
- 216 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
Informazioni su questo libro
All'alba del 13 ottobre 2023, a una settimana dall'attacco di Hamas in Israele e dall'inizio della guerra all'interno della Striscia di Gaza, il giornalista palestinese Sami al-Ajrami chiude a doppia mandata la porta di casa sua, nel campo profughi di Jabalia, dov'è nato e ha sempre vissuto, per sfollare con la famiglia a sud, secondo le indicazioni dell'esercito israeliano. Come già altri profughi palestinesi prima di lui, alle sue spalle lascia un'intera vita. Collaboratore di diverse testate internazionali, la sua è stata l'unica voce a raccontare sulla stampa italiana il conflitto dall'interno della Striscia e in presa diretta. In una sorta di diario quotidiano pubblicato da «la Repubblica» ha mostrato la sofferenza, la paura e l'impotenza di chi la guerra non solo la racconta coraggiosamente per mestiere ma la vive sulla propria pelle, testimone e vittima allo stesso tempo. Cronaca di un'immensa tragedia, e preziosa fotografia di vita quotidiana nella Striscia di Gaza dilaniata dalle bombe, il suo racconto trova ora un nuovo spazio nelle pagine inedite di questo libro. La ricerca costante in prima persona di un riparo sicuro, ma anche semplicemente di cibo e calore, nel tentativo di sopravvivere a tutti i costi con le due figlie e i genitori anziani, documenta il dramma dell'intero popolo palestinese: l'esistenza stravolta all'improvviso, il dolore per essere costretti ad abbandonare la propria abitazione e i ricordi di una vita, il rischio di morire sotto bombardamenti che non risparmiano case, ospedali, scuole, moschee, chiese. Fino alla sofferta decisione di lasciare Gaza: convinto ormai di essere in pericolo, diventato lui stesso un target in quanto giornalista, e anche dalla paura di non poter rivedere le figlie, messe in salvo solo poco tempo prima. Oggi Sami al-Ajrami vive in Egitto. Da lì continua a mantenere i contatti con chi è rimasto a Gaza in condizioni sempre più precarie. In tasca ha ancora le chiavi della sua casa di Jabalia, «non aprono più nulla: e in questo anch'io condivido il destino del popolo palestinese».
Domande frequenti
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Informazioni
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Copyright
- Le chiavi di casa
- OTTOBRE
- La chiave di casa
- L’ultimo giorno di pace
- 7 ottobre 2023
- La furia di Israele
- Gaza prima della guerra
- Un luogo sicuro
- Ricchi e poveri
- La grande sete
- Deir al-Balah
- Il mukhtar
- Gente del Nord
- Ritorno a Gaza City
- Il valico di Rafah
- La guerra dei bambini
- Professione reporter
- Le ferite di Bisan
- L’invasione di terra
- NOVEMBRE
- Doppio passaporto
- Un mese di guerra
- Khan Yunis
- L’ospedale assediato
- A piedi fra le macerie
- Khan Yunis nel mirino
- Il Nord cimitero di bambini
- Una fragile tregua
- La forza delle donne
- DICEMBRE
- Le macerie di Gaza City
- Rafah
- Silenzio
- L’ultima spiaggia
- Natale e Capodanno
- GENNAIO
- La vita senza colori
- La speranza sudafricana
- Il nulla che avanza
- Ventuno soldati
- Alzheimer
- Una terra di zombie
- FEBBRAIO
- Illusioni
- Era mio padre
- Piano d’emergenza
- Panico
- Torta di compleanno
- Andare, restare
- Il sogno di una tregua
- La festa d’addio
- La strage della farina
- MARZO
- Una generazione perduta
- Ramadan
- Notti in tenda
- Ruba e Bisan se ne vanno
- Amici
- La situazione precipita
- Lo stesso dolore, la stessa fame
- Rimal non esiste più
- APRILE
- Sei mesi sotto le bombe
- La vendetta di Berger
- Apocalisse a Khan Yunis
- La tensione si allarga
- Andare via
- Epilogo