INTRODUZIONE AL SUFISMO
Iscrizione in cui campeggia: Allâh al-‘Adl, “Dio è il Giusto”.
Calligrafia speculare – moschea Ulu Cami, Bursa (1399)
Nel Nome di Dio il Clemente, il Misericordioso.
Preghi Iddio sul nostro signore Muhammad e sulla sua famiglia.
Sia lode a Dio, il Signore dei Mondi. Non c’è ingiustizia se non per gli iniqui. La preghiera e il saluto (di Dio) siano sul nostro signore Muhammad, sulla sua famiglia e su tutti i suoi compagni.
1
SULLA COMPAGNIA DEI SUFI
(bâb suhba as-sûfiyya)
Ha detto Muhammad ibn Ahmad al-Baghdâdî1: “Chi vuole essere della compagnia dei Sufi allora si unisca a loro senza anima (bi-lâ nafs), né cuore, né denaro; se poi rivolgerà l’attenzione a qualcuno dei mezzi per sopravvivere (asbâb), questo gli impedirà di raggiungere il suo scopo”.
Ha detto Ibrâhîm (ibn Adham)2: “Grazie alla compagnia dei fuqarâ’ che conoscono Dio (‘ârifîn)3, l’uomo giunge alla Stazione degli Gnostici (maqâm al-‘ârifîn)”.
Si racconta che Abû Bakr ibn Dânyâl al-Armûnî4 vide in sogno Ahmad ibn ‘Abd Allâh ash-Sharâynî (o ash-Shardaynî) e gli domandò: “Quali sono le azioni che hai trovato più vantaggiose?” Mi disse: “Non ho trovato nulla di più utile, oltre all’attestazione dell’unità di Dio (tawhîd), della compagnia (suhba) dei fuqarâ’ ”. Replicai: “E quali le più dannose?” Mi rispose: “Parlar male dei Sufi, e se loro non fossero stati generosi con me sarei tra i dannati; di certo i miei discorsi su di loro avrebbero compromesso le mie azioni, se non avessi fatto la loro conoscenza, grazie alla quale mi sono salvato5”.
Racconta Ibrâhîm ibn Shaybân6 che disse: “Di certo noi non ci accompagniamo con chi dice: “il mio mulo e la mia fiasca””.
Ha detto Abû Ahmad al-Qalânisî7, il maestro di Junayd8: “Feci visita ad un gruppo di fuqarâ’ a Bassora ed essi furono gentili con me e mi dimostrarono stima. Ma quando un giorno chiesi: “Dov’è il mio izâr?9”, persi la loro stima”.
Ha detto Ibrâhîm ibn al-Walâh10: “Andai a Tartûs11 e mi dissero che un gruppo dei miei fratelli erano riuniti in una casa. Andai da loro e vidi diciassette fuqarâ’ e tutti insieme erano un cuore solo”.
Ha detto Abû Sa‘îd al-Kharrâz12: “Ho frequentato i Sufi per cinquant’anni e non vi è mai stato tra me e loro disaccordo”. Gli fu chiesto: “E questo perché?”. Rispose: “Perché mi preoccupavo di me stesso”13.
Ha detto Dhû-n-Nûn (Misrî)14: “Non ricercare la compagnia di Dio se non nell’assenso, non ricercare la compagnia delle creature se non per dar loro un consiglio sincero, non legarti all’anima se non con il dissenso, non accompagnarti allo Shaytân se non con la lotta. Chi lo avversa e lo teme: essi sono coloro che trionfano15”.
Quanto al pentimento esso assicura la lode. Ha detto il Potente, l’Eccelso: “Egli ama chi si pente e coloro che si purificano” (Cor. 2:222).
Quanto alla disposizione naturale dei figli di Adamo (tîniyya)16 essa assicura il castigo. Così come ha detto l’Altissimo: “Di certo voi e gli esseri che adorate altri che Allâh (sarete legna per la jahannam)” (Cor. 21:98).
Quanto all’aver premura (‘inâyatiyya), ciò riguarda in modo particolare Muhammad, che Dio lo benedica e gli dia la Pace, poiché gli disse l’Altissimo: “Dì, se veramente amate Allâh, seguitemi e vi renderete cari a Lui” (Cor. 3:31). La premura assicura la prossimità e la vicinanza (qurba), poiché l’Altissimo ha detto: “Quindi si avvicinò e divenne più vicino” (Cor. 53:8).
2
SULL’AMORE
(bâb al-mahabba)
Ha detto Abû-l-Qâsim an-Nasrâbâdhî17: “L’amore e la prova sono due termini vicini tra loro18. Non si può guardare la prova con l’occhio della prova e con l’occhio dell’amore, è necessario che chi è incline all’Amore guardi la prova solo con lo sguardo dell’amore, affinché l’amore per Lui sia autentico”.
Ho ascoltato uno di quelli (tra i Sufi) che ha detto:
Vi è un segreto tra gli amanti che non è possibile spiegare.
Né la penna né le parole lo hanno raccontato alle creature.
L’Amore (hubb) è una parola di due lettere: la hâ’ e la bâ’. La hâ’ è l’ultima tra le lettere della parola rûh (spirito) e la bâ’ è la prima tra le lettere della parola badan (corpo). L’amante19 è uno spirito senza corpo e un corpo senza spirito. Per ogni cosa vi è una spiegazione tranne che per l’amore, poiché l’amore ha la sua spiegazione in se stesso, è troppo sottile e nobile perché possa rientrare in una definizione. Per questo Iddio l’Altissimo ha creato gli angeli per il servizio devoto, i jinn per il potere20, i demoni per la maledizione, e ha creato gli gnostici per l’Amore.
L’amore è un fuoco, il suo combustibile i fegati degli amanti. Il timore è fuoco21 e...