
- 144 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Informazioni su questo libro
Dieci parole, dieci capitoli, dieci bussole che ci guidano nel mondo dell'informazione al giorno d'oggi. È giusto fidarsi ciecamente delle notizie che leggiamo sui social? Esiste un modo per "smascherare" una fake news? Che ruolo hanno i giornalisti nell'impedire che circolino informazioni false, con conseguenze pericolose per la nostra società? Con una scrittura immediata e di grande impatto, supportata dalle preziose testimonianze di Corrado Formigli e di altri professionisti dell'informazione, Linda Giannattasio risponde a questi e molti altri quesiti, toccando temi di estrema attualità. Perché se fake news, disinformazione e teorie del complotto sono pericoli dai quali dobbiamo costantemente guardarci, esiste però anche (e si può imparare!) un'alternativa: porsi sempre domande su ciò che leggiamo, verificare le fonti delle notizie, fidarci di chi ha più competenza di noi.
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Informazioni
Print ISBN
9788804751625eBook ISBN
97888357146752
(FALSO) MITO
Che cos’hanno in comune Napoleone Bonaparte, una banana e uno struzzo?
Provate a indovinare.
Sono gialli? La banana sì. Ma lo struzzo non ha piume colorate. E Napoleone? Davvero non saprei come aiutarvi.
Sono piccoli? La banana sì, abbastanza, sullo struzzo non ci giurerei, il maschio di questa specie è alto più di due metri. Napoleone? Forse sì, tutti dicono che era bassino.
“TUTTI DICONO CHE.” È proprio qui che sta il problema!
Seguitemi. Tutti dicono che Napoleone fosse basso di statura. Eppure… non era affatto così! Napoleone non era basso. Era alto 1,69 metri, decisamente un’altezza superiore alla media del Settecento. Tutto nasce dal suo soprannome: gli amici infatti lo chiamavano “piccolo caporale”, ma non per la sua statura.
Il fatto che Napoleone fosse basso è una bufala!
Che cosa hanno in comune allora Napoleone Bonaparte, una banana e uno struzzo?
Sono protagonisti di clamorose bufale che tutti noi abbiamo ascoltato almeno una volta nella vita e alle quali tutti, in fondo, abbiamo creduto.
Si chiamano “falsi miti”, o luoghi comuni: sono episodi, fatti storici, storie insomma, che entrano a far parte delle nostre credenze e non ne escono facilmente.
Allora PROVIAMO A SFATARNE QUALCUNO, cominciando proprio dalla banana!
“Le banane vanno mangiate perché sono un alimento ricco di potassio.” Quante volte ve lo siete sentiti ripetere? Magari di ritorno dalla partita di calcio o dopo la piscina.
In realtà le banane contengono potassio, ma non ne sono ricche. Se cerchiamo la banana nelle tabelle nutrizionali dei prodotti di ortofrutta freschi… la troviamo solo al nono posto!1
Sul podio delle verdure più ricche di potassio la medaglia d’oro va agli spinaci crudi! Quella d’argento va alla rucola, mentre il bronzo spetta ai cavolini di Bruxelles crudi.
Dopo la partita di calcio forse mangiare i cavolini o gli spinaci non è proprio il massimo, sono d’accordo. Ma tra la frutta fresca per un po’ di potassio potete sempre optare per un bel kiwi, che ne è il più ricco.
E così le bufale sulla banana le abbiamo sistemate, ma di bufale riguardanti il cibo ce ne sono moltissime.
Vi do una buona notizia. Vi hanno detto di non mangiare né salame né cioccolato perché vi fanno venire i brufoli? Be’, non è vero.
I brufoli compaiono quando la pelle produce troppo sebo (una specie di fluido grasso) e i batteri lo usano provocando una reazione infiammatoria… i brufoli, appunto. Ma la colpa non è del cioccolato. Spesso è degli ormoni, che quando si cresce, durante l’adolescenza, sono particolarmente stimolati! La cioccolata da sola non contiene alcuna sostanza capace di influire così tanto sugli ormoni. La stessa cosa vale per il salame.
Ok, ora però non correte in cucina a strafogarvi: il cioccolato non fa venire i brufoli, ma non bisogna mangiarne in grandi quantità, né tutti i giorni!2
Nel mondo dei FALSI MITI sull’alimentazione c’è persino l’acqua.
“Bere due litri di acqua al giorno fa dimagrire” si dice. Lo avete sentito anche voi? Ma è vero? No! L’acqua ha zero calorie, non fa ingrassare né dimagrire. Aiuta a fare pipì, al massimo.3 Scienza batte bufale uno a zero.
Ancora più diffusi sono i luoghi comuni secondo i quali alcuni cibi aiuterebbero a curare certe malattie, come il raffreddore. Mia madre mi ripeteva sempre: “Hai il raffreddore? Bevi una bella spremuta d’arancia!”.
Ma gli agrumi servono davvero a curare il raffreddore? Purtroppo no.
La vitamina C, pur avendo qualche piccolo effetto nel prevenire il raffreddore, non aiuta sicuramente a curarlo: «Non esistono studi consolidati» cioè affidabili, «che confermino la capacità della vitamina C di prevenire il raffreddore o i mali di stagione» spiegano dietisti e nutrizionisti. Nulla da fare nemmeno secondo la prestigiosa Fondazione Veronesi.
Persino la scuola di medicina della famosissima università statunitense di Harvard si è occupata di smentire questa fake.4
E dov’è finito lo struzzo di cui parlavamo all’inizio di questo capitolo assieme alla banana e a Napoleone? Non ditemi “Sotto la sabbia”, perché anche questo è un falso mito.
Da dove nasce una diceria come questa? Graziano Ciocca, bravissimo biologo e divulgatore scientifico, mi ha raccontato che sono tantissimi gli animali protagonisti di CLAMOROSE BUFALE.
Partiamo dal nostro struzzo: «Questa idea nasce da Plinio il vecchio. Plinio, nel suo libro Naturalis Historia, nel 77 d.C., ha scritto che gli struzzi nascondono la testa in mezzo alla vegetazione, poi è diventato sotto la sabbia. Plinio all’epoca era una specie di enciclopedia vivente, una fonte autorevole, nessuno si sarebbe mai sognato di mettere in dubbio un’informazione su un animale così distante da Roma e da tutto il mondo che conoscevano i romani».5
E COSÌ LA STORIA DEGLI STRUZZI È SOPRAVVISSUTA. Prosegue Graziano Ciocca: «Ancora oggi se vai su Google immagini e scrivi “struzzo sabbia”, trovi tantissimi fotomontaggi del nostro struzzo con la testa sotto la sabbia! Quello che succede realmente, però, è che lo struzzo può stare con la testa in basso anche spesso, perché sta a terra a mangiare vegetali, a volte ingoia sassi per aiutare la digestione e a volte fa il nido, che è una buca nel terreno, e andando a girare le uova sembra che stia nascondendo la testa, ma si sta solo prendendo cura della prole!».
Ma allora cosa fa lo struzzo quando ha davvero paura? «Si sdraia a terra per non essere visto, oppure si dà alla fuga. Ma se deve difendere il territorio o il nido con le uova, lo struzzo può anche correre dietro alle persone. C’è un video online con dei ciclisti che vengono inseguiti da uno struzzo per due minuti, a 45 km orari! Quindi l’animale che abbiamo sempre considerato un pavido, pauroso, è in realtà un grande difensore della propria prole!» Insomma, è coraggioso anche lui, eccome.
Poi ci sono le farfalle: “Se togli la polverina dalle ali delle farfalle non volano più” si dice.
Fake news.
Anche qui Graziano Ciocca ci viene in aiuto: «Se io tocco una farfalla, lei non vola più e sulle mie dita rimane la polverina. E allora qualcuno ha detto: “Vuoi vedere che è la polverina che fa volare le farfalle?” Ma la verità è un’altra: il fatto che a volte non volino più dopo che le abbiamo toccate è semplicemente perché spezziamo le loro fragili ali.
La polverina serve loro a liberarsi! Se si attaccano alla ragnatela dei ragni, grazie a questa polverina riescono a scappare. Come se vi trattenessero per la felpa, potreste toglierla e scappare via. La loro polverina è come la vostra felpa. In questo modo farfalle e falene riescono a scappare dalle ragnatele».6
Un’altra storia bellissima riguarda il pesce rosso. Chi di voi ne ha avuto uno (io tantissimi) alzi la mano. “Ha una memoria di cinque secondi” dicono. Alcuni sostengono tre.
Graziano mi ha smontato anche questa credenza.
Nessun pesce rosso ha una memoria di cinque secondi, a parte Dory, pesciolina smemorata del cartone animato Alla ricerca di Nemo, che si presenta continuamente a Marlin perché non si ricorda di averlo già fatto un attimo prima. E Dory non è nemmeno un pesce rosso!
«È UNA STORIA CHE CI SIAMO INVENTATI» spiega Ciocca. «I pesci rossi sono famosi per riuscire a vivere in acquari molto piccoli, le palle di vetro. Come fanno a vivere in quelle palle? Forse perché non si rendono conto di vivere in un acquario piccolo, ci siamo detti. Avranno una memoria talmente corta da dimenticare dove si trovano.»7
«Ma GUARDIAMO A QUELLO CHE SUCCEDE IN REALTÀ» prosegue. «I pesci rossi se vengono nutriti sempre alla stessa ora si attivano, riconoscono la persona che sta per dar loro da mangiare. Se non ricordassero l’ora o la persona come farebbero ad attivarsi? Ci sono vari studi che dimostrano che i pesci rossi possono essere addestrati, puoi insegnare loro delle cose. In un esperimento un esemplare ricordò eventi di undici mesi prima, altro che cinque secondi!»
Niente memoria corta. Una bufala anche questa.
E ancora, a proposito di animali, udite udite!
Ci racconta Graziano: «Il camaleonte non cambia colore in base allo sfondo. Il camaleonte non può assumere qualsiasi colore. Ho una figlia piccola. Vede i cartoni animati e nei cartoni il camaleonte diventa a colori, a strisce, verde, a pois! Non è così. Il camaleonte può assumere solo alcuni colori e lo fa per comunicare con gli altri camaleonti (per esempio il maschio che dice a un altro maschio: «Questo è il mio territorio, vattene», oppure la femmina che dice di essere disponibile ad accoppiarsi). E poi non è rapidissimo! Ci vogliono minuti, è molto lento nel farlo. Sono altri gli animali che si mimetizzano con lo sfondo: polpi, seppie, calamari, per esempio. Loro possono cambiare colore istantaneamente per sfuggire ai predatori e anche per comunicare tra loro. I calamari maschi quando fanno danze di accoppiamento sembrano lucine di Natale, degli schermi a led con strisce di colore!».8
Il camaleonte, invece, no.
E infine, siete pronti? Le zanzare non entrano in casa se accendi la luce, quindi non dovete spegnerla per scacciarle!
Falso mito anche quello? Graziano Ciocca ce lo s...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- PREFAZIONE
- PREGIUDIZIO
- (FALSO) MITO
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