
- 400 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Informazioni su questo libro
Il critico serio - sostiene l'autore di Un'Odissea - non si limita a imporre il suo «mi piace» o «non mi piace», ma dà al lettore gli strumenti per farsi una sua idea. Dalla lirica di Saffo ai film di Pedro Almodóvar, dalla persistenza del mito del Titanic nella cultura contemporanea alla serie televisiva Mad Men, Daniel Mendelsohn ha sempre qualcosa di nuovo da insegnarci, e riesce a trovare un significato profondo e sorprendente laddove forse non avevamo mai pensato di cercarlo.
«Leggere un saggio di Mendelsohn significa essere istruiti e divertiti e, sempre, prendere coscienza di quanto altro c'è da leggere e da sapere».
«Npr»
«Il Michael Jordan della critica».
«The New York Times Book Review»
«Sorrido sempre quando qualcuno intervistandomi mi chiede se le recensioni siano un modo per sbarcare il lunario (a differenza dei libri, che sarebbero, si sottintende, la "cosa vera"). Per me le recensioni sono il pezzo forte». Cosí si legge nel Manifesto di un critico, un saggio che è una vera, illuminante dichiarazione di poetica. Il critico serio, sostiene Mendelsohn in quelle pagine, non si limita a imporre il suo «mi piace» o «non mi piace» (come malauguratamente i social media ci abituano a fare), ma dà «a te lettore gli strumenti per farti una tua idea», condividendo la sua conoscenza, esplicitando le ragioni su cui si fonda il suo giudizio, e soprattutto cercando di trarre un senso dall'opera di cui si sta parlando. Ed è esattamente ciò che questo critico serio non manca di fare negli scritti raccolti in ognuna delle tre sezioni tematiche di cui si compone Estasi e terrore: «Miti di ieri », dedicata a testi antichi e alla vita dei loro autori, «Miti in technicolor», su film e serie televisive, e «Miti d'oggi», che accoglie temi contemporanei e di stampo autobiografico. Che si tratti del rapporto fra teatro tragico e spazio pubblico nell'antica Atene o della parabola artistica di Almodóvar dagli esordi fino a Volver, della persistenza del mito del Titanic nella cultura contemporanea o di una relazione epistolare intrattenuta per un decennio con la scrittrice Mary Renault, o di qualunque altro tema, Mendelsohn ha sempre qualcosa di nuovo da insegnarci, e riesce a trovare un significato profondo e sorprendente laddove forse non avevamo mai pensato di cercarlo. E allora questi scritti, che si potrebbero anche leggere come frammenti di un'eclettica e proteiforme autobiografia intellettuale, si impongono soprattutto come luminosi esempi di quello che andrebbe considerato un genere letterario a sé stante: la recensione seria, ovvero quella scritta da chi, ogni volta che entra in un cinema o in un teatro, ogni volta che apre un libro o ascolta un brano musicale, sente che «c'è in gioco qualcosa di straordinariamente importante».
«Leggere un saggio di Mendelsohn significa essere istruiti e divertiti e, sempre, prendere coscienza di quanto altro c'è da leggere e da sapere».
«Npr»
«Il Michael Jordan della critica».
«The New York Times Book Review»
«Sorrido sempre quando qualcuno intervistandomi mi chiede se le recensioni siano un modo per sbarcare il lunario (a differenza dei libri, che sarebbero, si sottintende, la "cosa vera"). Per me le recensioni sono il pezzo forte». Cosí si legge nel Manifesto di un critico, un saggio che è una vera, illuminante dichiarazione di poetica. Il critico serio, sostiene Mendelsohn in quelle pagine, non si limita a imporre il suo «mi piace» o «non mi piace» (come malauguratamente i social media ci abituano a fare), ma dà «a te lettore gli strumenti per farti una tua idea», condividendo la sua conoscenza, esplicitando le ragioni su cui si fonda il suo giudizio, e soprattutto cercando di trarre un senso dall'opera di cui si sta parlando. Ed è esattamente ciò che questo critico serio non manca di fare negli scritti raccolti in ognuna delle tre sezioni tematiche di cui si compone Estasi e terrore: «Miti di ieri », dedicata a testi antichi e alla vita dei loro autori, «Miti in technicolor», su film e serie televisive, e «Miti d'oggi», che accoglie temi contemporanei e di stampo autobiografico. Che si tratti del rapporto fra teatro tragico e spazio pubblico nell'antica Atene o della parabola artistica di Almodóvar dagli esordi fino a Volver, della persistenza del mito del Titanic nella cultura contemporanea o di una relazione epistolare intrattenuta per un decennio con la scrittrice Mary Renault, o di qualunque altro tema, Mendelsohn ha sempre qualcosa di nuovo da insegnarci, e riesce a trovare un significato profondo e sorprendente laddove forse non avevamo mai pensato di cercarlo. E allora questi scritti, che si potrebbero anche leggere come frammenti di un'eclettica e proteiforme autobiografia intellettuale, si impongono soprattutto come luminosi esempi di quello che andrebbe considerato un genere letterario a sé stante: la recensione seria, ovvero quella scritta da chi, ogni volta che entra in un cinema o in un teatro, ogni volta che apre un libro o ascolta un brano musicale, sente che «c'è in gioco qualcosa di straordinariamente importante».
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Informazioni
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Introduzione
- Estasi e terrore
- Parte prima. Miti di ieri
- La ragazza interrotta: in che senso Saffo era gay?
- Le armi e l’uomo: una nuova edizione di Erodoto
- Teatri di guerra: perché si combatte ancora per l’antica Atene?
- «Salvare la città»: la tragedia nel suo contesto civico
- Insepolto: Tamerlan Tsarnaev e le lezioni di Antigone
- Estasi e terrore: la modernità delle Baccanti di Euripide
- Un fallimento di proporzioni epiche? Leggere l’Eneide nel ventunesimo secolo
- Ci vuole un trigger warning per Le metamorfosi di Ovidio?
- Parte seconda. Miti in technicolor
- Una piccola Iliade
- Alessandro, il film!
- Le donne di Pedro Almodóvar
- Una storia da ricordare: I segreti di Brokeback Mountain
- Mad Men: il fascino del modernariato
- I robot stanno vincendo! Omero, Ex Machina e Lei
- Inaffondabile: perché non riusciamo a lasciarci alle spalle il Titanic
- L’11 settembre al cinema
- Parte terza. Miti d’oggi
- Ma ora basta parlare di me: la voga del memoir
- Una cotta non ricambiata: Forster e Kavafis
- Chi ha paura di Virginia Woolf?
- Una vita come poche: Hanya Yanagihara e l’estetica della vittimizzazione
- Tappa a Vilna: un incontro con Stendhal sulla via dell’Olocausto
- Il ragazzo americano: una scrittrice, un giovane lettore e la loro corrispondenza
- Il manifesto di un critico
- Discorso di accettazione del premio Malaparte
- Ringraziamenti
- Note
- Nota ai testi
- Nota del traduttore
- Il libro
- L’autore
- Dello stesso autore
- Copyright