Storie della fantascienza Volume II, 1944-1948
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Storie della fantascienza Volume II, 1944-1948

  1. 1,092 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Storie della fantascienza Volume II, 1944-1948

Informazioni su questo libro

In questo volume sono riunite alcune delle più belle storie di fantascienza scritte nel Novecento, ordinate anno per anno, mese per mese, e introdotte da una premessa di Isaac Asimov. Racconti che possono essere considerati oggi non solo caposaldi del genere, ma veri classici della letteratura. Narrazioni che, immaginando tempi e luoghi lontanissimi, ci parlano del nostro mondo presente. Questo secondo volume raccoglie storie pubblicate tra il 1944 e il 1948.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
Print ISBN
9788804730514
eBook ISBN
9788835717874
Argomento
Letteratura
Categoria
Fantascienza

1946

Introduzione

Nel mondo al di fuori della realtà il primo anno successivo alla Seconda Guerra Mondiale cominciò nel più macabro dei modi, il 3 gennaio, con l’impiccagione di William Joyce, conosciuto da milioni di inglesi con il nome di Lord Haw-Haw, il quale durante la guerra aveva indirizzato propaganda nazista alle Isole Britanniche. Più tardi, in quello stesso anno, il Tribunale di Norimberga condannò a morte una decina di criminali nazisti di primo piano, ma il più importante del gruppo, Hermann Göring, sfuggì al suo destino suicidandosi. Gli Stati Uniti furono sconvolti da agitazioni e scioperi per l’intero anno, e la situazione divenne seria al punto che il presidente Truman dovette dare ordine all’esercito di prendere il controllo delle ferrovie e della maggior parte delle miniere di carbone, ma soltanto per un breve periodo. E sul lato opposto del mondo Ho Chi-minh diede inizio all’offensiva che avrebbe finito per cacciare i francesi e più tardi gli statunitensi dal Vietnam. In Cina riprese la sanguinosa guerra civile tra i comunisti e le forze nazionaliste, con un esito finale ancora dubbio.
Sul versante positivo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, appena fondato, si riunì a gennaio eleggendo il norvegese Trygve Lie primo segretario generale dell’organizzazione, fra le più grandi speranze che il decennio successivo sarebbe stato pacifico. Tuttavia le prime avvisaglie della guerra fredda erano già alle porte quando Winston Churchill parlò di una “cortina di ferro” che stava per calare attraverso l’Europa, durante un discorso al Westminster College in Missouri.
Nel 1946 per la prima volta nella storia fu concesso il diritto di voto alle donne italiane e giapponesi, e il 4 luglio gli Stati Uniti concessero l’indipendenza alle Filippine.
Durante il 1946 furono fondate la rivista «Holiday» e la casa editrice Farrar, Straus, and Company. La Vie en rose, The Christmas Song, To Each His Own e Tenderly erano le canzoni di maggior successo. I St Louis Cardinals sconfissero i Boston Red Sox in 7 inning vincendo le World Series. La Gran Bretagna creò il National Health Service. Juan Perón divenne presidente dell’Argentina. L’ENIAC (Electronic Numerical Integrator and Computer) fu ulteriormente sviluppato, ma pochi al di fuori della comunità fantascientifica si resero conto di quanto profondamente avrebbe cambiato la vita nel mondo industrializzato.
Marc Chagall dipinse La mucca con l’ombrello. Fu istituito il Programma Fulbright. Il dottor Benjamin Spock (non il padre del signor Spock, il vulcaniano) pubblicò il libro Il bambino. Come si cura e come si alleva e divenne miliardario. (Si racconta che alcuni bambini furono picchiati proprio con l’edizione rilegata di tale libro.) Gli orologi Timex furono messi in vendita dappertutto. Broadway ebbe una grande annata con Arriva l’uomo del ghiaccio, di Eugene O’Neill; Nata ieri, di Garson Kanin; Annie Get Your Gun, del grande Irving Berlin; Un’altra parte della foresta, di Lillian Hellman; e Call Me Mister, di Harold Rome.
Per volare da Londra a New York ci volevano ancora venti ore. Pablo Picasso dipinse il Fauno che suona il flauto, mentre Eastman Kodak immise sul mercato le pellicole Ektachrome a colori. Fra i più bei romanzi vi furono: Invito a nozze, di Carson McCullers; Tutti gli uomini del re, di Robert Penn Warren; Il grande orologio, di Kenneth Fearing; e Zorba il Greco, di Nikos Kazantzakis. La Procter & Gamble immise il Tide sul mercato e nelle lavatrici di tutta la nazione.
Vi furono parecchi ottimi film: I migliori anni della nostra vita, per la regia del defunto William Wyler; Il postino suona sempre due volte, di Tay Garnett; Roma città aperta, di Roberto Rossellini; e Duello al sole, di King Vidor. Un film intitolato I gangsters di Robert Siodmak fece di Burt Lancaster una stella di prima grandezza, mentre Humphrey Bogart e Lauren Bacall si scambiavano sguardi complici ne Il grande sonno. Il musical Le ragazze di Harvey, di George Sidney, donò al mondo le note di On the Atchison, Topeka and the Santa Fe.
Due scienziati, John von Neumann ed Emil Fuchs, chiesero il brevetto per un congegno da essi chiamato “bomba all’idrogeno”. Mickey Spillane rinunciò a scrivere fumetti per darsi a una narrativa tutta azione e violenza, dando alle stampe Ti ucciderò. Delmar S. Herder usò la parola “automazione”, e i lettori di fantascienza ne afferrarono subito le implicazioni.
Assault fu il cavallo dell’anno, conquistando la Triple Crown contro avversari agguerritissimi. I Deviled Crabs di Mrs Paul’s ricevettero una formidabile accoglienza, mentre uno dei più grandi inventori del Ventesimo secolo, quel brillante ingegno di Louis Réard, disegnò il bikini, dandogli il nome dell’isola teatro della prima esplosione nucleare sperimentale postbellica.
La morte si portò via il campione di scacchi Aleksandr Alëchin e il genio della fotografia Alfred Stieglitz.
Mel Brooks era ancora Melvin Kaminsky.
Ma nel mondo reale fu un anno del tutto eccezionale, poiché decine di scrittori di fantascienza fecero ritorno dal servizio militare. Persino un giovane e promettente scrittore di nome Isaac Asimov, che era riuscito a farsi arruolare nel 1945, ne uscì nel 1946.
Furono pubblicati libri importanti: Slan, di A.E. van Vogt; Il flusso del tempo (The Time Stream), di John Taine; e L’allodola dello spazio (The Skylark of the Space), di E.E. “Doc” Smith (anche se tutti e tre erano stati scritti molto tempo prima per le riviste). L’annata ebbe ulteriore risalto grazie alla comparsa di due fra le più grandi antologie di tutti i tempi: Adventures in Time and Space, curata da J. Francis McComas e Raymond Healy, e The Best of Science Fiction, curata dal venerabile Groff Conklin, l’antologizzatore per antonomasia dei suoi tempi. Ben presto, trovando questi libri rilegati nelle biblioteche pubbliche, centinaia di migliaia di lettori avrebbero avuto modo di ampliare prodigiosamente le proprie menti.
Gli addetti del settore e i fan inglesi lanciarono «New Worlds» e «Fantasy», giusto in dicembre.
Cose ancora più meravigliose accaddero nel mondo reale quando tre formidabili scrittori intrapresero il loro viaggio inaugurale nella realtà: in aprile, Arthur Clarke con Scappatoia; in maggio, William Tenn (Philip Klass) con Alexander l’esca (Alexander the Bait); e in novembre, Margaret St Clair con Rocket to Limbo.
La gente del mondo reale si riunì per la quarta volta quando la World Science Fiction Convention (la Pacificon) si svolse quell’anno a Los Angeles sotto la ferma guida dell’instancabile Forry Ackerman.
La morte si portò via Otis Adelbert Kline, Leroy Yerxa e uno dei grandi padri della fantascienza, H.G. Wells.
Ma si udiva un lontano frullare d’ali poiché nascevano Alan Dean Foster, F. Paul Wilson, Christopher Foss, Robert Weinberg, Mark Geston, Eric S. Rabkin, Richard Glyn Jones, Steven G. Spruill e Bruce McAllister.
Torniamo a quell’onorato anno 1946 e godiamoci le migliori storie che il mondo reale ci ha lasciato in eredità.

Un logico chiamato Joe

di Will F. Jenkins
(1896-1975)
Assai meglio conosciuto per i suoi lettori come Murray Leinster, Will F. Jenkins stava ormai pubblicando racconti da un quarto di secolo quando comparve il suo Un logico chiamato Joe. Prolifico collaboratore della maggior parte delle riviste pulp, Jenkins era da tempo noto all’interno della comunità fantascientifica come “il Decano della Fantascienza”, un titolo che portò con dignità e una buona dose di umorismo per più di vent’anni, producendo eccellenti lavori fino ai tardi anni Sessanta.
Questa profetica storia sui computer domestici, e sul loro uso debito e indebito, è una delle sue opere più belle. [M.H.G.]
Quando vi voltate indietro a guardare le storie scritte un terzo di secolo fa, quelle che vi colpiscono di più, inducendovi a scrollare la testa per l’invidia (se siete uno scrittore di fantascienza, specialmente un autore famoso), sono quelle che sono riuscite a veder giusto. Certo, tutti sono capaci di scrivere storie sui robot (ne sono capace anch’io) che oggi non sono più del tutto “finzione” quanto lo erano allora, e che non rimarranno “finzione” indefinitamente nel futuro. Ma provate a misurarvi con qualche argomento più specifico…
Leggetevi dunque questa storia, e giurerete che Will Jenkins doveva aver qualche collegamento diretto con gli anni Ottanta. Basterà che cambiate “logico” con “computer domestico” e facciate qua e là qualche altro piccolo mutamento semantico, e vi accorgerete che Will Jenkins si era lanciato a tutta birra nella giusta direzione. Per quanto abili possano essere gli scrittori di fantascienza, ciò non accade spesso. Comunque, stavolta è accaduto. [I.A.]
Il terzo giorno di agosto Joe lasciò la catena di montaggio; il quinto, Laurine venne in città e quello stesso pomeriggio io salvai la civiltà. Almeno, questo è ciò che penso. Laurine è una bionda che un tempo mi aveva fatto impazzire… e Joe è un logico che in questo momento ho ficcato giù in cantina. Ho dovuto pagarlo perché ho dichiarato di averlo rotto, a volte penso di tornare ad accenderlo, a volte, invece, di sfasciarlo a martellate. Prima o poi farò l’una o l’altra cosa. Dentro di me spero che non siano le martellate. Un paio di milioni di dollari mi farebbero comodo – certo! – e Joe mi direbbe dove trovarli o come fabbricarmeli. Lui ne sa una più del diavolo! Ma finora non ho avuto il coraggio di correre il rischio. Dopotutto credo proprio di aver salvato la civiltà, spegnendolo.
Laurine ha a che fare con questa faccenda perché mi vengono i brividi alla spina dorsale tutte le volte che penso a lei. In verità, ho una moglie… l’ho acquisita dopo essermi lasciato con Laurine in preda alla più cupa, romantica disperazione. È una moglie del tutto accettabile e buona, e ho dei marmocchi, anche, dei piccoli diavoli scatenati ma che mi sono assai cari. Se avessi abbastanza buon senso di starmene sulle mie, presto o tardi potrei ritirarmi con la pensione della previdenza sociale, passando il resto della mia vita a pescare, accontentandomi di raccontare in giro che tipo in gamba ero stato. Ma c’è Joe. E Joe mi preoccupa.
Lavoro alla Compagnia dei Logici, sono addetto alla manutenzione. Il mio lavoro consiste, appunto, nel garantire un’appropriata manutenzione ai logici e, modestia a parte, sono bravo nel mio mestiere. Del resto, riparavo televisori prima ancora che quel tizio, Carson, inventasse quel suo marchingegno, quel suo speciale congegno, cioè, capace di selezionare uno qualunque tra miliardi di circuiti – in teoria non ci sono limiti al numero – e prima che la Compagnia dei Logici lo collegasse al sistema “memoria a grande capacità-correlazione dati” impiegato come archivio elettronico per le aziende. Vi aggiunsero uno schermo visivo per accelerare i procedimenti di lettura… e scoprirono di aver creato i logici. Ne furono sorpresi e compiaciuti. Ancora oggi non hanno scoperto tutto ciò che i logici sono in grado di fare, ma tutti se li sono già comprati.
Io me n’ero procurato uno con annessi e connessi, allo stesso modo in cui Laurine si era quasi procurata con annessi e connessi il sottoscritto. Sapete come funzionano i logici. Ve ne piazzate uno in casa. Assomiglia a un vecchio ricevitore d’immagini, soltanto che al posto delle manopole ha una tastiera: voi battete sui tasti per chiedere ciò che volete. È collegato alla memoria di grande capacità tramite appunto il circuito selettivo Carson. Per esempio, battete “Stazione SNAFU” sulla tastiera. Il circuito Carson scatta fulmineo e qualunque programma visivo che la SNAFU sta teletrasmettendo compare sullo schermo del vostro logico. Oppure battete “Telefono di Sally Hancock, lo schermo ammicca e sfrigola e vi trovate agganciati al logico di casa sua, e se qualcuno risponde avete un collegamento audiovisivo. E non basta: provate a chiedere le previsioni del tempo o chi abbia vinto la corsa odierna a Hialeah o chi fosse la first lady alla Casa Bianca durante la presidenza Garfield o cosa svenda oggi la PDQ & R, e anche tutto questo vi comparirà sullo schermo. Ci pensano i relè della memoria a grande capacità a farlo. Questa memoria occupa un enorme edificio ed è piena di tutti i fatti dal giorno della creazione in poi, e delle registrazioni di tutte le teletrasmissioni mai fatte – ed è collegata con tutte le altre memorie in tutte le altre parti del Paese – e qualunque cosa vogliate sapere o vedere o ascoltare, basterà che battiate i tasti e l’avrete. Molto comodo. Inoltre vi fa tutti i calcoli, vi tiene...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Storie della fantascienza
  4. 1944
  5. 1945
  6. 1946
  7. 1947
  8. 1948
  9. Copyright