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Informazioni su questo libro
Prendere la parola vuol dire assicurarsi il proprio posto nel mondo. Il silenzio, al contrario, significa lasciare che qualcun altro parli per noi, rinunciare a essere portavoce di un gruppo o di un'idea, stare dietro le quinte per aiutare gli altri a brillare. Quasi sempre i colleghi uomini. Il risultato è la rinuncia all'autorevolezza che, in termini pratici, porta tra l'altro le donne a guadagnare di meno. E il denaro, oltre a essere meravigliosamente utile, è una forma di rispetto per la nostra persona e il nostro lavoro. Purtroppo, quando si tratta di parlare in pubblico, le donne sono quasi sempre in minoranza: non vengono prese in considerazione oppure sono loro stesse a rinunciare, consapevoli della maggiore durezza con la quale sono giudicate rispetto agli uomini.
E questo è un dramma, perché l'uguaglianza e la parità passano anche per la retorica, attraverso l'atto di mettersi al centro e affrontare un pubblico. Questo libro vuole allora essere un'esortazione a proporsi, a prendere finalmente la parola. Anche quando non te la vogliono dare. Dove? In ufficio, a scuola, in tv, nel dibattito pubblico.
Tra consigli pratici, esempi di retorica e ironiche note personali, l'autrice ci trascina in una riflessione brillante che smonta pregiudizi e ribalta punti di vista. Un invito a prendersi la scena, per far sentire la propria voce.
Perché la vera sfida non è soltanto esserci, ma arraffare quel microfono e farsi ascoltare.
Domande frequenti
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Informazioni
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Copyright
- PRENDIAMO LA PAROLA!
- Introduzione. Prendersi la scena, l’ottavo peccato capitale
- 1. Noi donne abbiamo fame di retorica
- E se avessi indossato una giacca e una cravatta? Il discorso del divanetto di Ursula von der Leyen
- 2. Ode al femminismo
- Non sono la puttana di un uomo. Il discorso contro la misoginia di Julia Gillard
- 3. Sto dietro le quinte
- Nessuno ottiene una promozione se non pensa di meritare il proprio successo. Il discorso per le donne che si tirano indietro di Sheryl Sandberg
- 4. Essere piacevoli: una trappola
- È letteralmente impossibile essere una donna. Il monologo dell’amica di Barbie
- 5. Tutt* è la mia battaglia?
- Quel lieve ammiccamento. Il discorso sul maschile e il femminile di Paola Cortellesi
- 6. Le vie della svalutazione femminile sono infinite
- Un caffè con quello che mi ha chiamata «puttana». Il discorso contro i sessisti da tastiera di Özlem Cekic
- 7. Diventare grandi oratrici
- Una stanza e un po’ di soldi. Le condizioni per prendere la parola secondo Virginia Woolf
- APPENDICE
- Note