Pensieri dal Nyokodo
eBook - ePub

Pensieri dal Nyokodo

L'audacia di un cuore che ogni mattino si rimette all'opera

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Pensieri dal Nyokodo

L'audacia di un cuore che ogni mattino si rimette all'opera

Informazioni su questo libro

Il Nyokodo, il "luogo dell'amore a se stessi", è una piccolissima capanna di legno, di soli quattro metri quadrati, costruita nel cuore del quartiere di Nagasaki ridotto in cenere dalla bomba atomica. È in quella dimora che Takashi Paolo Nagai trascorse gli ultimi anni di vita, in ricercata povertà materiale e di spirito, immobilizzato a letto dalla leucemia, ma in una corsa inarrestabile alla scoperta di sé e del significato della vita e della morte. Qui scrisse libri e accolse centinaia di visitatori, sempre testimoniando come la fede e la speranza cristiane siano in grado di vincere la distruzione della guerra e della morte e riportare vita e pace in un mondo che sembrava annientato per sempre. Pensieri dal Nyokodo raccoglie suoi brevi scritti, meditazioni e lettere tradotti per la prima volta dal giapponese. È un'opera preziosissima per seguire, in familiare intimità con lui, i passi di Takashi verso l'incontro finale con Cristo.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Pensieri dal Nyokodo di Takashi Paolo Nagai in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Teologia e religione e Storia giapponese. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

PENSIERI
DAL NYOKODŌ

INVITO DAL CIELO

Provate a immaginare se un bel giorno vi arrivasse un invito che stavate aspettando da moltissimo tempo, da qualcuno che avevate tanto atteso di incontrare. Una persona al fianco della quale avete tanto desiderato trattenervi, per stare lungo tempo vicini a parlare. Il giorno in cui quell’invito arrivasse, quanto grande sarebbe la vostra gioia?
La morte è l’invito di Dio ed è con questa gioia in cuore che io la attendo. Io so bene quanto Dio sia buono e bello e con quanta tenerezza Egli si prenda cura di me. Per questo, quando finalmente riceverò il suo invito, sarò felicissimo di accettarlo.
Ci sono persone che non sopportano l’idea di dover morire. È perché non conoscono Dio! Se sapessero davvero quanto Egli li ama, non avrebbero più paura e lascerebbero andare ogni resistenza. Sia ben chiaro però che se qualcuno pensasse mai di togliersi la vita con le proprie mani, per l’impazienza di arrivare in Cielo, costui si presenterebbe senza invito e sarebbe subito fermato all’ingresso, per così dire… allo sportello dell’accettazione.
Attraverso il vetro dell’accettazione potrebbe scorgere le persone dentro il Paradiso gioire in festa ma a lui, in nessun modo, sarebbe concesso di entrare. Restare fuori dal Paradiso è solo tenebre e pianto e stridore di denti. Io credo che ciò che noi chiamiamo Inferno, altro non sia che questo essere lontani da Dio e soffrire la pena della mancanza del suo amore.
È ormai cambiata profondamente in me la percezione che ho della gioia. L’amore di Dio mi ha ricolmato di doni di grazia in ogni forma ma penso proprio che, tra tutte, la grazia più grande che mi attenda sia questo invito a incontrarlo faccia a faccia in Cielo.
Il fatto che Egli tenga in serbo il suo dono più grande, la morte, fino all’ultimo istante, è proprio il gesto amoroso di un Padre. Penso infatti, come genitore, che anche io farei lo stesso se avessi qualcosa di bellissimo da dare in dono ai miei figli. Lo terrei nascosto fino all’ultimo momento, per tirarlo fuori a sorpresa, quando loro meno se lo aspettano. Potrei così godere dello stupore e della gioia improvvisi dipinti sui loro volti. Allo stesso modo gioirà Dio quando vedrà la mia sorpresa nel momento in cui accoglierò l’invito della morte.

ORME DI ANGELI

Il disegno di Kayano

Quel giorno era venuto il signor Tagawa11 a farmi visita al mio letto e mi stava raccontando del viaggio che aveva fatto di recente presso l’arcipelago delle Gotō, dove si era recato per raccontare le sue storie ai bambini del posto. Le Gotō sono isole di tradizione cristiana che si distendono per un lungo tratto nel mare a ovest di Nagasaki e ospitano quarantotto villaggi dominati dai campanili di bellissime chiese che si specchiano nel mare. Sono isole popolate solo da poveri pescatori, gente che gode di buona salute nel corpo e nell’anima, come lo erano Pietro e Giovanni presso il lago di Galilea.
Il signor Tagawa andava in giro di isola in isola raccontando le bellissime storie dei santi Ludovico Ibaraki e Fabiola12, scortato con la sua barchetta da un ragazzino che portava al collo una medaglietta di Maria e teneva un rosario arrotolato al polso. Il signor Tagawa è un vero esperto nel raccontare storie tanto che, quanto più lo ascoltavo parlare, tanto più cresceva in me la sensazione di trovarmi al suo fianco lungo la navigazione di isola in isola.
Tutto a un tratto, nel mezzo del suo racconto, spunta fuori dal nulla Kayano13. Si era sentito un rumore di zoccoletti di legno… clock-clock… che correvano saltellando lungo il sentiero ma non mi aspettavo che d’improvviso Kayano piombasse rumorosamente in casa e si lanciasse a fianco del mio letto.
«Ma che maniere sono di fronte a un ospite?!» esclamai subito io in tono di rimprovero. Kayano fece un salto all’indietro e si fermò a fissarmi trattenendo a stento le lacrime.
Il signor Tagawa, che aveva passato metà della sua vita a lavorare come maestro al primo anno di una scuola elementare, si fece avanti per prendere in mano la situazione ed entrò in casa.
«Ciao Kayano, ben tornata. Come sei allegra! Dicci, che cosa è successo di bello? Ah, fammi indovinare. Credo di aver capito, te lo leggo in viso! Scommetto che hai ricevuto un bel voto a scuola».
Alle parole del signor Tagawa il volto di Kayano si aprì in un grande sorriso. In realtà, il fatto che Kayano avesse preso un bel voto a scuola, non glielo aveva letto in viso ma a chiare lettere sul disegno che stringeva nella mano destra. La bambina si era precipitata a casa da scuola ballando e saltando per venire a mostrare al papà il suo grande capolavoro che le aveva meritato un bel voto da parte della maestra.
«Sono curioso, dai, fammi un po’ vedere!»
Kayano moriva dal desiderio di mostrare il disegno e dopo un breve momento di esitazione, in cui lo tenne nascosto timidamente dietro la schiena, lo pose nelle mani del signor Tagawa. Con questo brevissimo scambio di parole il signor Tagawa era stato in grado non solo di calmare la bambina ma anche di infonderle tanta gioia.
«Caspita, è proprio bello! E questa sei tu, Kayano, vero? Si capisce perché ha gli occhi che brillano. E questo bellissimo abito a strisce verdi, del colore dell’erba, con i bottoni rossi! Ma chi l’ha fatto?»
Mentre assistevo al dialogo che andava avanti con così tanto gusto tra il signor Tagawa e Kayano, una sorta di invidia mi montava in cuore perché mi rendevo conto che io non ero assolutamente capace di trattare i bambini e di comunicare loro gioia in quel modo.
Presi il disegno dalle mani del signor Tagawa per guardarlo e la prima cosa che colpì la mia attenzione furono alcuni difetti, tra cui il fatto che la testa era sproporzionatamente grande rispetto al tronco e agli arti e che sui fiori di quel giardino si contavano in tutto solo sei petali. Esclamai: «Eh sì, è proprio bello!» Ma devo essere sincero, è davvero impossibile per me avere un impeto spontaneo di apprezzamento senza essere puntiglioso sui dettagli.
Anch’io ho dedicato la mia vita al campo dell’istruzione ma a differenza del signor Tagawa ho sempre avuto a che fare con studenti universitari. È per questo che quando mi trovo a interagire con dei bambini come Kayano, mi saltano subito all’occhio i difetti e finisco per svilire il vero valore dei loro gesti.

La sposa delle isole Gotō

Il signor Tagawa invece, con uno sguardo completamente diverso dal mio, era stato in grado di valorizzare appieno la bambina.
«Kayano, cosa vuoi fare da grande?»
«Eh, la… la… come si dice?»
«L’accademia delle belle arti!»
«Ah, vuoi andare alla scuola di arte? Ho capito».
«E poi voglio anche sposarmi e vivere alle isole Gotō».
«Ma come alle isole Gotō? Ma la scuola di arte è a Tōkyō».
I due continuarono così a gustarsi il loro bel dialogo.
Quanta gioia può donare a un bambino un adulto che è capace di prenderlo in braccio, accarezzargli la testa e dirgli le giuste parole!
Provai un grande rammarico a pensare a quanto tempo avevo passato rinchiuso nel mio laboratorio, tutto intento ai miei progetti di ricerca scientifica, senza preoccuparmi invece di ricercare il modo per rendere presente il mio amore ai miei figli. Mi vengono in mente le parole di Cristo quando si trovava a predicare nella regione della Perea14 e c’erano tutti quei genitori che spingevano i propri figli verso di lui chiedendogli di dare loro una benedizione.
I bambini ridevano, schiamazzavano e scorrazzavano rumorosamente, tanto che i discepoli finirono per sgridare i genitori: «Quanta confusione, richiamate i bambini!» Cristo a quel punto rimproverò i suoi discepoli. Prese uno di quei bambini sulle sue ginocchia e con grande tenerezza lo strinse a sé dicendo:
«Il regno di Dio è per coloro che sono come questi bambini. In verità io vi dico, se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei Cieli»15.
Mi accorsi con quanta profondità il cuore del signor Tagawa stava abbracciando Kayano.
Invece, quanto sono ancora lontano dal Regno dei Cieli io, che sono solo in grado di rimproverare una bambina innocente e obbediente senza capirla veramente.
A quel punto Kayano, ormai ritornata di ottimo umore, si mangiò con gusto due piatti di patate, stette un po’ tra le mie braccia e poi tornò fuori a giocare.
«Che bellezza i bambini!» sussurrò tra sé e sé il signor Tagawa, che sotto la bomba atomica aveva perso quattro figli. Dopo di che ricominciò a raccontarmi ciò che aveva visto a Tai-no-ura16, sulle isole Gotō.
Il sacerdote della chiesa di Tai-no-ura era rinomato per essere molto amato dai bambini delle isole Gotō. Ma quello che ebbi modo di sentire quel giorno mi fece capire che ciò che attirava i bambini non era solo il fatto che fosse un uomo divertente. C’era molto di più. Qualcosa che arrivava diritto al cuore di Dio.
Ecco quello che il signor Tagawa mi raccontò:

I bambini sono una benedizione

Presso la canonica della chiesa di Tai-no-ura si radunavano sempre molti bambini che arrivavano sulle loro piccole barchette da tutte le isole, vicine e lontane. Erano tutti così scuri in volto che si faceva quasi fatica a distinguerli l’uno dall’altro. Indossavano camicie e pantaloni rattoppati e portavano un nastro rosso al collo a cui era appeso un ciondolo che poteva essere una medaglietta in alluminio o una piccola croce in argento di fattura occidentale. Erano tutti figli di poveri pescatori ma, a giudicare da come lasciavano le loro ciabattine di paglia all’ingresso della canonica, tutte ordinatamente allineate, si capiva che erano bambini ben educati. Le ciabatte erano inevitabilmente ricoperte di sabbia perché quei bambini camminavano sempre solo sulla spiaggia. La canonica si trovava dentro a un bosco di pini dai rami possenti, tra i quali si udiva echeggiare non lontano il rumore delle onde che si infrangevano contro la scogliera, anche se da quel punto non si arrivava a scorgere il blu del mare.
Nel salone della canonica il prete era circondato dai bambini che lo assediavano da tutte le parti mentre lui, madido di sudore, era tutto intento a raccontare una delle sue storie. Quel grande omone che era padre Cristoforo si era caricato sulle spalle un piccolo “passeggero” e stava mimando di attraversare la corrente impetuosa di un fiume mentre i bambini delle file più indietro, che non volevano perdersi né un gesto della sua mano né un’espressione del suo volto, saltavano sulla schiena di quelli che gli stavano davanti, i quali, a loro volta, cercavano di scrollarseli di dosso. Ammaliati dall’ascolto dei suoi racconti, sollevavano risate, sospiri, urla e spintoni e tutta la canonica era un’esplosione di schiamazzi. Una volta finita la storia e fatta insieme una breve preghiera, uno a uno i bambini si dileguarono attraverso il bosco di pini, correndo in direzione ovest. Da quel momento fu silenzio.
Il sacerdote, inzuppato di sudore, lasciò il salone e si incamminò nel corridoio dove ricominciò a respirare a pieni polmoni. Comparve a quel punto un’anziana signora con uno straccio in mano che iniziò a pulire il pavimento del salone, ricoperto da innumerevoli impronte di piccoli piedini. Il sacerdote, volgendosi indietro verso l’anziana signora, esclamò:
«Non c’è bisogno di pulire. Non sono forse tanto belle tutte quelle orme dei piedini?»
Senza pensarci, la signora si fermò e volse perplessa lo sguardo al sacerdote, il quale, mentre si dirigeva verso la cappella, diceva:
«Angeli, sono angeli!»
La signora, che non poteva lasciare il pavimento così coperto di sabbia, ricominciò a spazzare la sala per renderla presentabile per l’arrivo del prossimo visitatore.
Ritornarono a quel punto tre bambini che stringevano tra le braccia tante camelie bianche quante riuscivano a portarne. Si fermarono all’ingresso e dissero:
«Signora, per favore prendete questi fiori per l’altare» e dopo aver messo i mazzi tra le braccia dell’anziana donna, corsero via scomparendo nel bosco tra i pini.
Quando la signora arrivò nella cappella trovò il sacerdote con il capo reclinato in preghiera davanti all’altare. Presso l’altare di santa Maria sedevano due ragazzine che stavano snocciolando il rosario mentre il vento fischiava rumorosamente spirando da una finestra all’altra della cappella, facendo da sottofondo alle loro preghiere. La donna decorò riccamente l’altare con le bianche camelie e si fermò, anch’ella, per un breve attimo in preghiera in ginocchio, invocando tante benedizioni per tutti quei bambini. Dopodiché lasciò la cappella. Passando per il corridoio si accorse che era rimasta sul pavimento una piccola impronta di sabbia di un bambino. Si accostò a fianco dell’orma inginocchiandosi profondamente e guardandola attentamente disse:
«Eh sì, è proprio bella. È veramente l’orma di un angelo!»

MEMORIE DALLA LANDA ATOMICA

Sono passati alcuni anni ormai. Anche tu hai sofferto molto e vedo che sei invecchiato. È triste pensare che abbiamo perso la guerra. Tutta questa miseria e questa sofferenza è come se avessero depositato della ruggine nella nostra vita; come se avesse attecchito dent...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Quarta
  3. Autore
  4. Frontespizio
  5. Colophon
  6. Indice
  7. Prefazione del card. Angelo Scola
  8. PENSIERI DAL NYOKODŌ
  9. LETTERE
  10. IMMAGINI
  11. Amici di Takashi e Midori Nagai