Nel 2003, alla sua prima uscita, questo libro si basava su più di duecento interviste e la consultazione di migliaia di pagine di documenti, compresi rapporti di tribunale, documenti interni di Purdue, relazioni scientifiche, articoli di periodici medici, di quotidiani e di riviste.
Il mio lavoro giornalistico per OxyContin iniziò nel 2001 con una serie di articoli per il «New York Times». Ben presto l’interesse si allargò ad aree connesse che trovavo affascinanti, tra cui la scienza della terapia del dolore e la sua storia, l’aumento dell’uso di oppioidi, la storia della pubblicità dei farmaci, dell’abuso di medicinali su prescrizione e la dipendenza.
Nel 2001 mi sono recato alla sede di Purdue per intervistare Michael Friedman, Howard Udell e Paul Goldenheim per un articolo per il «New York Times». Ho cercato di incontrarli nuovamente al momento di preparare questo libro, ma hanno ripetutamente declinato l’invito a rendersi disponibili o a rispondere a domande scritte.
Nel preparare la presente edizione, ho chiesto a Purdue di chiarire qualsiasi inesattezza fattuale ritenevano fosse comparsa nella prima edizione, in modo da potervi porre rimedio. L’azienda ha preferito non rispondere. Nemmeno Michael Friedman e Paul Goldenheim hanno risposto alle mie richieste. (il capo dell’ufficio legale di Purdue, Howard Udell, è morto nel 2013.)
I. La collina delle pillole
1 Stima fornita da Dennis Lee, procuratore del Virginia Commonwealth per la Tazewell County.
2 La telefonata di Stravino a Purdue compare in un documento sugli effetti indesiderati depositato da Purdue Pharma presso l’FDA.
3 Stravino venne a conoscenza dell’uso improprio di OxyContin nella Washington County, Maine, grazie a un articolo di Donna Gold comparso sul «Globe» il 21 maggio 2000.
II. La guerra al dolore
1 Le statistiche sulla scarsa attendibilità dei raggi X nell’individuazione del mal di schiena sono state citate da Dennis Turk nel suo articolo Clinicians’ Attitudes about Prolonged Use of Opioids and the Issue of Patient Heterogeneity (Atteggiamento dei clinici sull’uso prolungato di oppioidi e il problema dell’eterogeneità del paziente), in «Journal of Pain and Symptom Management», aprile 1996.
2 Ho provato a stilare un resoconto breve e per forza di cose incompleto della storia della gestione del dolore e dei progressi della medicina che l’hanno riguardata. Oltre al libro di Martin Booth, Opium: A History (St. Martin’s Press, 1996), al lettore interessato all’argomento possono essere utili altre opere: Frank T. Vertosick Jr., Why We Hurt: The Natural History of Pain, Harcourt, New York 2000, David B. Morris, The Culture of Pain, University of California Press, Berkeley 1991.
3 Fu il dottor John Bonica, esperto nella terapia del dolore, a organizzare nel 1973, vicino a Seattle, il meeting che un anno dopo portò alla fondazione dell’International Association for the Study of Pain. Il mio rapido resoconto del dolore nel corso della storia è tratto da Bonica’s Management of Pain (a cura di J.C. Ballantyne, S.M. Fishman, J.P. Rathmell, Lippincott Williams & Wilkins, Philadelphia, 5a ed., 2018; Bonica’s Trattamento del dolore, Antonio Delfino Editore, Roma, 3 voll., 2021), un testo considerato la Bibbia dell’argomento.
4 Le descrizioni del paregorico, del laudano e i commenti di Thomas Sydenham sono tratti dal libro di Martin Booth Opium.
5 I veterani della Guerra civile non erano la sola categoria che comprendeva un numero importante di oppiomani. Secondo storici come David Musto, un’altra era costituita dalle donne bianche della media borghesia. Il libro di Musto The American Disease (Yale University Press, New Haven, CT, 1973) è considerato un testo classico sull’impatto avuto nel corso degli anni dalle leggi governative e dai regolamenti, come l’Harrison Act del 1914, sull’uso e l’abuso dei narcotici e sul comportamento dei medici al riguardo.
6 La dottoressa Cicely Saunders era una donna davvero notevole. Dopo aver lavorato come infermiera nelle asettiche corsie ospedaliere dove erano ricoverati i pazienti in fin di vita, decise di tornare a studiare e laurearsi in medicina, così che gli altri medici fossero costretti a prestare attenzione alle sue idee. Il primo hospice degli Stati Uniti fu aperto nel 1981 vicino a New Haven, nel Connecticut.
7 Il movimento per fornire cure antidolorifiche migliori ai malati oncologici cominciò in Inghilterra, ma i ricercatori del Memorial Sloan Kettering si sono sempre attribuiti il merito di aver affrontato il problema con un approccio decisamente più scientifico rispetto ai colleghi d’oltreoceano. Sottoponevano i pazienti a test continui per individuare le sostanze più efficaci. Nei primi anni Ottanta, per esempio, il Memorial Sloan Kettering fu uno dei due ospedali che sperimentarono la somministrazione di eroina ai pazienti oncologici, mentre in Congresso si dibatteva se rendere legale l’uso terapeutico della sostanza. Come si scoprì, l’eroina, che deriva dalla morfina e torna a essere la sostanza originale poco dopo la somministrazione, non era più efficace.
8 La descrizione del rapido aumento del tasso di mal di schiena negli anni Ottanta è stata riportata in un articolo di Elizabeth Rosenthal pubblicato sul «New York Times» il 29 dicembre 1992. Lo stesso articolo citava anche una ricerca del dottor Michael Weintranb comparsa sull’«American Journal of Pain Management», che prendeva in considerazione le richieste di risarcimento da parte di querelanti che denunciavano di soffrire di dolore cronico. Fu il dottor Weintranb a sostenere che i pazienti restano inconsciamente legati al dolore per ottenere un risarcimento finanziario, suggerendo che il «dolore cronico da contenziosi» possa essere considerato una vera e propria sindrome.
9 Questo approccio è stato descritto da Hubert L. Rosomoff, direttore del Comprehensive Pain and Rehabilitation Center di Miami, Dennis Turk e Barry Cole.
10 A quanto sembra, l’origine del termine «oppiofobia» è un articolo del dottor John P. Morgan, comparso in un numero del 1986 di «Controversies in Alcoholism and Substance Abuse», dal titolo American Opiophobia: Customary Underutilization of Opioid Analgesics (L’oppiofobia americana: il sottoutilizzo abituale degli analgesici oppioidi).
11 La ricerca del 1986 di Russell Portenoy sulle farmacie si intitolava «Unavailability of Narcotic Analgesics for Ambulatory Patients in New York City» (Indisponibilità degli analgesici narcotici per i pazienti ambulatoriali a New York).
12 Oltre a essersi occupata del trattamento del dolore oncologico, la dottoressa è stata un’importante sostenitrice delle terapie mirate a migliorare la condizione dei malati in fase terminale, un campo noto come «cure palliative». Nel 2003 ha rifiutato di essere intervistata per questo libro. Le sue osservazioni e i suoi commenti riportati nel capitolo sono tratti da un intervento del 1996 per la John C. Liebeskind History of Pain Collection alla UCLA. In quell’occasione fu intervistata da Marcia L. Meldrum.
13 Lo studio di Portenoy e Foley fu pubblicato in «Pain».
14 I tre studi citati da Portenoy, dai propugnatori della terapia del dolore, da Purdue Pharma e da altre aziende farmaceutiche a sostegno del rischio estremamente ridotto di dipendenza iatr...