come gestirsi in società (letteraria): cosa aspettarsi e non aspettarsi dal proprio editore, dalla critica, dai lettori. Viene fuori un interessante bestiario di personaggi-tipo e un nuovo modo di stare sulla scena letteraria. Paolo Di Stefano, "Corriere della Sera"

L'incursione di Culicchia nella cosiddetta filiera del libro è amara: con il suo sarcasmo e con una punta di ironico cinismo, la denuncia vira verso il disincanto. Andrea Bajani, "la Repubblica"

Un'opera socialmente utile che rivela agli aspiranti scrittori tutto quello che avrebbero voluto sapere (e che non hanno mai osato chiedere alla Holden). Gabriele Ferraris, "Tuttolibri"

Ecco una serie di consigli su come 'tirarsela' nei salotti e in Rete: tra gli altri avere uno sguardo alla David Foster Wallace, citare Dfw, imitare la voce di Dfw, cucinare come Dfw, rammaricarsi della scomparsa di Dfw. Filippo La Porta, "Left"

Domande frequenti

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Informazioni

Telefonata all’ufficio stampa 1

“Pronto, buongiorno, scusi, sono Giuseppe Culicchia”.
“Chi?”
“Glielo ripeto, G-i-u-s-e-p-p-e C-u-l-i-c-c-h-i-a”.
“Come dice?”
“Aspetti, glielo sillabo, Como Udine Livorno Imola Como Como Hotel Imola Asti, Culicchia”.
“Culicchia?”
“Sì, sono un nuovo autore della casa editrice, mi passa l’ufficio stampa per cortesia?”
“La metto un momento in attesa”.
Me ne sto un momento in attesa. Sento Yellow Submarine.
“Sì pronto”.
“Pronto, buongiorno, sono Giuseppe Culicchia”.
“Chi?”
“Glielo ripeto, G-i-u-s-e-p-p-e C-u-l-i-c-c-h-i-a”.
“Come dice?”
“Aspetti, glielo sillabo, Como Udine Livorno Imola Como Como Hotel Imola Asti, Culicchia”.
“Ah, sì, Culicchia. Buongiorno, desidera?”
“Ecco, veramente io... volevo sapere... dato che il mio libro è uscito da quattordici giorni e non è ancora in classifica... secondo voi è possibile che mi invitino da Fazio a Che tempo che fa? Sa, tutti dicono che per vendere oggi sia necessario passare di lì...”
“Aspetti che le passo la capo-ufficio stampa”.
Aspetto. In sottofondo sento:
“C’è Culicchia”.
“Chi?”
“G-i-u-s-e-p-p-e C-u-l-i-c-c-h-i-a”.
“Come dice?”
“Aspetti, glielo sillabo, Como Udine Livorno Imola Como Como Hotel Imola Asti, Culicchia”.
“Ah, Culicchia. E che vuole?”
“Dice che il suo libro è uscito da quattordici giorni e non è ancora in classifica. Vuole andare da Fazio”.
“Pure lui?”
“Eh”.
“Me lo passi, va’”.
Sento un click. Sento i Carmina Burana. Vengo passato alla capo-ufficio stampa.
“Buongiorno, Culicchia. Sono la capo-ufficio stampa. Che posso fare per lei?”
“Buongiorno. Ecco, veramente io... volevo sapere... dato che il mio libro è uscito da quattordici giorni e non è ancora in classifica... secondo voi è possibile che mi invitino da Fazio a Che tempo che fa? Sa, tutti dicono che per vendere oggi sia necessario passare di lì...”
“Fazio invita solo i Nobel”.
Me ne sto un altro momento in attesa, del Nobel. Ma non arriva. “Ehm...” mi schiarisco la voce. “E invece... chessò... la Bignardi...”
“La Bignardi è molto... uhm... umorale...”
“E allora... magari... la Victoria Cabello...”
“La Cabello è molto... uhm... imprevedibile...”
“E allora chessò... un’intervista su Vanity Fair...”
“A Vanity Fair sono molto... uhm...”
Aspetto che finisca la frase.
Aspetto.
Aspetto.
Aspetto.
Poi mi rendo conto che deve essere caduta la linea.
No.
Ha proprio buttato giù.

La democrazia della Rete: insulti aggratis

Per carità: nel dorato mondo delle Lettere ci s’insulta da sempre, anche e soprattutto tra colleghi. Basti pensare al Dictionnaire des injures littéraires, pubblicato in Francia da L’Éditeur e segnalato da Fabio Gambaro su la Repubblica del 13 ottobre 2010, ovvero all’indomani delle articolesse sulla violenza degli hooligans serbi allo stadio di Marassi in occasione di Italia-Serbia. Il dorato mondo delle Lettere, quanto a violenza verbale, non è da meno dei seguaci della Tigre Arkan. Prendiamo uno scrittore raffinato come Jorge Luis Borges, a proposito di Oscar Wilde: “Un signore tutto votato al misero progetto di stupire con le sue cravatte e le sue metafore”. Karen Blixen su Charles Dickens: “Secondo me è noioso da morire”. Matthieu Galey su Roland Barthes: “Il fallimento più riuscito della sua generazione”. Ancora Galey su William Burroughs: “Il Buster Keaton dei paradisi artificiali”. Paul Claudel su André Gide, il giorno della morte di questi: “La moralità pubblica ci guadagna molto, quanto alla letteratura non ci perde tanto”. Un insospettabile Walter Benjamin su Charles Baudelaire: “Riunisce in sé la povertà dello straccivendolo, il sarcasmo del mendicante e la disperazione del parassita”. E poi Voltaire su Cartesio: “Un felice ciarlatano”. E ancora Voltaire su La Fontaine: “Il suo carattere era talmente semplice che nelle conversazioni non si mostrava mai al di sopra degli animali che faceva parlare”. E Jules Renard su Stéphane Mallarmé: “Intraducibile, perfino in francese”. E William Faulkner su Ernest Hemingway: “Non è mai stato famoso per aver scritto anche solo una parola che obblighi il lettore a consultare un dizionario”. Virginia Woolf su James Joyce? “L’Ulisse mi pare un libro rozzo e volgare”. Julien Green su Marguerite Yourcenar? “Una Sagan dell’antichità, un piedistallo senza la statua... quello che si scambia per marmo non è altro che strutto”. Quanto a Léon Bloy, ecco che cosa pensava di Arthur Rimbaud: “Un bambino che piscia contro l’Himalaya”. Non male, eh?
Oggi come oggi però vivaddio c’è la Rete. E se inserisci le parole “Rete” e “democrazia” su Google, il motore di ricerca più famoso del mondo risponde subito che “La Rete diventa una nuova metafora di democrazia”, specificando che grazie a essa “si allargano le possibilità di realizzare una democrazia del popolo”. Già. La Rete è una grandissima risorsa anche per chi scrive e desidera pubblicare: in fondo basta aprire un blog, cosa che almeno in parte supplisce alla mancanza di un editore. Ma non solo. Sempre stando a Google, che in materia dev’essere per forza di cose un’autorità, “la Rete, Internet, è per definizione uno strumento di delocalizzazione, in cui cadono i limiti dello spazio e del tempo e dove tutti i cittadini possono riunirsi, discutere e deliberare, come nella vecchia Agorà ateniese”. Sì, certo: solo che nella vecchia Agorà ateniese se insultavi qualcuno poi ti arrivava uno sganassone, mentre in Rete ci si insulta protetti dall’anonimato, e deve certo essere una gran soddisfazione. Perché grazie alla Rete si può parlare male di chiunque e far circolare qualsiasi cosa senza metterci la faccia. Tra i massimi esempi, in questo senso, i cosiddetti blog letterari. Chiunque abbia deciso di avere abbastanza tempo libero da avventurarsi tra le pieghe dei medesimi sa che le discussioni tra letterati e/o aspiranti tali molto spesso non rasentano l’insulto ma lo c...

Indice dei contenuti

  1. Premessa
  2. BRILLANTE PROMESSA
  3. Gli esordi
  4. Tirarsela
  5. L’autore non paga mai
  6. Contratti e capestri
  7. Bozze: “Muor givane colui che al cielo è caro”
  8. Costruire il caso letterario. Cioè umano
  9. Graffiti
  10. Ovazioni, stroncature e contro-stroncature
  11. Classifiche
  12. Telefonata all’ufficio stampa 1
  13. La democrazia della Rete: insulti aggratis
  14. La promozione
  15. Seconda classe
  16. La presentazione
  17. Storia locale
  18. A cena con l’autore
  19. In albergo
  20. Sex & Drugs & Rock’n’roll
  21. Festival, eventi e dibbbattiti da Brillante Promessa
  22. Consacrazione: in tivù da Brillante Promessa
  23. SOLITO STRONZO
  24. Il nuovo che avanza
  25. Anticipi e posticipi
  26. Passare direttamente al terzo
  27. La seconda quarta di copertina
  28. Premi vinti e premi persi
  29. Scrive sempre lo stesso libro. Ha tradito se stesso
  30. High Society o del paraculismo
  31. Purché se ne parli
  32. Telefonata all’ufficio stampa 2
  33. Il Complotto
  34. Dagli amici. O dai nemici?
  35. Prima classe
  36. Per un lettore solo
  37. Sa che scrivo anch’io? O “Dei manoscritti”
  38. Domande: premetto che il libro non l’ho letto
  39. Professoresse poetesse
  40. Festival, eventi e dibbbattiti da Solito Stronzo
  41. Interviste e opinioni da Solito Stronzo
  42. Collaborazioni da Solito Stronzo
  43. Sputtanamento: in tivù da Solito Stronzo
  44. VENERATO MAESTRO
  45. La prefazione, o anche solo
  46. Istituti Italiani di Cultura
  47. Telefonata all’ufficio stampa 3
  48. Mercedes con autista
  49. Festival, eventi e dibbbattiti da Venerato Maestro
  50. Interviste e opinioni da Venerato Maestro
  51. L’estrema unzione: in tivù da Venerato Maestro
  52. Lectio magistralis
  53. La morte del Venerato Maestro come ristampa
  54. Post mortem: inediti ed eredi
  55. Per concludere