Verso l'ora zero
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Verso l'ora zero

  1. 208 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Verso l'ora zero

Informazioni su questo libro

Nella splendida villa sulla costa della Cornovaglia di Lady Tressilian si ritrovano alcune persone legate da vincoli di parentela e di amicizia: Nevile Strange - nipote ed erede della padrona di casa - con la moglie attuale e quella precedente, un vecchio e famoso avvocato, un play-boy, una giovane donna sola e infelice e uno scontroso piantatore della Malesia. Ma uno degli ospiti ha ideato un piano perfetto. E il sovrintendente Battle dovrà scandagliare nel passato di tutti per poter sciogliere l'enigma di un delitto che solo apparentemente è stato commesso per un'eredità.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
Print ISBN
9788804750758
eBook ISBN
9788835718024

Una regia sottile

Il sovrintendente Battle era soddisfatto delle sue vacanze. Gli rimanevano ancora tre giorni ed era un po’ deluso che il tempo fosse cambiato e si fosse messo a piovere. Eppure, che cosa ci si poteva aspettare di più in Inghilterra? Fino a quel momento era stato davvero fortunato.
Stava facendo colazione con l’ispettore James Leach, suo nipote, quando squillò il telefono.
«Vengo subito, signore» e Leach riappese il ricevitore.
«Una cosa seria?» domandò Battle, notando l’espressione sul viso del nipote.
«Un delitto. Si tratta di Lady Tressilian. Una vecchia signora, molto nota da queste parti, un’invalida. Vive a Saltcreek, in quella casa che si affaccia sulla scogliera.»
Battle annuì.
«Vado dal vecchio.» Così Leach definiva il suo capo. «Era un amico della signora. Poi ci recheremo sul posto insieme.» Mentre si dirigeva alla porta chiese in tono supplichevole: «Mi darai una mano, zio? È il primo caso importante che mi capita».
«Finché resto qui, lo farò. C’è stata effrazione? Furto?»
«Ancora non lo so.»
Mezz’ora più tardi il maggiore Robert Mitchell, il capo della polizia locale, stava parlando con zio e nipote.
«È presto per azzardare ipotesi» disse. «Ma una cosa sembra chiara. L’assassino non proveniva dall’esterno. Nessun segno di effrazione. Non è stato rubato nulla. Questa mattina tutte le porte e le finestre erano regolarmente chiuse.» Guardò Battle. «Se lo chiedessi a Scotland Yard, crede che potrebbero affidarle il caso? Si trova già sul luogo ed è parente di Leach. Ammesso che ne abbia voglia, beninteso. Significa mettere fine alle sue vacanze.»
«Questo non ha importanza» rispose Battle. «Quanto al resto, signore, deve chiederlo a Sir Edgar.» Sir Edgar Cotton era il capo di Scotland Yard. «Credo che sia un suo amico.»
Mitchell annuì.
«Sì, riuscirò a convincere Edgar. Allora siamo d’accordo. Telefono a Londra.» Andò al telefono. «Mi passi Scotland Yard» disse.
«Crede che sarà un caso difficile, signore?» domandò Battle.
«È un caso in cui non possiamo permetterci il lusso di un minimo errore» rispose serio Mitchell. «Vogliamo essere assolutamente sicuri del nostro uomo... o donna che sia.»
Battle annuì. Capì benissimo che cosa c’era dietro quelle parole.
“È convinto di sapere già chi è il colpevole” pensò. “E la prospettiva non lo rallegra. Mi taglio la testa se non si tratta di qualche personaggio molto in vista.”
Battle e Leach erano fermi sulla soglia dell’elegante camera da letto di Lady Tressilian. Davanti a loro, accovacciato sul pavimento, un poliziotto stava rilevando le impronte digitali sull’impugnatura di una mazza da golf... una pesante mazza da golf, macchiata di sangue. Aveva ancora dei capelli bianchi appiccicati.
Accanto al letto il dottor Lazenby, medico legale del distretto, era chino sul corpo di Lady Tressilian.
Si raddrizzò con un sospiro.
«Chiarissimo» disse. «È stata colpita in fronte con grande violenza. Il primo colpo ha fratturato l’osso e l’ha uccisa, ma l’assassino ha colpito ancora, per maggior sicurezza. Questo è quanto.»
«A che ora può risalire la morte?» domandò Leach.
«Direi tra le dieci e mezzanotte.»
«Non può essere più preciso?»
«Preferirei non farlo. Bisogna tener conto di diversi fattori. Al giorno d’oggi non si impicca più la gente sulla base del rigor mortis. Per meglio dire, comunque, non prima delle dieci, non dopo la mezzanotte
«Ed è stata colpita con quella mazza?»
Il medico la guardò. «È probabile. Per fortuna l’assassino l’ha lasciata sul posto. Dall’esame della ferita non sarei mai riuscito a risalire a una mazza da golf. La parte tagliente della mazza non ha toccato la testa... probabilmente è il retro angolato che l’ha colpita.»
«Sembrerebbe difficile colpire proprio con quella parte, o no?» osservò Leach.
«No, se è stato fatto di proposito. Per ora posso solo presumere che si sia verificato per caso.»
Leach sollevò entrambe le braccia mimando il gesto di chi sferra un colpo.
«Piuttosto scomodo» concluse.
«Infatti» convenne il dottore. «Tutta la faccenda è strana, comunque. Vedete, è stata colpita sulla tempia destra, ma chi l’ha uccisa si sarebbe dovuto trovare sul lato destro del letto... Infatti sul lato sinistro non c’è spazio sufficiente... la parete è troppo vicina.»
Leach si fece attento.
«Un mancino?» azzardò.
«Su questo non posso pronunciarmi» rispose il dottore. «Troppi punti oscuri. Posso solo dire, se le fa piacere, che la spiegazione più semplice è che l’assassino sia mancino... ma si potrebbero fare altre ipotesi per spiegare la dinamica del fatto. Supponiamo, per esempio, che la signora abbia girato la testa verso sinistra proprio mentre il suo assassino vibrava il colpo. Oppure che l’omicida abbia prima spostato il letto, cioè l’abbia allontanato dalla parete, e poi l’abbia rimesso a posto.»
«Be’, questo è molto improbabile...»
«Sì, ma non impossibile. Ho una certa esperienza di queste cose e le posso assicurare che stabilire con sicurezza che un colpo mortale è stato inferto da un mancino è sempre una trappola.»
«Questa mazza da golf» intervenne il sergente Jones, sempre curvo sul pavimento «è regolare, non per mancini.»
«Potrebbe anche non appartenere all’uomo che l’ha usata» disse Leach. «Si tratta di un uomo, vero, dottore?»
«Non necessariamente. Se l’arma del delitto è quella mazza così pesante, anche una donna avrebbe potuto vibrare un colpo violento.»
«Ma lei non sarebbe disposto a giurare che questa sia l’arma, vero, dottore?»
Lazenby lo guardò serio.
«No, posso solo affermare che avrebbe potuto essere l’arma del delitto e che forse lo è stata. Analizzerò quelle macchie di sangue per essere sicuro che appartenga allo stesso gruppo... e anche i capelli.»
«Sì, molto bene» approvò Battle. «Non bisogna mai trascurare nulla.»
«Sovrintendente,» domandò Lazenby con una certa curiosità «ha qualche dubbio su quella mazza da golf?»
Battle scosse il capo.
«Oh, no. Io sono un uomo semplice. Credo solo a quello che vedono i miei occhi. Lady Tressilian è stata colpita con qualcosa di molto pesante... e quella mazza è pesante. Sulla mazza ci sono tracce di sangue e capelli. Devo presumere che si tratti del sangue e dei capelli della signora. Ergo... quella è l’arma del delitto.»
«Quando è stata colpita era sveglia o addormentata?» domandò Leach.
«Secondo me, sveglia. Sul suo viso c’è un’espressione di stupore. Io direi che... badate bene, è solo un’opinione personale... che la donna non si aspettava quello che stava per succedere. Non ci sono segni di lotta... né un’espressione di orrore o paura. Si potrebbe pensare che si fosse appena svegliata e fosse ancora in stato di torpore, oppure che, conoscendo il suo assassino, non si aspettasse di essere aggredita.»
«Soltanto la lampadina accanto al letto era accesa» osservò pensieroso Leach.
«Sì, ma non significa granché. Può averla accesa quando qualcuno è entrato nella sua stanza e l’ha svegliata. Oppure poteva già essere accesa perché la signora era ancora sveglia.»
Il sergente Jones si alzò in piedi. Sorrideva.
«Una gran quantità di impronte su quella mazza. E chiarissime!» disse.
Leach inspirò profondamente.
«Questo dovrebbe semplificare le cose.»
«Gentile il nostro uomo» osservò ironico il dottor Lazenby. «Dimentica l’arma del delitto con sopra delle belle impronte nette... Già che c’era perché non ha lasciato anche il biglietto da visita?»
«Forse ha perso la testa» disse Battle. «Succede spesso.»
Il medico annuì.
«Vero anche questo. Be’, io devo andare a dare un’occhiata all’altra paziente.»
«Quale paziente?» domandò interessato Battle.
«Ero stato chiamato dal maggiordomo prima ancora che venisse scoperto il delitto. Questa mattina, la cameriera di Lady Tressilian è stata trovata in coma.»
«Che cosa le è successo?»
«È stata pesantemente sedata con dei barbiturici. È molto grave, ma se la caverà.»
«La cameriera?» domandò Battle. I suoi occhi attenti si posarono sul cordone del campanello. La nappa con cui terminava era appoggiata sul cuscino, accanto alla testa della donna morta.
Lazenby seguì il suo sguardo e annuì.
«Già» disse. «Quella è la prima cosa che Lady Tressilian avrebbe fatto se avesse avuto paura... suonare quel campanello e chiamare la cameriera. Ma ieri sera l’avrebbe tirato invano... la cameriera non era in condizioni di sentirla.»
«Hanno pensato a questo, dunque» fece Battle. «Ma ne è proprio sicuro? La ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Verso l’ora zero
  4. Prologo
  5. “Apri la porta ed ecco la gente”
  6. Rosabianca e rosarossa
  7. Una regia sottile
  8. Ora zero
  9. Copyright