Una lady fortunata (I Romanzi Classic)
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Una lady fortunata (I Romanzi Classic)

  1. 256 pagine
  2. Italian
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Una lady fortunata (I Romanzi Classic)

Informazioni su questo libro

Felix Rivendale, marchese di Wrenworth, è il "Gentiluomo Ideale", un lord tanto ammirato dagli uomini quanto desiderato dalle donne. Lo stesso Felix ne è consapevole, ma dietro tanta sicurezza si cela un'anima tormentata. Quando il marchese nota Louisa Cantwell, una giovane senza dote a caccia di marito per mantenere le sue sorelle, decide che farà di tutto per averla. Pur diffidando di Felix, Louisa gli concede la sua mano spinta dal bisogno. Dopotutto lei stessa non può negare l'irrefrenabile attrazione che quell'uomo misterioso e magnetico esercita su di lei. Ma oserà innamorarsi di qualcuno così pieno di segreti, ognuno dei quali potrebbe devastarla se solo si avvicinasse di più?

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
eBook ISBN
9788835717683

1

Lord Wrenworth poteva anche non aver sentito parlare di Louisa Cantwell fino alla primavera del 1888, ma da quando si era dichiarato disponibile al matrimonio, il suo nome era in cima alla lista dei papabili stilata dalla signorina in questione.
Louisa rivedeva spesso l’elenco degli scapoli del reame, tuttavia di rado pensava al quasi mitico lord Wrenworth, un concetto astratto, troppo elevato e perfetto per rientrare nei calcoli di una giovane pragmatica che non s’illudeva di essere all’altezza del Gentiluomo Ideale.
Tanto per cominciare, i Cantwell erano poveri. Louisa, le sue quattro sorelle e la madre vivevano della pensione annuale che riscuoteva la signora Cantwell. Una volta morta lei, alle ragazze non sarebbe rimasto nulla più di ciò che indossavano.
Come se non bastasse, la famiglia era circondata da un’aura di scandalo giacché il defunto signor Cantwell era stato un cacciatore di dote. Non era un cattivo uomo e quando si era reso conto che la deliziosa mogliettina non era neanche lontanamente benestante come aveva pensato, aveva fatto spallucce e si era messo il cuore in pace. La signora, invece, non era più stata ricevuta né dalla famiglia né dai vecchi amici fintanto che il marito era rimasto in vita; le figlie erano rispettabili, certo, ma di una rispettabilità logora come alcune delle sottogonne di Louisa.
E anche se un futuro sposo avesse potuto sorvolare sulla mancanza di dote e sul dubbio parentado della giovane, avrebbe dovuto accettare la sua istruzione approssimativa. Louisa non sapeva dipingere né suonare il pianoforte o parlare una lingua straniera. Aveva solo un’infarinatura di arte, storia e letteratura e possedeva una pessima calligrafia.
La mancanza di un patrimonio, di un albero genealogico e di raffinatezza non sembrava tuttavia interessarle un granché e pareva più frustrata dal fatto che, per essere una giovane che aveva necessità di sposare un uomo ricco, non fosse particolarmente bella, un handicap piuttosto fastidioso, come partire per un safari senza un’arma da fuoco funzionante.
Le due sorelle maggiori erano entrambe avvenenti, solo che Frederica si rifiutava di lasciare la sua stanza da quando, dopo aver contratto il vaiolo, aveva qualche impercettibile segno sul viso e Cecilia era determinata a baciare solo la sua migliore amica, la signorina Emily Milton.
Delle due minori, Julia non aveva il temperamento giusto per farsi corteggiare e Matilda, la cara Matilda era fuori questione per via dell’epilessia di cui soffriva.
Tutte le sorelle Cantwell erano fisicamente sane e in grado di lavorare, come governanti o dame di compagnia, per potersi mantenere: persino Frederica sarebbe uscita dal proprio isolamento se si fosse dovuta sostentare da sola. Matilda, avendo bisogno di controlli continui, avrebbe dovuto sposare un uomo dal portafogli pieno, ma giacché non era in grado di affrontare i rigori di una Stagione londinese, toccava a Louisa provarci.
Il giorno in cui, sedicenne, la fanciulla si era resa conto della situazione, si era allontanata di qualche miglio da casa per potersi disperare senza essere vista da occhi indiscreti. Quando era tornata, aveva aperto il suo taccuino ed era subito andata all’ultima pagina.
Lista dei desideri
– Un piccolo cottage.
– Tutti i libri che il suddetto cottage potrà contenere.
– Un buon telescopio.
– Il Catalogo di Messier.
– Un insegnante di matematica.
Quando era diventato evidente che Frederica e Cecilia avrebbero potuto accaparrarsi dei partiti brillanti, aveva iniziato a sognare un felice futuro da zitella indipendente. I sogni, però, erano di chi poteva permetterseli, e lei non era tra questi. Così, dopo aver cancellato l’elenco, ne aveva scritto uno nuovo.
Lista dei desideri
Un uomo con una rendita annua di cinquemila sterline.
Aveva diciannove anni quando lady Balfour, la cugina della signora Cantwell, aveva promesso di finanziare la Stagione di una delle sorelle. Prima, però, aveva dovuto sposare le proprie figlie e, in seguito, era stata costretta a limitare le uscite pubbliche per la perdita del marito, sir Augustus.
Era la primavera del 1888 quando, infine, Louisa giunse a Londra con la seguente lista:
Un uomo con una rendita annua di cinque settemila sterline.
(Non essendo danarosa, aveva sottovalutato le spese che un uomo ricco avrebbe avuto, come anche il numero di persone che dipendevano dalla sua generosità.)
– Imbottiture per il seno.
– Rimedi per rendere i capelli luminosi, i denti brillanti e la pelle morbida.
– Conoscere la moda, i tessuti, gli stili e i tagli per evidenziare al meglio la figura.
– Acquisire familiarità con il francese dei menu.
– Danzare in maniera accettabile.
– Saper lusingare un gentiluomo.
– Saper lusingare la madre del suddetto gentiluomo e le sorelle.
– Considerare che, indipendentemente dall’interesse che un uomo professa di provare per una giovane lady, sarà sempre più interessato a se stesso.
– Considerare che, se una giovane mostra di divertirsi, darà l’impressione di non complottare per alcun piano matrimoniale.
– Studiare una strategia prima dell’inizio della Stagione e tattiche adeguate in vista di ogni impegno. Il tempo è limitato. La preparazione è importantissima.
– Considerare che – il Signore mi aiuti! – non posso fallire.
Louisa aveva ventiquattro anni – ed era ben oltre il fiore della giovinezza – quando partecipò al suo primo ballo. Gli anni di pratica – non si era limitata a stilare una lista – tuttavia, le avevano giovato e Londra pareva piuttosto attratta da lei. O meglio, dalla signorina Cantwell che mostrava di essere in società. Aveva modi calorosi ma non troppo confidenziali, era dolce ma non stucchevole, e compiaciuta dal suo momento di fama senza dar segno di avidità o, peggio, di disperazione.
Ciliegina sulla torta, era considerata da tutti una bellezza.
Per descrivere le ragazze avvenenti come lei, esisteva una lunga serie di espressioni. Il collo assomigliava a quello di una silfide o di un cigno. Gli occhi, semplicemente celesti, erano azzurri, acquamarina o cerulei. A quanto pareva, nessun londinese aveva mai sentito la parola marrone. Per gli ammiratori le sue chiome erano castane, mogano o di qualunque altro colore arboreo che ispirasse la loro fantasia. Alcuni, inclini alle banalità poetiche, le definivano color rosso Tiziano o ramati, preferendo enfatizzarne i riflessi rossastri.
Spesso, la notte, sotto le coperte, Louisa rideva di tanta stravaganza linguistica, e talvolta tremava: l’illusione non poteva durare un’intera Stagione. Presto la gente si sarebbe accorta che aveva i capelli lucidi solo perché per anni li aveva continuamente spalmati di maionese, che il suo sorriso a labbra chiuse era stato studiato per nascondere qualche dente storto e che i suoi abiti sarebbero stati concavi all’altezza del busto se non li avesse acconciamente imbottiti.
Tutto sommato, però, si poteva dire che se la stesse cavando piuttosto bene.
Come nei suoi sogni più ambiziosi, era sempre circondata da gentiluomini attenti e papabili. Forse anche troppi. Alcuni avevano l’abitudine di corteggiare le ragazze più popolari, altri le stavano vicino semplicemente perché lo facevano gli amici. Tutto quell’affollamento la preoccupava giacché i due gentiluomini che più desiderava incoraggiare non avevano spazio sufficiente per competere con i più esuberanti – verso i quali Louisa non mostrava interesse – e lei non osava incoraggiarli più apertamente quando le stavano accanto.
La sua scelta era infatti caduta sul visconte Firth e il signor William Pitt, ultimo erede del barone Sunderley. Entrambi i gentiluomini vivevano in campagna, erano facoltosi e cortesi. Lord Firth, sulla trentina abbondante, non era bellissimo ma neanche spiacevole da guardare. Era una compagnia eccellente, seppur un po’ troppo puritano. Sembrava comunque propenso a lasciarsi sedurre, a patto che la donna che lo interessava gli facesse credere di essere sempre d’accordo con lui.
Il signor Pitt, grassoccio e con gli occhiali, era il preferito di Louisa, che ne aveva intuito la natura malleabile. La sua rendita annua era inferiore a quella di lord Firth, ma alla fine ciò che contava non era tanto il denaro in sé, quanto la percentuale di cui lei avrebbe potuto disporre.
Il signor Pitt sarebbe stato un marito più che accettabile, ne era certa. Sfortunatamente, era anche un corteggiatore goffo. Non ballava, non eccelleva né in prestanza né nell’arte della conversazione, perciò era relegato ai margini della cerchia di Louisa, un posto che occupava con molto disagio e altrettanta risolutezza.
Sì, sarebbe stato la scelta giusta. Lei avrebbe potuto fare molto per aiutarlo in società, se fosse diventata sua moglie. Oppure, una volta sposati, si sarebbero potuti stabilire in campagna, se il consorte lo avesse preferito, dove non avrebbero dovuto frequentare ricevimenti. Prima però di migliorare la qualità della sua vita, era imperativo mettergli la fede al dito.
Animata da quel nobile obiettivo, al ballo di lady Savarin, Louisa raddoppiò i suoi sforzi. — Pensate che avremo un’estate piovosa, signori? — chiese mentre in lontananza rombava un tuono.
— Non sarebbe giusto — protestò un damerino. — Dovrebbe piovere solo in inverno, quando il tempo è già brutto. L’estate inglese dura già così poco!
— Verissimo! — gli fece eco un amico.
— E voi cosa ne pensate, signor Pitt? — chiese Louisa alla sua preda. — So che siete molto interessato alla meteorologia. Avete condotto qualche particolare osservazione in merito ai prossimi mesi?
Il signor Pitt, rosso di gioia, si schiarì la voce. — In verità, l’ho fatto. Ho passato in rassegna alcuni dati. Le attuali condizioni atmosferiche combinate con…
— Cos’è questa? Una riunione della Royal Society? Sono per caso capitato nel posto sbagliato? Santi numi, signorina Cantwell, siete voi! Perché lasciate che vi si annoi con simili banalità? A chi importa delle condizioni atmosferiche?
Il signor Pitt trasalì di fronte a tanta ignoranza, mentre Louisa gemette tra sé e sé. Tuttavia, offendere apertamente il signor Drummond non avrebbe portato a nulla. Chissà perché, era uno dei cosiddetti arbiter dell’alta società, forse perché tutti temevano di diventare il bersaglio della sua ostentata maleducazione.
— Signor Drummond — rispose con grande cordialità Louisa. — Stavamo discutendo del tempo e il signor Pitt ci stava dando alcune importanti…
Se aveva sperato di rintuzzarlo con garbo, aveva fallito. L’interlocutore interruppe anche lei. — Che senso ha parlare di una cosa alla quale non si può porre rimedio?
Il povero signor Pitt aveva il volto in fiamme. Louisa strinse i denti. Drummond non soltanto non la corteggiava, ma non mostrava neanche di conoscere quel gioco ed era convinto che darsi delle arie servisse a far sentire gli altri meno capaci di lui.
— Be’, personalmente credo che vi sia un valore intrinseco nello studio della meteorologia — disse una voce sconosciuta alla destra di Louisa.
Il signor Drummond, invece di dispensare un altro dei suoi commenti acidi, accettò la replica senza protestare. — Se lo dite voi, Wren.
Wren? Era forse…
Il signor Pitt sospirò di sollievo. — Vi ringrazio, Lord Wrenworth.
Il Gentiluomo Ideale in carne e ossa. Affermare che sarebbe stato un marito eccellente per Louisa era come dichiarare che uno stallone di razza fosse un quadrupede da soma. Possedeva una rendita annua di più di duecentomila sterline, era splendido, carismatico, atletico e garbato. Per non parlare della sua irreprensibilità, universalmente lodata.
Il Principe Azzurro per eccellenza. Quasi il Sacro Graal.
Louisa non aveva mai avuto particolare ansia di fare la conoscenza del marchese: una donna con la testa sulle spalle che poteva permettersi solo un calesse non trascorreva le giornate a sognare carrozze. Giacché però lord Wrenworth si era avvicinato, non si sarebbe lasciata sfuggire l’opportunità di osservare con attenzione quell’esempio di mascoline virtù.
Naturalmente, lo avrebbe fatto con discrezione. Abbassò lo sguardo e cominciò dalle scarpe.
Avevano visto almeno due o tre stagioni, ma più che usurate sembravano comode. Il cuoio tirato a lucido era morbido e lussurioso come la carezza di una cortigiana.
Al contrario delle calzature nuove di zecca del signor Pitt, che sembravano torturargli non solta...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. UNA LADY FORTUNATA
  4. Prologo
  5. 1
  6. 2
  7. 3
  8. 4
  9. 5
  10. 6
  11. 7
  12. 8
  13. 9
  14. 10
  15. 11
  16. 12
  17. 13
  18. 14
  19. 15
  20. 16
  21. 17
  22. 18
  23. 19
  24. 20
  25. Epilogo
  26. Copyright