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La mia prospettiva del mondo e di te
Informazioni su questo libro
Questo libro vede coinvolti due protagonisti, la scrittrice e l'uomo che ha pensato di amare. I destinatari sono tutti coloro che vogliano cimentarsi nella lettura. La scrittrice si rivolge al pubblico in prima persona. Il filo conduttore che muove il manoscritto è il disturbo psicologico della scrittrice che influenza tutti gli aspetti della sua vita, dalla percezione della propria personalità alle amicizie, dalla partecipazione a eventi comunissimi come recarsi dal parrucchiere o nei negozi, all'università . C'è chi dice che sia il disturbo a portarla a sviluppare un'ossessione nei confronti di quest'uomo, del quale non si riporterà il nome completo per il rispetto della privacy. Quando i due si incontrano sembrano piacersi, lei ancora non conosce il proprio disturbo ma sa che qualcosa non va, lui è il primo uomo a dare un nome alla problematica di lei. Questo passaggio segna l'inizio di una fortissima attrazione per lei, che nel proprio percorso di vita sperimenta le più svariate emozioni (rabbia, frustrazione, solitudine, insoddisfazione) e sintomi come paranoia e ansia sociale. Quest'uomo d'altro canto è nocivo, pieno di sé, vanitoso, le racconta molto della propria vita personale. È visibilmente attratto dal suo fisico, come traspare da alcune lettere in cui la scrittrice racconta di aver colto il suo sguardo interessato. Non c'è nulla di più per lui tuttavia, lui le lascia credere quel che desidera perché ama essere lodato, visto, apprezzato e le lusinghe per un certo periodo pesano di più sulla bilancia rispetto all'imbarazzo che gli causa la sua presenza spesso invadente. È solo l'inizio di un percorso complicato che vede l'allontanamento di lui, probabilmente per paura di diventare oggetto della fissazione e l'incapacità di lei di farsene una ragione: lo insegue in ogni modo possibile, analizza nel dettaglio i suoi comportamenti, quasi in modo maniacale. D'altronde dalle lettere risulta evidente come la sua idea fissa, combinata con la dovizia di particolari con cui lo descrive sia una solida base su cui fondare ragionamenti complessi, contorti eppure per lei così veri e sentiti nel profondo, che comunque seppur gradualmente, conducono inevitabilmente alla consapevolezza che è la sua mente ad aver partorito questa rappresentazione mentale malsana e che da parte di lui non c'è (o almeno non più, rivela) alcun sentimento positivo, anzi comportamenti di evitamento che quasi per tutta la vicenda lei tenta sistematicamente di ignorare. Dalla scrittura della lettera in cui definitivamente decide di dire addio al suo amato, si concentra su come proseguirà la propria vita da persona libera, a combattere le proprie battaglie nuovamente per conto proprio. È davanti a un cielo azzurro che si conclude (o inizia) una parte della sua vita. Luna M. ha 31 anni e vive a Roma dalla nascita. Nel corso della sua vita, fin dai tempi di scuola, è entrata in contatto con manifestazioni di disagio psichico, come fobia sociale e attacchi d'ansia. Anche se tutto questo farà sempre parte di lei, la sua determinazione le ha permesso di compiere un'autoanalisi, superando quelli che credeva i propri limiti e di potersi rialzare e raccontare, amare e amarsi, perdonarsi, vivere sorridendo. Dopo la laurea in materie scientifiche ha deciso di intraprendere un nuovo percorso e ora si occupa di educazione d'infanzia. "La mia prospettiva del mondo e di te" è la sua opera prima.
Domande frequenti
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Informazioni
Indice dei contenuti
- Prologo
- Riconoscere la mancanza di coraggio, a volte aiuta a trovarne un po’
- Questo confine che metto tra me e gli altri mi aiuta a sopravvivere
- Me stessa del futuro
- Un’estasi che da sola mi basta
- Incapacità di vivere
- Volevo solo essere come tutti quei ragazzi
- Uccidere l’inconsapevole tramite tra me e le nozioni
- Sono in attesa di un tuo messaggio che non arriverà e da una parte lo spero, per poterlo aspettare in eterno
- Prego che tu non risponda prontamente per prolungare questa sensazione estatica
- Il mio punto di vantaggio
- Pessima scelta aver affidato proprio a te la mia esistenza
- Avevi detto che secondo te ero intelligente sottolineando che non era un merito ma un dono
- Non voglio niente, quindi niente può farmi stare meglio
- Non guarirò mai da te
- Quando mi guardi, sono io quella che vedo in quel momento
- Le lacrime finiranno, portandosi dietro l’agonia
- Ogni giorno sarebbe utile fare almeno una singola cosa che crei disagio
- Fingo di non sapere più quello che so
- Può essere che solo soffrendo trovi le parole per descriverti
- Una speranza gettata lì e calpestata vorrebbe essere nutrita
- Qualsiasi cosa accada
- Preferisco infinitamente vedere cose che non esistono
- Picchi di dolore e ossessione e bisogno di una finzione ricca di colore
- Il tuo ego compiaciuto in visibilio vuole cibarsi di quello che ti rimando di te stesso
- Guardo impotente la fine delle mie mosse: hai vinto di nuovo
- Esistono situazioni nelle quali vince l’impossibilità ad accogliere la problematica
- Con te farei di tutto, compreso ballare, anche se sono negata
- I nostri coni di luce si sono infastiditi a vicenda e ti sei divertito a giocare con la fisica
- Desidero non essere me, pensavo non lo avrei più detto
- Non sono mai arrivata così in alto
- Come far quadrare la socializzazione con tutto il resto dei doveri?
- Liberarsi da una dipendenza è complicato
- Mi manchi più di ogni altra cosa eppure non ne muoio
- Se soltanto sapessero che fantasmi mi perseguitano
- Penso che la strada per cancellarti sia ancora impervia
- Farmi guardare in quel modo assurdo
- Non so cosa sia liberarsi di tutte le meraviglie
- La necessità di farlo accadere è accesa
- Salutarti definitivamente ha un costo molto alto
- Non posso non volerti più
- Volevo solo arrivarti al cuore
- Mi sento scavare con un rastrello il cuore
- Giuro di non eccedere più, ma so che è una menzogna
- Togliere il pigiama è togliere un altro conforto
- Non ricordando chi sono, non posso spiegarlo agli altri
- Che si chiami depressione o in altro modo, non mi piace per niente e non voglio nessuno accanto
- I miei demoni, la mia vergogna, la mia rabbia, l’insensibilità che ne consegue
- Il tremore della testa, l’unico effetto che ho pregato non si verificasse
- Fino a che non mi faccio domande non devo combattere ulteriormente
- Da persona nuova, ricomincio
- Quanta luce e quanta assenza hai creato
- Sopravvivere ora sembra un progetto molto articolato
- Non siamo così cresciuti come pensiamo, alla fine
- La loro semplicità di vivere contro la mia lotta costante
- Si susseguono nella mente pezzi sconnessi di ciò che dovrei aver imparato
- Ho il timore costante di perderle
- Non mi perdono per gli errori che faccio, forse nemmeno per quelli che non faccio
- Voglio urlare il mio bisogno di essere stabile
- Provare niente da cosa mi protegge?
- Mi perdo sempre nelle identità degli altri
- Sono evidentemente in una fase ottimista
- Volevo chiamarti ma sono stata razionale
- Mi sembra tutto minaccioso al buio
- Che ne sa di quello che vedo io?
- Respingere ogni interazione sociale
- Guarire da queste mie errate concezioni di me stessa
- Volevo incolparmi e non regalarmi niente
- Il silenzio che pervade la casa quando sono sola
- Non posso farmi ancora più del male
- Se ci avessi fatto caso, sarei scappata?
- Voglio perdonarmi per non essermi amata
- Alla mente non pare vero di tormentarmi
- Tutti estranei e tutti oppressivi
- Ci ho creduto così tanto che ho risposto di no. Non lo scorderò mai
- Ti invio un bacio che spero arrivi a destinazione
- Molti non sanno cosa significhi sentirsi inadeguati
- Sarebbe bello se potessimo esprimere quel che siamo
- Avrei voluto essere adeguata a qualcosa
- Non riesco a stare con gli altri
- Un mondo dove apparivo, anche all’epoca, minuscola e isolata dal calore umano
- Non voglio entrare in guerra, voglio vivere
- È giusto inghiottire e alzare gli occhi al cielo per impedire alle lacrime di uscire?
- Una prospettiva vicina alla mia, ma libera
- Nulla mi darà pace, ne sono convinta per la prima volta
- Vorrei staccarmi la testa e farle vedere cosa c’è dentro
- Sento nel cervello il suono di me che piango
- Avevo particolare timore di me stessa
- Sarò libera
- Mi sono superata accettando più fallimenti che vittorie
- Non ha idea di chi io sia
- Mi impegno per rendere migliore l’immagine che vedono di me: funziona
- Ti sento da un altro tempo
- Ma dopo che avrò chiuso con te, come funziona?
- L’amore che sentivo vivo ora è intubato
- Nessuno ti grazia se non te stesso
- C’è un posto per me da qualche parte
- Pensavo che essere felice fosse un obiettivo raggiungibile
- Il sentimento più intenso che esista e assieme annientatore
- È meraviglioso osservare come esistano concrete possibilità di imparare a conoscersi e osare
- Ringraziamenti