
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
Informazioni su questo libro
Un'analisi, che ancora mancava, sulle modalità con cui la Shoah è stata rappresentata e interpretata attraverso le fotografie. Questo libro coglie l'importanza straordinaria di un numero cospicuo di fotografie che pur non raffigurando direttamente l'assassinio di massa hanno la capacità di illuminarci sui fatti, inquadrando dettagli o momenti che hanno costituito la scena preliminare, preparatoria o collaterale al crimine e all'universo delle vittime e dei carnefici. La Shoah non è un evento che possiamo ricostruire come un quadro illuminato dal centro, ma nemmeno è una pagina buia segnata dall'irrappresentabilità. Dobbiamo pensarlo come un processo segnato da varie forme di prevaricazione e violenza che può essere raccontato con l'aiuto di tanti tasselli luminosi - le fotografie che si sono conservate - che squarciano l'oscurità e fanno intravedere alcuni frammenti, lasciando alla nostra immaginazione quello che i documenti di archivio non mostrano. La sfida è quella di affinare la capacità di osservare e di metterne continuamente alla prova i limiti, alla ricerca di un equilibrio, o forse di un compromesso, tra due tendenze opposte che sembrano prevalere nel nostro modo di rapportarci alle fotografie storiche: l'ipertrofia del déjà-vu, generata da una saturazione di immagini che ne altera la percezione e ne cannibalizza il consumo, e la miopia o cecità del modo di guardare, che porta a ignorare o sottovalutare gli elementi visivi di sfondo, quelli informativi a corredo della foto e il suo sottotesto. Questo volume è un racconto polifonico della Shoah e una riflessione su come comprendiamo le immagini storiche. Per questo, nella selezione delle fotografie l'autrice ha privilegiato quelle che le sono sembrate piú significative, originali e pertinenti a comporre una narrazione che si dipana come una partitura a piú voci, adottando il metodo dell'approccio integrato; cosí sono prese in considerazione prospettive diverse, cioè i punti di vista dei soggetti della storia, tenendo distinti i ruoli, le responsabilità e i margini di azione, i destini. Alcune immagini presenti nel libro sono molto note, già viste e riviste, ma forse non interpretate con sufficiente esaustività anche per una sovraesposizione mediatica che nel tempo ne ha accentuato il valore simbolico a discapito di quello storico; molte altre invece sono pressoché sconosciute o inedite nel panorama italiano, fatto salvo per la cerchia degli addetti ai lavori. Si svelano cosí i retroscena degli scatti che riguardano i soggetti fotografati, i fotografi e ogni altra persona presente sulla scena, per meglio comprendere le relazioni che intercorrono tra ognuno, gli ambiti di azione e responsabilità. È una questione importante, soprattutto se si considera che la storia della Shoah è narrata quasi esclusivamente dal punto di vista dei persecutori nazisti, utilizzando le loro rappresentazioni, a discapito di fonti che potrebbero arricchire il racconto, sovvertendo interpretazioni comuni frutto di un uso disinvolto e superficiale delle immagini nella divulgazione pubblica.
Domande frequenti
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Informazioni
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Copyright
- Ringraziamenti
- Fotografare la Shoah
- INTRODUZIONE. Perché studiare le fotografie della Shoah?
- CAPITOLO PRIMO. Il nazismo e la fotografia: una rappresentazione della realtà?
- CAPITOLO SECONDO. Fotografare i campi di concentramento: l’ambiguità delle immagini
- CAPITOLO TERZO. «Sotto gli occhi di tutti»: la deportazione degli ebrei tedeschi
- CAPITOLO QUARTO. Foto-souvenir degli Ostjuden, tra reportage di propaganda e scatti privati dei persecutori
- CAPITOLO QUINTO. «Schöne Zeiten»: Sobibór, Treblinka e Auschwitz negli album ricordo delle SS
- CAPITOLO SESTO. Dov’è la realtà? L’ambiguo realismo delle foto di Walter Genewein
- CAPITOLO SETTIMO. Scatti clandestini nel ghetto di Łódź. Le fotografie di Henryk Ross e Mendel Grossman
- CAPITOLO OTTAVO. Immagini proibite? Fotografare la Shoah come spettacolo pubblico
- CAPITOLO NONO. Quattro lampi dall’inferno: le fotografie del Sonderkommando di Auschwitz
- CAPITOLO DECIMO. Seeing is Believing: i reportage degli Alleati come prova del crimine
- CAPITOLO UNDICESIMO. Quando le immagini diventano icone: Anne Frank e il «bambino del ghetto di Varsavia»
- Note
- Bibliografia
- Inserto fotografico
- Crediti fotografici
- Elenco dei nomi