
eBook - ePub
«Rendiamo grazie al Signore nostro Dio»
La Preghiera eucaristica, modello della preghiera cristiana
- 124 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
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«Rendiamo grazie al Signore nostro Dio»
La Preghiera eucaristica, modello della preghiera cristiana
Informazioni su questo libro
È alla scuola della preghiera liturgica, quella della Chiesa, che si apprende a pregare. In particolare la Preghiera eucaristica, momento centrale e culminante dell'intera celebrazione della Messa. In nove capitoli, gli autori conducono il lettore a conoscere questa straordinaria preghiera, ancora così poco valorizzata, e farne un modello della preghiera, anche personale.
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Informazioni
Argomento
Teologia e religioneCategoria
Pratiche e rituali cristiani1
Autentica scuola di preghiera cristiana
Autentica scuola di preghiera cristiana
«Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1). La domanda dei discepoli a Gesù rivela ancora una volta tutta la difficoltà della preghiera. Che cosa chiedere? Come chiedere? A chi chiedere? Nella nostra epoca, inoltre, sembra riproporsi il contrasto tra orazione personale e preghiera comunitaria, tra improvvisazione, quale frutto migliore dello spirito che motu proprio si volge a Dio, e adesione a un testo o a un gesto pre-scritto.
A questo proposito, Romano Guardini, già verso la fine degli anni Quaranta del secolo scorso, ricordava i rischi di una preghiera semplicemente spontanea e affermava: «Chi medita onestamente e sinceramente sui suoi rapporti con Dio si accorgerà presto che la preghiera non è soltanto un’espressione spontanea del nostro intimo, ma che essa è anche e anzitutto un servizio compiuto nella fedeltà e nell’obbedienza. Così bisogna volerla e praticarla».1
C’è una sorta di traditio orationis, per cui la preghiera è sempre innanzitutto ricevuta e l’orante non è mai uno che ricomincia da capo con lo stile e i contenuti del suo pregare: per questo occorrono fedeltà e obbedienza a un canovaccio che la tradizione ecclesiale ha consolidato. Non a caso la preghiera liturgica, con i suoi fondamenti e le sue leggi, è matrice autentica anche della preghiera personale, poiché nella liturgia «l’uomo esce dalla sua particolarità e diventa membro di un tutto, organo vivente nel quale si esprimono, grandi e obiettivi, l’azione e il linguaggio della Chiesa».2 Questo dato di obiettività (per cui al centro è il mistero di Dio in Cristo e non le sensazioni dell’orante), custodito dalla struttura liturgica, diventa punto di riferimento per ogni forma di preghiera cristiana.3
Una preghiera rituale
Va osservato che la Preghiera eucaristica nasce dentro un’azione rituale che l’ha plasmata e motivata in obbedienza al “modello” stabilito e consegnato da Gesù nella Cena ultima della sua vita terrena. L’atto del rendere grazie è imitazione e continuazione nel tempo del gesto di Cristo.4 In realtà, al di là di ogni superficiale contrapposizione che riproduce il conflitto tra spirito e corpo, si può affermare una sorta di cooriginarietà della preghiera e del rito: anzi, il rito può essere considerato un presupposto della preghiera, che ne tutela il senso religioso più autentico e, pertanto, la preghiera ha bisogno del rito quale ambito vitale proprio.5
Per prima cosa, la ritualità custodisce la “purezza” e la libertà della preghiera aprendo con le sue risorse un varco verso l’Origine prima di ogni discorso e di ogni concettualizzazione. Infatti, il rito, spesso espresso semplicemente da un gesto corporeo, è il grembo della preghiera: nella Preghiera eucaristica il guardare in alto e l’alzare le braccia manifestano di per se stessi l’anelito verso l’alto e il desiderio di salvezza che può venire soltanto dall’alto.
In secondo luogo, il rito predispone l’intreccio tra parole e azioni, per cui le parole sono efficaci, assumendo così una qualifica tipica delle azioni, e le azioni diventano eloquenti ed espressive: in questo modo, affidandosi alle logiche rituali, la preghiera si sporge sul mistero e diventa «religiosamente efficace»6 anche quando non consegue effetti tangibili. L’evocazione e l’invocazione e, secondo il modello teologico occidentale, persino le parole del Signore nell’Anafora, hanno la forza dell’azione e compiono ciò che dicono.
È indubbio che solo contemplando si può dare spazio all’invocazione. La fiducia nell’esaudimento della preghiera non è basata esclusivamente su una precisa promessa di Cristo (cfr. Gv 15,16), ma sulla consapevolezza di una continuità di azione divina, di volta in volta richiamata nello specifico contesto di un determinato mistero, divenuto l’“oggi” ecclesiale. Il rendimento di grazie eucaristico assume in tal modo una specificità tutta sua, che lo distoglie da un generico cliché rituale. Pur nella sua ripetitività, ogni Eucaristia è connotata dal riferimento a un’azione divina, che la caratterizza particolarmente, educando la Chiesa a saper riconoscere i segni dei tempi (cfr. Lc 12,56-57) quali perenni epifanie del divino nella storia.
Inoltre la “memoria”, situata in quest’ottica, non si presta affatto a convalidare un senso di “tradizione” statico, inteso come arroccamento a visioni standardizzate della storia, che inducono, anche sul piano rituale, a reclamare espressioni ritenute più “vere” delle altre. Tutto è, invece, sempre in fieri, nel legame stretto con una continuità che si fa, di volta in volta, novità nel celebrato e nel vissuto ecclesiale. Il paradigma a cui ci si richiama e di cui si fa memoria mette alla prova, anche sul piano pedagogico, la capacità del presbitero e dell’assemblea di attualizzare sia la Parola sia l’evento, che, nel loro insieme, costituiscono il momento sacramentale.
Il rito, poi, consente di “dire” la preghiera e dunque di estroflettere l’orante, e di “dirla” insieme, aprendo l’orante a una comunità e realizzando un contesto intersoggettivo che nell’esperienza cristiana acquista particolare evidenza.
Infine, il rito fornisce la “scena” affinché la preghiera sia colloquio con Dio, una “scena” conosciuta e ...
Indice dei contenuti
- Introduzione
- 1. Autentica scuola di preghiera cristiana
- 2. Rendere grazie
- 3. L’acclamazione alla santità divina
- 4. L’epiclesi
- 5. Il racconto dell’istituzione eucaristica
- 6. La “memoria” del mistero pasquale di Cristo
- 7. L’offerta del sacrificio eucaristico
- 8. Le intercessioni in comunione con tutta la Chiesa
- 9. La dossologia