Galileo era un figo
eBook - ePub

Galileo era un figo

  1. 160 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Galileo era un figo

Informazioni su questo libro

Come si usa questo libro?
Qui dentro trovi la biografia dettagliata (e un po' pettegola) di Galileo Galilei e una versione non troppo sintetica delle sue straordinarie imprese: conoscerle ti permetterà di capire le ragioni per cui ancora oggi diciamo di lui: "Però, che tipo straordinario!". Senza il suo motto "provare e riprovare" sarebbero mancati sviluppi fondamentali per la scienza e per il mondo della tecnica. Per questo mi sento di dire che quel gran figo di Galileo ci dà una bella lezione: "Guarda avanti, sperimenta, vivi!".

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Galileo era un figo di Annalisa Strada in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Print ISBN
9788856683981
eBook ISBN
9788858528891

Capitolo 1

Nasce una nuova stella, ma sulla Terra

Il primo vagito di Galileo Galilei vibrò nell’aria di Pisa il 15 febbraio 1564.
Vediamo un po’ di analizzare la questione. Pisa era una Repubblica marinara, pur non avendo il mare… si parte bene, eh? Il fatto è che il territorio della città si estendeva fino al mare. Pisa però in quegli anni stava tramontando perché stava invece crescendo l’importanza della città (questa davvero sul mare) di Livorno.
Insomma, i pisani se la passavano bene, anche se qualche decennio prima andava meglio.
La famiglia Galilei era un bel gruppetto di gente tutta da conoscere.
Ti presenterei per primo Vincenzo, il padre. Quando Galileo nasce, aveva la bellezza di quarantaquattro anni, che per l’epoca erano una bella età. Era un uomo colto, che aveva studiato il greco e il latino e affrontato gli studi musicali a Venezia. I suoi antenati erano uomini di gran reputazione, come Tommaso di Bonaiuto, che rivestì alti incarichi politici, e quel Galilaeus da cui nacque il cognome della famiglia, che con il suo prestigio di medico guadagnò a tutti i propri eredi il diritto a essere sepolti in Santa Croce a Firenze (il cimitero dei vip, per dirla in parole povere).
Vincenzo di lavoro faceva il musicista. Il musicista famoso, ma non ricco. Le sue teorie musicali erano molto apprezzate e suscitavano dotte discussioni, che segnarono una parte della storia della musica. Era anche costruttore di strumenti musicali e cioè liutaio. Purtroppo, da tutto questo non guadagnava abbastanza per sfamare la famiglia e dunque iniziò a commerciare in tessuti. Perché scegliesse questa seconda professione non è dato sapere, certo non perché ci fosse portato: infatti non aveva nessun fiuto per gli affari. Risultato? La famiglia d’origine di Galileo la ricchezza non la vide nemmeno con il cannocchiale (oggetto di cui, del resto, si parlerà parecchio nelle prossime pagine…).
Proprio queste condizioni di ristrettezza comportarono il trasferimento di Vincenzo e famiglia da Firenze a Pisa, prima della nascita del nostro eroe.
Galileo aveva anche una madre, e qui il discorso si fa complesso.
La mamma si chiamava Giulia Ammannati e veniva da una dignitosa famiglia pistoiese di artigiani e mercanti, che alle spalle avevano un passato migliore del futuro che si prospettava ai loro occhi. Quando Giulia si sposò con Vincenzo credette di andare a migliorare la propria condizione, ma si sbagliava. Pur rendendosene conto, non si rassegnò e continuò a lamentarsi con il marito e a pretendere più soldi di quanti non ne girassero in casa per vestirsi in maniera ricercata. La signora era famosa per il caratteraccio, che non migliorò certo con il passare del tempo. Era un’autentica scorbutica e te ne accorgerai proseguendo nella lettura, quando qua e là farà o dirà cose che, sono disposta a scommetterci fin da adesso, ti faranno strabuzzare gli occhi.
Galileo era il primo di sette figli. Gli altri furono Michelangelo (e lo ritroveremo un sacco di volte!), Virginia e Anna (le accompagneremo a sposarsi!). Benedetto, Livia e Lena invece morirono da piccoli, come purtroppo accadeva spesso in un mondo che non poteva ancora contare sulla medicina come la intendiamo noi oggi.
Tutto chiaro? Allora procediamo.

Capitolo 2

Papà, lasciami fare a modo mio!

Il sogno di papà Vincenzo era quello di avviare il suo primogenito, e cioè il nostro Galileo, all’attività commerciale. Un sogno che per Galileo fu subito un incubo. I talenti del ragazzo erano ben altri e valeva la pena di coltivarli. L’unica aspirazione del padre che Galileo assecondò fu quella di imparare a suonare il liuto, e il ragazzo arrivò a un buon livello, continuando ad ascoltare, apprezzare e praticare la musica per tutta la vita.
Galileo ebbe comunque la fortuna di essere avviato agli studi e fu proprio grazie a questi che poté trovare la sua strada. Sebbene tutto cominciasse nel migliore dei modi, non sarebbe stata una passeggiata. Iniziò dalle basi del suo tempo (e di ogni tempo!): il latino, il greco, l’aritmetica. Fu eccellente anche nel disegno e le sue capacità intellettuali furono pari alla sua abilità manuale: anche da adulto si sarebbe “divertito” a costruire i modellini degli strumenti e delle macchine che avrebbe ideato.
Il passo successivo fu il suo ingresso tra gli studenti dell’Abbazia di Vallombrosa, dove insegnavano dei religiosi che lo introdussero alle lettere, all’arte della logica e alla capacità della disputa.
La disputa era l’esercizio di sostenere e argomentare le proprie opinioni affrontando qualcuno che sosteneva ipotesi contrarie o significativamente differenti.
Attenzione: il prossimo passaggio è un argomento delicato!
Galileo entrò a Vallombrosa come “novizio”, il che costituisce il primo passo verso una vita religiosa, ma poi il padre andò a riprenderselo con il pretesto che doveva portarlo a Firenze per curargli una malattia degli occhi (un’oftalmia); con tutta probabilità volle solo portarlo via da una scuola religiosa in cui lo aveva messo perché non aveva i soldi per pagargli la retta di un’altra scuola, non certo perché voleva che prendesse i voti. Del resto, come capirai leggendo, Galileo non era il tipo capace di sostenere le rinunce richieste dalla vita religiosa!
Come può un giovane in gamba e molto dotato studiare, se la famiglia non può sostenersi? Gran brutto grattacapo. Finì che Vincenzo avanzò una richiesta d’iscrizione al Collegio della Sapienza di Pisa, dove ogni anno entravano quaranta ragazzi poveri che venivano mantenuti lì grazie ai contributi pubblici.
La richiesta d’iscrizione venne accolta solo tre anni più tardi, quando Galileo aveva diciassette anni. Era il 5 settembre del 1581 e Galileo entrava nella facoltà degli Artisti, definizione che non deve trarre in inganno, perché lì si studiavano medicina e filosofia.

Capitolo 3

La scuola… non esattamente il suo posto preferito

Galileo studiava, eh, studiava tanto, ma l’ambiente gli stava stretto. La scuola della sua epoca era molto diversa da quella che conosci tu. Il più temibile dei docenti di oggi sarebbe allora sembrato un simpatico compagnone. Se adesso i tuoi insegnanti si aggiornano più volte all’anno, a quell’epoca erano convinti di sapere già tutto e non cambiavano volentieri il proprio modo di fare lezione. Nei rapporti personali, il distacco tra chi stava in cattedra e chi sedeva tra i banchi era pari alla distanza del Sole da Urano (vai a guardare, per farti un’idea!).
Galileo era un tipetto con un carattere ben definito e con le idee magari non chiare, ma deciso a trovare il modo di chiarirsele. Risultato? Iniziò a contraddire, a discutere, a farsi valere, fino a che si fece la reputazione di quello fastidioso.
Un po’ a disagio, Galileo finì per dedicare all’università solo metà della propria attenzione. L’altra metà la dedicò alla conduzione di studi personali, dettati dai suoi particolari interessi.
Un giorno, per esempio, arrivò a scuola con uno studio condotto in autonomia riguardo alla sua osservazione dell’isocronismo delle oscillazioni della lampada appesa nella volta del Duomo di Pisa. Nella Lettera al principe Leopoldo de’ Medici intorno all’applicazione del pendolo all’orologio, Vincenzo Viviani (più avanti scoprirai chi fu) racconta di come Galileo, studente a Pisa, «intorno all’anno 1583», trovandosi all’interno della cattedrale, ebbe l’idea «d’osservare dal moto d’una lampana, che era stata allontanata dal perpendicolo, se per avventura i tempi delle andate e tornate di quella, tanto per gli archi grandi che per i mediocri e per i minimi fossero uguali». Anche nel Racconto istorico della vita di Galileo Galilei il Viviani accenna all’episodio: «Con la sagacità del suo ingegno inventò quella semplicissima e regolata misura del tempo per mezzo del pendulo, non prima da alcun altro avvertita, pigliando occasione d’osservarla dal moto d’una lampada, mentre era un giorno nel Duomo di Pisa».
Galileo scrisse un saggio sopra le proprie osservazioni. Un bel saggio. Chi lo lesse si divise in due squadre: quelli che lodarono il genio e quelli che rosicarono, ossia gli invidiosissimi.
Grazie agli studi di Galileo sull’oscillazione del pendolo, quest’ultimo poté essere usato come strumento per misurare gli intervalli di tempo. Una delle più comuni applicazioni nel campo della medicina è per esempio la misurazione delle pulsazioni cardiache. Molti anni più tardi, nel 1641, Galileo propose l’utilizzo del pendolo come meccanismo regolatore degli orologi e iniziò a studiare il progetto, ma, ormai vecchio e cieco, non riuscì a realizzarlo. L’orologio a pendolo venne costruito solo nel 1657 da Chris...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Nota pratica
  4. Capitolo 1
  5. Capitolo 2
  6. Capitolo 3
  7. Capitolo 4
  8. Capitolo 5
  9. Capitolo 6
  10. Capitolo 7
  11. Capitolo 8
  12. Capitolo 9
  13. Capitolo 10
  14. Capitolo 11
  15. Capitolo 12
  16. Capitolo 13
  17. Capitolo 14
  18. Capitolo 15
  19. Capitolo 16
  20. Capitolo 17
  21. Capitolo 18
  22. Capitolo 19
  23. Capitolo 20
  24. Capitolo 21
  25. Capitolo 22
  26. Capitolo 23
  27. Capitolo 24
  28. Capitolo 25
  29. Capitolo 26
  30. Appendice
  31. Copyright