Il gusto delle parole in Marguerite Duras
eBook - ePub

Il gusto delle parole in Marguerite Duras

Scrivere, scriversi, cucinare

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Il gusto delle parole in Marguerite Duras

Scrivere, scriversi, cucinare

Informazioni su questo libro

Intellettuale impegnata e schierata politicamente, scandalosa, polemica, molto amata e molto odiata, Marguerite Duras pone al centro della scrittura l'ascolto e il desiderio. La sua penna ci racconta gusto e disgusto della vita, nausea e appetito, profumi e fetori, fame e digiuno. Ritroviamo qui i sapori e le ricette che accompagnarono la vita della Duras e le sue opere, compreso il famoso libretto La cucina di Marguerite, ritirato dal commercio e divenuto oggetto di culto fra gli appassionati della scrittrice.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Il gusto delle parole in Marguerite Duras di Annalisa Comes in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Letteratura e Biografie in ambito letterario. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Scrivere, scriversi
cucinare

Non si può scrivere senza la forza del corpo.1
La scrittura varia e densa di Marguerite Duras non lascia mai indifferenti, così come la sua personalità originale, intransigente, ma anche contraddittoria. Amata, idolatrata oppure odiata, la sua produzione rappresenta un punto di rottura e ha dato non poco filo da torcere a parecchi tentativi di categorizzarla in movimenti letterari o culturali che a ragion veduta scivolano via come attraverso i misteriosi meandri dei tanti orizzonti di acque e terre dei suoi paesaggi. Ma tanto le etichette si sciolgono, quanto più resta la presenza fisica e l’impronta di un corpo – oggi quello della sua scrittura, – anzi delle sue scritture – continuamente divorato e divorante.
Poco o affatto interessata alla questione dello stile, come ha più volte affermato,2 la sua scrittura si forgia negli anni – a partire soprattutto da Moderato cantabile (1958) – in un processo che cerca di oltrepassare l’attraverso della lingua attingendo direttamente ai sensi, direttamente alla fisicità, alla geologia delle parole. Una scrittura del corpo e dei corpi che fa tabula rasa di connettivi, grammatica e sintassi, dove anche i soggetti fluttuano, in un procedere erratico come le sue indimenticabili mendicanti.
Duras non parte da una storia, da un tema o da un’idea e non ricerca programmaticamente una dimostrazione o una rottura estetica, tenta di scrivere in un grado zero, primitivo, da un prima alogico, atemporale, astorico. Ciò che può velocemente afferrare di questo non-luogo prima del verbo, del tempo e della storia – sono solo fugaci frammenti.3
È il prima della Creazione, il prima sospeso dell’Inizio, e di ogni inizio:
La terra era sterminata e vuota, le tenebre erano sulla faccia dell’abisso e lo spirito di Dio si librava sulla superficie delle acque. (Bereshit, 1,2-3)
È, soprattutto, il luogo del suo vissuto, dell’infanzia, e quello precipuo dell’amore nella sua essenza, momento del vissuto che dalla buia afasia primordiale, tenta il discorso che immette nella storia e apre all’altro e alla creazione: un balbettio che solo dopo si fa principio creatore e ordinatore, istituendo separazioni e limiti, ma rivelando anche una irriducibile incomunicabilità.
In Duras tutte le scritture riconducono all’amore e ogni amore è come se rinviasse al vissuto del primo, divorante e tragico amore, quello della madre e per la madre. Una Madre creatrice che forgia e la forgia con il suo inchiostro nero di passione, di desiderio, di attese, di assenza, di morte. In quello la scrittrice intinge (e attinge), a quello resterà devotamente fedele e prigioniera.
La scrittura si fa quindi, naturalmente, o meglio secondo natura, con il corpo e prima di tutto attraverso quelle facoltà del corpo elementari: l’olfatto, il tatto, il gusto, principalmente, ma anche la vista e l’udito. Non sono elementi simbolici ma lettere-segni, forme, nomi e procedimenti narrativi costituzionali, potremmo dire.
L’amore e il desiderio rinviano spesso al divoramento (e quindi alla morte): sono i rituali del pasto del nero boa lucente dell’omonimo racconto e del suo opposto, quello che “strangola” la signorina Barbelet nel suo corsetto di pizzo da vergine. Compaiono nei romanzi, come in Moderato cantabile (1958), in Distruggere, lei disse (film del 1960 tratto dall’omonimo romanzo), ne L’amante (1984), ne L’amante della Cina del nord (1991), e nei film che Duras ha scritto e diretto, o di cui ha curato il soggetto e scritto la sceneggiatura, come Hiroshima mon amour (di Alain Resnais, 1959). Il divoramento (che è il vissuto “intraducibile” di Duras) non può dispiegarsi in una lingua formalizzata che comunica, segnala semmai, con la scrittura, l’inquietudine ferina, lo stupore muto dell’apparizione,4 la solitudine: tutto ciò che solo i bambini, gli amanti e i folli possono cogliere in quanto esseri al “limite” o fuori della compagine sociale. Ma il magma primordiale è, per Duras, soprattutto il femminile, che sembra racchiudere e condensare – a partire dal proprio vissuto – queste tre attitudini che non possono essere addomesticate: Duras bambina, Duras amante (e tutte le donne che amano nei suoi romanzi e nei suoi film, colte all’apice del loro desiderio), Duras “la pazza” (e le mendicanti; la follia de Il rapimento di Lol V. Stein; Il viceconsole; Distruggere lei disse e L’amore). Così il linguaggio, necessariamente, si prosciuga fino a polverizzarsi, come i legami sociali propri del linguaggio: restano frammenti, rimane il fare solitario della scrittura.
Ma quello che non scompare e che forse rappresenta il tragico della sua scrittura, è, nell’impossibilità, nell’intraducibile, il desiderio della comunicabilità.
Il cibo è fatto davvero per tutti. Come la vita,
è davvero per tutti. Non la letteratura…5
È Marguerite Duras stessa a esplicitare una corrispondenza fra l’attività di scrittura e quella della cucina. Hanno lo stesso “andamento”, principiano dalla medesima solitudine, ma sono entrambe manifestazioni di un movimento verso l’altro.
In un’intervista pubblicata ne La vita materiale (1987), racconta:
Spesso, a Neauphle, mi mettevo a cucinare nel primo pomeriggio. Succedeva quando gli altri non erano in casa, quando erano al lavoro o in gita agli Stagni d’Olanda, o dormivano nelle camere. Allora avevo il pianterreno della casa e il parco tutto per me. Quelli erano i momenti della mia vita in cui sentivo chiaramente che li amavo e volevo il loro bene. Il tipo di silenzio che si lasciavano alle spalle quando se ne andavano lo ricordo bene. Rientrare in quel silenzio era come reimmergersi nel mare. Era felicità e al tempo stesso uno stato molto preciso di abbandono a un pensiero in divenire, era un modo di pensare o forse di non pensare – non è molto diverso – e già, di scrivere.6
Images
A tre anni dalla sua morte, nel 1999, il figlio di Duras, Jean Mascolo, cura, insieme a Michèle Kastner, la pubblicazione di un singolare libretto intitolato: Duras, La cucina di Marguerite, (Duras, La cuisine de Marguerite, non tradotto in italiano) per le edizioni parigine Benoît Jacob.7 Il libretto contiene testi estratti da varie interviste di Duras – come quella con Jérôme Beaujour del 1986 – e ricette autografe provenienti da un Cahier rouge che Duras chiamava il Cahier du Camion, accompagnate da suggestive fotografie in bianco e nero della casa – e della cucina – di Neauphle-le-Château (Yvelines), e delle stesse ricette autografe. L’intento, come spiega la pagina introduttiva, è quello di offrire un’immagina non pretenziosa dell’amore di Duras per la convivialità e la cucina, che considerava altrettanto creativa della scrittura. Era stata Duras stessa a pensare la pubblicazione del Cahier rouge ne La vita materiale, rinunciandovi in vista di una pubblicazione autonoma e in accordo con l’editore P.O.L., progetto che poi venne abbandonato.
Tuttavia, pochi mesi dopo l’uscita di quel libretto, Yann Andréa, compagno di Duras degli ultimi sedici anni di vita e suo curatore letterario, ne vieta la riproduzione e il commercio a nome Duras, scatenando non poche polemiche e una battaglia legale che gli dà ragione. Le parole che Jean Mascolo impiega per spiegare la pubblicazione, per sostenerne il senso e chiarirne l’intento di omaggio e di ricordo pieno di affetto, oltrepassano la semplice giustificazione rispetto all’accusa di “oltraggio” fatta all’immagine di scrittrice denunciata da Andréa.8 Ma forse, anche questa è una piccola storia nella storia delle tante facce dell’amore.
Il libretto è ancora oggi molto popolare fra gli appassionati della scrittrice ed è reperibile in librerie antiquarie e siti dedicati. Negli ultimi anni inoltre ha ispirato e continua a ispirare, numerosi recital e spettacoli teatrali, come quello a cura di Corinne Mariotto (Compagnie de la Dame, con Corinne Mariotto, Prix du Festival Le Coup de Chapeau 2017), in tournée dal 2016 e di Laurent Sauvage alla Scène Thélème (Parigi 2017), con Marine de Missolz e Guy Prévost.9
La cucina di Marguerite contiene 30 ricette che spesso prendono il nome di chi gliele ha date o dei luoghi in cui conviene mangiarle (Le polpette di Melina la greca10; I piccoli paté della nonna di Michèle Muller11 per i picnic all’isola Sainte-Marguerite e passeggiata a mare, Il bollito Anne-Marie Derumier alla coda di manzo), e si apre con una ricetta asiatica, il Thit Khô, «piatto nazionale della Cocincina, dell’Annam e del Tonkino», accanto a cui, sulla pagina di sinistra, come un testo a fronte, è collocata una bella fotografia in bianco e nero della città di Sadec. D’altronde il piatto, accompagnato dal riso, si ritrova nelle primissime pagine del romanzo del 1991, L’amante della Cina del nord.12
Non è l’unica ricetta asiatica – vi si trovano infatti ancora le indicazioni per la Cottura del riso, la Frittata vietnamita, l’Insalata cinese oltre al Curry alla reunionese e il Nasi Goreng. Piatto indonesiano di Ingrid Therme13 (a cui si può aggiungere lo Spare ribs: costine di maiale servite con un riso caldo al curry e uvette) –, ma certo, questo aprirsi di scenario su uno spazio così importante della vita e della scrittura di Marguerite Duras, l’Indocina francese, dov’è nata e ha vissuto fin quasi ai diciotto anni, sottolineata dalla forza evocativa della fotografia, è già un’indicazione precisa.
L’universo della scrittrice è attraversato da questo vissuto ora violento ora magico, e ancora nostalgico e doloroso, e dai paesaggi, dai profumi, dal gusto intenso e speziato dei cibi di quei luoghi.
Images

THIT KHÔ

È il piatto nazionale della Cocincina, dell’Annam e del Tonkino.
Non lo troverete in Francia perché in Indocina la carne si taglia con il grasso e la cotenna insieme, il che la rende una carne completa: il grasso si mangia con la carne, e con la gelatina ci si fa una salsa molto saporita.
Thit: carne
Khô: cibo essiccato. Qui gamberetti essiccati, che compongono il nuoc-mâm.14

Ingredienti

carne di maiale
6/8 zollette di zucchero
nuoc-mam15
olio
riso bianco (come accompagnamento)
Fate bollire la carne di maiale. Una mezz’ora dopo spegnete il fuoco. Aggiungete un po’ del brodo di carne in una piccola casseruola con 6-8 zollette di zucchero e fate caramellare. Qu...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Indice
  5. Scrivere, Scriversi… Cucinare
  6. Ricette
  7. Bibliografia
  8. Indice delle ricette