L'artigiano
  1. 20 pagine
  2. Italian
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eBook - ePub

Informazioni su questo libro

La nascita di un artigianato, a fortiori di un'arte, in una certa cultura si manifesta, in archeologia, mediante testimonianze materiali e, all'occhio dello storico, attraverso le manifestazioni di una struttura sociale adatta a questa particolare situazione. Si scoprono le opere, prima di imparare a conoscere gli uomini che le hanno ideate e realizzate. Queste opere, cui la nostra sensibilità attribuisce un valore artistico, raggiungono molto presto una qualità di esecuzione che esige dai loro autori una specializzazione esclusiva. Gli studiosi di preistoria concordano nel vedere in simili realizzazioni la prova di una suddivisione già rigorosa dei compiti all'interno delle società interessate, tale da permettere a questi uomini di disporre di un numero considerevole di ore libere indispensabili per esercitare il loro mestiere; e questo assai prima della creazione dello Stato egiziano.Acquista l'ebook e continua a leggere!

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Informazioni

Argomento
History

L’artigiano

Introduzione

La nascita di un artigianato, a fortiori di un’arte, in una certa cultura si manifesta, in archeologia, mediante testimonianze materiali e, all’occhio dello storico, attraverso le manifestazioni di una struttura sociale adatta a questa particolare situazione. Si scoprono le opere, prima di imparare a conoscere gli uomini che le hanno ideate e realizzate. Queste opere, cui la nostra sensibilità attribuisce un valore artistico, raggiungono molto presto una qualità di esecuzione che esige dai loro autori una specializzazione esclusiva. Gli studiosi di preistoria concordano nel vedere in simili realizzazioni la prova di una suddivisione già rigorosa dei compiti all’interno delle società interessate, tale da permettere a questi uomini di disporre di un numero considerevole di ore libere indispensabili per esercitare il loro mestiere; e questo assai prima della creazione dello Stato egiziano.
Di queste epoche conserviamo soprattutto il ricordo dell’attività di botteghe artigianali – fabbricazione di vasi in pietra, taglio della selce, modellatura della ceramica e così via – che ci è stato tramandato allo stesso tempo dalle installazioni professionali, dai prodotti finiti e dalle sepolture degli artigiani, identificabili per mezzo degli utensili che racchiudono. Sin dalle prime dinastie, alle testimonianze di forme artigianali più numerose si aggiungono le vestigia dei grandi cantieri urbani che allora raggrupparono una manodopera necessariamente considerevole in alcuni grandi centri sparsi nell’intero paese: la capitale Menfi, i capoluoghi rispettivamente degli antichi regni del sud e del nord Hierakonpolis e Buto, Elefantina, Edfu, El Kab, Abido e molti altri. Ma questi cantieri di costruzione appartengono all’alba della storia, proprio come la creazione della rete di canali che ha inesorabilmente determinato l’economia del paese e, come tali, lasciano soltanto tracce offuscate o indirette degli uomini che vi lavoravano.
Sono le abitazioni dei discendenti di questi uomini che, a partire soprattutto dalla IV dinastia, ci propongono le prime indicazioni sull’organizzazione ed il livello di vita dei costruttori delle piramidi. Poi, a poco a poco, al tempo della V e della VI dinastia, i notabili fanno raffigurare i propri dipendenti al lavoro sulle pareti delle cappelle delle loro tombe, ove queste scene sono talora accompagnate da informazioni sullo status socio-professionale degli uomini evocati. Gli stessi notabili si compiacciono di fare incidere sulle pareti i resoconti delle missioni da loro espletate con successo per conto del faraone; tra queste sono comprese le narrazioni particolareggiate di imprese architettoniche e di spedizioni a lontane cave di pietra. Queste spedizioni alle miniere ed alle cave d’Egitto sono, del resto, conosciute anche mediante i resti della lavorazione del materiale rimasti sul posto, mediante le rovine delle capanne ove abitavano gli operai e attraverso i graffiti lasciati in loco.
Procedendo nel tempo, le fonti già citate si arricchiscono di nuove categorie di documenti. Così nel Medio Regno alle rovine di monumenti, di abitazioni, di botteghe, alle scene di artigianato nelle tombe dei committenti ed ai graffiti si aggiungono gli archivi di alcuni cantieri, in contesti diversi, che riguardano una manodopera libera o servile, nonché le stele funerarie, ove non sono più soltanto i committenti che fanno raffigurare accanto a sé i propri impiegati, ma accade anche il contrario. Allo stesso tempo, i resoconti delle spedizioni alle miniere ed alle cave non si limitano soltanto a ricordare i responsabili, ma menzionano anche gli operai specializzati, la manodopera e i preposti all’amministrazione. Il Nuovo Regno moltiplica e diversifica ancora le carte amministrative, le raffigurazioni, i villaggi operai permanenti o temporanei, le testimonianze etnografiche e le manifestazioni di religiosità popolare.
La trasformazione e l’accrescersi progressivo delle nostre informazioni sono dovuti, di volta in volta, al modo casuale di conservazione dei documenti, ovvero rappresentano il frutto di un’evoluzione sociale, che si percepisce in Egitto a partire dalla metà del III millennio fino agli inizi del I millennio a.C., sia mediante la produzione letteraria sia, ad esempio, nel campo dei riti funebri. La presa in considerazione nei testi, a partire dal Medio Regno, di certe categorie di manodopera, e ancor più l’espressione dell’identità di questi individui ne sono probabilmente la manifestazione più evidente. Nessuna informazione proveniente da un determinato periodo storico può sostituirsi ad una lacuna documentaria relativa ad un’altra epoca. Ecco perché il nostro studio di ciascuno degli aspetti principali dell’argomento – società, lavoro, modo di vita, espressione artistica – non può non rispettare i limiti di una esposizione cronologica. Tuttavia, il peso delle permanenze istituzionali e dei particolarismi culturali inerenti alla civiltà egiziana è abbastanza forte nei confronti delle differenze da consentire di dare la precedenza ad una presentazione tematica. Quest’ultima ha, naturalmente, i suoi limiti, imposti gli uni dallo stato attuale delle nostre conoscenze, gli altri scelti deliberatamente. Due aspetti della ricerca egittologica in corso riguardano particolarmente l’argomento che ci interessa: le esplorazioni archeologiche dei villaggi operai e gli studi relativi alle strutture amministrative della società egiziana in generale. Le prime vengono, ad ogni campagna di scavo, a recare nuovi elementi in diversi contesti; i secondi, relativamente recenti, trasformano, anno dopo anno, la nostra visione ancora assai incompleta, talora decisamente erronea, delle istituzioni faraoniche.
Ci restano da definire i tre termini maggiormente usati in queste pagine: «operaio», «artigiano» e «artista». Il primo, «operaio», è adatto a designare la maggior parte delle persone di cui ci occupiamo, ossia i lavoratori manuali in generale, quale che sia la loro qualificazione. Il termine «artigiano» sottolinea, innanzitutto, la padronanza di una tecnica particolare o di un’arte, prima di indicare l’esercizio di un lavoro manuale per proprio conto. Mentre la prima accezione si applica ad una parte importante delle situazioni in esame, il lavoro «nero» di alcuni dei funzionari di cui ci occuperemo riguarda soprattutto la seconda condizione. Quanto alla nozione di «artista», sappiamo che non esiste in quanto tale; nella mentalità egiziana dell’epoca, due criteri consentivano di avvicinarsi sufficientemente a un simile concetto: l’abilità tecnica dell’esecutore di un’opera e la conseguente soddisfazione del committente. Del resto, l’identità dell’autore di un’opera d’arte è solo eccezionalmente nota, e rari sono col...

Indice dei contenuti

  1. L’artigiano